Parte 17


I tre ragazzi erano seduti ad un piccolo tavolino di una taverna, distratti sorseggiavano il loro Soju osservando i passanti. La vita umana scorreva sotto i loro occhi attenti e scrutatori. Ragazzi, loro coetanei, passeggiavano per le strade ridendo armoniosamente, voltandosi di tanto in tanto al passaggio di qualche bella e giovane ragazza, rievocando in loro i ricordi della loro vita.

<<Eravamo anche noi così?>> chiese Ken retoricamente. Sì lui era proprio così, mentre ricordava quando insieme ai principi cambiava i suoi abiti e usciva per le strade della città, sfuggendo alle rigide regole del palazzo.

<<Io più che guardare, ero tipo da essere guardato>> scherzò Hakyeon.

<<Ma lo senti? E tu non gli dici niente?>> rispose incitando il moro alla sua destra.

<<Cosa dovrei dirgli?>> domandò, continuando ad osservare la strada <<Quello che dice è vero>> confermò.

<<Come è vero?>> domandò scioccato.

<<Veniamo da paesi vicini. Com'è possibile che tu non abbia sentito parlare di lui?>> chiese, portando finalmente l'attenzione su di lui <<È sempre stato famoso, ha partecipato a diversi eventi sportivi e cavallereschi, e li ha sempre vinti. Tutte le ragazze ci partecipavano solo per vederlo>> spiegò.

<<Beh>> sospirò il ramato affranto <<Almeno ho te che mi fai compagnia>> continuò.

<<Io non credo>> s'intromise il castano, posando una mano sulla spalla del minore <<Mai sentito parlare del misterioso, evasivo, elegante, inafferrabile figlio del commerciante di seta di Goryo?>> chiese, lanciando un'occhiata complice a Hongbin, che sbuffò ironicamente.

<<No, chi è?>> domandò curioso.

<<Ce l'hai seduto accanto>> rispose, indicando il moro <<Era famoso fra le ragazze. Ognuna di loro rimaneva veramente delusa quando al passare davanti a lui non venivano degnate nemmeno di uno sguardo. Se provavano a parlargli venivano elegantemente liquidate. Ha lasciato un bel po' di cuori infranti dietro di se>> spiegò, raccontando il tutto quasi fosse una storia avvincente.

<<Sta scherzando vero?>> chiese, scuotendo l'altro in cerca di una risposta <<Hongbin, ti prego, non dirmi che ero l'unico sfigato fra i tre>> piagnucolò.

<<Ha esagerato, non ero poi così famoso>> sminuì la cosa, liberandosi da quella presa.

<<Non ci posso crede>> urlò il ramato, abbandonando la testa su tavolino <<Perché io non ho avuto fortuna con le ragazze?>>

<<Credo solo perché tu vivessi rinchiuso in un castello, non è poi così facile lì dentro>> provò a tranquillizzarlo il minore.

<<Ma non è pieno di dame il castello?>> chiese Hakyeon, ricevendo uno sguardo truce da Hongbin.

<<Le dame fanno paura. Una volta ho provato a scherzare con una di loro, mi ha lanciato la scopa dietro>> piagnucolò.

<<Su su>> lo confortò il moro, con delle piccole pacche sulla schiena.

<<Magari non era avvezza all'umorismo>> si accodò il castano, trattenendo una risata.

<<Siete voi N, Ken e Hongbin vero?>> la domanda arrivò da una voce a loro sconosciuta, proveniente dalle spalle del ramato, che si voltò e quasi cadde dalla sedia a trovarsi faccia a faccia con quello che avrebbe definito un ragazzino.

<<Aish mi hai spaventato>> urlò, afferrando saldamente lo schienale della sedia e mettendosi una mano sul cuore.

<<Come sai i nostri nomi?>> chiese serio il maggiore <<Non credo di averti mai visto prima>>

<<Ah si, scusatemi. Il mio nome è Hyuk, e come voi faccio parte dei mujeonghan. Ho per voi degli ordini>> disse, inchinandosi educatamente.

<<Che tipo di ordini?>> chiese curioso il moro.

<<Prima ho avvistato delle persone sospette, ho fatto rapporto al signore che, dopo aver confermato l'appartenenza all'esercito nemico di quegli uomini, mi ha mandato da voi. Dovete occuparvene. Si è anche raccomandato di far in modo che la battaglia avvenga nei boschi, lontano dagli umani>> spiegò.

I ragazzi si scambiarono uno sguardo d'intesa. Sapevano ciò che avevano accettato in cambio della loro vendetta, ma si sorpreso a venir richiamati dopo così da un momento all'altro.

