#part1
"Dai Jules, non rovinare la festa!"
Jules fece gli occhi al cielo prendendo la sua migliore amica per il braccio e spostandola da tutto il gruppo. "Sarah, credimi: penso davvero che mi stia tradendo."
"No!" quasi gridò Sarah, e quando Jules la guardò di sottocchio, lei sospirò. "Sono seria. Ti ama troppo, va bene? Domani è il tuo compleanno, sono sicura che JJ ti stia ignorando solo come parte della sorpresa.
Jules avrebbe voluto crederle, ma non riusciva ad ignorare la sensazione enorme che aveva dentro. Era da praticamente un mese che JJ non c'era più come faceva di solito. Quando provava ad avere momenti da soli nel van o nello chateau, lui si trovava indietro o trovava scuse per spostarsi. La ragazza non sapeva più come comportarsi.
"Senti-" Sarah le prese il viso tra le mani, gli occhi stranamente spenti "Ti prometto che non ti sta tradendo. Puoi lasciar perdere? Perché non vai da lui, fumate insieme e poi torni da me con il verdetto?"
Jules annuì in risposta, pensando alle parole che Sarah le aveva appena detto. Quando si era appena trasferita negli obx quattro anni prima aveva passato gran parte del tempo con gli altri kooks. Quando poi aveva incontrato per caso JJ una sera, mentre lui era troppo occupato a falciare il suo giardino, erano iniziati i suoi giorni più belli.
Jules raggiunse quindi la fine della spiaggia, dove JJ e gli altri pogues stavano chiacchierando, con i piedi che piano piano si incamminavano sulla sabbia calda. Jules prese un respiro profondo quando vide l'amore della sua vita ridere seduto su un tronco, e velocemente si avvicinò.
"Hey" iniziò lei, sedendosi nello spazio libero al suo fianco. JJ si spostò, in modo tale da poterla far stare più comoda, e borbottò un veloce "ciao" di ricambio. Le offrì una birra, ma lei scosse la testa rifiutando, allora lui scrollò le spalle prima di finire l'intera bottiglia.
"Hai un po' di birra qui." disse Jules, inclinandosi in avanti per pulire quelle piccole goccioline dal mento del ragazzo. Quest'ultimo sfrecciò all'indietro come se fosse a una partita di baseball, e si passò velocemente la mano sul mento per pulirsi da solo. Jules lo fissò completamente scioccata, senza aspettarsi un comportamento simile, ma decise di non iniziare alcun tipo di dramma inutile.
"Avrei potuto farlo io tranquillamente." mormorò Jules accoccolandosi sempre di più al proprio cardigan. L'aria fredda della notte stava ormai prendendo possesso della spiaggia, andando contro la piccola ragazza e facendole cadere i capelli sopra le spalle. Non si preoccupò di sistemarli guardando JJ che silenziosamente ridacchiava, mentre il fuoco davanti a loro si rifletteva negli occhi blu di lui.
"Fare cosa? Pulirmi la bocca? Dai Jules, non è niente di che." JJ sospirò. Non si preoccupò neanche di stringerle la mano come per rassicurarla che veramente fosse tutto apposto, e invece continuò la sua conversazione su un certo film con John B.
Jules si accorse che Pope la stava guardando, ma egli distolse subito lo sguardo non appena i loro occhi si incontrarono.
"Vuoi fumare?" riprovò quindi Jules, stavolta con le mani sulle sue cosce. Lui non si mosse, e Jules lo prese come un buon segno, mentre il suo cuore impazziva di gioia.
È un progresso.
"Sei sicura?" chiese armeggiando con la tasca posteriore alla ricerca dell'extra blunt. Quando sentì la "sigaretta" tra le dita, la passò alla ragazza sorridendo mentre lei si avvicinava. Gliela accese e la guardò aspirare un tiro abbastanza lungo, prima di lasciarlo andare con gli occhi chiusi.
"È buona?" chiese prima di fare un tiro anche lui. Sentì subito la testa pesante farsi più leggera, il peso che teneva da sempre che piano piano andava a consumarsi nell'aria. Rise e lo sguardo tornò sulla ragazza al suo fianco, osservandone lo stato.
"Grazie, amore." disse Jules, stavolta appoggiando la testa sulla sua spalla. Vide di nuovo Pope guardare la coppia con un'occhiata quasi pesante, ma come prima distolse lo sguardo senza darle l'opportunità di chiedere spiegazioni.
"Pope?"
L'attenzione di Pope dalle onde che si infrangevano sulla riva si spostò completamente a Jules, gli occhi spalancati e la mente che quasi implodeva. Lo sguardo si posò sul biondo al fianco di lei per un secondo, ma poi tornò sull'amica. "Sì?"
