Edoardo - Fiato spezzato- Capitolo 41
Raffineria imperiale, Kashyyyk, Orlo Esterno.
La corsa verso la Mantis fu molto complessa.
I soldati imperiali saltavano fuori come funghi e non era molto facile evitarli, visto che sembravano aumentati di numero rispetto a quando i ragazzi gli erano sfuggiti la prima volta.
-Temo che abbiano chiamato rinforzi - dichiarò con fatica Edoardo.
La stanchezza era tanta, troppa, gli riusciva molto difficile restare lucido, tanto che dubitava di riuscire ad arrivare alla Mantis senza stramazzare al suolo.
Faceva una fatica immensa per riuscire a tenere il passo, se doveva essere oggettivo faticava addirittura a mettere un piede davanti all'altro, figuriamoci correre come era necessario fare in quei momenti così concitati.
Quando tornarono in vista della raffineria, Edoardo aveva il fiato corto e le mani gli tremavano talmente tanto che faticava a tenere in mano il blaster.
-Stai bene? - fu la domanda di Cal mentre l'imponente profilo della raffineria si stagliata contro il cielo terso di Kashyyyk.
Edoardo annuì con aria convinta, ma in realtà, sentiva che non avrebbe retto ancora per molto.
-Quanto dista la nave da qui? - domandò Naberrie reprimendo un colpo di tosse.
-Abbiamo ancora un po' di strada da fare - fu la risposta di Cal, il quale però si rendeva conto che Edoardo sembrava molto provato da quella lunga corsa.
Edoardo si portò una mano al petto, non poteva arrendersi.
DOVEVA andare avanti, se avesse ceduto in quel momento avrebbe dimostrato di non essere all'altezza del voto che aveva prestato a Padmé e sarebbe stato un disastro, almeno dal suo punto di vista.
Eppure, il suo corpo lo stava tradendo, la febbre si sarebbe alzata un'altra volta e lui era certo che non non poteva permettersi di stare male mentre cercavano di tornare alla Mantis.
Si sarebbe potuto riposare solo quando sarebbero stati al sicuro, sulla nave, lontano dai nemici, non prima.
-Non vi è un altro modo più veloce per raggiungere la Mantis? - volle sapere Sebastian, notando la stanchezza sul volto di Edoardo.
-No, dovremmo aggirare la foresta a sud, ma ci metteremmo troppo tempo, purtroppo la via più breve è questa - Cal aveva l'aria concentrata e preoccupata al tempo stesso.
Edoardo non se la sentiva di escludere che lo Jedi avesse già capito tutto.
-Edo rimani dietro di noi - affermò Violet poggiando la mano sulla spalla dell'ex senatore.
-Non posso permettere che voi rischiate la vita per proteggere la mia - affermò il ragazzo stringendo l'impugnatura del blaster di Padmé.
-Violet ha ragione, Edo, sei esausto, ti è salita la febbre, vero? -
Edoardo annuì in direzione di Sebastian, sapeva che era inutile mentire ad uno Jedi.
-Penso io a lui, tu e Violet andate avanti - si offrí Cal mentre BD cinguettava qualcosa come per dare ragione al suo amico.
-Non c'è ne bisogno - affermò il ragazzo cercando di nascondere le sue emozioni.
-Non dire sciocchezze! - sbuffò il rosso.
La raffineria allungava la sua lunga ombra sul territorio circostante ricordando a tutti la presenza asfissiante dell'impero.
Edoardo sentiva brividi lungo tutto il corpo, gli sembrava di essere immerso nel ghiaccio, si sentiva debole come non gli era mai capitato e non poteva certo iniettarsi in quel momento così critico il siero di hadeira, per far regredire la malattia!
No, avrebbe dovuto resistere.
Grazie ad una granata, che Violet aveva attaccata alla cintura, non fu difficile superare le porte blindate dell'ingresso, ma una volta all'interno, cominciò la vera battaglia.
I soldati erano in tanti, ed Edoardo arrivò a pensare che forse Vader poteva averci messo lo zampino, anche se gli sembrava strano.
Suo cugino era un maniaco del controllo, ma non avrebbe mai provato ad ucciderlo, non direttamente almeno.
