Parte 21



 Il dio Hwuanung, seduto sul grande trono, continuava a pensare e a ripensare a ciò che il maestro gli aveva riferito. Tenendo sott'occhio i due ragazzi che chiacchieravano amorevolmente con la moglie si domandò perché il lor mondo, che dovrebbe portare protezione e armonia, si trovasse il una guerra in cui in un modo o nell'altro gli unici che avrebbe perso sarebbero stati proprio loro due. Si domandò dove avessero sbagliato e se una possibilità a tutta quella situazione poteva essere trovata senza mettere in pericolo la vita di nessuno. Ci aveva pensato e ripensato, per interi giorni aveva fatto a meno delle ore di sonno con gli occhi fissi sul cielo, nella speranza di trovare qualsiasi cosa che avesse potuto mantenere la felicità dei due mondi, ma soprattutto quei due ragazzi che, nonostante l'apparenza da adulti, agli occhi dell'uomo rimanevano i suoi bambini. Aveva chiesto al maestro di non dire nulla ai ragazzi della sua visione, sapeva che se l'avessero saputo entrambi avrebbero fatto in modo di proteggere l'altro ad ogni costo, ma nonostante questo aveva deciso di dirlo comunque al corvino, pur essendo consapevole del legame fra i due e che il maggiore avrebbe gettato sua la sua vita pur di salvare quella dell'altro. Purtroppo, l'intensità dei suoi pensieri fu ripagata solo con il nulla, nessuna soluzione, niente che potesse aiutare i due ragazzi, e questo gli faceva rabbia. Continuava a mettere in dubbio la sua posizione di dio e di padre, poiché non era in grado di proteggere né il suo regno né il suoi figli.

<<Cosa ti turba caro?>> gli domandò la moglie, che vedendolo così assorto nei suoi pensieri gli si avvicinò nella speranza di alleggerire il suo cuore.

<<Sono preoccupato per loro. Leo è forte, ma ho paura che essendo a conoscenza di quella visione metta da parte tutto distraendosi dalla battaglia per proteggere Ravi>> disse, confidandosi con l'unica donna con il quale potesse parlare come un uomo, e non come una divinità, l'unica che fra tutti non temeva di esporgli il suo parere.

<<Sono entrambi due ragazzi forti, sono sicura che si proteggeranno a vicenda. Ravi non permetterebbe mai che Leo venga ferito al suo posto, e viceversa. Per quanto l'idea che i miei bambini vadano in battaglia non mi allieta voglio continuare a pensare che torneranno sani e salvi da noi, insieme>> provò a rassicurarlo, nonostante lei stessa temesse per i due.

<<Vorrei tanto che tu avessi ragione>> sorrise leggermente.

<<Ma io ho ragione>> scherzò la donna, cercando di alleggerire l'aria intorno a loro.

<<Vero>> rise l'uomo, prima di posare un dolce bacio sulle sue labbra.

<<Potreste farle in privato queste cose? È imbarazzante>> scherzò Ravi, urlando il giusto per farsi sentire.

<<Un po' di rispetto ragazzino. E poi non credo che tu possa permetterti di giudicarmi>> rispose il padre, mantenendo un tono giocoso.

A quel commento, il corvino imbarazzato ritrasse la mano che il minore teneva fra le sue, le sue gote si colorarono di rosso tenue, facendo in modo che tutti i presenti sorridessero a quella reazione. Ma quei sorrisi sparirono nell'esatto momento in cui le grandi porte del salone vennero spalancate e Hyuk, ansimante per la corsa si catapultasse all'interno.

<<ABBIAMO UN PROBLEMA>> urlò.

<<Ecco che ci risiamo>> sospirò Leo, alzando gli occhi al cielo.

<<Cosa succede?>> chiese il dio preoccupato.

<<I...I....Il nemico...>> farfugliò, cercando di indicare un punto al di fuori delle porte <<Il nemico...è...>>

<<È cosa?>> lo incalzò il corvino, sentendo l'agitazione scorrergli nelle vene.

<<È AI CONFINI>> urlò.

