Capitolo 12🧡💜🚂
I ragazzi giungono in cima al monte.
Soffia un vento fresco e leggero.
Si ritrovano davanti a uno spiazzo verdeggiante circondato dal bosco.
C'è un gruppo di giovani individui con indosso abiti sgargianti. Alcuni di loro sono concentrati a montare delle tende da campeggio e altri raccolgono rametti di legno.
«Ci uniamo a loro?» Nicholas si rivolge a Luana.
«Non sono convinta. Sembrano troppo strani.»
«Non vuoi fare amicizia?»
«Non sono abituata a stare con altre persone. Mi sento sempre a disagio.» Si immobilizza e il suo corpo si irrigidisce. Non vuole mischiarsi in mezzo a quella gente sconosciuta. Si chiude in se stessa e abbassa il capo. Con la suola della scarpa gioca con alcuni sassolini di ghiaia. È molto tempo che non si unisce con altre persone. Non ricorda cosa si prova a stare in compagnia. «Le persone mi fanno sempre sentire fuori luogo e io mi sento troppo diversa da loro.»
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Un giovane uomo li va incontro. Ha il dorso nudo, una lunga, folta barba bruna gli copre metà viso. Indossa un paio di pantaloni a zampa a righe fucsia e arancio. «Salve.» Si ferma a pochi passi dai ragazzi. «Piacere, io sono Brandon e loro sono la mia compagnia, nonché la mia più cara famiglia di amici che mai potessi desiderare.»
«Noi siamo solo due ragazzi di passaggio.» Nicholas, un attimo impacciato, si infila le mani in tasca.
«Allora potete unirvi a noi, se vi fa piacere.» Si gira a indicare un gruppo di ragazzi simili a lui. Loro lo salutano a distanza con le braccia.
«Molto volentieri.» Nicholas è trepidante d'avventura e non aspetta altro di conoscere il gruppo. Segue Brandon senza esitazione.
Luana sospira e si nasconde dietro Nicholas. A Luana le sembrano tanto assomigliare alla gente del circo.
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Nicholas e Luana vanno incontro al gruppo.
«Vorrebbero unirsi a noi», spiega Brandon alla sua compagnia.
«Oh, ma che bello. Piacere di conoscervi.» Una ragazza spavalda dai capelli biondo ossigenato va incontro ai due adolescenti.
«Io mi chiamo Nicholas e lei è...» Si avvicina a lei, prendendola sottobraccio.
«Luana», pronuncia con voce timida. Scruta dal basso verso l'alto gli sconosciuti ferma e dura come una roccia.
«Piacere. Io mi chiamo Camilla», stringe la mano prima al ragazzo e poi alla ragazza, mostrando un bel solare sorriso.
Luana ricambia rigida il cortese gesto, poi lascia la presa e infila le mani nelle tasche della giacca di jeans.
«Ci dareste una mano?» Un ragazzo dai capelli ramati e riccioluti si fa spazio fra il gruppo.
«Certo», afferma Nicholas.
Luana non risponde, dentro di lei c'è qualcosa che la spinge ancora a fuggire via.
«Tu vieni a raccogliere la legna con me, mentre lei può aiutare le ragazze a montare e preparare le tende per la notte.»
«Ti va?» Nicholas stringe una mano di Luana.
«Va bene.» Si è chiusa in sé stessa, è diventata riservata e impacciata. Si sente fuori luogo, come è solita sentirsi la maggior parte del tempo in qualsiasi posto. L'unico luogo dove riesce a stare a proprio agio è la stazione ferroviaria.
«Sbrighiamoci prima che cali la sera.» Brandon insieme agli altri si dirige verso il sottobosco.
Nicholas lascia Luana.
Lei lo fissa allontanarsi, già pervasa dall'ansia, il suo cuore perde un battito.
Si volta e sobbalza vedendo proprio di fronte a lei la ragazza dai capelli biondi che la guarda con occhi azzurri limpidi come il mare. Un radioso sorriso le circonda il volto. «Vieni con noi.» Le fa cenno di seguirla.