I primi metri furono abbastanza pacifici, non sembravano esserci soldati nelle vicinanze, ma, appena superarono una delle porte che conduceva al corpo centrale della raffineria iniziarono a essere bersagliati da colpi di blaster.
-Maledizione gli Stormtroopers! - sbuffò Cal trascinando Edoardo dietro ad un computer.
-Coraggio! Non possiamo fermarci - dichiarò Violet brandendo il blaster.
Cal attivò la spada laser mentre Edoardo alzava il blaster di Padmé, pronto a sparare.
Nonostante la vista che gli si annebbiava, nonostante la febbre e la tosse di cui era preda, Edoardo riuscì comunque a fare la sua parte.
Il blaster di Padmé era a corto raggio, quindi non sarebbe mai riuscito a colpire gli avversari più distanti, ma sfoltire le prime linee era necessario per poter proseguire.
I ragazzi avrebbero dovuto faticare parecchio per passare, ma erano disposti a tutto pur di uscire da lì.
Edoardo sentiva il sangue fischiare nelle orecchie, sentiva la testa pesante e le gambe erano malferme e gli tremavano.
Con grande abilità i ragazzi riuscirono a superare la prima parte, ma sapevano che era solo l'inizio.
Quando superarono la seconda porta un colpo di tosse piegò in due Edoardo.
Troppo esausto per poter continuare il ragazzo si lasciò cadere sulle ginocchia in preda alle vertigini.
-Edo! - Cal fu di nuovo al suo fianco e lo sorresse.
-Sto bene - gemette Edoardo.
-Non è vero, stai sempre peggio - rispose Violet avvicinandosi e poggiando una mano sulla fronte dell'amico.
-Ti è salita la febbre, di nuovo - sbuffò ancora la ragazza.
Edoardo scosse la testa, non lo avrebbe mai ammesso ma stava veramente male.
Le guance gli scottavano per la febbre, ogni volta che alzava la testa il mondo cominciava a girargli la testa, inoltre i colpi di tosse, secchi e profondi, sembravano volergli squarciare il petto.
Non c'è la farò mai. Ma devo. Fu il pensiero del giovane.
Cal lo aiutò a tirarsi in piedi, ma era evidente che le gambe del giovane non lo avrebbero retto a lungo.
Edoardo incespicò e cadde a terra. Ricominciò a tossire senza riuscire a smettere.
Perse la presa sul braccio di Cal trovandosi semi sdraiato per terra in preda alla tosse.
-Dedo! -
Ma il ragazzo non poteva rispondere, in preda com'era alla tosse.
Le lacrime gli bruciavano negli occhi, i polmoni urlavano per la fatica di buttare fuori aria, sembrava che il suo corpo si stesse sbriciolando.
Quando l'attacco cessò ad Edoardo sembrò di essere stato strizzato.
-Dedo- lo chiamò Cal mentre Naberrie afferrava il polso dello Jedi cercando di tirarsi in piedi.
-Dobbiamo continuare - riuscì solo a dire Edoardo, ma era debole e si reggeva in piedi a malapena.
-No, non puoi proseguire, sei troppo debole, ti reggi in piedi a fatica - dichiarò saggiamente Sebastian.
Edoardo aprí la bocca per ribattere, ma alla fine fu costretto a richiuderla, senza sapere veramente cosa dire.
-Infatti, ti porto io - affermò Cal caricandosi Naberrie sulle spalle, mentre BD si spostava sulla spalla di Edoardo, forse per non lasciare lo Jedi.
-Cal!
-Niente proteste! - lo ammoní lo Jedi.
-Con me in spalla non avrai libertà di movimento, come farai ad usare la spada laser? - domandò Naberrie.
-Per usare la spada laser mi servono le mani, non la schiena e poi tu potrai coprirmi sparando - sorrise il rosso.
Edoardo annuì tenendo pronto il blaster.
-Coraggio, ragazzi. -
Angolo Autrice : Il corpo di Edoardo si sta ribellando al continuo correre, voi cosa ne pensate della testardaggine di Naberrie? 😉 😉 😉 Spero che il capitolo vi piaccia :) alla prossima e che la Forza sia con noi :)
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