Il silenzio calò nel salone per pochi secondi, che sembrarono però infiniti ai presenti, ma questo fu poi spezzato dal dio.

<<Ravi!>> disse solamente, con un tono fra il deciso e il preoccupato.

<<Si>> rispose solamente, prima di correre all'esterno con i due ragazzi al seguito.

<<Fate attenzione>> sussurrò la donna, stringendosi fra le braccia del marito, lasciando che le sue parole vengano accolte come una preghiera lasciata al vento.

***

<<Com'è successo?>> urlò Leo nella corsa.

<<Non lo so, stavo facendo un giro di perlustrazione dei confini quando ho visto il nemico dirigersi verso di essi>> raccontò Hyuk.

<<Come hanno fatto ad arrivare fino a qui?>> domandò Ravi.

<<Non ne ho idea, ma dobbiamo fare qualcosa, devi richiamare i Mujeonghan>> urlò il corvino. Il minore si voltò per guardarlo, non rallentando la corsa, lo sapeva, aveva ragione, ma aveva una brutta sensazione.

Arrivati ai confini poterono vedere l'esercito nemico schierato dinnanzi a loro, non potevano definirne il numero, ma erano decisamente troppi per i suoi gusti. Chiuse gli occhi e porto due dita davanti al viso, lasciando che il suo potere si espandesse all'interno del suo corpo, per poi fuoriuscire sotto forma di soffi di vento che lo circondarono. In pochi secondi, tutti i Mujeonghan si ritrovarono riuniti al loro cospetto, confusi e sopresi per quel richiamo così inaspettato, nessuno di loro credeva che avrebbero potuto rivedere il ragazzo.

<<Che cosa succede?>> chiese Hongbin, avvicinandosi a Hyuk, seguito da N e Ken.

<<Il nemico è qui>> si limitò a rispondere il ragazzo, indicando davanti a loro. I ragazzi si voltarono per vedere l'esercito di fronte a loro. Fino a quel momento avevano sempre combattuto sulla terra, perciò non riuscirono a capire subito per quale motivo ora avessero deciso di cambiare campo di battaglia, né perché questi fossero fermi. Hongbin poté vedere un lampo di paura passare negli occhi del minore, si guardò intorno per vedere che anche i suoi amici fossero nervosi, non poteva certo biasimarli, certo avevano sempre combattuto, ma la schiera che ora gli si parava d'avanti sembrava molto più forte e soprattutto più numerosa di quelli affrontati fino a quel momento. Lasciò scivolare la sua mano fino ad intrecciarla con quella del minore, che lo guardò preoccupato, per poi sorridere e stringere la presa quando gli sussurrò un "Andrà tutto bene", aveva paura, ma ce l'avrebbero fatta insieme.

<<È da un po' che non ci si vede, cugino>> la voce riecheggiò potente in quel campo il cui unico rumore fosse il soffiare del vento e lo sfrusciare delle foglie degli alberi. La figura di Alexis si fece nitida dopo che questo comparse attraverso un'oscura nuvola di fumo nel quale scintillavano dei fulmini purpurei. Avvolto da una tunica nera, avanzò di qualche passo rispetto alla sua armata, stringendo deciso e trionfante lo scettro rubato nella sua mano. I capelli, un tempo dorati come il sole ora neri come l'oscurità si muovevano leggeri ricadendogli sulla fronte, gli occhi azzurri avevano lasciato posto a due sfere nere nei quali non vi era distinzione fra iride e pupilla, creando un forte contrasto con il bianco splendente della sclera.

<<Avrei preferito continuassimo così>> rispose il ragazzo. Quello non era il dolce e premuroso ragazzo conosciuto un tempo, quel potere lo aveva cambiato, aveva venduto la sua anima per impossessarsi di quel potere così forte, e per cosa non riusciva ancora a capirlo.

<<Oh andiamo, è così che si tratta qualcuno di famiglia?>> domandò ironico.

<<Tu non fai parte della mia famiglia, tu non sei Alexis>> rispose serio.

