Edoardo - Rivelazioni - Capitolo 4
Stanza di Sebastian, Accademia Imperiale di Vardos
-Io sono Edoardo Naberrie.
Le parole gli uscirono dalle labbra in maniera più fredda e tagliente di quanto avesse voluto, ma tanto bastò per sbigottire i suoi compagni.
Tanto quanto la rivelazione di Sebastian aveva sconvolto lui, mai avrebbe pensato che Sebastian fosse un Jedi, per di più del lignaggio di Anakin e Obi-Wan.
-Adesso tutti noi abbiamo in mano la vita degli altri, se uno parla gli altri due sono morti.
Le parole di Edoardo rimbalzarono sulle pareti come una palla lanciata a tutta velocità.
-Vero, ma adesso come facciamo con il Gran Moff Tarkin?
La domanda di Violet era legittima.
-Assolutamente niente. Continueremo la nostra vita in Accademia come abbiamo sempre fatto fino ad ora, quando saremo giunti su Aldeeran vedremo il da farsi. Nel frattempo io ho delle cose importanti da sbrigare.
Edoardo cercò nelle tasche della divisa il comm-link di suo zio e, quando lo trovò lo estrasse dalla tasca.
-Questo non è il comm-link ufficiale dell'accademia! - Violet indicò l'oggetto che Edoardo aveva in mano e in risposta ebbe un sorriso sghembo da parte del nubiano.
-Certo che no, il comm dell'accademia è tracciabile, questo no. Un piccolo regalo fattomi da mio zio quando sono entrato in Accademia.
-Tuo zio, Ruwe Naberrie?
-Sí, Sebastian, proprio lui.
Il nubiano compose il numero di Sabé e le lasciò un messaggio di testo, anche se sapeva benissimo che il comm non era tracciabile preferí lasciarle un messaggio cifrato.
L'ancella era abbastanza intelligente da capire benissimo cosa Edoardo intendeva con quel messaggio.
-Quindi qual è il tuo ruolo in tutto questo?
Edoardo non avrebbe voluto rispondere a quella domanda, ma si rese conto che era inutile mentire.
-Diciamo che sono una spia, una spia dell'alleanza ribelle.
Violet e Sebastian rimasero a bocca aperta.
-Ma comunque queste sono informazioni riservate, che devono rimanere tali. Avevo giurato di non dire la verità a nessuno, ma mi fido di voi, quindi ora sapete la verità. Da una parte sono felice di andare su Aldeeran, posso rivedere mia madre, è da un pezzo che non la vedo.
Il nubiano sospirò. Non vedeva sua madre da quando era partito per Vardos e, doveva ammettere, che gli mancava molto.
Edoardo socchiuse gli occhi.
Le Ancelle, Bail anche Eljsa non avevano certamente fatto i salti di gioia quando il ragazzo aveva deciso di prendere parte a quella missione, ma nessuno di loro si era opposto, o meglio, Eljsa si era opposta ferocemente, non ne aveva voluto sapere di cedere, nemmeno quando Edoardo le aveva illustrato il suo piano, perfetto in ogni particolare.
La donna era stata convinta a cedere da Jobal, la quale aveva compreso che Edoardo non avrebbe fatto un passo indietro finché fosse stato convinto che quella fosse la strada giusta.
-Hai tutti i motivi di fidarti di noi - Non vi era incertezza negli occhi di Sebastian.
-Lo so, lo avevo capito già da tempo, ma ora è meglio che andiamo in mensa, prima che la nostra assenza venga notata.
-Pensi di andare a mangiare in un momento come questo?
-Regola numero uno dell'infiltrato, mai far destare sospetti. Credimi, Violet, si sentono tantissime cose mentre si è in mensa e poi non possiamo attirare troppo l'attenzione, certi miei atteggiamenti lo hanno fatto e per questo devo muovermi ancora con più discrezione- dichiarò Edoardo nascondendo di nuovo il blaster di Padmé nella fondina.
-Ora andiamo, e, Sebastian, io porterei con me la spada laser, durante la missione con Tarkin.
Lo Jedi lo guardò come se Edoardo avesse appena detto una bestemmia.
-Sei matto! Se mi scoprono sono morto!
-Preferisci lasciarla qui? Ci sono più alte probabilità che la trovino se la lasci qui mentre non ci sei che se la porti con te.
