10. Non sono una serva

Non mi accorgo neanche di essermi avvicinata così tanto e nel momento esatto in cui nota la mia presenza strabuzza gli occhi, prima sorpreso, poi di nuovo arrabbiato.

"Che cazzo ci fai qui?!"- urla facendomi spaventare ed indietreggiare dal mio posto.

"Non urlare, Gemma dorme."- sussurro cercando di farlo calmare in qualche modo, forse con scarsi risultati. Ammetto che il mio cuore ha cominciato a battere intimorito, questo ragazzo mi incute un certo timore. Non capisco mai cosa gli passi per la testa. E perché è così arrabbiato con me?

"Io parlo come cazzo mi pare, chiaro!?"- dice ancora a denti stretti ma effettivamente in un tono molto più basso.

"Oh si chiarissimo."- rispondo alzando gli occhi al cielo voltandomi per andarmene. – "che stronzo."- borbotto fra me e me.

"Scusa, come mi hai chiamato?!"- si acciglia dall'altro lato del bancone della cucina.

"Ti ho chiamato stronzo."- rispondo rivoltandomi verso di lui lasciando ondeggiare gli orecchini.

"Oh, non dovresti dire queste brutte parole."- mi schernisce dando un morso al suo panino con i gomiti poggiati sul bancone.

"Io parlo come cazzo mi pare, chiaro?"- rispondo a tono copiando la sua frase. Spesso mi hanno messo i piedi in testa negli anni, soprattutto quando era più piccola. Il mio rapporto con i vari compagni di scuola spesso non era dei migliori e lui non è tanto diverso, da che mondo è mondo gli stronzi sono tutti uguali anche se vivono in continenti diversi. E per fortuna so come farmi rispettare, o almeno credo.

Quando non mi risponde ma piuttosto si avvicina a me, scalzo e sempre nei suoi jeans neri, comincio di nuovo a sentire quel terrore alla bocca dello stomaco. Il suo sguardo mi intimidisce eppure se guardo bene i suoi occhi che ho scoperto essere verdi, non sembrano descrivere una persona cattiva. Ma ultimamente dubito delle mie impressioni.

"Non mi piaci per niente."- comincia guardandomi dall'alto con disprezzo. -"sei troppo impertinente, perche non ti limiti a lavarmi le mutande, saputella?"- conclude ringhiandomi contro con un panino in una mano e un pugno nell'altra. Non gliela darò vinta, non ha nulla in più di me a parte qualche proprietà da ereditare.

"Perché non sono la tua serva, le tue cazzo di mutande te le lavi da solo."- rispondo abbastanza arrabbiata dalla sua presunzione. Non aspetto una sua risposta ma mi affretto a superarlo colpendo con forza la mia spalla contro la sua. Sono fuori di me dalla rabbia, come si permette a parlarmi così? Neanche mi conosce.

Per fortuna quando esco da quella casa vedo la macchina dei signori Styles rincasare. Giusto in tempo, penso. Dopo aver rivolto un veloce saluto corro nella mia stanza dove sicuramente papà starà già dormendo. Non vedo l'ora di addormentarmi e non pensare a quell'individuo sottosviluppato.

________________

E' un po' corto ma se mi lasciate qualche commento questa sera ne posto un altro se volete :)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top