<<Lo sono, sono la vera personalità di quel ragazzo che segretamente desiderava tutto, ma che non poteva farsi avanti perché privo di potere. Se solo avessi avuto dei poteri miei avrei preso il comando del mondo divino molto prima, ma ho dovuto portare pazienza affinché il potere contenuto in questo scettro mi accettasse come suo padrone>> spiegò.

<<Te lo avrei impedito allora, come farò adesso>> urlò Ravi, furioso dalla rabbia.

<<Provaci se ci riesci>> urlò di rimando l'altro ragazzo.

<<Non morite, è un ordine>> parlò ancora Ravi, facendo in modo che i suoi uomini lo sentissero, e questi lanciarono un urlo ricco di forza in risposta.

<<Ragazzi>> bisbigliò Leo, avvicinandosi a Hongbin, Hyung, N e Ken, facendo attenzione a non farsi sentire dal minore <<Se durante la battaglia dovesse succedermi qualcosa, proteggetelo a qualunque costo>> ordinò, tornando al suo posto solo dopo che questi ebbero annuito in risposta.

La guerra tanto temuta cominciò, i due eserciti cominciarono a corrersi incontro sfoderando le proprie armi, incitando e proteggendosi a vicenda. Il gruppo di N si fece largo nell'esercito nemico rimanendo uniti, abbattendo quei fantocci che gli si avventassero uno dopo l'altro senza dargli tregua. Tutti i Mujeonghan cominciarono a combattere valorosamente, e Ravi non poté che sentirsi orgoglioso di quegli uomini che nonostante avessero sofferto nella loro vita precedente, mostrassero tutta quella voglia di vivere e salvare il mondo che ancora chiamavano casa. Spalleggiato dal corvino, Ravi, si scontrò con Alexis, i due susseguivano attacchi senza dar tempo all'altro di attaccare, muovendosi così velocemente da costringerlo a rimanere sulla difensiva. Rimanendo concentrato sulla battaglia, Leo, spostava di tanto in tanto lo sguardo per tener sotto controllo tutto ciò che li circondasse, quelle urla, il sangue, il buio calato su di loro, tutto ciò che il maestro gli aveva fatto vedere gli si presentava ora davanti in tutta la sua cruda realtà. Ogni suo movimento, ogni suo respiro, ogni scontro era un passo avanti per la salvezza del minore.

Nessuno di loro era ormai più in grado di poter dire da quanto stessero combattendo i Mujeonghan, visibilmente stanchi e feriti, continuavano a combattere abbattendo nemico dopo nemico, nessuno di loro avrebbe rinunciato, sapevano che vinta quella battaglia la loro vita sarebbe proseguita con più tranquillità, rimanendo comunque a far parte di quel grosso esercito. Il pensiero dei loro cari, sulla terra, dava loro la forza per continuare a combattere, lo facevano per loro, per la loro salvezza, per tutti quelli lasciati indietro a cui potevano promettere un mondo pulito e sicuro.

I nemici erano ormai in inferiorità numerica, i soldati si ritrovarono quindi i posizione di vantaggio, e nonostante la forza dei primi fosse aumentata, i Mujeonghan erano ancora i più forti. Spinti da questa sicurezza si lanciarono con ancora più forza nella battaglia, decisi a metterle fine una volta per tutte.

Al centro del campo di battaglia, Leo e Ravi fronteggiavano ancora Alexis, il quale però dato il suo aspetto ormai trasandato e stanco doveva aver portato il suo corpo e la sua mente allo sfinimento.

<<A quanto pare questo potere non ti ha accettato completamente>> esordì il semidio, facendo susseguire i suoi attacchi <<Arrenditi a facciamola finita>>

