Parte 11
I due ragazzi si trovavano su una panchina, al centro del labirinto formato da quel giardino tanto curato che ha sempre costituito il loro rifugio. Abbandonati schiena contro schiena, con le parole del maestro ancora vive nella loro mente, fissavano il vuoto, cercando in esso una risposta che li soddisfacesse. Leo continuava a ripetersi fosse stato meglio non trovare quella pergamena. Il suo intento era quello di alleggerire i pensieri del minore, ma il risultato era stato affibbiargli un compito ancora più duro. Come avrebbe potuto, quel ragazzo che non era capace di far del male nemmeno ad una mosca, poter strappare il cuore di qualcuno con le sue stesse mani? Voleva proteggere la sua purezza il più possibile. Sapeva che, con l'avvicinarsi della guerra, probabilmente avrebbe potuto combattere sul campo. Ma un conto era combattere per proteggere gli dei e gli umani, un altro era sporcarsi le mani del sangue di qualcuno che, già in precedenza, era morto soffrendo. Le sue mani non erano fatte per questo. Quelle mani così delicate dovevano essere utilizzate per accarezzare ogni strumento musicale possibile, i petali dei fiori, e non per macchiarsi della vita degli altri.
<<Lo farò io>> urlò il corvino, alzandosi di scatto <<Andrò a parlarne con il maestro, lo farò io al tuo posto>>
<<Non puoi>> sospirò, stanco dai troppi pensieri il semidio.
<<Sono il tuo famiglio. A qualcosa dovrà pur servire questo titolo>> protestò.
<<Hai sentito il maestro. Solo un dio può comandare quell'esercito>>
<<Allora troverò un'altra soluzione. Tu non puoi farlo>>
<<Non c'è altra scelta Leo. Per quanto l'idea non mi piaccia, è l'unica possibilità che abbiamo>>
Sentirsi chiamare per nome, in quella situazione e con quella voce autoritaria e fin troppo calma e regolare, provocò dei brividi lungo la schiena del maggiore. Già in passato aveva sentito quel tono. Era lo stesso tono che era solito usare con chi si prendeva gioco di lui da ragazzo, riportando chiunque fosse al proprio posto, ma era la prima volta che era rivolto a lui.
<<Ravi guardati. Come puoi farlo? Già il solo pensarci ti sta distruggendo>> disse afferrandolo per le spalle, costringendolo ad alzare il viso <<I tuoi occhi sono spenti, sei pallido. Pensi davvero che io possa lasciartelo fare? Tornerò nella biblioteca, troverò qualcos'altro. Te lo prometto>> concluse rialzandosi pronto a tornare fra quei scaffali. Ma non fece in tempo a compiere nemmeno un passo, venne immediatamente afferrato per la manica.
<<Sei stato per, non so nemmeno io quante, ore chiuso in quella biblioteca. Potrei lasciarti andare a cercare ancora, ma ti farei perdere solo del tempo. Non c'è più nulla lì dentro. Quella è l'unica soluzione possibile>> disse alzandosi, portandosi di fronte al ragazzo che continuava a guardarlo con aria preoccupata <<Lo so che continui a darti la colpa. Ma non è colpa tua. Proprio prima del tuo arrivo il maestro stava per parlarmi dei Mujeonghan>> spiegò, cercando di rassicurarlo.
<<Ma...deve esserci qualcos'altro. Qualsiasi cosa>> sussurrò il corvino, posando la fronte sul petto dell'altro, che lo avvolse fra le braccia.
<<Abbiamo cercato Hyung. Il nostro compito era quello di trovare una soluzione. E l'abbiamo trovata. Per quanto possa sembrarci crudele abbiamo solo due opzioni. Affrontarla e combattere per la salvezza dei mondi o arrenderci alla debolezza. So che sarà dura, e che sei preoccupato per me. Va tutto bene, io posso farcela, ma ho bisogno del tuo aiuto. Posso essere forte solo se anche tu accetti questa cosa, se rimani al mio fianco nonostante tutto. Non cedere ora Hyung. Se lo fai tu per me è finita>> lo supplicò, lasciando che le lacrime, trattenute fino a quel momento, scivolassero lungo il suo viso. Per la prima volta nella sua vita, Ravi, aveva mentito. E l'aveva fatto alla persona che amava più di tutti. Non andava tutto bene, non era sicuro che quella fosse l'unica soluzione possibile. Non era sicuro non ci fosse altra scelta. Era sicuro solo di una cosa, non avrebbe permesso al suo ragazzo di dannarsi alla ricerca di qualcosa che, probabilmente, non esiste. Non gli avrebbe permesso di sacrificarsi e sporcarsi le mani al suo posto. Era sicuro che, nonostante le difficoltà che gli si parassero davanti, avrebbero potuto salvare tutti. Ma questo poteva accadere solo se l'atro fosse stato al suo fianco in ogni momento.
Il corvino alzò il viso, puntando i suoi occhi in quelli di quel ragazzo che, in quel momento, sembrava così forte. Ma in realtà sapeva quanto stesse soffrendo. Le loro menti erano collegate, ma questo il minore, alle volte, sembrava dimenticarlo. Conosceva bene le sue intenzioni, quelle parole erano dirette più a sé stesso. Poté comunque avvertire la sua decisione in quelle convinzioni. Se quella era la sua scelta, allora, l'avrebbe accettata anche lui. Sarebbe rimasto al suo fianco nonostante tutto. Sarebbe anche potuto essere quel dolce ragazzo il ribelle che, ormai da qualche giorno, aveva creato il panico nelle sfere più alte. Nemmeno in quel caso lo avrebbe abbandonato. Come poteva quindi deviarlo proprio ora che era così deciso a crescere del tutto.
<<Io sarò sempre al tuo fianco Ravi. In ogni momento, per sempre. Ma promettimi una cosa. Se dovessi renderti conto della pesantezza della situazione, se dovessi rischiare di crollare, usami come tuo sostegno. Senza riguardi>> lo pregò.
<<Te lo prometto Hyung>> sorrise. E Leo sperò che nulla di tutto ciò che sarebbe avvenuto in futuro, potesse oscurarlo.
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