Parte 20
Le continue lotte fra i guerrieri di Alexis e i Mujeonghan si susseguivano da ormai diverso tempo, e con l'aumentare del numero e della forza dei primi anche i secondi crescevano sempre più. Fra i guerrieri divini, il gruppo di Hakyeon, Ken, Hongbin e Hyuk venne preso come esempio come i più forti e che meglio riuscissero a dimostrare lavoro di gruppo portando, sulle loro orme, anche il resto dei combattenti. Le vittorie dei Mujeonghan divennero sempre più numerose battagli a dopo battaglia ma nonostante questi trionfi ognuno di loro era a conoscenza che presto o tardi sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbero dovuto combattere veramente. Quei guerrieri ombra, così cominciarono a chiamarli, divenivano ogni giorno più forti, ed erano tutti concordi sul fatto che non fossero altro che degli esperimenti. Il giorno in cui Alexis sarebbe riuscito a controllare l'intero potere contenuto nello scettro rubato, quello sarebbe stato il giorno della battaglia vera e propria, il giorno della battaglia finale. Con questi pensieri nella mente, Leo, si diresse verso il tempio del vecchio maestro che lo aveva stranamente chiamato al suo cospetto. Una simile cosa non era mai successa prima, per questo motivo il corvino non poté che sentirsi agitato. Temeva che quella novità portasse con sé brutte notizie, specialmente considerando che l'anziano si premurò di far in modo che il ragazzo andasse solo, senza che Ravi lo seguisse. Arrivato a destinazione rimase qualche secondo immobile a contemplare la grande porta dinnanzi a lui, come se attraversandola sarebbe potuto finire in un mondo di oscurità e incubi. Dopo aver preso un grande respirò mosse la mano, chiusa a pugno, per annunciare il suo arrivo, ma prima che questa potesse anche solo sfiorare quella superficie la porta si aprì sola, invitandolo ad entrare. Percorse il lungo corridoio lentamente e con un brutta sensazione a stringergli la bocca dello stomaco, fino a raggiungere il vecchio con lo sguardo fisso verso una delle finestre.
<<Mi cercava maestro?>> chiese, con il rispetto dovuto solo ad un uomo dalle conoscenze infinite e il rispetto per colui che nel silenzio aveva guidato tutti gli dei affinché compissero il loro dovere diligentemente.
<<Si ragazzo>> disse, mantenendo lo sguardo fisso verso il cielo <<Non ti ha seguito vero?>>
<<No, ho fatto attenzione, nessuno mi ha visto venire qui>> rispose.
<<Bene, devo parlarti di qualcosa di serio, nonostante tu sia ancora un ragazzo>> sospirò, facendo aumentare la stretta che tormentava il corvino.
<<Di cosa si tratta?>> domandò.
<< Questa guerra che stiamo affrontando, anzi, che Ravi, tu e i mujeonghan state affrontando, nonostante le consecutive vittorie mi inquieta non poco. Sin da quando Alexis è spartito portando con sé quello scettro non posso far a meno di pensare e ripensare alla questione, domandandomi quali errori abbiamo commesso, come si potrebbe risolvere il tutto senza distruggere nulla. Ma non importa quanto io possa pensarci, non riesco a trovare a delle soluzioni che possano essere realmente d'aiuto>> spiegò, portando finalmente l'attenzione sul ragazzo immobile e in religioso silenzio << Il futuro è incerto persino per noi. Ma essere dei divini hai alcuni vantaggi. Alle volte ci viene concesso uno sguardo sul domani, anche se ciò che vediamo non è limpido o felice come desideriamo >> concluse.
Leo rimase in silenzio, ripensando ad ogni singola parola pronunciata. Il maestro non era solito essere di così tante parole, al contrario, lo era solo quando l'argomento in questione era più che serio. Avevano varie volte affrontato il discorso della guerra, eppure sentiva che quella volta c'era qualcosa in più sotto. Sapeva che uno dei poteri del saggio fosse quella di poter prevedere, in modo del tutto casuale e vagamente chiaro, il futuro, perciò per via delle parole pronunciate non poté non pensare che fosse quello che realmente l'uomo stesse cercando di comunicargli.
<<Maestro, ha visto qualcosa?>> chiese.
<<Sì>> confermò, riportando nuovamente l'attenzione all'infinito al di fuori dal mondo, una visuale che solo gli dei e le creature divine potessero avere il privilegio di ammirare <<Non è stata un visione chiara perciò non potrò darti molti particolari, ma ti ho chiamato qui perché è arrivato il momento che compia a pieno il tuo ruolo di famiglio>> rispose con tono serio, e preoccupato.
<<Succederà qualcosa a Ravi?>> domandò subito il corvino. La domanda gli sorse spontanea, dopotutto lui era il famiglio di Ravi, e il suo compito era proteggere il suo padrone. L'uomo lo guardò attentamente, sorridendo dolcemente, per la prima volta, alla sincera preoccupazione del ragazzo. Di famigli, legati ad un dio o un semidio, il mondo divino ne era pieno, eppure non aveva mai visto un sincero legame come quello che univa i due ragazzi. Come maestro divino, curatore dei giovani, era fiero di loro, apprezzava il loro coraggio e la loro saggezza. Come essere in grado di provare dei sentimenti era dispiaciuto all'idea che stessero affrontando qualcosa di più grande di loro e che, in un modo o nell'altro, avrebbe portato sofferenza nei loro cuori.