«Bisogna montare una tenda in più.» Camilla raggiunge le altre tre ragazze.
«Non ci sono problemi.» Una di loro si fa avanti e si presenta a Luana. «Io mi chiamo Rachele.» Ha i capelli ricci e ramati. Le labbra colorate di un caldo rosso. Indossa un reggiseno rosa e un paio di shorts attillati.
«Io sono Cecilia.» Si mostra una ragazza alta e snella. Ha i capelli neri e lucidi raccolti in due voluminose trecce. Sul capo porta un cappello di paglia. Indossa un paio di jeans larghi e bucati sulle ginocchia e un crop top color ciliegia.
«Io sono Dalila.» Si aggiunge l'ultima ragazza dagli ondulati capelli castani e le iridi verdi. Indossa una gonna lunga pieghettata e una camicia in lino a maniche corte ricamata da una fantasia floreale dalle tonalità pastello.
Luana le osservava con sguardo torvo e diffidente.
«Tranquilla. Non essere timida. Sei la benvenuta.» La incoraggia Camilla, dandole una leggera pacca sulla spalla.
«È il tuo ragazzo quello?» Chiede curiosa, Dalila.
Questa inaspettata domanda provoca in Luana un sussulto. Si sente ancora di più in imbarazzo. Le sue guance si sfumano di rosso e le sue mani, dentro le tasche, si fanno umidicce. Si stringe ancora di più in sé stessa e affonda il collo dentro la felpa.
«Oh tesoro, ma non volevamo farti vergognare», scoppia Camilla, terribilmente in colpa.
Luana prova a farsi un po' di coraggio. Non voleva avere nessun fraintendimento con questo gruppo di sconosciute.
«No...», deglutisce. «Qualche volta trascorriamo del tempo insieme.»
«Siete buoni amici?» Cecilia si accuccia a terra per prendere da uno zaino l'attrezzatura occorrente per montare la tenda.
«Sì. Credo...» Non è molto convinta. Rivolge lo sguardo verso Nicholas, che è intento a cercare dei legnetti tra l'erba alta. Non sa nemmeno lei se il rapporto che ha con lui sia solo amicizia o sia invece un sentimento più profondo. Non ci ha mai riflettuto perché non è importante, le basta averlo vicino.
«Aiutaci a montare queste tende.» Rachele la invita a unirsi a loro. Le accenna un sorriso e le strizza l'occhio.
Luana, anche se non è un'esperta, cerca di dare una mano dove c'è maggiore bisogno.
«Sta arrivando la sera.» Cecilia alza lo sguardo verso il cielo, che va a tingersi di un caldo arancio.
«Speriamo in un bellissimo tramonto come quello dell'anno scorso.» Rachele si siede sull'erba e beve alcuni sorsi di acqua.
«Sì è stato davvero indimenticabile.» Dalila sposta l'attenzione verso Luana, che non smette proprio di lanciare occhiate fugaci a Nicholas. «Ti piace?»
«Cosa?»
«Come cosa?» Ridacchia. «Il ragazzo, Nicholas, ti piace?»
«Ah... È un bra-vo ra-gaz-zo.», balbetta e più scioccata di prima, arrossisce di nuovo. Si mette il cappuccio in testa per tenere un profilo riservato, ma non funziona.
«Allora ti piace.» Dalila spinge Luana su un fianco per farla smuovere un po' dal suo stato di eterna timidezza e profonda vergogna. «Vieni, siediti qui vicino a me.»
Luana si accomoda a gambe incrociate sul prato.
«Dove vi siete conosciuti?» Domanda Rachele, accendendosi una sigaretta.
«In una stazione ferroviaria.»
«Un po' strano.», confessa Camilla, intenda a fissare a terra gli ultimi paletti per la tenda.
«Io lo trovo affascinante. In una stazione non sai mai chi puoi incontrare.» Si aggiunge alla conversazione Cecilia.
«Com'è successo?» Dalila le toglie il cappuccio dalla testa.
