Capitolo 2 🧡💜🚂

Gocce di Tenerezza e Compassione

"Driiinnn... Driiinnn... Driiinnn"

Il sole splende alto nel cielo azzurro limpido.
Il leggero vento fa frusciare le foglie rigogliose degli alberi.
La città è immersa nel rumoroso traffico. Da ogni parte c'è una fastidiosa confusione di schiamazzi provenienti dalla strada o dalle abitazioni con le finestre aperte.
In una di queste colorate villette a schiera, un ragazzo sta ancora dormendo beatamente, avvolto in una trapunta oceano, nella sua disordinata camera.
I raggi del sole filtrano dalla persiana socchiusa, illuminano la polvere che fluttua nell'aria.

La sveglia, posta sopra il comodino, inizia a strillare. Sono le dieci e mezza.

Nicholas si leva sempre tardi al sabato, perché non deve andare a scuola come i giorni precedenti della settimana. Per lui non è importante alzarsi presto o tardi, ma è decidersi di affrontare una nuova giornata, vivendola intensamente e concentrandosi solamente su ogni attimo del presente. Ama molto i suoi momenti mattutini di silenziosa solitudine. Stare soli fa bene. A volte aiuta a riflettere meglio e a comprendere i propri problemi in maniera più lucida.

Si mette a sedere sul letto. Sbadiglia assonato.

Da in fondo al corridoio giungono dei passi e delle voci infantili.

Qualcuno di molto basso spalanca la porta della stanza.
Il ragazzo va a guardarsi allo specchio dentro l'anta dell'armadio semiaperto. Ha i capelli color del grano arruffati, gli occhi blu socchiusi e le guance arrossate.

Nello specchio c'è riflessa anche una bambina con due lunghe trecce. Abbozza un sorrisetto, una fossetta spunta sul lato sinistro della bocca.

Si volta verso di lei e in quell'istante entra anche un altro bambino. Rivolge al ragazzo un radioso sorriso sdentato.

«Ciao Nicholas» Aurora ed Elia lo abbracciano circondando le sue snelle gambe.

«Ciao miei cari fratellini.» Li accarezza le morbide nuche. «Dite alla mamma che fra poco scendo.»

I piccoli annuiscono e scompaiono, correndo giù per le scale scricchiolanti.

Nicholas si spoglia, lancia il pigiama sopra al letto.
In mutande va verso il guardaroba. Apre le ante in legno e tira fuori un paio di jeans larghi, strappati sulle ginocchia e una T-shirt bianca. Li indossa, veloce.
Si dirige verso il bagno. Si rinfresca la testa e il viso con una manciata di acqua fredda.
Ritorna in camera, infila le Converse grigie e scende al piano inferiore.

Il sole entra dalla grande finestra che da sul verde e profumato giardino, rischiara ogni angolo della cucina. La tavola è coperta da un tessuto a quadretti bianco e rosso e sopra vi è già apparecchiata la colazione.

Nicholas si sofferma sull'ultimo gradino.
Ad aspettarlo ci sono i suoi genitori, i due fratellini seduti vicini e Toby, il loro anziano Labrador sdraiato sul pavimento.

«Avete già preparato tutto voi?»

Liliana lo accoglie con un tenero bacio sulla guancia. «Stamattina ci ho pensato io. Un po' di riposo in più alla mattina lo meriti anche tu.»

«Grazie mamma.» Le sorride e le bacia il palmo.

«Buongiorno.» Lo saluta Saverio troppo concentrato a leggere il giornale.
«Ciao papà.» Si avvicina a lui e gli dà una lieve pacca sulla spalla.

Il padre gli accarezza il dorso della mano. «Tutto bene?»

«Sì, dai.» Non è molto sincero. Nell'ultimo periodo ha la testa piena di pensieri rivolti solo verso di lei.

Saverio ripone il giornale e si versa del caffè sulla tazza di ceramica.

«Ci cucini i pancake?» Domanda Aurora.

«Certo», fa un complice occhiolino ai due fratellini.

