11. Mezzi di trasporto
Questo soggiorno qui si sta rivelando frustrante e non solo perché Harry si è svelato per come lo hanno descritto, ma anche perché a scuola non conosco nessuno, o quasi. Preferisco non parlare con il gruppo di Liam, sinceramente mi ha fatto tanto paura quanta me ne ha fatta Harry l'altra sera e non vorrei complicare ulteriormente le cose. Comunque sia, per quanto indipendente, non sono mai stata in una scuola tanto grande e non riesco più a trovare la classe di letteratura.
Le lezioni stanno quasi per iniziare e i corridoi sono strapieni di studenti rumorosi che corrono da una parte all'altra. Un promemoria per me, non mettere più la gonna a scuola, mi si continua ad impigliare nelle borse degli altri e non devo più mettere le mie adorate ballerine in questo bordello. Credo che pantaloni e scarpe da ginnastica siano più comode per correre da una classe all'altra. Ma io ho solo pantaloni della tuta.
"Hey! Ma sta un po' attento!"- urlo a colui che mi ha appena spintonato per una spalla venendomi incontro e facendomi cadere i libri dalle mani. Quando mi volto per guardare mi accorgo che non è stato un incidente ma solo Harry che si è voluto vendicare per l'altra sera.
Decido di ignorarlo, insieme al dito medio che mi ha rivolto prima di sparire tra la folla, e mi piego a raccogliere le mie cose. Sono davvero stufa, domani dovrò arrivare a scuola molto prima, sono sicura che questi pseudo adolescenti non si sveglierebbero mai dieci minuti prima della campanella d'entrata. Non troverò nessuno domani se vengo prima.
"Vuoi una mano?"
"No, grazie, ce la faccio."- rispondo senza neanche guardare chi mi abbia rivolto la parola. Appena mi rialzo con tutti i miei libri in mano mi rendo conto che il mio interlocutore ha dei familiari occhi castani.
"Liam."
"Hey, come va?"- mi chiede timido grattandosi la nuca.
"Tutto bene, tu?"- gli chiedo titubante cominciando ad incamminarmi, è davvero strano, tutto mi sarei aspettata ma non di certo che mi avrebbe parlato di sua spontanea volontà.
"Non c'è male."- risponde in un sussurro camminandomi affianco. - "senti, volevo scusarmi, non dovevo urlarti contro in quel modo."- le sue improvvise scuse mi fanno fermare sui miei passi e sento il bisogno di avere un contatto visivo con lui. - "tu non c'entravi nulla, ero solo-"
"Liam, è tutto okay, sapevo di non avere fatto nulla, la tua reazione mi ha fatto però capire che hai dei problemi con Harry."- dico mentre lui serra la mascella nel sentire il suo nome.
"E' più complicato di così Talìta, comunque sia, ancora amici?"- propone stendendo la sua mano in modo che l'afferri in accordo e non ci penso due volte. E' già perdonato.
"Amici."- gli rispondo sorridendo e anche il suo di sorriso non si fa attendere. - "Allora, mi dici dove diavolo è questa fottuta classe di letteratura?"- mi lamento stanca di cercare.
"Vieni, ti accompagno."- si offre gentilmente.
Sono molto colpita. Difficilmente si incontrano persone che ammettono i propri errori e si scusano lasciando da parte il proprio orgoglio. Sono contenta che Liam sia tra questi, sono sicura che diventeremo ottimi amici. Per me è come un punto di riferimento a scuola, se ho bisogno di qualcosa so che lui può aiutarmi e sinceramente non credo che chiederei aiuto a qualcun altro.
***
"In questi giorni abbiamo ripercorso insieme le arti barbariche, paleocristiane e gotiche. Quello che vi chiedo da ora è di tenere sempre sotto controllo e di far sempre riferimento al contesto storico di cui ci troviamo a parlare. L'arte non è fatta solo di vernice e pennelli ma anche di storia, è proprio nella storia che l'arte si è sviluppata ed è diventata quella che è ora. Cioè un modo per esprimere su tela ciò che non si può comunicare a parola."