«Mi ricordo che era stato uno dei giorni più tristi della mia vita. Stavo piangendo seduta su una panchina davanti a un binario. Si avvicinò per consolarmi.» Lo scruta per un secondo da lontano.
«Da lì non mi ha più lasciata sola. Più avanti ci siamo scambiati i numeri di telefono e abbiamo fatto amicizia. Poi abbiamo scoperto di frequentare anche la stessa scuola.»
«Be', questo io lo chiamo destino.» Rachele si leva in piedi e si pulisce le gambe dai pezzi di cenere caduti dalla sigaretta.
«Perché piangevi?» Si intromette Cecilia, intenta ad aiutare Camilla ad aprire la tenda.
«La mia è una vita difficile», strappa alcuni fili d'erba.
«Lui ti consola un po'?» Domanda invece Dalila.
«Molto.» Luana ha gli occhi lucidi. Nicholas è una ragazzo speciale e importante.
«Sei fortunata.» Rachele si volta per andare a dare una mano alle compagne ad ancorare saldamente la tenda al terreno.
«Solo quando lui è al mio fianco.»
«Oh, ma che romantico. Amo le persone innamorate. Amo l'amore.» Dalila si distende sull'erba con occhi felici e sognanti.
Le altre compagne scoppiano a ridere.
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Nicholas è in mezzo al bosco a raccogliere la legna da terra insieme ai ragazzi. Il ragazzo dai capelli ramati gli si avvicina. «Non ci siamo presentati, io sono Avide.»
Nicholas gli sorride, incrocia i suoi occhi verdi. Ha le guance cosparse di rosee lentiggini.
«Cosa vi porta qua?»
«Volevamo staccare un po' dalla nostra vita normale e andarcene dalla nostra città e vivere una nuova avventura. Abbiamo preso un treno qualsiasi e siamo finiti qui.»
«Non è male come posto. Anzi credo sia uno dei migliori che la montagna possa regalare.» Si aggiunge alla conversazione un altro ragazzo, alto, dai capelli arruffati castani chiaro, gli occhi grandi color nocciola screziati di riflessi dorati. Indossa un paio di jeans larghi con dipinte sopra giganti bianche margherite. «Io sono Bryan.»
«Io e i mie compagni di viaggio detestiamo la città è troppo piena di smog. Per non parlare della gente che ci vive. Sono tutti così monotoni: si alzano alla mattina, vanno a lavorare, mangiano, lavorano di nuovo, tornano a casa strisciando per terra, cenano e vanno a letto stanchi morti. Sono così monotoni e noiosi. Hanno una mentalità molto chiusa. Invece noi abbiamo adottato uno stile del tutto differente. Noi amiamo la natura, l'aria sana. Ci piace stare in compagnia e vivere nella natura con quel poco che abbiamo.»
Nicholas si volta confuso, non riesce a capire chi sta parlando.
Da alcuni cespugli di ortiche spunta un altro ragazzo. È un giovane magro e minuto, dai capelli corti e biondi, gli occhi azzurro ghiaccio e dalla pelle pallidissima. Raggiunge a gran passo i compagni. «Piacere, io sono Ethan.»
Nicholas si leva in piedi e lo saluta. Ha la barba corta e chiara. Indossa un paio di jeans a zampa e una camicia variopinta con una profonda scollatura a v. Sul capo porta un cappello beige con attorno legata una bandana arancione fluorescente.
Ethan guarda le ragazze che stanno finendo di montare le tende. «È la tua fidanzata?»
Nicholas impacciato ride, si gratta la nuca. Riprende a raccogliere altra legna. «È solo mia amica.»
«Capisco.» Ethan si massaggia la barba.
«Ma ti piace?» Chiede Avide.
Le guance di Nicholas diventano rosse. Viene colto da una vampata di calore. Gocce di sudore gli imperlano la fronte. Non pensava fosse in realtà così evidente.
«Non volevamo farti vergognare amico.» Ethan gli dà una pacca sulla spalla.
