Capitolo 9 - Cina

Sabato 

Cina, Shanghai

Un odore invitante mi riscuote. Sul comodino accanto al letto c'è una tazza fumante. Allungo la mano e la prendo sussultando quando ne scopro il contenuto: cioccolata calda, una montagna di panna montata ... L'annuso, avvertendo anche una nota alcolica. L'ho ordinata prima di farmi una bella doccia calda. Ne bevo un sorso, attenta a non scottarmi, e le mie papille gustative vanno in estasi. Avevo proprio il desiderio di un dolce, per iniziare alla grande questa mattinata.

Mi lavo il viso, i denti. Mi metto un po' di mascara e mi pettino i lunghi capelli stringendo i denti quando il pettine si incastra a causa dei numerosi nodi. Quando sono pronta, raggiungo l'autodromo di Shanghai. Noto subito i giornalisti appostati nell'entrata degli uffici della McLaren, e la mia speranza che la notizia dell'occhio di Lando non si sia ancora diffusa viene brutalmente spazzata via. Mi faccio largo tra la folla e raggiungo l'ingresso per chiedere a qualcuno cosa sta succedendo.

"Prima ti cercava Zak, ora si trova nel suo ufficio" mi volto e riconosco il volto di Bill, il personal trailer di Lando. Un tipo che non passa inosservato: palestrato come lo sono tutti i personal trainer, dagli occhi scuri e capelli neri a spazzola, che se ne sta seduto a sorseggiare una bottiglia d'acqua. "Okay, grazie" lo ringrazio e mi dirigo verso le scale.

Busso alla porta dell'ufficio di Zak un paio di volte, trattenendo il respiro pur senza rendermene conto. Sento dei rumori al suo interno, un rumore sordo, quasi un sussurro. Dopo un'attesa che mi sembra interminabile, busso di nuovo, questa volta con maggior decisione. Sulla soglia della porta appare Zak dall'espressione molto arrabbiata e in piedi davanti la finestra c'è Lando, sta fissando il circuito.

"Buongiorno a tutti e due"mormoro con il sorriso sulle labbra. Quella cioccolata calda mi ha donato un sacco di energia.

"Sydney!" mi sento chiamata in tono abbastanza alto da Zak, venendo strappata dalle mia felicità. "Tu lo sapevi?" domanda indicando il pilota. Mi giro e osservo Lando, mentre chiudo la porta dietro di me, sta continuando a guardare fuori dalla finestra con aria assente, mentre Zak blatera.

"Ti sei tolto il fondotinta?" chiedo, appoggiando il mia mano nel suo mento. Per poi infilarla nella tasca del pantalone.

"E' normale, ci ho dormito sopra!" asserisce in tono secco, mettendo su un piccolo broncio.

"Si Zak, lo sapevo. Ieri quando sono arrivata in aeroporto, aveva già l'occhio nero." Rispondo a bassa voce. Zak sta camminando freneticamente avanti e indietro in questo piccolo metro quadrato di stanza, in attesa che Lando parli. Ma niente, mi guarda e si accomoda nella sedia davanti alla scrivania.

"E perché diamine non me l'avete detto?" chiede Zak, alzando le mani in segno di resa.

Susseguono alcuni minuti di silenzio, prima che Zak rincominci a parlare: "Ora mi spieghi cosa raccontiamo ai giornalisti e alla stampa? Per colpa tua ci assaliranno di domande" proferisce, sbuffando, per poi buttarsi sul divano affianco a me, senza degnare uno sguardo a Lando. " Quando imparerai ad avere la testa sulle spalle, non sei più un adolescente ... Voglio essere chiaro con te, se continuerai a distrarti in questa maniera, il mondiale non lo vinci."

"Semplice, non ci vado in conferenza. Entro in pista già con il casco in testa ed esco senza farmi notare" Lando continua ad accarezzarsi la guancia, prendendosi volutamente un po' di tempo prima di rispondere.

"Ti prego, ti prego non dire sciocchezze" replica Zak, per poi scoppiare a ridere.

