Violet - Fino all'ultimo colpo - Capitolo 45

Raffineria imperiale, Kashyyyk, Orlo Esterno

Violet alzò il blaster, un gesto che ormai era diventato automatico, e le sue braccia urlarono di dolore per lo sforzo.

La stanchezza aveva ormai ghermito le sue membra e la ragazza non sapeva quanto avrebbe resistito, il respiro era sempre più affannato, e quelle poche ferite che aveva riportato le rallentavano i movimenti, ma sapeva di non potersi fermare, altrimenti Edoardo ne avrebbe pagato le conseguenze, e lei non poteva permetterlo.

Si appiattí contro la parete, prendendo la mira verso il gruppo di Stormtroopers che stavano avanzando nel corridoio antecedente a quello in cui era nascosta prima, mentre il respiro le si faceva sempre più affannato e le mani le tremavano, maledicandosi per non aver ponderato meglio la sua scelta.

Separarsi da Sebastian e Cal era stata una scelta avventata, non avrebbe mai potuto reggere il confronto con i soldati imperiali, per via del loro numero, erano in troppi per sperare di avere la meglio, ma ormai la decisione era stata presa e Violet non poteva comunque tornare indietro.

Un colpo di blaster esplose in fondo al corridoio e Violet si appiattí contro la parete, tenendo ben saldo il blaster a lungo raggio.

Quando il primo soldato comparve oltre la porta del corridoio venne subito seccato da un colpo di Violet.

La ragazza non poteva certo permettere che i soldati si avvicinassero troppo, la stanchezza e il dolore per le ferite riportate, tuttavia, si faceva sentire e Violet non sapeva quante preghiere avesse già rivolto alla Forza affinché le mandasse un segno che le suggerisse di non arrendersi all'inevitabile.

Io ho meno tempo di tutti voi, Violet, lo so anche io che il destino di ognuno sia la morte, ma la mia giungerà prima della tua, quindi è per questo che combatto, affinché la mia vita sia utile a riportare la libertà in questa galassia martoriata dall'impero.

Di colpo le parole che Edoardo le aveva rivolto qualche tempo prima, dopo averle raccontato la sua storia d'amore con la regina Anne, le tornarono di colpo alla mente e questo fu per lei un motivo per non arrendersi.

Il suo amico aveva una volontà di ferro contro un corpo che minacciava di spezzarsi ad ogni respiro, eppure, nonostante tutto, lui continuava a combattere e a vivere la vita al massimo, perché non poteva permettersi di perdere nemmeno un minuto, ed ora lei stava pensando di arrendersi solo perché si sentiva stanca?

No, non poteva essere meno forte di Edoardo, non DOVEVA!

Una delle abilità dell'impero è far credere a tutti di essere soli, è questo a renderlo così forte agli occhi dell'opinione pubblica...

Questa volta la voce era quella di Sebastian.

Non poteva arrendersi.

Sparò un altro colpo, uccidendo un altro soldato, ma subito fu costretta a schivare i colpi che le arrivavano addosso sparati dagli altri Stormtroopers, i quali non erano certo lì per farsi uccidere come mosche da una ragazzina.

Quando iniziarono ad essere veramente troppi, la ragazza fu costretta a battere in ritirata verso un punto più interno della raffineria, lanciandosi in una corsa disperata evitando i colpi dei soldati.

Superò una porta e non si curò di vedere dove fosse finita, si limitò a bloccare l'ingresso, sperando così di guadagnare tempo e allora, solo allora si prese la briga di osservare dove fosse finita.

Ad una prima occhiata le sembrò uno dei tanti magazzini presenti nell'edificio, ma una occhiata più attenta le rivelò ben altro.

La stanza non era molto grande, ma vi erano ammassate una gran quantità di casse coperte da pesanti teli con stampato sopra lo stemma dell'impero, ma alla ragazza parevano un po' diverse dalle casse usate per raccogliere la linfa raffinata, no quelle casse servivano ad altro.

Ritirò il blaster a lungo raggio, cercando di capire a cosa potessero servire quelle casse.

-Questa non è linfa, questo è poco ma sicuro - affermò la ragazza mordendosi l'interno della guancia e squotendo leggermente una di esse.

Il rumore che ne produsse era un suono che Violet conosceva bene, quello delle armi che venivano spostate.

-Armi! Perché l'impero nasconde delle  armi in una raffineria? - domandò la giovane.

Non vi era un motivo per cui l'impero dovesse nascondere armi lì, ma Violet sapeva di non avere tempo per pensarci perché i soldati sarebbero arrivati di lì a pochi minuti.

Si agganciò il blaster a lungo raggio sulla schiena, le sarebbe stato del tutto inutile, perché i colpi sarebbero stati più ravvicinati.

Avrebbe potuto usare quello di Padmé, vero, ma chiusa in quella stanza sarebbe sicuramente morta e non poteva certo permetterlo, aveva ancora una vita da vivere e una proposta da fare a Sebastian.

Alzò lo sguardo, notando una botola che portava, probabilmente, al condotto di aerazione.

-Non sarà facile, ma... - Violet afferrò il blaster di Padmé e sparò alla grata che sigillava il condotto la quale cadde a terra con un tonfo metallico.

-Mi devo muovere, accidenti! - sbuffò lei, quando si rese conto che i passi dei soldati si erano fatti più vicini.

Si arrampicò su due casse impilate una sopra l'altra e, con un bel po' di fatica riuscì ad afferrare quel che restava della grata e ad issarsi oltre l'ingresso del condotto di condizionamento.

Poteva dirsi al sicuro, ma Violet non ne era così convinta, anzi, diede un calcio ad una delle casse che l'avevano aiutata a salire e le fece cadere, non le importava che i soldati la sentissero, avrebbero faticato per prenderla.

La gamba della ragazza scomparve proprio nel momento in cui la porta veniva sfondata dai soldati, prima di allontanarsi lungo il condotto, sentí solo uno dei soldati che chiedeva dove fosse finita.

****
Violet strisciava lungo il condotto di areazione, con i muscoli che urlavano per lo sforzo e la stanchezza che minacciava di ghermirla.

-Non pensavo che mi sarei mai ridotta in questo stato - sbuffò la giovane ritirando il blaster di Padmé e sbuffando.

A dire il vero non aveva mai avuto progetti a lungo termine, ma ora che iniziava ad averne non voleva buttare tutto all'aria.

Quella guerra era sbagliata, il modo di governare di Palpatine era sbagliato.

Tutto era sbagliato.

-Non devo pensarci ora. Devo tornare da Seb!

Doveva sbrigarsi.

Pregò la Forza che non fosse troppo tardi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top