3. Il falò
Ci sedemmo a tavola tutti insieme, puntualmente come mamma ci aveva ordinato.
Il cameriere ci versò dell'acqua nei bicchieri, poi aspettammo la prima portata.
«Allora, ragazze, cosa avete fatto questa mattina?», ci chiese papà.
Io e Liz ci lanciammo uno sguardo e dicemmo insieme: «Il corso di pittura!»
Mamma ci sorrise orgogliosa di noi.
Per poco non scoppiammo a ridere.
Finalmente arrivò il primo, che mangiammo in rigoroso silenzio. Perchè non potevo avere una famiglia simpatica?!
E mentre aspettavamo il secondo mamma aprì bocca, interrompendo quel noioso silenzio.
«Oggi pomeriggio terranno un corso di danza, vi abbiamo iscritte!»
Sgranai gli occhi e per poco le sputai in faccia l'acqua che stavo bevendo. «Cosa?!»
«Evy, lo sai perfettamente che non mi piace ripetere le cose!»
Alzai gli occhi al cielo.
«Mamma, oggi avevamo da fare!», protestò Liz battendo un leggero pugno sul tavolino.
Mamma la fulminò con lo sguardo. «Troppo tardi, John ha dovuto levare dalla lista delle ragazze per inserire voi! E poi vi servirà per il galà che si terrà a fine estate, così vi eserciterete!»
Oddio quel galà... lo odiavo con tutta me stessa, mi toccava andarci da sola e guardare tutte le coppie anziane ballare lenti e Walzer per tutta la durata della serata.
Sentii Liz sbuffare; era impossibile saltare la lezione, di sicuro mamma avrebbe controllato la lista dei partecipanti. Me lo sentivo che lo avrebbe fatto.
Sospirai. «E va bene», cedetti guadagnandomi un sguardo fulmineo da parte di Liz ed uno compiaciuto di Karen.
Finito il pranzo mamma e papà se ne andarono augurandoci una buona lezione e, mentre li stavo salutando con un sorriso finto stampato in faccia, Liz mi afferrò per il braccio.
«Ma sei pazza?! Dobbiamo saltare quella stupida lezione!»
«Vuoi andare alla festa?», le feci.
«Certo che ci voglio andare! Perchè me lo chiedi?»
«Perchè se vuoi andarci senza problemi devi far credere a mamma che ha tutto sotto controllo e che facciamo quello che vuole», le spiegai guadagnandomi un sorriso malefico da parte di Liz.
«Sei geniale, sorella!», saltellò per poi abbracciarmi.
«Dai, andiamo a quesa stupida lezione di ballo!», le feci per poi incamminarci verso il grande bungalow dove si teneva la lezione di ballo.
Appena entrammo dentro notai che la maggior parte dei partecipanti erano anziani ed adulti, di giovani come noi nemmeno l'ombra.
Due ore di eterna noia!
Perfetto!
Cominciammo a ballare mettendomi in coppia con un signore sulla sessantina, che era molto bravo a ballare mentre io... beh, io ogni cinque minuti gli pestavo i piedi e, anche se cercava di essere paziente e gentile, lo vedevo che non vedeva l'ora di andarsene.
«Scusi...», dissi per l'ennesima volta.
«Facciamo una pausa!», ci interruppe l'insegnante.
Tutti ci avvicinammo ad un tavolo dove c'erano bevande e cibo per gli allievi, presi un bicchiere d'acqua e mi misi a berlo da sola in un angolo.
«Anche te sei stata costretta?»
Mi girai e vidi una ragazza dai capelli rossi ed occhi verdi al mio fianco, che aveva un buffo accento francese.
«Ehm, sì».
«Piacere, sono Joilie», mi porse la mano che strinsi volentieri.
Sembrava simpatica.
Mi presentai anch'io: «Sono Evelyn. Non ti ho mai vista in questo villaggio», le feci.
«Sono arrivata quest'anno, lavoro qui».
Annuii. «Se non sei un ospite perchè sei qui a ballare?»
«Adoro ballare e anche se sono costretta a ballare balli da sala, lo faccio perchè è l'unico modo».
«In effetti qui è tutto programmato per gli anziani», mi misi a ridere ed anche lei lo fece.
La lezione riprese e fortunatamente mancava soltanto mezz'ora. Ero distrutta.
Nella mezz'ora seguente cambiai partner, forse il sessantenne di prima aveva i piedi frantumati ed aveva corrotto qualcun'altro per ballare con me al posto suo.
Opzione molto valida e realistica!
A fine lezione raggiunsi Liz ed intanto con lo sguardo guardavo dove fosse andata a fine Joilie, quando finalmente la trovai proprio all'uscita.
«Hey!», le feci. «Che fai ora?»
«Torno a lavoro, sono al bar. Vieni alla festa stasera?», mi fece.
Ma erano tutti fissati con quella festa!
Annuii, anche se ancora non sapevo come; solo Lizzie lo sapeva.
La sera arrivò velocemente e dopo cena cominciammo a prepararci.
