Capitolo 10

Il weekend è passato in fretta. Il giorno dopo quello che è successo, io ed Aaron non ci siamo calcolati minimamente e detto sinceramente penso sia stato meglio così.

Adesso sono a casa, nel mio letto, e tra qualche ora comincia una nuova settimana di scuola.

Decido di alzarmi prima del previsto per fare le cose con calma senza dover fare le corse come ogni mattina.

Vado in bagno, faccio una doccia veloce, mi asciugo e indosso una delle mie solite felpe scure, un jeans e un paio di scarpe comode visto che oggi ci sarà lezione di educazione fisica.

Scendo giù in cucina e l'odore di pancake appena preparati mi travolge le narici, è stato sicuramente Ian a cucinarli.

"Buongiorno a tutti!" esclamo felice
"Buongiorno a te" reclama Ian mentre si siede accanto a me e addenta un pancake
"Figliolo manca poco alla tua partenza, stai preparando le tue cose?" chiede papà e tutta la gioia che avevo svanisce in un colpo.

Avevo completamente dimenticato che da lì a poco sarebbe andato via, come farò senza di lui?

"Sì papà, tutto pronto, mi mancano solo le ultime cose..." risponde soddisfatto mio fratello
"Perfetto" sorride mio padre orgoglioso di suo figlio.
"Ci mancherai tantissimo fratellone" lo abbraccio forte e lui ricambia subito
"Non preoccuparti, sarò sempre accanto a te, ricordalo sorellina" ci allontaniamo l'uno dall'altra e mi da un leggero bacio sulla tempia.

"Kim dai che è tardi!" urla dal vialetto all'esterno della casa Byron
"Arrivo subito" urlo più forte di lui e nel frattempo saluto mio padre e mio fratello.

Vado in salone a prendere lo zaino e corro fuori casa raggiungendo Byron che da ottimo fratello qual è, ha iniziato a camminare da solo verso la nostra amatissima scuola.

"Ehi stronzo, aspettami!" esclamo correndo verso di lui
"La prossima volta sarai più precisa" si volta verso di me facendo il dito medio.

Che fratello orribile che ho, diamine!

Lo raggiungo e finalmente siamo uno di fianco all'altro.

Il tragitto continua con le nostre solite battutine fin quando non arriviamo fuori all'entrata dell'East High School e ci separiamo.

-

Siamo alla terza ora, ciò significa educazione fisica, scienze motorie o come diamine si chiami questa materia.

Il professore dopo un lungo stretching con il quale ha obbligato tutti a svolgerlo, ha deciso di giocare a palla avvelenata, gioco che odio assolutamente.

Consiste nel colpire con la palla i ragazzi della squadra avversaria in modo da eliminarli, ed io in questo genere di cose sono una vera frana.

Butto di tanto in tanto lo sguardo su Aaron che ovviamente non mi si fila per niente, come se per lui non fosse successo nulla e forse è vero, devo farmene una ragione, era soltanto un bacio, quel fottuto bacio a cui non ho smesso di pensare in questi giorni.

"Ragazzi!" ci richiama il professore riportandomi alla realtà

Il prof. ha deciso di dividerci ragazzi contro ragazze ed io non lo trovo affatto giusto, si sa che i maschi sono molto più abili e forti in cose come queste.

Il rumore del fischietto rimbomba nella palestra, segno che la partita è cominciata.

Corro verso il centro e riesco per mia strana fortuna a prendere una palla.

La lancio nel campo avversario e non so come e quale santo mi stia aiutando in questo momento, ma riesco a colpire un ragazzo dall'aspetto hippie su un ginocchio.

La partita continua e in questo momento siamo rimaste soltanto tre ragazze, tra cui io, Ashley e Lexie contro sei ragazzi avversari dove ovviamente non potevano mancare Aaron, Tyler, Daniel, Cam, Nate e un altro ragazzo di cui non conosco neanche il nome.

Aaron mi fissa in continuazione da quando abbiamo iniziato la partita e questo non mi piace per niente, è un segno che vuole eliminarmi e non so proprio in che modo.

Riesco ad eliminare Cam e il ragazzo che non conosco, restando da sola contro questi quattro energumeni.

