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Sunflower si svegliò. Era ancora incatenata ma sembrava che il mal di testa fosse passato, anche se la ragazza non mangiava niente da molte ore. Per fortuna, una di quelle creature le mise davanti un pezzo di frutta, simile a un melone. Sunflower si leccò le labbra e allungò un braccio verso il cibo. Nonostante la catena, riuscì a prenderlo e a mangiarlo. Era piuttosto saporito, per essere un frutto servito a una prigioniera. Se solo ci fosse stato un modo per farsi liberare almeno dalle catene. Sunflower sospirò e cercò di alzarsi ma ecco che le catene iniziarono a farle male. -Ti vorresti liberare, vero?- domandò la foglia che aveva dato la colazione a Sunflower. Quest'ultima si rimise seduta e prese la creatura fra le mani. -Vorrei non avere tutte queste catene addosso. Mi fanno male e sono inutili. Tanto i miei amici non verranno a liberarmi.- La foglia diede delle pacche sulle dita della ragazza. -Dirò al nostro capo di togliertele. Ma tu devi giurare di non andare da nessuna parte. Anche senza catene, rimarrai nostra prigioniera.- Sunflower alzò le spalle e si mise a scavare nella sabbia con i piedi. Tanto dove poteva andare, se la ciurma dello Squalo non veniva a liberarla? Forse l'isola non era un posto così brutto, dopotutto. -Va bene, lo prometto.- disse Sunflower, dopo qualche minuto di riflessione. La creatura sorrise alla ragazza e se ne andò di corsa a chiamare il suo leader.
Sunflower venne finalmente liberata dalle catene ma un rumore attirò sia la sua attenzione che quella dei suoi rapitori. La ragazza riconobbe il chiacchiericcio della ciurma dello Squalo e i colpi di spada. -Sono i pirati! Presto, difendiamo l'isola!- esclamò il capo delle creature e tutti andarono in direzione dei rumori. Sunflower rimase esterrefatta, dato che nessuno era rimasto a sorvegliarla. Questa era l'occasione per fuggire, in barba al giuramento fatto qualche ora prima. Lei si alzò e fece per correre ma si era dimenticata che aveva ancora i piedi legati contro la parete. Ma almeno le corde si potevano spezzare più facilmente delle catene. Sunflower si contorse il più possibile per mordere le corde, come se fosse stata un animale, ma non servì a niente, se non a farsi sanguinare la bocca. Di fianco a lei, c'era una lancia, che apparteneva a una delle creature foglia, e la usò per tagliarsi le corde. Sulla nave avrebbe pensato al resto, ora non aveva tempo per sfilarsi i nodi intorno alle caviglie. La ragazza iniziò a correre, stando attenta a non inciampare in qualcosa a causa delle corde spezzate, e si diresse verso la spiaggia. Lo Squalo era attraccato alla terraferma e pareva vuoto. Sunflower andò in acqua e, usando la catena dell'ancora, si arrampicò per arrivare sul ponte. Dopo di che, si lasciò cadere, in preda alla fatica e al caldo. Come i protagonisti delle sue storie preferite, Sunflower si era salvata da sola.
