Parte 15
Ken, dopo il suo incontro con il semidio era appena tornato sulla terra con l'intento di vendicarsi. Non era mai stato il tipo di persona da rigirare le situazioni, perciò decise di puntare dritto al suo assassino. Conosceva bene il palazzo reale, vi aveva vissuto sin da bambino.
Sua madre era una delle più importanti dame di corte, per questo motivo aveva avuto il privilegio di crescere con i principi, essere allenato insieme a loro, seguire le lezioni dei più grandi maestri del paese. Grazie al legame stretto con i figli del re, che lo trattarono sempre come un loro pari, come un loro fratello, quando il principe ereditario ascese al trono lui ottenne il ruolo di capo delle guardie reali. Sapeva sin dall'inizio che quel ruolo non sarebbe stato semplice e che avrebbe rischiato la vita molteplici volte, ma era onorato di poter proteggere il sangue reale, e così proteggere anche sua madre, fortemente legata ad esso. Ciò che però non si sarebbe mai aspettato e che proprio uno di loro avrebbe tradito la sua intera famiglia perché voglioso di potere. Lui e sette principi passavano la maggior parte del tempo, se non le intere giornate, insieme, diventando un'unica famiglia. Non avrebbe mai potuto credere che il 4 principe, la stessa persona che in passato gli avesse insegnato a combattere e aiutato nello studio degli scritti imperiali, lo avrebbe sfruttato per i suoi scopi, e che sarebbe stato lui stesso a scagliare una freccia nel suo cuore.
Dopo aver attraversato i passaggi segreti all'interno del palazzo, riuscì ad arrivare indisturbato fino alla camera da letto del principe. Ma con sua sorpresa la trovo vuota. Si guardò varie volte intorno, ma la fioca luce della lampada lasciava all'oscuro buona parte della stanza. Pensò che se il ragazzo non si fosse trovato lì probabilmente fosse nella sala del trono. Si voltò per lasciare la stanze ma una voce richiamò la sua attenzione.
<<Pensavo di averti ucciso. Come hai fatto a salvarti?>> la voce dell'ormai re arrivò tranquilla, come se stesse parlando delle cosa più semplice della terra, dalle sue spalle. Si voltò e vide il ragazzo comparire dalla zona più buia della stanza, le mani composte dietro la schiena e un sorriso sciolto sul viso.
<< Come hai potuto? Era la tua famiglia...la mia famiglia>> parlò mantenendo basso il tono di voce per evitare di essere sentito dalle guardie. Non voleva creare più disagio di quanto quel traditore avesse già fatto quella mattina. Voleva semplicemente vendicare non tanto se stesso, quanto sua madre e i suoi fratelli, anche se solo di nome.
<<Tu non sai cosa vuol dire vivere nell'ombra di un fratello che sin dalla nascita è dichiarato come l'erede di tutto. Qualsiasi cosa, l'affetto, il prestigio, tutto è per lui. E tu sei costretto ad accontentarti delle briciole>> disse, camminando verso di lui, ancora in posa composta <<Anche io mi merito delle attenzioni, lui non era meglio di me>>
<<Tu non meriti proprio nulla>> parlò stringendo i denti <<Lui non ha mai fatto sentire inferiore nessuno. Poteva farlo con me, io non ho sangue reale, eppure mi ha trattato come un fratello, e ha fatto la stessa cosa con te. Ma a quanto pare uno come te non sa cosa sia l'amore fraterno. Hai usato anche me, sapevi che non avrei dubitato di te, per questo ti ho lasciato da solo con lui, hai fatto in modo che mi spostassi portando con me le altre guardie, ma è stato lo sbaglio più grande che avessi mai potuto fare>>
<<Amore fraterno?>> rise l'altro <<Cosa te ne fai dell'amore fraterno quando puoi avere tutto il resto? Le ricchezze, le donne, l'intero paese. I legami fraterni non sono nulla in confronto a tutto questo. E tu, sì, mi sei stato comodo>> concluse soddisfatto.
<<Ora basta, sono stanco di sentire le tue idiozie>> urlò. Puntò l'arco verso il ragazzo di fronte, cominciando a scoccare una freccia dopo l'altra. Ma riuscire a colpirlo dato la poca luce nella stanza, e i movimenti veloci dell'altro non risultava una cosa facile. Guardò la sua faretra e le due frecce rimaste, non aveva altre possibilità, doveva colpirlo. Prese una freccia e la posizionò, tendendo l'arco, chiuse gli occhi, affinando i sensi, ora più sviluppati, e scoccò, colpendolo ad una gamba facendolo cadere sul pavimento.
<<Ora è finita>> disse, avvicinandosi all'altro.
<<Ironico>> ridacchiò <<Pensavo di averti ucciso, invece sei tu ora ad uccidere me>>
<<Oh, ma tu mi hai ucciso>> confermò <<Ma io sono tornato per te>> concluse, prima di scoccare la sua ultima freccia, togliendo così la vita all'uomo che aveva rovinato la sua.
In quel preciso momento però, successe qualcosa che non avrebbe mai dimenticato in vita sua. Delle piccole luci bianche comparirono davanti a lui, volteggiando nell'aria fino a formare un semicerchio. Intorno a quelle luci apparirono i fantasmi dei sei principi. Ken scoppiò a piangere, inginocchiandosi ai loro piedi, chiedendo innumerevoli volte perdono. Perdono per non averli potuti salvare, perdono per non poter essere più insieme nonostante anche lui fosse morto.
<<Ken, tu hai un'altra possibilità. Puoi ancora vivere, anche se con qualche differenza. Vivi la tua vita per te stesso, non avere rimorsi per noi>> disse il principe ereditario.
<<Ma senza di voi non sarà la stessa cosa>> pianse.
<<Noi saremo sempre al tuo fianco fratello>> lo tranquillizzò il secondo principe.
<<Hai fatto tanto per noi Ken, hai anche dato la tua vita per proteggerci. Ci dispiace>> parlò il terzo principe.
<<Avrei dovuto proteggervi, mi dispiace, ho fallito>>
<<Tu non hai fallito in nulla. Sei stato colpito alle spalle prima ancora che tu arrivassi da noi. Non hai colpe>> lo interruppe il quarto principe.
<<Il nostro tempo qui ora è finito, abbiamo voluto vederti un'ultima volta perché sapevamo avresti avuto il rimorso per le nostre morti, e ci siamo riusciti grazie al fatto che tu non sia più umano. Vivi felicemente, noi vogliamo essere un ricordo felice per te>> spiegò il quinto principe.
<<No, aspettate>> urlò tendendo la mano verso di loro.
<<Ricorda i nostri giorni felici, quando correvamo fra i campi. Ricorda i nostri momenti insieme >> parlò il sesto principe.
<<Ti abbiamo sempre voluto bene fratello, e te ne vorremo ancora fratello>> concluse il discorso il settimo principe.
E dopo essersi mossi per dare una pacca sulla spalla del ragazzo sparirono, uno dopo l'altro. Riuscendo così ad alleviare, anche se di poco, la sofferenza nel suo cuore.
<<Grazie ragazzi>> sorrise, con ancora le lacrime agli occhi, prima di sparire anch'esso da quel posto.
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