Però dai anche se perderò, sicuramente, sono soddisfatta di me stessa, ne ho eliminati ben cinque in totale.

La palla è tra le mani di Aaron, continua a guardarmi fisso negli occhi ipnotizzandomi.

In men che non si dica mi ritrovo la palla schiacciata sul viso e in questo preciso istante, non so cosa vorrei fare tra le mille cose che mi passano per la mente.

Senza dire nulla e guardare nessuno esco fuori dalla palestra correndo e mi dirigo verso gli spogliatoi.

Contemporaneamente prendo a massaggiare con la mano destra la parte dolente sul mio volto.

Passo dell'acqua fredda sul viso in modo da attenuare il dolore e finalmente sembra diminuire sempre di più.

Improvvisamente la porta alle mie spalle si apre mostrando la figura di Aaron, è bello anche in pantaloncini e canotta sportiva diamine!

Kimberly riprenditi ti ha appena lanciato una pallonata in pieno viso e per di più fatto appositamente.

"Cosa ci fai qui? vai via!" urla infuriata

Se solo osa toccarmi o anche avvicinarsi di qualche altro passo a me giuro che lo ammazzo.

"Volevo sapere se ti fossi fatta male..." sembra essere sincero ma onestamente avrebbe potuto pensarci prima, invece di fare una tale sciocchezza e pentirsene.

"Sto bene, adesso puoi andare" ribatto con più tranquillità.
"Va bene, oggi finiamo la relazione?" domanda facendomi l'occhiolino

Cavolo, la relazione l'avevo completamente dimenticata.

"Sì" rispondo semplicemente guardando dal lato opposto a quello in cui si trova lui
"Al The Square alle quattro, non fare tardi" mi saluta con un cenno della mano e va via.

-

La giornata fortunatamente è passata in fretta nonostante le spiegazioni di storia e chimica siano state davvero pesanti.

Adesso sono per strada diretta al 'The Square', sperando di concludere la relazione di coppia con Aaron da consegnare entro giovedì mattina.

Il tempo non promette affatto bene, infatti ci sarà sicuramente un temporale da lì a poco.

Metto le cuffiette e faccio partire una canzone qualsiasi della mia playlist preferita.

"There goes my heart beating
'Cause you are the reason
I'm losing my sleep
Please come back now"

You are the reason di Calum Scott, la riconosco subito.

'There goes my mind racing
And you are the reason
That I'm still breathing
I'm hopeless now'

Canticchio tra me e me, mimando le parole con le labbra.

'I'd climb every mountain
And swim every ocean
Just to be with you
And fix what I've broken
Oh, 'cause I need you to see
That you are the reason.'

Metto via il cellulare non appena arrivo all'esterno del bar e aspetto che Aaron arrivi.

Eppure è molto strano, sono anche in ritardo di ben quindici minuti, lui di solito è sempre preciso...

Decido di entrare all'interno poiché stava per iniziare a piovere, scelgo un tavolino in fondo sulla sinistra e mi siedo.

-

Sono passate ben due ore da quando sono arrivata in questo fottuto bar, ma nessuna traccia di Aaron, gli ho anche mandato un messaggio su whatsapp, forse si sarà dimenticato ho pensato tra me e me, ma non mi letteralmente calcolata; anzi di peggio: visualizzato senza risposta, odio profondo.

Intanto ho anche finito la relazione, non potevo rimandare ancora una volta, in questi giorni non ho proprio tempo da perdere, soprattutto ora che Ian partirà e non lo vedrò per un lungo periodo, per questo motivo ho voglia di stare più tempo possibile al suo fianco.

Sono ormai le otto di sera e il bar sta per chiudere, metto le cose a posto ed esco da lì dentro.

C'è una tempesta in corso, lo sapevo.

Sono una sfigata del cazzo.

Come torno a casa con questo tempaccio!

Alzo il cappuccio della mia felpa, coprendo il più possibile i miei capelli puliti che ho lavato qualche ora prima.

Inizio a correre velocemente tra le strade buie e ormai puzzolenti, per via dell'odore della pioggia sul terreno e delle fognature, di Memphis.