-Sunflower, sveglia!- La voce del Guercio fece aprire stancamente gli occhi alla giovane mozzo. Era quasi la sera e i pirati si erano già allontanati parecchio dall'isola. Si sentiva aria di festa. Sunflower ora era sdraiata su un'amaca sottocoperta, le sue caviglie erano libere dalle corde e le pulsava il taglio in bocca ma non aveva intenzione di apparire malata o ferita. Lei si sedette a fatica, facendosi aiutare dal Guercio, ora lieto della ripresa del mozzo. Medusa e le altre ragazze erano con lui. Sunflower intuì che fossero preoccupati per lei. -Che mi sono persa?- domandò, stirando le braccia. Il Guercio le raccontò dell'arrembaggio sull'isola e di quanto fosse stata coraggiosa a liberarsi da sola. -Io volevo andare a cercarti ma il capitano ha proibito a tutti di farlo. Diceva che era per metterti alla prova e dimostrare se eri una degna pirata.- disse Medusa. Sunflower non rispose. Questa era una cosa da pirati. Chi rimaneva indietro, doveva cavarsela da solo. Medusa diede una mano a Sunflower ad alzarsi dall'amaca. -Sopracoperta stanno festeggiando. Abbiamo fatto un bel bottino sull'isola. Dai, unisciti a noi e stavolta non accetto un no.- Sunflower fece un sorrisetto. In effetti, ci voleva una festa, anche se lei non aveva fatto nulla per la ciurma. -Verrò eccome ma prima devo andare in bagno. Devo controllare una cosa.- Medusa la prese per le spalle e ispezionò la bocca di Sunflower, facendola protestare ridicolmente. -Hai un bel taglio ma ti guarirà in men che non si dica.- disse la ragazza dai capelli rossi. Sunflower inarcò un sopracciglio e sogghignò. -Non farlo mai più! Non sei la mia ragazza!- Medusa e gli altri risero, sapendo che Sunflower non stava facendo critiche o altro. Il Guercio si avviò su per le scale e fece un cenno alle ragazze mozzo. La festa le stava aspettando.
Sul ponte, i pirati ballavano, cantavano e bevevano. Erano allegri e spensierati, come se fossero stati a un locale di lusso che serviva birra gratis. Sunflower era felice di vedere la scena, nonostante tutto. Persino il nostromo, il quartiermastro e l'artigliere ballavano, ignorando completamente Sunflower. Quest'ultima batté le mani a ritmo di musica. Intanto, il Guercio serviva cibo e bevande, cantando come un gabbiano. Sunflower rise e si alzò per prendersi un po' di leccornie, tra patatine e pollo arrosto. Il capitano suonava il flauto di fronte al timone e a diversi scrigni pieni di tesori. Medusa ballava con una compagna di equipaggio, che Sunflower ricordava che si chiamava Marina, mentre le altre ragazze bevevano il rum. La giovane si chiese che gusto avesse il rum, non lo aveva mai sorseggiato e, a vedere la ciurma, doveva essere buonissimo. Il Guercio diede un boccale a Sunflower, dicendole che il capitano voleva che provasse il rum. La ragazza si leccò le labbra e prese il boccale ma sputò il contenuto quasi subito, schizzando il primo ufficiale di rum e bava. Quel liquore non le era piaciuto per niente. -Ma come fate a berlo?- domandò Sunflower, che continuò a sputacchiare il rum. Si sentiva la bocca in fiamme e non era nemmeno riuscita a ingerire. Il Guercio agitò le mani, togliendosi il misto tra rum e saliva. -Il rum è buonissimo e non si discute, oh!- disse il primo ufficiale ma, subito dopo, fece l'occhiolino al mozzo. -Se a te non piace questa delizia, significa che ce ne sarà di più per il resto della ciurma, sì!- esclamò lui. Sunflower sogghignò. Che la ciurma si tenesse pure quella schifezza, lei poteva farne a meno. La giovane prese un po' di acqua e si ingozzò di patatine, poi cantò con la ciurma. Non avrebbe mai pensato che i pirati con cui si era arruolata potessero festeggiare così a lungo, senza mai annoiare. Questo sì che era vero divertimento.