Indossai un vestito rosso con scollo a V e con la gonna ampia, mentre ai piedi dei tacchi neri; Lizzie, invece, indossò un vestito attillato in velluto nero, tacchi rigorosamente alti 15 cm e chili e chili di trucco. In confronto a lei mi sentivo una campagnola.
Ero preoccupata e mentre si stava applicando il rossetto rosso, mi feci avanti.
«Liz...»
«Sì?», si girò verso di me quasi scocciata.
«Come facciamo a non farci scoprire?»
«Passeremo tra gli alloggi dei dipendenti».
Sgranai gli occhi. «Cosa?!»
«Sì. Mi ha insegnato la strada Travis».
Giusto, Travis il cavalier prodigo...
Annuii per poi tornare in camera.
Solo alle undici e mezzo era pronta.
Uscimmo con cautela dall'alloggio e prima di uscire dal portico ci guardammo intorno, per assicurarci che non ci fosse nessuno.
Appena ci accertammo di avere campo libero, ci avviammo verso la parte del villaggio dedicata agli alloggi dei dipendenti. Attraversai quel sentiero con il cuore in gola, quando ad un certo punto sentimmo delle voci così cominciammo a camminare più velocemente quanto i tacchi ce lo permisero.
«Ragazze!», sentimmo una voce da lontano.
Velocizzammo il passo, quando quella voce ci chiamò di nuovo. Quella volta Liz si fermò e si girò verso quella voce.
«Liz, ma che fai?!», la tirai per l'avambraccio per farla ricominciare a camminare.
«Travis...», disse sognante. «Travis!», lo richiamò allungando il braccio.
«Oddio, no...», alzai gli occhi al cielo.
I ragazzi ci raggiunsero e Liz abbracciò Travis saltandogli letteralmente al collo.
«Tua sorella è cotta», mi sussurrò all'orecchio Cameron.
Lo guardai male, mentre lui mi guardava con un sorrisetto stampato in viso.
Dopo che quei due si furono salutati a dovere, ricominciammo a camminare verso il lago dove si teneva la festa.
Mentre quei due chiacchieravano a bassa voce, io camminavo al fianco di Cameron che non faceva altro che fissarmi.
«Qual'è il problema?!», gli feci ad un certo punto.
«Niente... ti sta bene questo vestito», mi fece.
«Grazie», gli sorrisi.
Dopo poco arrivammo alla festa, tutti ballavano intorno ad un enorme falò acceso in mezzo alla spiaggia.
La festa era veramente affollata, talmente tanto che non riuscivo a vedere la riva del lago dalle scalette che ci conducevano alla spiaggia dove eravamo.
Prendemmo da bere ma, dell'enorme bicchiere di birra, ne bevvi solo un quarto.
«Non la bevi?», mi fece Charlie.
Scossi il capo in senso di negazione. «La vuoi?»
Senza nemmeno rispondermi, afferrò il mio bicchiere e lo tragugiò in poco tempo.
Avevo voglia di ballare ed allontanarmi da Liz che aveva occhi solo per Travis, così iniziai a guardarmi intorno alla ricerca di Joilie finchè non la trovai in compagnia di una ragazza ed un ragazzo. Mi avvicinai a loro.
«Evelyn!», mi salutò la rossa contenta di vedermi. «Lei è Francis», mi presentò la sua amica dai capelli color cioccolato e gli occhi blu. «E lui è Sam, il mio ragazzo», le vidi gli occhi brillare, si vedeva che lo amava sul serio.
Mi presentai anch'io e, dopo esserci conosciuti un po' di più, ci inoltrammo nella folla per poter ballare e scatenarci; e così facemmo.
Ci divertimmo come matti a ballare a ritmo delle canzoni e quando ci andammo un po' a riposare, di mia sorella nemmeno l'ombra.
Avevamo trovato un posto tranquillo per riposarci, proprio sotto la scalinata di legno.
«Ma l'avete visto quello come mi si è appiccicato?! Sembrava un polipo!», scoppiò a ridere Francis facendoci ridere tutti.
Per quanto avevamo riso mi dovetti asciugare le lacrime, quando sentii di aver sete.
«Ragazze vado a prendere qualcosa da bere», feci agli altri per poi raggiungere la piccola postazione dove avevano allestito un bar. Presi un po' di birra e mi misi a berla con calma, appoggiata al bancone mentre cercavo di individuare tra la folla mia sorella. E la vidi... la vidi avvinghiata a Travis.
Si stavano baciando.
«Ti stai divertendo?», mi girai di scatto vedendo Cameron al mio fianco.
«Che vuoi?»
«Li stavi fissando, gelosa eh?!», fece ridendo come un pazzo.
Era ubriaco fradicio.
«Per niente!»
Alzò le spalle. «Come vuoi te! Cerchi compagnia stasera?»
«No», risposi secca.
«Fai come vuoi, ma a quanto vedo ormai Trav è off limits, lo ha accalappiato tua sorella!»
Lo guardai male ancora una volta.
«Visto?! Ti piace!»
«No, non mi piace! Sei te che mi infastidisci!»
«Okay, la faccio finita! Pace?», mi porse la mano.
All'inizio ero titubante poi accettai e gliela strinsi.
Avevo un amico ora.
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