Edoardo - Nubi Tempestose - Prologo
Accademia imperiale di Vardos
Le ombre avevano inghiottito quasi completamente Vardos, nei corridoi dell'accademia non si sentiva alcun rumore, come se non vi fosse anima viva.
Tutti gli studenti erano chiusi nelle loro camerate, il coprifuoco era sacro e nessuno avrebbe osato romperlo.
Edoardo Naberrie, o meglio Benedict Kenneth, era seduto sul suo letto nella stanza che gli era stata assegnata quando era arrivato in qualità di studente.
All'inizio era stato difficile sopportare alcuni commenti maligni in sua direzione perché era diventato noto il fatto che il suo pianeta natale fosse Naboo, lo stesso dell'imperatore e di Padmé Amidala.
La sua decisione di entrare in Accademia come spia non era piaciuta per niente alla sua famiglia, ma Edoardo era stato irremovibile.
Grazie alle sue abilità con il blaster e con altre armi da fuoco era diventato in poco tempo il pupillo del protettore Gleb, la direttrice della scuola, un'aliena dalla pelle scura e gli occhi piccoli, che sognava di vedere il suo protetto come Gran Moff di qualche pianeta importante, magari di Naboo, dove il giovane era nato, che ora si trovava sotto la giurisdizione del Gran Moff Panaka.
Edoardo alzò lo sguardo verso la piccola finestra che dava sul cortile.
Gli edifici scuri del complesso dell'accademia erano sferzati dal vento e dalla pioggia di una tempesta primaverile, le cui grosse gocce d'acqua colpivano con violenza il vetro come se volessero romperlo ed invadere la stanza del giovane.
Edoardo pensò che quel temporale poteva essere un chiaro riferimento al suo animo, che viveva nel tormento di essere un giorno scoperto e ucciso.
Odiava l'impero, odiava Palpatine, odiava quello che la galassia era diventata.
Eppure, era consapevole che qualcuno si stava muovendo nell'ombra nel tentativo di deporre l'imperatore.
Tuttavia la missione di Edoardo era duplice.
Non era solo una spia.
Era anche una specie di guardiano.
Con la mente andò indietro nel tempo, a qualche anno prima.
Aveva quindici anni e la Repubblica era appena morta a favore della nascita dell'impero.
Anche Anakin era perso per sempre.
Flashback
-Giramelo, Edoardo, ti prego - la, voce di sua cugina era poco più che un sussurro, dovuto alla fatica del parto, o forse perché la morte la stava lambendo lentamente.
Edoardo afferrò d'istinto la mano di Padmé che la strinse debolmente portandola al petto, all'altezza del suo affaticato cuore.
-Giurami che veglierai sui miei figli e anche su Anakin, ti prego Dedo, lui non è perso per sempre io lo so - affermò ancora Padmé guardando supplice suo cugino, quel ragazzo così giovane, eppure già così determinato.
-Te lo giuro Padmé, su tutto ciò che mi è più caro, nessuno torcerà un capello ai gemelli, né ad Anakin - giurò il ragazzo con tutta la forza che aveva in corpo.
Sapeva di aver fatto una promessa impegnativa, proteggerli tutti e tre sarebbe stato molto difficile, ma Edoardo non si sarebbe arreso.
-In lui c'è del buono, so che c'è - la voce di Padmé era quasi un sussurro e la stretta alla mano di Edoardo si sciolse e il ragazzo urlò tutto il suo dolore.
Il ragazzo si prese la testa tra le mani, soffocando i singhiozzi.
Padmé gli mancava. Era stato il suo apprendista senatore, durante i suoi mesi di tirocinio al senato, prima che tutto finisse.
Avrebbe potuto continuare con l'apprendistato legislativo giovanile, ma non ne aveva intenzione.
Il giuramento che aveva fatto a sua cugina lo vincolava.
Quegli ultimi anni erano trascorsi facendo la spola tra Tatooine, Alderaan e Mustafar per tenere d'occhio Luke, Leia e Vader.
Il difficile del suo lavoro era il dover misurare ogni passo e ogni parola, perché tutti si giocava al millesimo, in una partita senza esclusione di colpi.