Alexis ringhiò, sapeva che l'altro aveva ragione, e si maledì mentalmente per aver attaccato così precocemente. Credeva che quel potere fosse ormai nelle sue mani, ma sentire il corpo stanco e la mente debole e deconcentrata gli fece capire che in realtà era riuscito a controllarlo perfettamente. Avrebbe dovuto aspettare, fino a quando la certezza del controllo di quel potere non fosse totale, ma per egoismo e brama di potere aveva finito per condannarsi solo. Non si sarebbe mai arreso, aveva capito che in un modo o nell'altro la sua vita sarebbe finita lì, perciò decise di giocarsi la carta finale. Non glie l'avrebbe data vinta così facilmente. Batté la punta dello scettro a terra, creando un forte vento che allontanò i due ragazzi facendoli cadere a poca distanza, chiuse gli occhi e si concentrò sulla formula di cui aveva bisogno. Del fumo nero cominciò ad avvolgere il ragazzo, leggermente sollevato da terra, fulmini cominciarono a squarciare il cielo. Ogni fantoccio venne risucchiato nel suo scettro, raccogliendo così quanto più potere avesse potuto. I due ragazzi rimasero ancorati al terreno, impossibilitati a muoversi per la troppa pressione scatenata contro di loro.

<<Che ha intenzione di fare?>> urlò N che, seguito dagli altri, riuscì ad avvicinarsi ai due ragazzi e ad aiutarli a rialzarsi.

<<Vuole far scatenare l'intero potere contenuto nello scettro>> urlò di rimando Leo<<Se ci riuscisse per i mondi non ci sarebbe scampo, quel potere e troppo potente, nessuno può controllarlo e non possiamo lasciare che vaghi distruggendo tutto ciò che trovi sulla sua strada>>

<<Non glie lo permetterò>> seguì Ravi provando a muoversi, ma sarebbe finito a terra se non fosse stato grazie al sostegno di Hyuk e Ken <<Lasciatemi, devo fermarlo>> urlò, ma i due non ne volevano sapere.

<<Sei ferito, non puoi fare niente>> lo riprese Hyuk.

Leo lo guardò attentamente, entrambi erano feriti, seppur lievemente, ma lui era in grado di muoversi e sopportare il dolore meglio dell'altro, così in quel momento prese la sua decisione.

<<Lo farò io>> sussurrò, facendo in modo che solo N e Hongbin potessero sentirlo.

<<Ma sei impazzito? Morirai >> provò a dissuaderlo il maggiore.

<<Qualcuno deve fermarlo, Ravi non può e non deve farlo. Se lasciamo che liberi quel potere sarà finita per tutti, me la caverò in qualche modo, ma dovete promettermi che appena mi muoverò verso di lui allontanerete Ravi il più possibile>> disse serio.

<<Ma...>> provò a rispondere Hongbin, ma venne prontamente bloccato.

<<Promettetemelo>> ordinò.

I due si guardarono incerti, ma finirono per annuire, con il cuore stretto in una morsa lo lasciarono andare, per poi affiancare il minore che li guardava confuso. Il corvino guardò il suo ragazzo, con guardo dolce e amorevole, gli mimò due semplici parole con le labbra "Ti amo", poi fece un cenno ai ragazzi che afferrato il ragazzo lo allontanarono ignorando le sue proteste.

Leo si lanciò contro Alexis, riuscendo a supere quella pressione che si instaurava forse intorno a loro, passo dopo passo riuscì ad avanzare, e ringraziò che quell'incantesimo richiedesse una totale concentrazione, in quel modo l'altro non riuscì a rendersi conto del suo avvicinamento. Sfilò un piccolo pugnale, imbevuto di una sostanza datagli dal maestro che gli aveva confidato fosse un veleno in grado di uccidere persino gli dei e che fossero in pochi a conoscere la sua esistenza, dalla sua cintura, e lo conficcò proprio nel cuore del ragazzo. Questo spalancò gli occhi a quel dolore improvviso, ma la precisione con cui venne colpito fu tale che, già stanco dalla battaglia, perse ogni forza lasciando che la vita lo abbandonasse all'instante. Lasciò che lo scettro gli scivolasse dalle mani e cadde, ma buona parte del potere già raccolto al suo interno venne liberato al suo contatto con il terreno, colpendo il corvino con tutta la sua potenza, scaraventandolo a pochi passi da Ravi e gli altri.

<<LEOOO>> urlò il minore alla vista del corpo del ragazzo immobile a pochi passi da lui, con le lacrime già libere di solcargli il viso. 



Chiedo perdono, ma non purtroppo non sono gran che con le scene di guerra,

perciò vi chiedo scusa se fa schifo.

*scappa in un angolo a piangere*

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