<<Te lo mostrerò>> disse, prima di avvicinarsi e prendergli le mani fra le sue, invitandolo a seguire le sue parole. Leo si concentrò, chiudendo poi gli occhi, e nella sua mente cominciarono a susseguirsi varie immagini e suoni, oscurità e sangue, urla e il fragore delle armi. Gli uomini ombra e i Mujeonghan, sé stesso, Ravi e Alexis, gli uni contro gli altri, poi ancora sangue e un altro urlo, più forte degli altri, paragonabile al rombo di un tuono, e non poté che riconoscere quella voce. Quella dolce e roca voce che era solito sussurrargli parole di speranza e amore urlava e piangeva. Poi il buio. L'anziano separò le loro mani, indietreggiando di qualche passo, lasciando al ragazzo il tempo di metabolizzare ogni singolo dettaglio di ciò che aveva sentito e visto. Quando quest'ultimo aprì gli occhi, il maestro, poté notare distinte emozioni nei suoi occhi. Amore e odio, coraggio e paura, ma decise di non parlarne, infondo era consapevole che il ragazzo lo sapesse già.
<<Lo proteggerò, a costo della mia stessa vita>> disse solennemente il corvino, come a ricordare quella solenne promessa fatta al ragazzo. Quella però, era una nuova promessa, non solo come famiglio ma anche come amante.
<<Gli dei sono esseri divini, dovrebbero essere immortali, ma nonostante questo ci sono delle cose in gradi di ferirli, se non addirittura ucciderli. Queste, porterebbero un famiglio a morte certa. Puoi promettere a te stesso, e a Ravi, che arrivato il momento non ti tirerai indietro e adempierai totalmente al tuo volere?>> chiese il maestro, seppur conoscendo già la risposta.
<<Lo prometto>> rispose stringendo l'impugnatura della spada legata intorno alla sua vita.
<<Spererò fino alla fine che questa mia previsione si riveli errata, o almeno una parte di essa, e pregherò perché la forza e la fortuna siano con voi>> disse, quasi fosse un mantra, ma lasciando trasparire la verità in quelle parole <<Ora va, rimani al suo fianco, e fai in modo che non sappia mai nulla di ciò di cui abbiamo discusso>>
Il corvino annuì e, dopo essersi inchinato, andò via dirigendosi verso quel posto che realmente poteva chiamare casa. Passo dopo passo aumentò la velocità, ritrovandosi a correre per raggiungere quella persona che tanto amava. Le urla di Ravi rimbombavano ancora nella sua testa, lasciando che ogni fibra del suo corpo venisse controllata dalla paura e dal terrore di perderlo. Raggiunta la sua metà attraverso il grande salone, soffermandosi sull'ampio balcone che affacciava nel giardino che la Ungnyeo aveva curato così premurosamente. Dal suo posto poté chiaramente vedere il minore in compagnia di uno dei guerrieri del padre con il quale, nonostante non fosse il suo passatempo preferito, era solito tirare con l'arco. Rimase in silenzio, immobile, riempiendosi gli occhi di quella soave vista, quella figura già incisa nel suo cuore e nella sua mente. Avrebbe potuto chiudere gli occhi e riuscire a descrivere l'altro in ogni minimo dettagli. L'unica cosa che non era in grado di descrivere erano le emozioni e la sensazione di felicità che quel ragazzo era in grado di trasmettergli.
<<Te lo ha detto non è vero?>>
Ad interromperlo fu il dio Hwuanung, che gli si avvicinò con preoccupazione negli occhi, che sospirò quando Leo annuì in conferma.
<<Gli avevo detto di non farlo, non voglio che voi ragazzi vi preoccupiate troppo. Conoscere il futuro potrebbe distrarvi dal presente a farvi commettere degli errori>> disse, e dal tono utilizzato Leo poté confermare che a parlare non fosse un dio, ma un padre che tiene ai suoi figli.
<<Lo proteggerò ad ogni costo, lo prometto>> disse il corvino serio, mantenendo lo sguardo sul minore che, nel frattempo, si accorse della loro presenza e li salutò con un ampio gesto della mano prima di tornare e un dolce sorriso a tendere l'arco.
<<È proprio questo che mi preoccupa. Se penserai solo e soltanto alla sua protezione chi proteggerà te?>> chiese, costringendolo a voltarsi per guardarlo in viso <<Non pensare che lui sarebbe felice con una vita senza te al suo fianco. So che sei un famiglio e qual è il tuo dovere, ma oltre a quello hai un altro dovere, quello verso la persona amata, e non puoi screditare la tua vita così facilmente?>>
<<La mia vita non è nulla in confronto alla sua>>
<<Come credi che potrebbe vivere sapendo che hai rinunciato alla tua vita per salvare la sua? Nessuno di voi due deve rinunciare alla propria vita. Dovete combattere insieme e proteggervi a vicenda, solo in quel modo potrete tornare entrambi sani e salvi a casa. Ho fatto una promessa a tua madre quando ti ho portato qui, le ho promesso che avresti vissuto felicemente, e anche se non posso controllare questa guerra voglio farti capire che entrambi siete importanti, poi il mondo divino, per noi, e per voi>> s'intromise Ungnyeo alle loro spalle.
<<Leo, noi sappiamo cosa c'è tra voi, non è il semplice legame fra un famiglio e il suo padrone. Sappiamo che molto di più tra voi, e noi siamo felici fino a quando lo siete voi. Avrei risolto io stesso la questione se solo avessi potuto, ma come tu sai se noi dei combattessimo le conseguenze sarebbero veramente catastrofiche>> spiegò, per poi posare delicatamente le mani sulle sue spalle <<Quando arriverà quel giorno, proteggi te stesso, solo così potrai proteggere lui>>
Il corvino apprezzò la premura con il quale i signori lo stessero trattando, anche lui voleva vivere una vita lunga e piena al fianco di Ravi ma, nonostante questo, sapeva che quando si sarebbe presentato il momento la sua priorità sarebbe stata la vita del minore. La propria, sarebbe stato il suo ultimo pensiero.
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