Dopo una lunga ed estenuante giornata a scuola, l'ultima ora è occupata dall'ora di arte. Io amo l'arte è qualcosa che mi appartiene e posso dire che la mia valigia è sempre stata piena di fogli, album, matite colorate ed acquerelli. Ma non ho mai dipinto su tela. Non è comodo portare i viaggio dei quadri.
"Il compito di fine trimestre che vi voglio assegnare questa volta è proprio un quadro."- comincia il professore gesticolando con le mani. E' molto più bello studiare con lui perché è piuttosto giovane e sa come interessare gli studenti. Niente a che vedere con tutti gli altri professori di arte che ho avuto, vecchi e monotoni, vestiti sempre di grigio in giacca e cravatta o con tajer eleganti. Troppo noiosi per me che amo i colori sgargianti. - "voglio che dipingiate qualsiasi cosa che riesca a suscitarvi emozioni profonde e a fine trimestre voglio che ognuno di voi mi esponga quello che ha fatto, vi ricordo che questo compito varrà un terzo del voto finale."
Il professore conclude la sua spiegazione nel momento esatto in cui la campanella segna la fine delle lezioni e tutti noi ci affrettiamo a raccogliere le nostre cose per tornare a casa. La giornata è stata abbastanza stancante, soprattutto la lezione di letteratura. Generalmente mi piace studiare letteratura anche perché ha sempre in qualche modo qualcosa a che fare con l'aspetto artistico dell'epoca, ma non avevo mai studiato questa materia in modo così approfondito e interessante, studiando le emozioni e le speranze dietro il profilo dei vari personaggi protagonisti di Pamela di Samuel Richardson, è stato affascinante
"Talìta! Talìta aspettami!" - mentre scendo le bianche scalinate dell'edificio riconosco immediatamente la voce di Liam chiamarmi e quando mi volto mi sta correndo incontro insieme a Rachel, la dolce ragazza con i suoi cardigan innocenti.
"Hey! Ditemi."
"Io e gli altri questa sera andiamo insieme al bowling, volevamo che venissi anche tu."
"Ci divertiamo un po', vieni?"- continua Rachel accanto a Liam. E' da un bel po' che non esco la sera, inoltre sono gli unici pseudo amici che ho, se faccio l'asociale penseranno che non voglio stare con loro.
"Si, mi piacerebbe."- rispondo contenta.
"Fantastico, ci vediamo lì alle sette allora."- continua con un sorriso per poi riprendere la loro strada verso casa.
Decido a mia volta di fare lo stesso e mi beo nel sentire il vento che mi spinge i capelli e mi smuove gli orecchini mentre invece la mia gonna ampia non fa altro che ostacolarmi nel cammino, ma ormai ci sono abituata. Solo a metà strada mi rendo conto che non ho idea di dove si trovi il bowling né ho il numero di Liam per chiedere, mi trovo in difficoltà adesso.
Mentre varco il cancelletto laterale della grande villa degli Styles e lo richiudo alle mie spalle cerco qualsiasi modo per risolvere questa situazione. Non posso chiede a papà perché in quanto orientamento in questa città siamo sullo stesso piano, né posso chiedere a Niall perchè torna sempre tardi dalla pasticceria. Lo staff a quell'ora lavora e non chiederei mai ai padroni di casa di darmi un passaggio, sono fottutamente nella merda.
"Ciao Talìta!"
"Ciao Doris!"- ricambio il saluto della donna di sfuggita, è sempre di corsa, probabilmente starà andando a fare delle commissioni per il signor Styles. Un'idea passa velocemente dall'anticamera del mio cervello, potrei chiedere a Doris. Di solito finisce il suo turno alle cinque.
"Doris! Doris aspetta!"- fortunatamente riesco a raggiungerla prima che chiuda lo sportello della sua auto.