<<Portaci su luogo>> ordinò il maggiore, alzandosi in piedi. Dopo aver annuito Hyuk chiuse gli occhi, e in pochi secondi lui e i tre ragazzi sparirono sul posto, riapparendo in una delle stradine più remote della capitale. Attentamente si guardarono attorno. La strada era silenziosa, ma soprattutto non vi era nessuna traccia, di alcuna anima.

<<Ma qui non c'è nessuno>> disse Ken.

I sensi di Hongbin però, il primo fra i tre ad essere entrato in quell'esercito, erano più affinati. Aveva avuto più tempo rispetto agli altri per conoscere i propri poteri e studiare come poterli usare al meglio. Per questo motivo, nonostante non vedesse nessuno, era perfettamente in grado di avvertire la pesantezza dell'aria, i sussurri nascosti nel vento. Il quel posto così normale all'apparenza, vi era nascosto qualcosa che li attendeva.

<<Fate attenzione, sono qui>>

Subito dopo quella frase, delle figure apparentemente umane, si radunarono davanti a loro, comparendo dal nulla, come fossero nascosti da un specchio di colpo frantumato.

<<Guarda guarda, ci hanno mandati qui a cercarli ma sono venuti loro da noi>> rise uno di loro, con un tono sprezzante.

I ragazzi rimasero in silenzio ad osservarli, erano nettamente in svantaggio numerico. Davanti a loro erano presenti almeno cinquecento di quegli essere, mentre loro erano solo in quattro, e non erano sicuri che Hyuk potesse combattere.

<<Beh, non mi piace far aspettare>> rispose a tono Hakyeon.

<<Allora non farlo, vieni qui e fatti uccidere velocemente>> continuò uno di loro.

<<In realtà, non mi piace nemmeno morire>>

<<E a me non piace star fermo senza far niente>> s'intromise Ken.

<<Impaziente di soffrire?>> gli fu domandato.

<<No, impaziente di farti il culo>>

<<Ragazzi non qui, dobbiamo portarli nel bosco>> ricordò il moro, tendendo il braccio per fermare un loro avanzamento <<I tetti, sono sicuro ci seguiranno>>

Immediatamente saltarono sui tetti, sfruttandoli come fosse una semplice strada, dirigendosi verso il fitto bosco ai confini della città. Si voltarono varie volte indietro per controllare che quei demoni, li stessero seguendo, e così era. Arrivati nei meandri più profondi, in uno luogo dove gli alberi si ergevano intorno, lasciando uno spazio vuoto al centro, i ragazzi si fermarono, attendendo i loro nemici che non tardarono ad arrivare.

<<Ora basta giocare>> disse uno di loro gettandosi verso i ragazzi.

<<Sono totalmente d'accordo>> urlò Hongbin di rimando.

Grazie ai loro riflessi ampliati fu facile muoversi attraverso di loro, colpendoli quando meno se lo aspettavano e nei punti lasciati scoperti dalla troppa sicurezza. Nella lotta, sorprendentemente, scoprirono che non erano forti come sembravano, bastava infatti un colpo ad ucciderli. Così, mentre Ken e Hyuk rimasero indietro, scagliando frecce e piccole lame coprendo le loro spalle, Hakyeon e Hogbin si lanciarono nella mischia affrontandoli faccia a faccia.

<<Pensavo sarebbe stato più difficile>> disse Ken, facendo sparire l'arco fra le sue mani.

<<Facevano tanto gli spavaldi e poi..>>

<<Credo siano dei fantocci>> s'intromise Hongbin, facendo anch'egli sparire la propria spada.

<<Che vuoi dire?>> chiese curioso Hyuk.

<<Beh, se quello che sappiamo sul cattivo è vero, cioè che ha rubato dei poteri che probabilmente non è in grado di controllare a pieno, probabilmente nessun vero demone si sottometterebbe al suo potere. Così, l'unico modo per lui di attaccarci senza presentarsi personalmente, è quello di creare dei fantocci che combattano per lui>> spiegò, mettendoli al corrente della propria idea.

<<Ma sono comunque troppo deboli>> disse Hakyeon.

<<Per ora. Probabilmente era solo una prova per sperimentare i suoi poteri. In futuro potrebbe imparare come sfruttarli al meglio e crearne di più forti>> detto questo si voltò verso il minore <<Va' da lui e racconta ciò che e successo. Esponi anche la mia teoria. Nessuno meglio di lui potrebbe sapere la concretezza di questa cosa>>

Il minore annuì, prima di svanire sul posto. 

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