«No, ma figuratevi.» Nicholas sospira. «Sì, confesso, mi piace molto», bozza un lieve sorriso.
Leva lo sguardo verso di lei, nel suo volto si dipinge un'espressione di triste nostalgia. «Vorrei tanto vederla felice.»
«Perché non le confessi i tuoi sentimenti? Non penso tu sia un ragazzo timido...», ipotizza Brandon.
«Non trovo il coraggio né il momento giusto. Purtroppo sta passando un brutto periodo e non voglio pressarla troppo. Non vorrei crearle ulteriore confusione.»
«Ma forse, proprio perché sta passando un brutto momento tu devi farti avanti e confidarle quello che provi veramente.» Gli consiglia Brandon che prende fra le braccia tutta la legna che ha raccolto.
«Sai, è bello sapere di essere amati, ma ancora più bello è amare una persona.» Gli fa notare Ethan.
«Secondo me, le farebbe piacere. Sono sicuro che la faresti felice. E chissà il tuo amore potrebbe essere anche ricambiato.» Gli sorride Bryan.
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Il fuoco scoppietta vibrante e crepitante intorno a un cerchio fatto di pietre.
Il fumo denso e grigio si innalza verso il cielo.
Sono riuniti tutti insieme intorno al falò.
Brandon accende una sigaretta da fumare con i suoi amici. Gliela passa a Nicholas che si trova alla sua sinistra.
Fa un paio di tiri, mentre Luana è intenta a guardare la nuvola bianca che gli esce dalla bocca. Nicholas successivamente gliela porge.
Luana la osserva esitante fra il pollice e l'indice. Ha un desiderio irrefrenabile di provare a fumare almeno per una volta, per capire che effetto fa al corpo. Molto lentamente se la porta alla bocca, apre leggermente le labbra e fa un tiro. La passa a Rachele. Prende a tossire forte, diventando rossa in viso.
«Prima volta?» Domanda Rachele.
«Sì.» Emette un altro colpo di tosse.
«Vuoi un po' d'acqua?» Cecilia le porge una borraccia.
«No, grazie.» Fa un respiro profondo e si tranquillizza.
«Vedrai se continui ci abituerai e prenderai anche gusto...» Nicholas le accarezza la schiena.
Luana lo guarda. I suoi occhi, sotto il calore aranciato del fuoco, hanno assunto una sfumatura di un azzurro più intenso. Ha le guance rosse. Le sorride mostrando la sua fossetta.
A Luana le si scalda il cuore, si fa più vicino e intreccia il braccio con quello di lui. Appoggia la testa sulla sua spalla.
«Ragazzi chi vuole dei marshmallow?» Ethan arriva con in mano un sacchetto colmo di dolcetti soffici rosa e bianchi.
«Falli per tutti». Si agitano le ragazze dalla parte opposta del falò.
Brandon apre il sacchetto. Si diffonde un piacevole aroma di vaniglia. I ragazzi infilano i marshmellow in alcuni bastoncini e li passano in mano alle compagne. Tutti si avvicinano al fuoco per abbrustolire la superficie zuccherata e farinosa.
💜🚂💜
Camilla si alza e si allontana dal gruppo. Si intrufola dentro a una delle tende.
Rovista rumorosamente e se ne esce con in braccio una chitarra blu. Va ad accomodarsi al suo posto.
Le ragazze interrompono la conversazione, rivolgendo l'attenzione verso Camilla.
Luana nota la sua chitarra blu. Le si ferma il respiro e il cuore. Le sue guance diventano rosse, uno strano calore inizia a irradiarsi per tutto il suo corpo. Il suo cuore ricomincia a pulsare forte nel petto.
Camilla camicia a suonare una lenta e delicata melodia.
Luana, nel vedere le mani della ragazza pizzicare le corde della chitarra, viene colta da un brivido di eccitazione. Non le sembra vero, ma è uguale alla sua, forse più nuova e senza ammaccature. Dentro di lei inizia a insinuarsi una strana sensazione. Viene colpita da un vuoto come come se le mancasse qualcosa, come se avesse perso qualcosa.