Prende il latte dal frigorifero. Apre la credenza e tira fuori le uova, lo zucchero e la farina. Versa e frulla un ingrediente alla volta, aggiungendo per ultimo un pizzico di lievito e sale. Mette la padella sul fuoco e fa sciogliere un fiocco di burro.
I pancakes sono cotti dopo pochi minuti.
Ne offre quattro a ciascuno, servendoli su dei piattini.

Si siede al suo posto tra il padre e la madre.
Si versa un po' di spremuta d'arancia rossa nel bicchiere e inonda i sui pancakes di sciroppo d'acero.

Quando addenta il primo pezzo i suoi fratellini li hanno già tutti quanti divorati.

Si alzano e ripongono i piatti sporchi nel lavandino.

«Grazie Nicholas. Erano davvero buonissimi.» Aurora gli dà un buffetto sulla guancia.

Elia scappa con la sorellina nel salotto a guardare i cartoni animati.

Toby, al loro rumoroso passaggio, sospira infastidito. Si accascia di nuovo e abbassa le stanche palpebre.

«Hai fatto tardi anche ieri sera?» Saverio manda giù l'ultimo boccone.

«Sei uscito con lei?» Aggiunge Liliana sorseggiando il dolce caffè macchiato.

«No, sono stato al parco con i miei amici.» Il suo tono è freddo e distaccato.

La madre intuisce che qualcosa non va. Beve un altro goccio di caffè e appoggia la tazza. «Avete litigato?» Allunga una mano per accarezzargli il braccio. «Sappi che può succedere, è del tutto comprensibile.»

«Sta vivendo un brutto periodo.» Si abbandona sullo schienale, lasciando mezza colazione sul piatto. «È sempre sofferente», sospira e abbassa lo sguardo. «Vorrei tanto aiutarla.» Si morde il labbro, i suoi occhi si velano di lacrime. «Mi sento impotente.» Inizia a singhiozzare. Si copre il volto con le mani.

La madre ha un tuffo al cuore. Si irrigidisce, impacciata. L'ultima volta che lo ha consolato è stato quando Aurora gli aveva rovinato una delle sue tele appena affrescate con le sue perfide manine. Nelle ultime settimane ha notato un lieve cambiamento del suo umore, ma evidentemente non ha prestato la giusta attenzione.

Si alza e lo abbraccia forte. Gli accarezza i folti boccoli e la schiena. «Tranquillo, tesoro mio.» Tenta di rassicurarlo. Il suo stato d'animo la fa stare male. Lancia un'occhiata allarmata verso il marito.

Saverio diventa serio e impassibile. Si pulisce la labbra con un fazzoletto. Si alza e va a occupare il posto della moglie.
Liliana prende il volto del figlio fra le mani. «Passerà presto.» Gli dà un bacio sulla fronte. Nelle iridi del figlio è riflessa un'immensa tristezza. Questa volta il suo cuore perde un battito.

«Nicholas?» Il padre si avvicina. Gli accarezza la gamba.

Il ragazzo si strofina gli occhi.

«Prendetevi del tempo libero per trascorrerlo da soli. Potete fare qualsiasi attività insieme. Un po' di divertimento le farà davvero bene.» Mangia mezzo biscotto. «È un consiglio che ti voglio dare.»

«Tuo padre ha ragione.» Gli rivolge un veloce sguardo d'intesa.

«Non lo so...» Singhiozza ancora. Ha il viso bagnato e arrossato.

«Amore mio.» Liliana lo accoglie fra le sue braccia. Nicholas affonda la testa nel suo petto. Un affettuoso calore scalda il suo rigido corpo. Si stringe di più nell'abbraccio e lentamente si sfoga versando tutte le lacrime represse.

Saverio scuote il capo. D'impeto si leva dalla sedia e abbraccia stretto il figlio. Gli accarezza i capelli e gli bacia i chiari ciuffi.

«Fai come ha proposto tuo padre.»

«Ti lascio dei soldi da parte da poter usare insieme.» Gli riferisce Saverio. «Fateci quello che volete.» Le sue mani scivolano lungo le spalle di Nicholas.

La madre si scosta. «Noi non vogliamo sapere niente. Divertitevi e basta.» Gli accarezza un lato del volto.

Nicholas annuisce in silenzio. «Grazie», tira su con il naso.