"Stai bene? Continui a guardarmi come se dovessi dirmi qualcosa. C'è qualcosa che vuoi chiedermi?"
"Io?" puntò il dito verso il proprio petto, e non appena vide l'espressione sulla faccia di JJ, rise, sfregando le mani tra di loro contro l'aria. "Oh no, stavo pensando ad altre cose e immagino di aver involontariamente perso la concentrazione proprio su di te."
Jules rise insieme a Pope tenendo ancora la testa sulla spalla del biondo, strizzando gli occhi contro il fuoco brillante, che però sembrava esserlo troppo in quel momento. Si girò e sussurrò a JJ, "Possiamo tornare a casa?"
"Ora? Ma è la serata del falò, non possiamo mica andarcene adesso." protestò lui, guardando gli amici e cercando qualsiasi sorta di aiuto da parte loro.
Pope, non volendo più far parte di quel discorso, si alzò velocemente dalla sedia e si diresse verso la parte centrale della festa.
"Vado da Pope, okay? Tu vai a cercare Sarah e parlaci. Più tardi ti chiamo." aggiunse JJ di fretta, alzandosi dal suo posto facendo quasi cadere Jules dalla sua posizione precedente. Lei sospirò, la testa ancora leggera dall'erba, ma non voleva minimamente pensare alla possibilità che il ragazzo potesse tradirla.
Era lui che l'aveva voluta per prima, i sentimenti non sarebbero cambiati così da un momento all'altro. Le infinite volte che lui le aveva detto quanto l'amasse, che lei sarebbe stata l'unica ragazza che avrebbe mai chiamato "sua", e ora niente?
Sbuffò infastidita dando un calcio alla sabbia, per poi girarsi verso l'unico ragazzo rimasto lì con lei.
"Vedi il problema, John B?" chiese, la voce lenta. Quando non rispose, sospirò nuovamente, stavolta alzandosi dal proprio posto con l'intenzione di raggiungere i restanti alla festa. "Questo è esattamente il fottuto problema."
Non capiva: perché tutti la stavano trattando in modo diverso? Cos'aveva fatto? Aveva sacrificato praticamente tutto per essere parte del gruppo, includendo la sua amicizia con i kooks. In quel momento, avrebbe voluto solamente il proprio letto, dove sapeva di essere al sicuro, con le lenzuola fino alla testa e netflix.
"Ma è proprio la principessa." una voce annunciò dietro di lei, e Jules roteò gli occhi al cielo prima di girarsi a cercarne la fonte. L'alta figura di Rafe Cameron incombeva su di lei, mentre Jules cercava di bloccare quell'odore di sigarette misto acqua di colonia costosa. Non aveva mai smesso di amare quel profumo.
I Cameron e la sua famiglia erano partner nel business, e questa era infatti la ragione principale del loro trasloco negli Outer Banks nel mezzo di Luglio di quattro anni prima. Quando incontrò Sarah e i suoi fratelli appena arrivati, non poté negare la forte attrazione che provava per il fratello più grande, ma aveva sempre pensato fosse una piccola e insignificante cottarella e aveva provato a focalizzarsi totalmente sul ragazzo biondino che abitava dall'altro lato dell'isola.
"Puoi sempre fare una foto, durerà più a lungo." lui sorrise e Jules sbuffò nel sentire la voce compiaciuta sul suo viso quasi ammiccante. Fece per andarsene, ma fu fermata dalle dita di Rafe che si intrecciarono intorno al suo polso.
"Dai, stavo solo scherzando. Non si trattano così i vecchi amici." Lui rise, lasciando la presa e osservando quel suo carattere così peperino. "Dov'è il ragazzo?"
"Non lo so." rispose lei ricambiando quell'occhiata. "Dov'è la ragazza?"
Rafe rise portando indietro la testa mentre i capelli disordinati si spostavano a tergo. "Ragazza? Io non sono tipo da relazione. Dai Jules, dovresti saperlo."
"Nessuna sorpresa." disse con un tono canterino, spostando l'attenzione verso i corpi che ballavano al suono della musica. "Senti, Rafe, dimmi quello che vuoi, va bene? Sono stanca di dover decifrare le persone."
"Volevo solo fare conversazione." Borbottò lui, prendendo un lungo sorso dalla birra che teneva in mano, per poi pulirsi le labbra con il dorso. Quel gesto le ricordò JJ, quindi cercò di pensare ad altro mentre un pugnale le attraversava il cuore.
"Oh-oh, conosco quello sguardo." disse Rafe prendendole il mento con le dita e costringendola a guardarlo. Jules sbuffò, sentendo la sua pelle fredda contro la propria, ma gli permise di fissarla negli occhi per poi spostarsi piano. "Sì, è quello sguardo che hai quando sei preoccupata per qualcosa. Che succede?"
