Parte 22


Il silenzio che avvolgeva i guerrieri e i confini rendeva impossibile credere che fino a pochi secondi prima in quel luogo si stesse consumando un'animata battaglia. L'aria era carica di tranquillità e pressione, due sentimenti contrastanti ma perfettamente in equilibrio. I corpi senza vita, e tutto ciò che poteva riportare alla lotta svanì nello stesso istante in cui Leo mise fine alla vita di Alexis. Il corpo del corvino giaceva ancora immobile su quella distesa d'erba e fiori, sotto lo sguardo scioccato e preoccupato di tutti i presenti. Ravi sfuggì facilmente alla presa, fino a poco prima, ferrea di Hongbin e Hakyeon, e cominciò a correre verso il suo ragazzo seguito dagli altri. Non si preoccupò di nulla se non di inginocchiarsi al suo fianco, lo prese fra le braccia e cominciò a ripetere il suo nome come fosse un mantra che potesse risvegliarlo. Dall'angolo della bocca un rivolo di sangue scivolava giù fino al mento, sul fianco una grande e profonda ferita era chiaramente visibile per via dei vestiti strappati e altro sangue colava dalla sua tempia. Ravi pulì il viso del ragazzo con la sua manica, non sopportava l'idea del viso candido dell'altro macchiato in quel modo. Continuò a chiamarlo dolcemente, mentre calde lacrime rigavano le sue guance, scuotendolo di tanto in tanto. Ma ogni suo sforzo risultava vano, il corvino non accennava a muoversi. Hakyeon si accasciò lentamente sul suo corpo portando due dita alla gola in cerca di battito, sentiva lo sguardo attento degli altri su di lui, e a lavoro concluso sentì un nodo stringergli forte la gola nel dover dare quella notizia.

<<M...mi dispiace>> sussurrò, con gli occhi lucidi.

A quelle parole un'unica emozione unì tutti i presenti. Tutti i mujeonghan presenti chinarono il capo in segno di rispetto per quel valoroso guerriero. Hyuk scoppiò in lacrime aggrappandosi a Hongbin mentre quest'ultimo, seppur nello stesso stato, provava inutilmente a calmarlo. Ken e Hakyeon piansero chiedendosi perché fosse toccato proprio a lui e perché anche nel mondo divino, che doveva essere regnato dalla pace, si era costretti a subire delle perdite. Ravi strinse a sé il ragazzo, versando lacrime interminabili. Era un semidio, aveva un determinato comportamento e contegno da seguire, ma in quel momento, circondato dai suoi guerrieri che avevano combattuto valorosamente proteggendosi l'un l'altro come una famiglia e con il suo ragazzo, senza vita, fra le braccia, si sentì solamente un ragazzo che aveva perso la sua unica ragione di vita. L'unica fonte di luce in quel modo così oscuro e opprimente. L'unico che sin dall'inizio lo aveva trattato come un suo pari e non come qualcuno da dover rispettare indipendentemente da tutto.

Rimasero lì in silenzio per diversi secondi, minuti, prima che grazie al suo potere teletrasportasse i mujeonghan, ad esclusione del gruppo di Hakyeon, nel mondo umano, per poi teletrasportare se stesso e gli altri nella propria casa. Non seppe bene perché decise di far restare gli altri, ma infondo sentiva di aver bisogno di qualcuno al suo fianco che avesse vissuto e avesse visto tutto ciò che era successo. Probabilmente i suoi genitori e il maestro avrebbero voluto sapere come fossero andate le cose, e lui sentiva di non avere le forze per parlare, perciò loro lo avrebbero fatto per lui.

Con il corpo del suo ragazzo fra le braccia e gli altri al seguito aprì le porte della grande sale, il suo sguardo, seppur vuoto, riuscì a riconoscere le figure di suo padre e il vecchio maestro vicino al trono. Questi si bloccarono sul posto a quella vista. Ravi avanzò fino ad arrivare di fronte a loro, si inginocchiò e distese il suo ragazzo sul grande tappeto ai loro piedi. Il dio spostò il suo sguardo dal figlio al corvino varie volte, e non si preoccupò di celare i suoi sentimenti, quello non era il momento per l'etichetta.

<<Cos'è successo?>> chiese con voce tremante.

Ravi si voltò a guardare Hakyeon, in una muta richiesta che questo capì all'istante.

<<Alexis ha provato a liberare il potere nello scettro, Leo lo ha fermato, ma l'incantesimo era ormai completo, così è stato colpito>> spiegò.

<<Si è sacrificato per salvare tutti noi>> continuò Hongbin a voce bassa, ma i presenti riuscirono comunque a sentirlo.

Il dio Hwuanung si chinò affiancando il figlio, posando una mano sulla sua spalla mentre con l'altra prese quella del corvino. Ravi si voltò a guardarlo per quel gesto, e per la prima volta poté vedere suo padre, sempre così forte e deciso, piangere per la prima volta. Sapeva quanto il padre tenesse al ragazzo, sin dalla prima volta in cui lo vide lo trattò come un figlio, ma non aveva mai immaginato di vederlo piangere, così quella poca resistenza rimastagli in corpo si infranse. Posò la testa sulla spalla del padre e si lasciò andare ai singhiozzi mentre entrambi stringevano quella mano ormai fredda.