Spalanca gli occhi e si porta le mani alle guance in fiamme. Aveva abbandonato la sua di chitarra in stazione. Adesso è lì, davanti al falò, con gli occhi lucidissimi di lacrime che guardano le fiamme del fuoco, le guance rosse e il respiro affannoso, angosciata dalla paura di aver perso per sempre la sua chitarra blu. Triste e addolorata di aver perso il suo amore più prezioso. La sua anima la sta odiando a morte. Come ha potuto dimenticarla? Come ha potuto abbandonarla? Come farà a vivere adesso senza di essa?
Nel sottofondo delle urla disperate dei suoi pensieri Luana non riesce a sentire che qualcuno la sta chiamando.
Nicholas le dà una leggera gomitata per farla ritornare alla realtà. «Tutto bene?»
«Sì, scusa, mi ero imbambolata.» Si asciuga gli occhi.
«Vuoi suonare anche te qualcosa?» Camilla le porge la chitarra.
Luana è persa e molto confusa. Ritira le mani dentro la felpa e si abbraccia il ventre.
«È molto brava, sa anche cantare», fa notare Nicholas al gruppo.
Luana lo guarda con rimprovero.
«Che c'è?» Fa spallucce.
«Mi vergognerei da morire.» Gli sibila.
«Ma non dire sciocchezze dai...»
«Scusate non me la sento questa sera.» Si rivolge ai presenti.
«Lasciati andare. Suona una canzone. Non devi vergognarti del tuo talento. Sei bravissima così come sei. Non puoi rinunciare. Lo so che lo vuoi fare. La musica fa parte di te.» Le sussurra all'orecchio.
Di nuovo quel brivido di eccitazione le scorre lungo la schiena. Sospira, rassegnata.
Luana tiene in mano la chitarra. La sta osservando attentamente a bocca socchiusa. Accarezza la vernice blu e sfiora leggermente le corde. Le sue mani non smettono di tremare e sono sudate per l'enorme agitazione che trattiene in corpo. Il disagio e l'ansia le stanno accoltellando il cuore, rendendole il respiro affannoso. Ha una paura terribile di suonare, ma soprattutto di cantare, sa benissimo che la voce le sarebbe uscita tremante. Ormai è troppo tardi per tirarsi indietro, così appoggia la chitarra sopra le ginocchia. Chiude gli occhi, fa un respiro profondo e camicia a pizzicare lievemente le corde.
Inizia a cantare la sua canzone, la sua musica.
"Una sera cupa,
sprofondai,
nella mia tristezza,
nel mio dolore,
nella mia sofferenza,
nel mio profondo male.
Il buio della notte gelida mi avvolse.
Scoppiai in un pianto di disperata malinconia. Le mie fredde e dolorose lacrime
bagnarono il mio soffice cuscino bianco.
E piansi in solitudine,
finché la mia anima annegò,
tra le lacrime del mio incessabile pianto.
Un pianto che sembrava
quello di un cuore spezzato.
E piansi per tutto.
Piansi per me stessa.
Piansi per ciò che ero.
Piansi per la mia brutta esistenza.
Piansi, perché non ero abbastanza.
Piansi di incomprensione.
Piansi di solitudine.
Piansi per la mia inutile vita maledetta.
E mi resi finalmente conto che a me venne negata,
la felicità e la libertà,
di essere semplicemente me stessa,
insieme alla mia amata musica."
I suoi occhi colmi di lacrime sono rivolti verso il falò. Le sue guance sono rosse. Il suo sguardo appare distrutto e perso nel vuoto più profondo. In quella strofa, corta e confusa, ha espresso l'essenza spiacevole del suo implacabile dolore interiore.
Luana appoggia la chitarra a terra e si asciuga gli occhi con la manica della felpa. «Scusate...»«Perché scusarsi?» Brandon la applaudisce.
«So che voi preferite musica più allegra e leggera.»
«È davvero una strofa bellissima», confessa Cecilia.
