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Passarono 15 anni e Sunflower crebbe. Diventò una ragazza piuttosto timida, impacciata ma fiduciosa, gentile ed empatica. Era snella, i capelli castano scuro erano cresciuti fino a metà schiena, i suoi occhi azzurri brillavano di entusiasmo e portava sempre abiti semplici e persino pantaloni. Purtroppo, però, il suo difetto alla schiena peggiorò e fu soggetto di scherno da parte di alcuni ragazzini ma lei ignorava ogni provocazione. Aveva lasciato la casa in cui era nata, da quando sua madre era morta di malattia, e andò a vivere in un villaggio vicino al mare, dove poteva cercarsi dei lavori per mantenersi. Al momento, non le era possibile raggiungere i suoi fratelli, anche se loro le passavano un po' di soldi tramite altre persone. Sunflower conservava ancora il cappello da pirata, portandoselo dietro come portafortuna, e ora le stava perfetto.
Una sera di maggio, Sunflower decise di andare a passeggiare lungo la spiaggia, dopo una lunga giornata di lavoro. Era stata momentaneamente assunta come lavapiatti di un locale e aveva appena finito il suo turno. Nonostante la stanchezza, aveva voglia di camminare sulla spiaggia. Le venne una fitta di nostalgia, pensando a sua madre, poi drizzò il collo e vide una lanterna dorata con un sole al centro fluttuare dinnanzi a lei. La ragazza rimase a bocca aperta, adorava vedere quelle lanterne fin da bambina. La facevano sentire felice senza alcun perchè. Fece per prendere la lanterna ma allontanò quasi subito le mani, dato che era ancora piuttosto calda. Sunflower immerse le mani nell'acqua del mare, rilassandosi. -Ehi, ragazzina, non ti sembra troppo presto per fare il bagno di mezzanotte?-
Sunflower sussultò e non osò ancora voltarsi. Chi aveva parlato, era per forza una ragazza ma nessuno che lei conoscesse. In quel momento, Sunflower voleva sotterrarsi nella sabbia ma non riuscì a muovere nient'altro che la testa e lasciò perdere la lanterna. Aveva davanti a sé una ragazza di almeno 10 anni più grande, di corporatura più massiccia ma comunque in forma. I capelli erano scuri quanto i suoi occhi e il suo viso aveva l'aria gentile e simpatica. Sunflower ebbe la sensazione di potersi fidare di lei. Era la ragazza più bella che avesse mai visto. -Non stavo facendo il bagno! L'acqua è ancora troppo fredda!- esclamò Sunflower, cercando di non mostrarsi troppo distratta dall'aspetto della nuova arrivata. Quest'ultima incrociò le braccia al petto e inarcò un sopracciglio. -Non dovresti nemmeno provare a toccare le lanterne ancora gonfie. Sono sempre calde come il metallo sotto il sole.- disse la ragazza. Sunflower sospirò e scrollò le mani, schizzando la ragazza, che rise e si agitò. -Dai, basta! Ti davo solo consigli, ragazzina.- Sunflower aggrottò la fronte, quasi pentendosi di volersi fidare di lei. -Questa ragazzina ha un nome. Sono Sunflower.- La ragazza esclamò sorpresa e sorrise. Sunflower fece una smorfia. Persino il suo sorriso era bellissimo. -E' un nome meraviglioso. Io sono Moon.- rispose la nuova arrivata. Sunflower ora si sentì più a suo agio. -A proposito, che fai qui tutta sola?- domandò Moon, interrompendo i pensieri di Sunflower. Quest'ultima sospirò. -Passeggiavo in riva al mare e sì sono sola. I miei genitori sono morti anni fa e i miei fratelli vivono lontano. Che mi dici di te? Anche tu ami il mare quanto me?- Moon ridacchiò e volse lo sguardo verso la luna, che brillava sull'acqua del mare. -Non hai idea quanto. Anch'io sono orfana ma non ho fratelli.- Sunflower abbassò la testa con aria dispiaciuta ma Moon le diede una pacca sulla schiena. -Ma non sono sola. Se vuoi, io e il mio compagno possiamo accompagnarti a casa.- Sunflower scosse la testa. Non era così sciocca da fidarsi al punto di farsi portare da qualche parte. -No, grazie lo stesso. Preferisco andarci da sola.- Moon alzò le spalle. -Se è quello che vuoi. Ora devo andare dal mio compagno. Ci si rivede, Sunflower.-
Sunflower non riuscì a togliere gli occhi di dosso a Moon, mentre se ne andava verso la città. Rimase ferma dov'era a fissare il punto in cui era sparita quella ragazza. Non aveva idea di cosa avrebbe fatto ora. Una leggera brezza calda soffiò sul viso di Sunflower, che si rilassò e sorrise a occhi chiusi, sentendosi come se fosse nei giardini dell'Eden. Doveva assolutamente sapere di più su Moon: dove abitava, che lavoro faceva, cosa amava di più e via dicendo. Sunflower abbassò la testa e si sentì le guance avvampare. Forse era riuscita a trovare un'amica. E proprio in un posto che amava. Sunflower sospirò felice e decise di dirigersi verso casa sua, pensando alla sua nuova amica. Finalmente non sarebbe più stata sola in mezzo alla città.
