Cal - Ad un passo dal baratro - Capitolo 44
Raffineria imperiale, Kashyyyk, Orlo Esterno
Cal evitò un colpo del soldato epuratore, dividendo l'elsa della sua spada laser a doppia lama per ottenere due spade.
Non che questo avrebbe potuto aiutarlo, ma almeno aveva disorientato il suo avversario permettendo a Cal di allontanarsi.
-Cosa c'è, Jedi? Non dirmi che sei stanco- ridacchiò il soldato epuratore facendo roteare la staffa come se fosse la cosa più leggera che ci fosse in natura.
Cal digrignò i denti, cercando di non pensare alla fatica che ormai gravava sulle sue gambe.
Non sapeva quanto tempo era passato da quando aveva ingaggiato il duello con il soldato, sapeva solo che la sua vita dipendeva dalle spade che teneva in mano, ma sapeva anche di stare esaurendo le forze.
-Non sono affari tuoi - fu la repentina risposta del ragazzo mentre correva di nuovo verso il suo avversario.
Non aveva molte speranze, ma poteva solo fare del suo meglio per proteggere Edoardo e Sebastian.
Lui e il Jedi biondo si erano divisi e si erano infilati in due corridoi paralleli per evitare di mettere in pericolo Edoardo ancora incosciente, ma ora Cal si pentiva di quella decisione, anche perché divisi erano solo più deboli.
Le lame si scontrarono contro la staffa e il soldato non fece molta fatica ad allontanare Cal, il quale si ritrovò a ringhiare per la frustrazione.
-Stai soltanto rallentando la tua fine, Jedi, tanto lo sai che non sopravviverai a questo scontro, né tu né il tuo amico, mentre per quanto riguarda il principino, beh per lui la fine sarà molto più veloce - rise il soldato e, ancora una volta Cal si chiese come mai tutti i soldati, e anche Nona Sorella, si riferivano ad Edoardo con quel titolo.
Stando a quello che gli aveva raccontato Sebastian, Edoardo era stato un senatore parallelamente a quando lui era un padawan sotto Jaro Tapal, ma questo non aiutava a capire il perché di quel titolo.
Ma ora il Jedi dai capelli rossi non aveva tempo per pensare, doveva agire.
Per mezzo secondo gli tornarono in mente gli allenamenti con il suo maestro, ma le immagini che gli presentavano davanti agli occhi erano confuse, mentre i suoi pensieri si concentravano su Jaro, scambiava colpi sempre più violenti con il soldato epuratore.
Forse il soldato aveva ragione, stava solo rallentando la sua fine, ma anche se stava facendo ciò, avrebbe combattuto fino all'ultimo respiro.
Lui era un Jedi, un Guardiano della Pace, o almeno era quello che sarebbe diventato se non fosse successo il finimondo.
Un colpo del suo avversario lo sbilanciò all'indietro, e Cal temette di perdere la presa su una delle sue spade.
-BD, vai da Edoardo e assicurati che stia bene - ordinò Cal al suo amico droide che era sempre rimasto sulla sua spalla e non sembrava per niente contento di lasciarlo e si mise a protestare.
-Lo so, lo so amico mio, ma è necessario. Edoardo è solo ed ha bisogno di aiuto - affermò lo Jedi, forse riuscendo a convincere il suo droide.
BD si sollevò dalla spalla di Cal per poi allontanarsi in volo, grazie a delle piccole eliche che aveva in dotazione.
Avrebbe dovuto fare a meno del suo droide, il quale era stato molto utile fino a quel momento, ma la preoccupazione per Edoardo superava quella per sé stesso.
Una delle spade di Cal si scontrò di nuovo contro la staffa producendo scintille azzurre, il ragazzo riuscì a scaricare la potenza del colpo ricevuto sull'arma del suo avversario, facendolo sbilanciare all'indietro, sbilanciamento del quale il giovane approfittò per dargli una spinta, facendolo cadere.
Cadendo, il soldato perse la presa sulla staffa che scivolò a pochi metri da lui.
Intuendo cosa avrebbe fatto dopo, Cal calciò lontano la staffa, in modo che il suo avversario non potesse recuperarla.
-É finita - dichiarò Cal fissando il suo avversario, il quale giaceva a terra, in quel momento però la Forza urlò nella testa del giovane, come ad avvertirlo di un pericolo imminente.
Due colpi di blaster lo colpirono alle gambe, costringendolo a terra dolorante.
Perse la presa sulle spade, rotolò sul fianco cercando di capire chi avesse sparato.
Ma non fece in tempo a capirlo che un rantolo attirò la sua attenzione, il soldato epuratore giaceva a terra, colpito dallo stesso cecchino.
Tutti sono sacrificabili per l'impero.
Le parole di Prauf gli risuonarono nella mente, più vive che mai.
Quanto aveva ragione il suo amico e quanto gli mancava.
Aveva giurato di vendicarsi, anche se sapeva benissimo che la vendetta non era un sentimento da Jedi, ma ormai Cal faticava a ricordare cosa poteva e non poteva fare un Cavaliere.
Era passato troppo tempo da quando aveva deciso di intraprendere quella strada, da quando era sopravvissuto all'ordine sessantasei, da quando si era reso conto quanto difficile fosse sopravvivere in una galassia che ora vedeva i Jedi come dei traditori.
E ora, dopo cinque lunghi anni passati a nascondersi su Bracca durante i quali aveva cercato di trovare la sua strada, la sua vita stava per finire nel modo peggiore.
Si voltò notando l'armatura lucida e nera del soldato, rendendosi conto che non era uno Stormtrooper normale, doveva far parte di qualche reparto speciale.
In mano reggeva un blaster a lungo raggio, e Cal non faticava a comprendere che il prossimo bersaglio sarebbe stato lui.
Allungò una mano cercando di attirare a sé almeno una delle sue spade, almeno sarebbe riuscito a difendersi, ma era inutile non aveva energie sufficienti, in più le ferite gli pulsavano per il dolore e il sangue dai tagli impregnando i pantaloni.
Con fatica strisciò verso la spada mentre il soldato, forse un Death Trooper, sparava ancora e fu per pura fortuna che Cal riuscì ad evitarlo, ancora una volta, il giovane sentí il suo nemico caricare nuovamente il blaster.
Non voleva morire in quel momento, afferrò la spada e la attivò di nuovo, cercando di tenerla in mano, ma con scarsi risultati, non aveva più la forza di stringere l'elsa.
-Per te è finita, Jedi - furono le parole del Death Trooper.
NON. VOGLIO. MORIRE.
Fu quello il pensiero di Cal mentre cercava ancora di stringere l'elsa, ma senza riuscirci.
Era troppo stanco.
Il soldato si preparò a sparare e Cal chiuse gli occhi, non voleva che le ultime immagini della sua vita fosse un soldato che gli sparava addosso.
Il colpo però non arrivò, il ragazzo sentí solo il suono di una spada laser che veniva disattivata.
-In piedi, Cal Kestis! - ordinò una voce cavernosa.
Il ragazzo aprí gli occhi, ma le immagini erano sfuocate, quello che vide era un uomo in armatura nera.
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