«Se hai bisogno noi ci siamo per aiutarti.» La madre lo attira a sé e lo coccola ancora un po'.

«Non sei da solo.» Gli sussurra suo padre all'orecchio. Gli bacia la tempia.

Nicholas incurva all'insù la parte destra delle sue labbra. Lui lo sapeva: poteva sempre contare sulla presenza dei suoi genitori.

💜🚂💜

Nicholas è per strada.
Una leggera brezza scompiglia i suoi capelli.

Fruga nella tasca dei jeans. Prende una sigaretta e se l'accende.
La fuma molto lentamente.

Sta andando al solito parco giochi.

Arrivato al campetto del parco trova i suoi coetanei che stanno pitturando un muro.

«Ciao ragazzi.» Si fa avanti, appoggiando lo zaino nero a terra.

«Ehi guardate chi c'è?» Si voltano per andargli tutti incontro.

Alex gli rivolge un ampio sorriso.

«Hai una faccia tristissima. Non è da te», Teo nota un leggero rossore sul suo volto.

Nicholas abbassa lo sguardo, imbarazzato, non proferisce parola al riguardo.

«Mettiamoci al lavoro. Io lo voglio finire entro sera», dice con fermezza Alex.

Nicholas estrae le sue bombolette, le appoggia a terra, tranne una con la quale comincia a colorare il muro sporco e grigiastro.

Manuel collega il cellulare alla sua cassa e sceglie una playlist trap.

Nicholas ama molto disegnare e pitturare.
Esprime le emozioni che ha dentro di sé attraverso l'arte. L'arte è la sua vera e unica passione. Lo fa sentire vivo e libero. La sua maglietta tutta bianca ora è diventata un'esplosione di colori vivaci.

I ragazzi si siedono sulla scalinata ad ammirare il capolavoro: è un magnifico drago disegnato con un sottile contorno nero e riempito con le sfumature dell'arcobaleno. Ha gli occhi tondi e grandi dall'iride viola. Dalla bocca esce una lingua rosso fuoco. Ai lati del muso ha un paio di baffi grigi e sottilissimi. Due affilati e spessi incisivi spuntano dalle rosate gengive. Sorvola il cielo tinto di un azzurro chiaro circondato da nuvolette vaporose che fanno da cornice a tutta l'opera.

Lo ammirano molto soddisfatti.

«È come lo abbiamo sempre immaginato», parla Teo con espressione sbalordita.

«Potremmo imbrattare tutti i muri della città volendo.» Alex abbozza un lieve sorriso perverso.

Gli altri scoppiano a ridere come suoi complici tranne Nicholas. Ha lo sguardo perso e la testa da un'altra parte.

«Stai male ancora a causa sua?» Si fa avanti Manuel.

Nicolas serra la bocca e chiude gli occhi. Altre lacrime minacciano di uscire. Annuisce con il capo.

I ragazzi si scambiano sguardi preoccupati.

Ciascuno di loro si fa più vicino. Si chinano su di lui e in silenzio lo abbracciano tutti insieme. Un abbraccio che vale più delle parole.

Nicholas si lascia consolare dall'affetto dell'amicizia che li lega fin dall'infanzia.

💜🚂💜

Alex si infila il cappello rosso in testa si alza e getta la sigaretta per terra, schiacciandola con la punta della scarpa.

«Allora chi viene a bere una Coca-Cola con me?»

«Sì, ci sta.» Teo si sgranchisce le braccia e si risolleva.

«Tu vieni?» Manuel si rivolge a Nicholas «Così ti tiri un po' su il morale.»

«Meglio di no.» Recupera lo zaino.

I ragazzi raccolgono le loro bombolette spray e le gettano nei cestini.
Manuel prende la cassa e se la mette sotto il braccio.

Alex, da lontano, fa cenno con la mano di seguirlo.

I ragazzi lasciano il parco brulicante di foglie verdi.

«Ci vediamo presto.» Nicholas si avvia verso la direzione opposta.

💜🚂💜

Il cielo si è rabbuiato di nuvole grigie. L'aria è più fredda.
Nicholas, immerso nei suoi pensieri, cammina lungo il marciapiede diretto verso la stazione ferroviaria. Ha bisogno di stare un po' con lei e di parlarle.

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