Sebastian rimase spiazzato.
-E poi, uno Jedi sarebbe utile all'Alleanza.
-Mi stai offrendo di entrare nella Ribellione?
-Sto offrendo ad entrambi un modo per combattere contro questo regime che non merita tutto quello che ha, poiché ha fatto cose indicibili sulla pelle di innocenti.
Violet annuì, ma non disse una parola, si limitò a guardare Sebastian.
-Siamo con te, senatore Naberrie.
-Solo Edoardo, per voi, ma ora andiamo.
Sebastian nascose di nuovo la spada e, insieme ai compagni uscì dalla stanza.
Edoardo si sentiva meglio dopo aver rivelato la verità ai suoi amici, ma temeva di averli messi in pericolo agendo in quel modo.
Comunque non aveva scelta, ormai quello che era fatto era fatto e non c'era modo di cambiarlo.
La mensa era un ampia stanza con lunghi tavoli bianchi infondo alla quale vi era un banco dove vi erano i vassoi con il rancio.
-Kenneth, ho visto il test con il protettore Gleb, complimenti - Igreitj Angeles, figlia di uno degli ammiragli imperiali più importanti gli si affiancò accennando un sorriso di soddisfazione.
Igreitj era di qualche anno più grande di Edoardo, capelli castani occhi bruni, pelle leggermente abbronzata, postura rigida tipica dei soldati.
Era in forze nei reparti speciali ed era raro che fosse lì, doveva esserci qualche pezzo grosso dell'impero in giro e la cosa non gli piaceva per niente.
Il ragazzo non poteva dire di conoscere bene Igreitj , la conosceva solo di vista sicuramente non si aspettava dei complimenti da lei.
-Grazie, Angels.
-Sarai un grande uomo dei reparti speciali, ne sono certa e forse, un giorno, può essere che lavoreremo insieme.
-Sarebbe un onore, Igreitj- come sempre Edoardo decise di usare il suo lato diplomatico per evitare scivoloni indesiderati.
-A mio padre piacerebbe parlarti, prima che tu parta per la missione al fianco del Gran Moff Tarkin, dovrebbe arrivare a giorni qui, tieniti libero - detto questo, con un tono quasi di comando, Igreitj si allontanò con passo veloce.
-Cosa voleva Angeles? - domandò Sebastian arrivando al suo fianco in quel momento.
-Nulla mi ha detto che suo padre vorrebbe vedermi prima della missione con Tarkin.
Edoardo non sapeva se la sua voce avesse tradito una qualche minima incertezza.
Non gli piaceva avere troppa attenzione addosso, lo faceva sentire un animale braccato.
Benedict Kenneth non era il tipo da provare paura, visto due si era costruito la reputazione di essere privo di emozioni, ma Edoardo Naberrie la paura la provava eccome.
-Sei preoccupato?
-Sí, Seb, lo sono e molto.
Presero i vassoi con il pranzo e si sedettero ad un tavolo.
Edoardo non riusciva a non pensare alle parole di Igreitj.
Perché l'ammiraglio Angeles voleva vederlo?
Sperava davvero di non essere stato scoperto o la sua missione sarebbe finita immediatamente.
Fece appello a tutto il suo addestramento per riuscire a mantenere la calma, non doveva saltare a conclusioni affrettate, sicuramente non era niente di male.
-Un giorno mi dirai qual è il tuo segreto nel maneggiare così bene le armi - Sebastian ruppe il filo dei suoi pensieri con la sua voce allegra.
-Se te lo dicessi non sarebbe più un segreto, no?
Spiazzato l'ex Jedi fu costretto a tacere mentre Edoardo e Violet scoppiavano a ridere alla faccia sbalordita di Sebastian.
-Comunque tranquillo te lo dirò, un giorno.
Angolo Autrice : Nuovo capitolo, nuovo titolo della storia 🤩 🤩 questo mi piace di più, lo ammetto.
Bene, abbiamo incontrato Iden Versio e il nostro Edoardo inizia a sentirsi un animale braccato, ma chi non lo sarebbe nella sua situazione? 😉 😉 😉 Ho ringiovanito Edoardo, anziché diciannove anni, ne ha sedici :) vi aspetto al prossimo 😊
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