"Rafe, non è niente. Davvero." sospirò per poi fare un cenno come per mandarlo via. Si guardò ancora intorno e i suoi occhi finirono su un certo ragazzo biondo, e potè sentire il cuore implodere nuovamente. Gli occhi di Rafe seguirono la traiettoria del suo sguardo, e quando videro JJ, tornarono all'amica.
"Ci sentiamo dopo, okay?"
"Come ti pare." rafe rispose velocemente mentre si spostava per tornare alla postazione alcolici. Jules notò subito il cambiamento nel suo comportamento, vide subito quanto era diventato freddo da un momento all'altro, ma decise di non dirglielo. Dopotutto era lei ad essere partita un po' distante, quindi immaginò che lui si fosse solo adattato.
Rafe non capiva come potesse essere così cieca. Come poteva ignorare la somiglianza tra tutte le ragazze che JJ aveva scopato? Come tutte fossero una simil copia di lei?
Sbuffò prima di bere dal suo bicchiere rosso, guardandola mentre andava verso il ragazzo che gliel'aveva portata via. Tutto stava andando così bene; praticamente stavano insieme ogni giorno, che fosse nella sua piscina o che fosse nell'idromassaggio di Jules. Quando poi il padre di lei aveva assunto JJ per tagliare l'erba nel suo giardino, era quello il momento in cui tutto era andato in malora.
"Cameron." una voce lo salutò al suo fianco, e quando lui si girò per guardare la ragazza, una piccola smorfia si fissò nel suo volto.
Un'altra ragazza che le somiglia.
Il telefono di JJ era proprio vicino a lei.
Jules continuava a ripetersi no, che si sarebbe dovuta fidare di lui visto che erano in una relazione, ma il suo cervello le stava urlando che dovesse assolutamente guardargli il telefono.
Ti sta tradendo.
Sbuffò, senza più riuscire a trattenersi e prese il telefono, guardandosi intorno prima di scriverne la password.
Il telefono vibrò segnalandole il codice errato, e rimase scioccata guardando lo schermo. Era sempre stata la sua data di nascita, quindi perché non si voleva sbloccare? Riprovò con la data del loro anniversario, ma invano.
"Ma che cazzo." disse a nessuno in particolare, sospirando mentre provava numeri a caso. Come ultima spiaggia tentò "1" ripetuto quattro volte e accettando già la sua sconfitta, ma stavolta si sbloccò, e Jules si lasciò scappare un'esclamazione di gioia quando vide la pagina home. Rimase dispiaciuta nello scoprire che nello sfondo non ci fosse più una loro foto insieme, bensì la foto di un cane. Aprì instagram, scrollando tutti i suo messaggi privati, guardò iMessage, dove c'erano solo messaggi con i pogues e infine snapchat, dove trovò le loro foto private nella sezione "my eyes only."
Lasciò andare un grosso respiro che nemmeno si era accorta di trattenere, bloccando il telefono e rimettendolo nella sua posizione iniziale, sorridendo e quasi maledicendosi per aver dubitato di JJ. Sicuramente era solo impegnato con la sua vita-
Ding!
Involontariamente Jules prese il telefono e vide apparire il nome di Kie. Inserì velocemente il codice, così da vedere se avesse bisogno di qualcosa e se potesse aiutarla lei stessa.
Kie: devi dormire con lei stanotte?
Perché mai avrebbe dovuto chiedergli una cosa simile?
Jules si posizionò dritta, muovendo le dita sulla tastiera in modo esperto.
che cosa intendi?
Jules guardò il segnale che l'altra ragazza stesse scrivendo mordendosi l'interno della guancia. Guardò nuovamente verso il bagno, sentendo il ragazzo biondo canticchiare una canzone dei Nirvana. Riguardò il telefono.
Kie: mi avevi promesso che sarebbe stato stanotte.
Kie: solo io e te.
Oh mio dio.
Riusciva a sentire le lacrime calde che stavano per uscire, ma la porta del bagno si aprì, così lanciò il telefono sul tronco e si schiarì la gola, guardando il soffitto e parlando tra sé e sé.
"Huh?" chiese JJ guardando nella direzione della ragazza. Non vide niente e tornò sul suo viso.
"Ho detto che il bianco non è più IL colore. Penso cambierò a grigio. Cosa ne pensi?" chiese lei, sentendo la gola bruciarle. Cercò di schiarirla ancora, mentre JJ cercava di osservare il soffitto con la faccia currucciata.
"Credo vada bene il grigio?" disse lui, anche se sembrava più una domanda che un'affermazione. Prese il telefono e si sedette al suo fianco, sbloccandolo con un gesto. Jules lo osservò e subito capì lo sguardo confuso del ragazzo: si era dimenticata di cancellare i messaggi con Kie.
