Violet - Ritrovarsi - Capitolo 14

Casa di Yané, Theed, Naboo

Sebastian tornò ancora più sconvolto di quando aveva lasciato la casa dell'ancella, Violet lo trovò seduto nel salone, con la testa tra le mani, come se avesse avuto una visione o qualcosa di simile.

-Seb! - Violet corse verso il fidanzato, ma il ragazzo non alzò nemmeno lo sguardo, sembrava immerso nei suoi pensieri.

I piedi nudi calpestavano il pavimento producendo solo un tonfo leggero, molto diverso dal passo pesante che la caratterizzava quando era ancora in accademia.

-L'amava così tanto - furono le parole che uscirono dalle labbra di Sebastian.

-Chi? - domandò Violet e in quel momento l'ex Jedi alzò lo sguardo verso la giovane.

-Niente, scusa se ti ho ignorata - affermò il ragazzo accennando un sorriso, ma Violet vedeva chiaramente che era turbato.

-Sei uscito vero? Hai rischiato la vita! - sbuffò Yané comparendo in quel momento sulla soglia.

-Non mi ha fatto del male. Non penso fosse sua intenzione - affermò Sebastian guardando Yané.

-Tu hai incontrato, lord Vader? - domandò allibita Violet.

-Sí - rispose Sebastian alzandosi in piedi e andando verso la finestra.

-Cosa ti ha detto? - volle sapere Violet con la voce tremante, il solo nominare Vader le faceva tremare le gambe.

Tutti conoscevano di cosa fosse capace il Sith, e il pensiero che Sebastian gli fosse stato così tanto vicino da potergli parlare le faceva ancora più timore.

-Niente di importante, o meglio niente di importante per questa guerra. - rispose il giovane appoggiandosi alla finestra, immerso nei suoi pensieri.

-Qualcosa deve averti pur detto, sembri sconvolto - insistette Violet.

Sebastian strinse i pugni, non voleva parlare.

-Ti ho detto che non è importante! - la voce di lui prese una nota furiosa e Violet comprese di aver superato un limite.

La ragazza, turbata da quella reazione uscì dal salotto, per poi superare la porta di ingresso e uscire in strada.

Voleva sfogarsi con qualcuno, Edoardo magari, lui avrebbe capito, Edoardo capiva sempre.

Ma lui era su Onoam, non su Naboo, però forse poteva chiamarlo.

-Se cerchi Edoardo, lo trovi a casa sua, da sulla piazza del palazzo, la riconoscerai perché ha una grande finestra istoriata che dà sulla piazza - dichiarò Yané.

Violet non si era accorta della presenza dell'ancella, si chiedeva se uno dei requisiti richiesti potesse essere avere un passo leggero.

-Ho bisogno di parlare con Edoardo, lui conosce bene sia me che Sebastian, forse lui può capire cosa gli passa per la testa - affermò Violet ancora ferita per il comportamento di Sebastian.

Non capiva perché il ragazzo volesse tenere segreto cosa si erano detti lui e Vader, se davvero non erano cose importanti, perché tenerlo nascosto?

-Sebastian ha bisogno di stare da solo, quando vorrà parlerà - dichiarò Yané.

-Probabilmente hai ragione, sono stata una stupida a voler insistere - sospirò Violet sentendosi terribilmente in colpa.

-Non fartene una colpa, sei preoccupata è normale, Vader non è una persona come tutte le altre, ma sono certa che non ha fatto nulla a Sebastian, penso che lui sia solo sconvolto - continuò Yané.

Violet annuì.

-Penso che andrò a trovare Edoardo, anche perché ho un po' di cose da chiedergli, prima di tutto perché ci ha tenuto nascosto che ha il bruciasnague - affermò Violet sfregandosi le mani.

-A questa domanda solo lui può rispondere - dichiarò Yané.

-Allora vado -

La ragazza si incamminò lungo la strada, incurante del fatto che fosse a piedi nudi, non le importava per una volta voleva sentirsi libera.

Theed era una città meravigliosa, Violet non ne aveva mai vista una così bella, vi erano piante ovunque.

Gli urbanisti avevano progettato la capitale in modo che si irradiasse verso l'esterno a partire dal Palazzo Reale, e secondo Violet ci erano riusciti benissimo, la pianta delle strade e delle strutture era studiata in modo che il Palazzo dominasse lo skyline quando ammirato virtualmente da ogni punto della città.