«Hai anche una bellissima e delicata voce melodiosa.» La incoraggia Camilla.
«Quando l'hai scritta?» Chiede curiosa Dalila
«Non l'ho scritta. L'ho cantata adesso. Le parole mi sono uscite fuori dalla bocca da sole.»
«Spettacolare come riesci a trasportare le emozioni fuori dal tuo corpo e trasmetterle agli altri.» conclude Ethan, alzandosi in piedi e sgranchendosi le gambe.
Luana impacciata lo ringrazia, anzi in cuor suo ringrazia tutto il gruppo per aver apprezzato, anche per pochi minuti, un assaggio della sua musica. Qualcuno, per la prima volta in vita sua, le ha fatto i complimenti per la sua arte, per il suo talento, per quello che ama veramente fare.
Nicholas si fa più vicino a lei e le accarezza la guancia.
Luana lo guarda e lui le sorride lievemente. «D'ora in poi abbi più fiducia in te stessa e nelle tue capacità. Vedrai saprai sorprendere anche altre persone.» La stringe a sé e le bacia la fronte sudata.
«Vedrai Luana la luce arriverà anche per te. Imparerai ad amarti e a capire il tuo vero valore nella vita. Non abbatterti.» Sono le ultime parole che le rivolge Camilla, prima di riprendersi la chitarra e seguire le altre ragazze.
Luana e Nicholas sono rimasti solo loro due davanti al fumo grigio del fuoco che lentamente si sta affievolendo.
Luana si infila le mani nelle tasche. L'aria è diventa più fredda. «Mi sento così la maggior parte del tempo. La sera, a volte, sa essere davvero straziante. Mi sento terribilmente sola e incompresa nella mia camera.»
Il volto di Nicholas si rabbuia, abbassa lo sguardo.
Luana lo nota subito. «Non lo faccio apposta. Se nella mia vita fosse tutto più facile non sarei nemmeno qui in mezzo a questi hippie.»
«Lo so.» Si leva dal masso su cui è stato seduto fino ad ora. «Non ti abbandonerò mai.» Le porge la mano e anche lei si alza in piedi.
Nicholas la tira a sé e l'abbraccia forte.
Anche Luana si stringe di più a lui e sprofonda nel suo petto. Nicholas è il vero motivo per cui non vuole arrendersi e cerca in tutti i modi di sopravvivere. È l'unica persona che non si permetterebbe mai di deludere.
«Andiamo a riposare anche noi.»
Mano nella mano vanno a sdraiarsi su una coperta distesa sull'erba appena fuori da una tenda.
💜🚂💜
Il sole scompare dietro al contorno frastagliato delle montagne più alte. Il cielo si tinge di un tenue arancio. Le nuvole si colorano di delicate sfumature rosa e lilla. I passeri cinguettano l'ultimo canto allegro della giornata. Si è levato un leggero vento che muove sinuosamente le fronde dei pini, sottili fili d'erba e i le candide profumate margherite di inizio primavera che circondano i ragazzi. Luana ne raccoglie una e se la porta al naso annusandola profondamente, mentre Nicholas se ne infila una dietro l'orecchio. Ammirano il giorno svanire all'orizzonte e la notte calare lentamente. Le prime stelle brillano fievoli nel cielo imbrunito.
Nicholas si volta a guardare Luana che è persa nel spettacolare tramonto. «Ti senti bene?»
«È bellissimo. Tutto questo è meraviglioso. Non avevo mai visto un tramonto così magnifico fino ad ora. Questa è una sera diversa dalle altre: è calma e piacevole. La mia anima dopo tanto tempo si sente bene, non piange più.»
Le scosta i capelli neri dal viso e le accarezza la guancia.
Luana si fa più vicino e si stringe a lui. Cullata dalle sue carezze chiude gli occhi fino ad addormentarsi con la testa appoggiata al suo petto.
Nicholas sbadiglia, si avvolge nella coperta e si appisola.
La notte blu è calata sulla montagna. I ragazzi dormono beatamente, avvolti dalla luminescenza delle lucciole.
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