Trascorse una settimana e Sunflower non vide ancora Moon. Chissà cosa stava facendo in quel momento. Sunflower lavò una padella con parecchio sapone e batté appena un piede al ritmo del pianoforte che qualcuno suonava vicino ai tavoli. Almeno, la musica era orecchiabile. La ragazza si fermò un attimo per riprendere fiato e, proprio alla finestra, vide un viso familiare. -Moon!- Ma si zittì subito, in quanto il suo capo la fulminò con lo sguardo. Sunflower fece un cenno lesto a Moon, indicandole la porta sul retro. -Ti vedo un po' distratta oggi, signorina.- disse il capo del locale. Sunflower mise a posto un piatto appena lavato e si asciugò le mani. -Davvero? Sarà perchè sono stanca.- Il capo sospirò e mise le mani lungo i fianchi. -Hai una mezzora di pausa.- Sunflower ne fu sorpresa, normalmente non aveva il diritto a una pausa vicino a ora di pranzo ma lei uscì dalla cucina e si avviò ai tavoli.
Sunflower guardò con meraviglia i marinai che brindavano con dei grossi boccali. Alcuni erano senza un occhio, altri senza una gamba ma tutti erano felici, come se avessero ricevuto un mese di ferie. Sunflower voltò lo sguardo, studiando i vari clienti del locale. Un gruppetto di uomini di mezza età giocavano a carte, un vecchio raccontava delle storie ai suoi amici sul mare e su dei regni lontani, di cui uno che stuzzicò la curiosità di Sunflower. Il vecchio parlò del regno di Corona, il quale per ogni compleanno della principessa era tradizione lanciare in aria delle lanterne dorate. Sunflower ripensò a quelle che aveva visto nel corso degli anni. Ecco da dove venivano! Le lanterne facevano un bel viaggetto per arrivare al villaggio. Il regno di Corona si trovava vicino a un lago, che si collegava al mare. Sunflower si annotò tutte le informazioni possibili su un quaderno e prese la decisione che un giorno avrebbe esplorato quel regno. Quando rimise a posto il quaderno nel suo grembiule, Sunflower sorrise alla ragazza sulla porta, che era Moon.
-Accomodati.- disse Sunflower alla sua nuova amica. Quest'ultima, però, preferì sedersi sul bancone, dicendo che le tornava meglio. Sunflower si sistemò goffamente il grembiule e si schiarì la voce. -Vuoi che ti offra qualcosa? Succo di frutta, caffé, un cosciotto di pollo?- Moon alzò le spalle. -Solo un caffé, grazie. Sai, sono vegetariana.- Sunflower batté il campanello sul bancone. -Qualcuno dia il caffé più buono a questa ragazza.- Moon fece per alzarsi ma Sunflower la rimise seduta. -Ti offro davvero il caffé, io non pago nulla qui.- Il locandiere diede la tazza di caffé alla lavapiatti, che la porse verso la sua amica. -Tutto tuo.- disse Sunflower. Moon bevve rapidamente il suo caffé, sotto lo sguardo curioso di Sunflower. Il pianista iniziò a suonare qualcosa che fece alzare la maggior parte dei clienti dalle loro sedie e ballare. Moon seguì il loro esempio, prendendo Sunflower per le mani e portandola al centro del locale. -Che stai facendo?- domandò la lavapiatti. Moon le fece l'occhiolino. -Dai, balliamo.- Sunflower balbettò e si sentì il sangue ribollirle nelle orecchie quando Moon le fece mettere le mani sui fianchi. -Non ho mai ballato con nessuno. Sai, preferisco guardare.- disse Sunflower. Moon la guidò nei movimenti e, intanto, parlarono un po' delle loro vite.
-E così lavori qui?- domandò Moon, dopo un po'. Le ragazze non avevano mai smesso di ballare, al contrario di quasi tutti. Sunflower annuì. -Solo fino alla fine dell'estate. E tu?- Moon alzò le spalle. -Io sono bibliotecaria. Amo i libri, in particolare lo stile gotico e i racconti del terrore.- Sunflower deglutì nervosamente. Amava leggere a sua volta ma preferiva di gran lunga le storie di fantasia e di avventura. Il genere orrore non faceva per lei. -Possiamo fermarci? Ho un po' di mal di testa e dovrei rientrare in cucina.- Moon lasciò i fianchi di Sunflower, che si tenne la testa con una mano. -Dovresti sederti un po' prima di tornare a lavorare.- disse Moon. Sunflower si accomodò e si sentì subito meglio. Moon le somigliava più di quanto credeva. Oltre ad amare il mare e leggere, adorava passeggiare nei boschi, le storie di pirati e gli animali. Sunflower non aveva dubbi. Moon era una bravissima ragazza e un'ottima amica. -Solo un consiglio. Quando lavi i piatti e le pentole, assicurati che non sia rimasto dell'unto, passandoci su un dito. Lo vedi anche dalla luce della finestra.- disse Moon, quando Sunflower si riprese abbastanza per andare in cucina. -Potremo incontrarci alla biblioteca domani?- domandò Sunflower, prima di entrare in cucina. La sua amica annuì. -Ma certo. Ora devo andare, anche il mio lavoro mi aspetta. Ciao, cucciola.- Sunflower sussultò. Nessuno la chiamava cucciola da anni ma risentì nel cuore quel piacere che provava ogni volta che glielo si diceva. La ragazza alzò una mano per salutare la sua amica ma questa era già sparita fuori dal locale. -A domani, bella.- mormorò Sunflower, nel momento in cui si rimise al lavoro.
Nota dell'autrice: buona domenica ^^ so bene che avrei dovuto pubblicare questo capitolo in uno dei giorni scorsi ma mi sono sentita male e solo oggi sto meglio.
Qua inizia davvero la storia, quando Sunflower, nonché il mio alter ego, come avrò già detto mille volte, incontra la ragazza che diventerà la sua migliore amica. Ammetto che ho preso spunto dalla realtà, nel senso che è basato dalla mia vera esperienza. Nonostante tutto, non cambierei niente.
Il capitolo 2 verrà pubblicato mercoledì o giovedì, se tutto va bene. Ci si legge la prossima settimana, poco ma sicuro ^^
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