Mi fermo sotto un grande albero per prendere fiato e noto un auto nera fermarsi proprio di fronte a me.

Abbassa il finestrino e scorgo il profilo perfetto di Aaron, anche se dai lineamenti del suo viso riesco subito a capire che è incazzato.

Dovrei esserlo io, diamine!

"Cosa vuoi?" domando nervosa
"Sali e ti spiego" risponde serio guardando sempre avanti a se.

Sono bagnata fradicia quindi decido di salire in macchina senza controbattere, altrimenti potrei anche prendere una bella bronchite.

"Ricordi che avevamo appuntamento qualche ora fa per completare la relazione? ovviamente cosa importa c'è la piccola e ingenua Kimberly che se ne occupa, infatti ho portato a termine da sola il compito, soddisfatto?"dico tutto d'un fiato, forse urlando e gesticolando un po' troppo
"Lo sapevo, ho avuto qualche problema a casa e ho dimenticato di avvisarti" sembra sincero ma non mi interessa, mi ha lasciata da sola e deve capirlo.

"A me non interessa, potevi almeno..." non riesco a terminare la frase che attacca lui
"Sta' zitta!" urla fortissimo da farmi sobbalzare.

Non reclamo, in questo momento non mi sembra se stesso, è un'altra persona, non quella dolce, simpatica o stronza che io conosco.

Osservo i suoi occhi scuri  completamente arrossati e non so se questo sia dovuto dalla sua rabbia oppure perché prima di venire qui, ha fatto qualche tiro della sua 'roba buona'.

Distolgo lo sguardo da lui cominciando ad osservare fuori dal finestrino e noto subito altre persone nella mia stessa situazione di qualche minuto fa.

Corrono velocemente per ripararsi dalla pioggia la quale questa sera non vuole proprio smettere.

Il tragitto in auto, invece, continua in silenzio mentre entrambi siamo assorti nei nostri pensieri.

Improvvisamente ferma l'automobile di scatto e mi accorgo di essere fuori casa mia.

Senza neanche salutarlo o ringraziarlo apro la portiera ed esco fuori.

Non aspetta nemmeno che io rientri in casa che sfreccia via con la sua auto nera e questo significa che è veramente incazzato nero.

Sono sicura sia successo qualcosa di grave, ma non riesco a capire proprio cosa...

Rientro in casa lasciando perdere Aaron e tutto ciò che ha di strano da nascondere quel ragazzo misterioso.

-

POV'S AARON

Sono le due del pomeriggio e sono diretto a casa di Nate dopo questa giornata di scuola.

Questa mattina forse ho davvero esagerato nei confronti di Kimberly, ma sentivo di volerlo fare e l'ho fatto, sorrido istintivamente al pensiero di lei con quella palla spiaccicata sul viso.

Oggi mi farò perdonare, a modo mio, ma ci riuscirò.

Arrivo fuori casa di Nate e lo chiamo.

"Pronto? Aaron..." risponde
"Sono qui fuori" ribatto
"Arrivo subito" chiude la telefonata e noto subito la porta della sua casa spalancarsi, che velocità.

Si avvicina alla mia auto, sale e mi porge una bustina con la roba di cui avevo bisogno in tutti questi giorni.

"Ecco, sta' attento con questa" dice indicandola
"Non preoccuparti" gli schiaccio un occhiolino e scende dall'auto.

Accendo il motore dell'auto e parto sfrecciando per le strade della città.

Arrivo fuori casa mia, parcheggio l'auto nel vialetto ma noto subito qualcosa che non va.

C'è un'altra auto, di chi sarà mai?

Mille domande mi affliggono la mente prima di aprire la porta di casa, una sensazione strana sembra farsi spazio dentro di me.

Poggio la mano sulla maniglia, apro e vedo quello che non avrei mai voluto vedere in tutta la mia vita, forse uno dei miei incubi peggiori...

***

SPAZIO AUTORE:

Mi dispiace per questo finale, ma un po' di suspense ci vuole no?

Lasciate una stellina se vi va🌟

Al prossimo capitolo, un bacio!❤️

By Jo_210

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