Prese il comminlink che gli aveva dato suo zio, Ruwee Naberrie, che aveva la particolarità di non essere rintracciabile e compose il numero del senatore Organa.
-Edoardo, tutto bene? - fu la prima cosa che chiese l'uomo appena la sua immagine olografica comparve di fronte al giovane.
-Non si preoccupi senatore Organa, sto benissimo.
-Quante volte devo dirtelo che devi chiamarmi Bail?
Il ragazzo arrossí a quel velato rimprovero.
Non era mai riuscito a usare nomi confidenziali con quello che era il migliore amico di sua cugina.
Lo aveva conosciuto per puro caso durante una delle molte riunioni segrete dell'Alleanza.
Bail era diventato una specie di secondo padre, dopo che Edoardo aveva perso il suo durante un attentato.
-Scusa, Bail, non sono mai stato abituato a dare confidenza.
Bail sorrise fissando quel ragazzino dai corti capelli castani, occhi grigi e un inizio di barba scura che lo faceva sembrare leggermente più grande della sua giovanissima età.
-Non preoccuparti.
Edoardo non sapeva se fargli la domanda che più di tutte gli premeva, ma alla fine decise che era inutile tacere.
-Come sta Leia?
Bail corrigò la fronte cercando di formulare una risposta soddisfacente.
-Sta bene, non preoccuparti. Cresce sana e forte.
Edoardo sospirò.
-Grazie, Bail, sono felice che mia cugina sia serena.
Bail accennò un sorriso.
-La tua missione più complicata è la seconda. Essa sarà sempre sulla lama di un coltello.
-Lo so, ma ho fatto un giuramento a Padmé e non mi tirerò indietro, dovessi morire provando. - dichiarò il ragazzo con tono solenne.
-Edoardo ammiro incedibimelte il tuo coraggio. Pochi riuscirebbero a fare ciò che stai facendo tu.
-Non lo so, Bail, ci sono tanti uomini molto più coraggiosi di me.
-Stare vicino a lord Vader senza essere visto e senza essere riconosciuto da lui è un atto di vero coraggio.
-Anakin è ancora lì, da qualche parte, Bail, io lo so, lo sento - dichiarò il giovane.
A quelle parole il senatore di Alderaan non parlò più.
Forse soltanto Edoardo credeva ancora possibile che Anakin fosse ancora vivo sotto l'armatura di Vader.
Eppure, il ragazzo pareva sapere qualcosa che gli altri ignoravano.
-Ti lascio andare, Edo, avrai bisogno di dormire. Che la Forza sia con te.
-Che la Forza sia con te, Bail, dai un bacio a Leia da parte mia - sorrise Edoardo.
-Sarà fatto - detto questo l'ologramma di Organa scomparve lasciando di nuovo il nubiano solo.
Appena ebbe staccato Edoardo guardò fuori dalla finestra, la tempesta che si era scatenata.
Vardos era una delle accademie imperiali più importanti nel panorama galattico, formava soldati abili e fedeli.
Lui era soltanto uno dei tanti allievi, anche se molti professori lo vedevano di buon occhio perché era uno dei cecchini migliori che avessero mai avuto.
Per Edoardo era un motivo di vanto, anche perché aveva preso lezioni dalle ancelle di sua cugina per quanto riguardava il combattimento corpo a corpo, con armi bianche.
Tante cose erano cambiate nella sua famiglia.
Troppe cose.
La morte di Padmé aveva segnato parecchio tutti loro.
Edoardo scosse la testa cercando di concentrarsi sul presente.
Gli esami si avvicinavano ed il ragazzo era abbastanza nervoso.
Non perché fosse impreparato, ma perché aveva capito benissimo che i suoi compagni avrebbero cercato in ogni modo di sabotarlo, perché questa era la dura legge dell'impero.
O vinci o soccombi.
Angolo della padawan : Lo so è la terza volta che questa storia scompare e ricompare da Wattpad, ma forse questa volta è quella buona.
La dedico a @pingoo00 e @Lyls88
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