Si morse il labbro trattenendo parolacce varie: non riusciva a pensare, non riusciva a respirare, non riusciva neanche a vedere più.
Come aveva potuto dimenticarsi di cancellare quel singolo messaggio?
"Devo andare." disse JJ alzandosi in piedi, facendo scivolare il telefono nella tasca posteriore dei jeans. Jules lo stava già guardando, pronta a chiedergli se potesse venire con lui, ma bloccata subito dalla mano in alto del ragazzo.
"Devo vedere John B. Mi deve parlare di alcune cose, uhm, su Sarah. Solo io e Pope, robe fra ragazzi." Balbettò lui in modo poco convincente, facendole capire che non l'avrebbe potuta portare con sé. Jules annuì, sentendo il cuore spezzarsi in mille pezzi e capendo finalmente tutto.
Gli sguardi che si scambiavano sulla barca, i brevi momenti in cui lui metteva le mani intorno ai fianchi di Kie quando capitava che lei dovesse passare tra lui e un'altra persona, la risata quasi provocante che usava quando Kie faceva una battuta: aveva tutto senso.
Jules aveva sempre pensato che fosse tutto un comportamento amichevole, data dalla loro lunga amicizia e dal loro rapporto molto stretto.
Una propria caratteristica che Jules amava di se stessa era avere sempre ragione-
non aveva mai desiderato così tanto di avere torto.
"Starai bene da sola stanotte?"
"Huh?" chiese lei distrattamente, scuotendo la testa e incontrando i suoi occhi blu che la fissavano. "Sìsì, starò bene."
"Okay." sorrise, per poi dirigersi verso l'uscita della spiaggia. Esitò un attimo prima di inchinarsi verso la ragazza, lasciandolo un dolce seppur veloce bacio sulla sua guancia. Jules non disse niente, non fidandosi di ciò che sarebbe potuto uscire dalla sua bocca.
Come ha potuto?
Dieci minuti dopo, Jules si era incamminata verso casa sua solo per poter rubare le chiavi della macchina di suo padre con un unico pensiero in testa: JJ e Kie.
Quando arrivò allo chateau, le dita le tremavano e i capelli erano completamente disordinati per via del vento che aveva preso avendo il finestrino abbassato in macchina, ma si approcciò velocemente alla casa che conosceva più delle sue stesse tasche.
Prima che riuscisse ad entrare, Pope la bloccò.
"Jules, che cazzo ci fai qua." Chiese con gli occhi spalancati. Guardò la sua mano attorno al pomello della porta e rise nervosamente. "Stai cercando JJ? Non è qui."
Aveva capito adesso.
"Pope, lo so." Fu quello che disse lei, prima di aprire la porta.
Era sicura di aver sentito il rumore del suo cuore che si spezzava in mille pezzi alla vista di Kie seduta sulle gambe di JJ, con le mani tra i suoi capelli mentre il biondo la baciava dolcemente, come aveva sempre fatto con Jules. John B e Sarah erano seduti al loro fianco, incoraggiandoli e ridendo, finchè non videro la figura pronta ad esplodere.
"Oh mio dio." esclamò Kie spostandosi subito dal corpo di JJ, sistemandosi i capelli. Jules li osservò, disgustata da testa a piedi, scappando via senza voler sentire alcuna spiegazione.
Niente le importava, voleva solo tornare a casa.
"JULES!" sentì JJ urlare, ma cercò di evitarlo uscendo il più in fretta possibile dall'abitazione. Imprecò quando non riuscì a trovare la chiave giusta per aprire la portiera, non prestando un minimo di attenzione a JJ.
"Era un obbligo!" disse lui non appena la raggiunse. "Te lo giuro: quel bacio era solo un obbligo!"
"Anche il messaggio lo era?" chiese lei trovando finalmente la chiave giusta e inserendola nella serratura dell'auto. Entrò nella vettura mentre JJ urlava parolacce, ormai stanco e consapevole di non poter fare più niente.
"Mi dispiace." Concluse mentre la ragazza inseriva le marce e partiva con le lacrime agli occhi. Si accorse che la parte peggiore fosse proprio la tristezza e la delusione dipinte sul volto di lei. "Cazzo!" urlò dando un calcio a una pietra per poi tornare allo chateau.
Le dita di Jules scrollarono tutta la lista dei contatti fino ad arrivare alla lettera "R", cercando comunque di tenere un occhio sulla strada.
Schiacciò il primo nome, mise il vivavoce e posò il telefono sulla coscia. Ebbe un sussulto rivivendo la scena di JJ e Kie, ma la mise da parte sentendo la sua voce riempire il silenzio.
"Hey?"
"Ciao, Rafe."
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