Per Violet non fu difficile orientarsi e trovare la casa di Edoardo, la finestra istoriata dava veramente sulla piazza ed era una vera e propria opera d'arte, uno stile che rispecchiava benissimo Edoardo.

Salí i tre gradini che conducevano alla porta e bussò.

Si sentiva un po' a disagio a presentarsi alla porta di qualcuno, anche se quel qualcuno era un suo amico, eppure lei aveva bisogno di parlare con Edoardo, era l'unico che poteva capire.

Dopo un attimo Edoardo venne ad aprire e Violet gli si gettò letteralmente al collo.

-Viví! - Edoardo fece due passi indietro per evitare di cadere.

-Edo ero preoccupatatissima! - affermò la giovane stringendolo ancora di più.

-Sto bene, come vedi - sorrise il ragazzo staccandosi dolcemente da lei.

-Scusa - Violet si staccò guardando l'amico.

Come per Sebastian anche ad Edoardo stavano ricrescendo i capelli, gli abiti che indossava erano colorati e semplici, sembrava che il ragazzo fosse finalmente a suo agio.

-Tranquilla, accomodati - il giovane si fece da parte per permettere a Violet di entrare.

La ragazza entrò in casa guardandosi intorno, la casa era semplice, ma bellissima, vi erano tante piante e questo dava un tocco colorato all'ambiente.

-Vieni, vieni - sorrise Edoardo facendo strada all'amica fino al salotto dove un altro uomo era in piedi ad osservare una delle due grandi librerie che vi erano nella stanza.

Ma la cosa che colpí Violet fu il ritratto di Padmé Amidala appeso alla parete, d'istinto la giovane si avvicinò al quadro osservandone ogni particolare.

La donna nel dipinto sembrava così felice, il suo sorriso era luminoso come il sole.

-Era veramente una donna bellissima, chi non si sarebbe innamorato di lei? - domandò Violet, parlando più a sé stessa che agli uomini lì presenti.

-Certamente, la senatrice Amidala era una donna come ce ne sono poche in giro, di questo non c'è dubbio - dichiarò l'uomo tornando a sedersi sul divano.

Violet si voltò verso di lui osservandolo bene, non sembrava un soldato, altrimenti la ragazza dubitava che Edoardo lo avrebbe fatto entrare in casa sua.

-Violet, lui è il dottor Masi. È arrivato da Coruscant. Dottore lei è Violet, una mia amica - presentò Edoardo.

-È un piacere, Violet - sorrise il medico.

-Il piacere è mio, dottore. - Sorrise a sua volta la ragazza.

Il medico non sembrava ostile, ma si chiedeva come fosse possibile che un professionista di quel calibro, fosse su Naboo.

Sicuramente non lo aveva chiamato Edoardo, il ragazzo non voleva nemmeno che si sapesse della sua malattia.

-Cosa l'ha portata fin qui, dottore? - domandò Violet.

-Una persona molto importante mi ha detto che Edoardo aveva bisogno di assistenza medica e io ho deciso che potevo aiutare questo zuccone, che evidentemente non ne vuole sapere di rispettarsi. Non so la ragione, ma confido che sia qualcosa di molto importante - dichiarò il dottore, poi, come se gli fosse venuto in mente qualcosa si alzò in piedi.

-Vi lascio soli, so che avete molto di cui parlare - detto questo si alzò e uscì dalla casa.

Violet guardò Edoardo.

-Sebastian come sta? - volle sapere il giovane Naberrie.

-È proprio di lui che ti volevo parlare, è tornato a casa di Yané molto scosso e non mi ha voluto dire il perché. - cominciò a dire Violet.

-È successo qualcosa? Ha incontrato qualcuno? No perché il suo essere stato un Jedi potrebbe essere un problema qui nell'orlo intermedio.

Violet deglutí, indecisa sul da farsi.

Come avrebbe reagito, Edoardo alla notizia che portava?

Sarebbe stato spaventato come lei, oppure no?

-In effetti ha incontrato qualcuno - esitò lei.

-Chi?

Alla fine Violet decise di parlare.

-Ha incontrato... Darth Vader.

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