"Se vi fidate di me, vado io a fare la conferenza stampa al posto di Lando." Interrompo il discorso fra Zak e Lando. Le mie parole sono fuoco per Lando, è sorpreso, non può credere alle parole che gli ho appena detto.

"Tu hai intenzione di rovinare la mia reputazione, vero?" afferma Lando. Tutto questo porta con sé una scarica di energia nell'aria .

"Salvarti il culo è il mio lavoro!" dico abbastanza arrabbiata, rivolgendogli uno sguardo fulmineo.

"Che bel lavoro!" ribatte Lando alzando gli occhi al cielo. "Fai una bella cosa, rimani ai box e non complicarmi la vita pure tu."

"Senti, Don Giovanni! Tu, a me, non lo dici quello che devo fare! Ti sto facendo solo un favore, chiaro?"

"Lando, tanto peggio di così non può andare. Lasciala andare al posto tuo" dichiara Zak mentre Lando se ne va, sbattendo la porta dietro di se.

Ascolto il continuo ticchettio dell'orologio che ho al polso e mi inumidisco le labbra per la millesima volta. A volte vorrei farmi gli affari miei ma so' che era la cosa giusta da fare. Non potevo mostrare al mondo intero Lando in quelle condizioni. Ci tengo al mio lavoro e un po' a Lando, nonostante il suo carattere acido e arrogante, lui è il mio pilota. Sapere che si è portato a letto questa donna poco raccomandabile, mi ha dato la conferma che è il classico ragazzo che non ha la testa sulle spalle. A volte cerco di pensare che sia diverso da tutti gli altri, ma poi mi rendo conto che Lando è unico nel suo genere. Adesso devo concentrarmi a trovare una semplice ed efficace scusa, per i giornalisti. Ma perché mi metto sempre in questioni che non mi riguardano, potevo starmene alla larga.

Mi hanno abbandonato in questo stanzino tutta da sola con i miei pessimi pensieri, fino all'entrata dei tre piloti che affronteranno con me la conferenza stampa. Charles Leclerc e i due piloti della Red Bull: Alec Larsson e Massimus Santos. Tutti e tre rimangono a bocca aperta quando vedono la mia figura al posto di Lando.

"E tu chi saresti?" domanda Massimus con voce arrogante.

"Sono Sydney Rossi, l'ingegnere di pista di Lando"dico porgendogli la mano . Il tocco che ricambia è veloce e accennato, come se sfiorarmi gli bruciasse la mano. Noto i suoi numerosi tatuaggi sugli avambracci, un enorme Calavera, in posizione centrale. Un teschio messicano ricco di semplici fiori ai Marigold che fanno parte della tradizione messicana. Quel simbolo ha il significato di scacciare il male, predominio di potere e protezione da parte dei propri defunti.

Chissà come reagirebbe Lando se mi vedesse qui con Massimus, secondo me andrebbe su tutte le furie.

"Quindi ... tu sei il nuovo ingegnere di Lando?" la mandibola è vigorosa e cesellata, con appena un'ombra di ricrescita di barba sulle pelle baciata dal sole. Seguo la linea scolpita degli zigomi, sorvolando labbra peccaminosamente generose e un imperioso naso romano, raggiungendo il paio di occhi che scintillano sotto le ciglia folte e scure. Sono così ipnotici da spaventarmi.

"Sì" Gli rivolgo un sorriso teso.

"Allora quest'anno vincerò sicuramente il mondiale, se Moore ha deciso di portarsi una donna al suo fianco." Lancia un'occhiata agli altri due piloti con un sorriso malizioso.

" Eh?" Andiamo, Sydney. Puoi farcela. Cosa saranno mai sguardi e malelingue? Niente di nuovo. Tira fuori le palle e fai vedere chi sei.