"Cosa succede?"- domanda la donna con un piede in auto e l'altro sul marciapiede.
"Mi serve un passaggio questa sera al bowling, non ho idea di dove sia e-"- chiedo con un'evidente disperazione nella voce mentre riprendo fiato per la corsa.
"Tesoro, mi dispiace tanto ma questa sera ho un'altra cena di lavoro con gli Styles a Beverly Hills, dovremo partire tra qualche ora."- l'unica speranza che avevo è andata persa.
"Non fa nulla, vedrò come fare."- le rispondo cercando di non farla sentire in colpa.
"Perché non chiedi a Harry? Lui ci va spesso."
Consiglia prima di chiudere lo sportello e ripartire. Guardo la sua auto scomparire in fondo alla strada, prima di metabolizzare quello che mi ha detto.
"Chiedi a Harry?"- penso a voce alta. - "ma siamo pazzi?!"
Rigetto subito questa stupida idea e cammino abbastanza alterata verso la casa della servitù dove forse potrei trovare qualche idea per risolvere questa situazione.
***
Sono già le sei, tra un'ora devo essere al bowling e io ho fatto qualsiasi cosa mentre pensavo ad una soluzione. Pulire la stanza mia e di mio padre, il bagno, la cucina. Mi sono anche preparata vestendomi con un vestito a decori floreali e un paio dei miei tanti orecchini colorati, senza dimenticare le mie comode ballerine e i miei soliti capelli sciolti.
Ho fatto qualsiasi cosa, tranne trovare un passaggio e ormai, mentre mi mangio le unghie seduta sul letto ad aspettare che mi si illumini una lampadina, sono sempre mi convinta e rassegnata a dover chiedere ad Harry. Non voglio dare buca agli unici amici che ho.
"Dove vai?"- chiede papà curioso con gli scarponi sporchi di terra, avendo appena terminato il suo lavoro.
"Vado con degli amici al bowling, torno presto promesso."- rispondo prendendo la mia giacca beige dall'appendi abiti.
"Vai e divertiti, non esci mai."
Decido di seguire il suo consiglio e dopo avergli dato un bacio sulla guancia, esco fuori di casa per andare da quel viziato figlio di papà. L'imponente villa diventa molto più luminosa la sera quando le luci del giardino sono accese insieme alle lanterne del piccolo portico. E' così bello.
Appena entro, accolta da Conrad, mi precipito su per le scale. E' già abbastanza tardi e devo ancora fare il patto col diavolo. Percorro il lungo corridoio passando davanti alla stanzetta di Gemma che gioca con la babysitter, ma non ho tempo per fermarmi a salutarla.
Trovo subito quella che deve essere la stanza di Harry, è difficile non notarla visto che vi è un evidente cartello con scritto proprietà privata, di chi altri può essere, andiamo.
Busso alla porta oltre la quale proviene della frenetica musica Metal. Questi figli di papà sono fatti tutti con lo stampino, sono sicura che ha anche i calzini marcati D&G. Busso ancora una volta, ma più forte. La musica si spegne e comincio ad essere nervosa, perché sono qui? Forse è meglio andare via, si forse è meglio.
Purtroppo la mia decisione arriva troppo tardi e quando la porta si spalanca mi ritrovo davanti Harry a torso nudo, con solo un paio di jeans a coprirgli le gambe. Dio sembra proprio fatto con lo stampino, madre natura lo ha plasmato bene.
"Hai tre secondi per smettere di sbavare e per dirmi per quale fottuta ragione hai bussato alla mia porta."
Dice acidamente poggiandosi a braccia conserte allo stipite della porta. Ritiro tutto quello che ho pensato. Sarà anche fisicamente una statua greca ma a quanto pare il suo carattere è ben lontano dall'essere perfetto.
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Buona sera, ho fatto la doppietta oggi, due capitoli. Lasciate dei commenti per favore, sono curiosa di sapere cosa ne pensate :)
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