Nella sala il silenzio era rotto solo dai sussulti e dalle lacrime dei presenti. Ognuno di loro, a modo proprio, era legato al ragazzo. Persino i guerrieri, che pur avendolo visto solo poche volte, avevano trovato in lui una fonte di consigli e un animo forte e puro. Era una guerra, e spesso si perdono delle vite in quelle battaglie, lo sapevano bene, eppure nessuno di loro riusciva ad accettare l'accaduto. Aveva salvato sia il mondo umano che quello divino, e nonostante fosse proprio quello il loro obbiettivo il risultato sembrava così sbagliato.

<<Dobbiamo dirlo a tua madre>> disse il dio, rompendo il silenzio, con voce tremante.

Si guardarono l'un l'altro, non sapendo come avrebbero potuto dire alla donna del ragazzo. La donna aveva sempre avuto un occhio di riguardo per Leo, in lui spesso rivedeva la vecchia amica persa anni prima, oltre che un figlio per lei era come un ricordo che gli riportava in mente gli anni passati nel mondo umano. Gli anni in cui l'orsa e la tigre, desiderando una vita diversa, si ritrovavano a parlare di come sarebbe stato vivere e passeggiare fra gli uomini senza che questi provassero terrore o gli dessero la caccia. Sul suo letto di morte aveva promesso che si sarebbe presa cura del ragazzo, che gli avrebbe donato una vita felice realizzando il suo desidero, la donna aveva vissuto sempre rispettando quelle promesse e ora avrebbero dovuto dirle che tutto ciò non sarebbe più stato possibile.

<<Se volete...>> provò a parlare il maestro, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, ma venne subito interrotto dal dio.

<<No, è un mio compito>> disse, per poi alzarsi e uscire dalla sala.

Ravi rimase immobile, con lo sguardo ancora rivolto al ragazzo che sembrava dormire beatamente. Fino a quanto il maestro non gli comunicò di non poter lasciare lì il ragazzo. Avrebbero dovuto lavare via il sangue e cambiargli l'abito, per poi adagiarlo in un posto dove chiunque avesse voluto avrebbe potuto darli l'ultimo saluto. Il ragazzo lo sapeva, aveva ragione, ma tutta la situazione sembrava impossibile ai suoi occhi e una parte di lui sperava che l'altro aprisse gli occhi da un momento all'altro, nonostante questo annuì.

<<Ci penserò io>> parlò finalmente.

<<Ma non è un vostro compito, e non potete farlo solo>>

<<Lo farò io, i ragazzi mi aiuteranno>> sentenziò, e dal tono usato il maestro capì che nessuna replica avrebbe potuto far cambiare idea al ragazzo.

Il corpo di Leo su subito spostato nelle stanze del semidio, dove quest'ultimo, con l'aiuto dei suoi guerrieri, fecero in modo che ogni centimetro del suo corpo e i suoi abiti fossero perfettamente in ordine. Il suo corpo esanime, adagiato sul letto, faceva contrasto con le coperte bianche che lo incorniciavano. I capelli corvini scendevano morbidi sul viso, sfiorando gli occhi chiusi. Hyuk non aveva smesso di piangere nemmeno per un momento, stretto fra le braccia di Hongbin, continuava a sperare fosse tutto un sogno o che almeno non ci fossero state più battagli in cui sarebbe stato costretto a perdere un compagno. Ravi si sentì egoista, aveva costretto i ragazzi a rimanergli affianco, ma sapeva che se non ci fossero stati loro. con i quali aveva condiviso quel momento, sarebbe potuto impazzire da un momento all'altro.

Passarono ore, e ognuno di loro rimase fermo al proprio posto. Ravi seduto sul bordo del letto mentre accarezzava il viso dell'amore della sua vita, ormai perso, e i ragazzi a pochi passi da lui. Il semidio chiese loro se avessero voluto tornare alle proprie case, ma questi risposero di voler rimanere lì. Se fossero tornati non avrebbero fatto altro che fissare un punto fisso davanti a loro rimuginando su cosa avrebbero potuto fare per impedire la morte del ragazzo, Hakyeon e Hongbin si sentivano in colpa, erano stati loro ad obbedire al comando del corvino di lasciarlo andare, sapevano che altrimenti sarebbe stato il semidio a trovarsi su quel letto, ma nonostante questo non riuscivano a perdonarsi, speravano anche che rimanendo lì sarebbero potuti essere d'aiuto in qualche modo.

La porta della camera da letto si aprì, rivelando i genitori di Ravi, la donna con il viso distrutto dal pianto si avvicinò al figlio e lo guardò, prima di riversare tutta la sua attenzione al corvino. Lo accarezzò, gli chiese perdono per non averlo protetto fino alla fine. Mentre veniva scossa dai singhiozzi la donna però si fermò di colpo, attirando l'attenzione preoccupata degli altri.

<<Forse...forse...c'è ancora una speranza>> sussurrò.


Chiedo  scusa se il capitolo possa fare un tantino schifo, ma questo è principalmente un capitolo di passaggio.

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