I pirati festeggiarono quasi tutta la notte, fino a quando non venne il momento di cercare un luogo sicuro dove nascondere il bottino. Il capitano disse che avrebbe diviso il tesoro equamente tra il suo equipaggio, compresi i mozzi. Ma Sunflower era troppo stanca per pensare al tesoro, aveva fatto indigestione di pollo e patatine. Dei sussurri delle ragazze della ciurma attirarono l'attenzione della giovane, che si spostò i capelli da un orecchio per ascoltare meglio. Riconobbe la voce di Medusa e Marina ma non riuscì a capire le loro parole. Sunflower si incamminò lentamente verso i sussurri e trovò tutte le ragazze sedute ai tavoli della cucina. Medusa si accorse di Sunflower e le fece posto. -Menomale che sei qui. Stavamo dicendo cose importanti anche per te.- Sunflower aggrottò la fronte, confusa. Di cosa stavano parlando di così importante da farlo di nascosto? -Noi ci ammutineremo. Il capitano non divide mai equamente i suoi bottini e ci tratta sempre male. Ci fa fare i lavori più duri, mentre gli altri possono fare quello che vogliono, soprattutto il quartiermastro e il nostromo.- spiegò Medusa. Sunflower si tirò indietro, spalancando gli occhi. Cosa avevano intenzione di fare le ragazze? Anche se sapeva cos'era l'ammutinamento, Sunflower non aveva idea di come comportarsi. Infatti, lo chiese a Medusa, la quale le rispose: -Prenderemo il comando dello Squalo con la forza, dimostrando a tutti il nostro valore. Dovresti unirti anche tu, Sunflower. Sappiamo che i pirati ti trattano molto male perchè sei nata con quella storpiatura e la tua ragazza ti ha lasciata.- Ma la giovane mozzo non reagì. Stava imparando a ignorare gli orribili soprannomi e prese in giro dell'equipaggio. Inoltre, nonostante la cattura e il resto, i pirati non le avevano detto niente di brutto. Anzi, durante la festa, si erano congratulati con lei. Sunflower scosse la testa. -Non me la sento, Medusa. Ho troppa paura.- Marina si sporse in avanti, di modo che Sunflower la guardasse nei suoi occhi scuri. -Se ti blocchi così, non potrai mai essere un pirata. Per tutto ci vuole il rischio.- Sunflower abbassò la testa. No, non era pronta. E se l'equipaggio se la fosse presa anche con lei? Come poteva difendersi? L'ammutinamento era una pessima idea. -Mi dispiace, ragazze, ma non lo farò. Se il colpo vi riesce bene, ne sarò più che felice. In caso contrario...- Sunflower non riuscì a finire la frase, che dovette alzarsi e uscire. Era davvero troppo per lei. Sicuramente, le cose sarebbero andate a rotoli, con il capitano non si poteva scherzare. Alcune ragazze la insultarono, dandole della vigliacca.
Le ragazze avevano tentato il colpo ma era finito male. Tutta la ciurma, compreso il Guercio, riuscì a fermarle e a condannarle. Soltanto Sunflower era stata risparmiata, in quanto non era intervenuta a favore di nessuno. Ora Medusa, Marina e le altre erano costrette a camminare sulla passerella. All'orizzonte, c'era uno sputo di terra dove le ragazze avrebbero trascorso il resto dei loro giorni, a morire lentamente di stenti. Il capitano aveva dato a Medusa una pistola con un solo colpo da usare contro chi volesse morire per prima. Sunflower assistette impotente alla camminata sulla passerella della sua amica Medusa. Si sentiva il cuore in gola e una stretta allo stomaco, mentre il resto della ciurma imprecava volgarmente. Medusa si voltò verso Sunflower ma, al contrario delle sue aspettative, non era arrabbiata. Tenne la testa giù con aria rassegnata, poi si tuffò nelle gelide acque del nord. Invece, quando fu il turno di Marina, quest'ultima rispose a tono agli insulti dei pirati, giurando che lei non si sarebbe lasciata morire. Subito dopo, la ragazza balzò giù dalla passerella, agitando una mano per salutare. Poi toccò a tutte le altre coinvolte nell'ammutinamento. Ora Sunflower era l'unica ragazza a bordo dello Squalo.
Nota dell'autrice: buon venerdì ^^ dovevo pubblicare prima questo capitolo ma mi sono sentita male finora, sia fisicamente che psicologicamente. Comunque, adesso sto meglio, per fortuna.
Per la parte della festa, mi sono ispirata da una scena di Biancaneve e i 7 nani (il ballo, appunto) e da una canzone che mi fa pensare ai pirati. Qua sotto i video di entrambe le mie fonti di ispirazione.
https://youtu.be/z_AESP4NCrE
https://youtu.be/qGyPuey-1Jw
Nella storia Destiny of Love veniva accennato il fatto che la ciurma un tempo fosse composta da altre ragazze, oltre a Sunflower, ma che sono state bandite e qui c'è la spiegazione di come siano andate le cose.
Se riesco, la prossima settimana finirò di pubblicare questa storia e penserò a cos'altro condividere sul mio profilo wattpad. A presto e statemi bene anche voi ^^
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