"Lascia perdere ... sai le donne arrivano sempre dopo a capire le mie battute. In ogni caso, per me Moore può avere un ingegnere donna o uomo, a me non importa. Quello che conta veramente e che io batta il tuo pilota!" Gesù, so che la Formula uno può essere un ambiente un po' maschilista, ma non può permettersi di dire queste cose, non mi conosce e non conosce le mie potenzialità.

Qualche tempo fa, attraverso gli schermi era impossibile non notare il perfetto pilota: Charles Leclerc. Quando ero un adolescente, tutte le ragazzine che seguivano la Formula uno sbavavano per Charles, aveva ed ha tutt'ora una bella presenza. Adesso che è davanti a me, stento a crederci, ha un leggero strato di fondotinta che gli rende più liscia la pelle. Sul suo viso c'è qualche evidente ruga intorno alle labbra ma nessun filo bianco fra i capelli corvini. Tutt'altro mondo è Alec Larsson, giovane ragazzo di diciotto anni, con poca esperienza in Formula uno ma con grande talento. Ha l'aria del classico ragazzo perbene. Indossa una maglia blu con le maniche lunghe malgrado il caldo soffocante. Gli occhi verdi sono belli, quasi trasparenti, il sorriso pronto, la stretta di mano sicura.

Sento il battito del mio cuore aumentare improvvisamente quando la porta nera si apre, lasciando presto spazio alla preoccupazione e alla tensione dell'intervista. Faccio un respiro profondo e cammino verso la porta, sforzandomi di non dare a vedere la paura. La presenza in sala diventa sempre più fitta, i giornalisti non trovano più posto a sedere iniziano a spalmarsi sulle pareti. Le autorità si raccolgono dietro le telecamere e aprono la conferenza stampa.

Mentre mi avvicino al tavolo, un giornalista sulla destra, dopo aver salutato tutti gli altri piloti, mi chiede cortesemente: "Scusi, siede anche lei al tavolo?" io mi fermo, ci penso e capisco il suo dubbio non sapendo lui bene chi io possa essere e rispondo "Si, sono al posto di Lando Moore". Incomincia un sottofondo vociferare tra i giornalisti, qualche fotografo mi inquadra, ma non scatta foto. Per adesso non ne vale la pena.

"Buongiorno a tutti dal circuito di Shanghai, qui con noi oggi abbiamo i due piloti della Red Bull, Charles Leclerc e Sydney Rossi, l'ingegnere di pista di Lando Moore" annuncia il signore delle autorità.

Da questo momento inizia una raffica interrotta di flash. Le telecamere sono su di me, cerco di restare impassibile, non muovendo un muscolo del volto. Mi sento un pesce fuor d'acqua, ho le mani fredde e il cervello in panne.

"La mia domanda è per la signorina. Volevo chiedere il motivo dell'assenza del signor Lando Moore" mi si gela il sangue, non so ancora cosa risponde.

" Ehm, buongiorno a tutti. Purtroppo oggi Lando non potrà essere presente, per questioni personali. In ogni caso, sarò lieta di rispondere alle vostre domande." sento un rumore provenite dal fondo della stanza. Un giornalista alzandosi di scatto ha fatto cadere la sedia.

"Ieri nel paddock abbiamo visto Lando con un occhio nero, è questo il motivo della sua assenza?" dice con leggerezza. Dai Sydney, inventati qualcosa, subito, ora!

"Pensavo che volesse farmi delle domande sulla preparazione e su questioni inerenti alle gare " le parole si fermano in gola e non vogliono uscire dalla bocca. ho una carenza di salivazione e sto incominciando a sudare.

"Si può conoscere il vero motivo dell'assenza del signor Moore?" Sono nel panico più totale, tutti questi sguardi che ti fissano e mi mettono in soggezione.

"Lando ... " Prendo un bel respiro e cerco di inventare su due piedi una scusa plausibile "Lando è un ragazzo molto sportivo, gli piace tenersi in forma e la Formula uno non è la sua unica passione. Prima di partire ha avuto un incidente di percorso mentre tirava a boxe, niente di grave" accenno un sorriso, sperando di risultare credibile.

"Signorina, delle nostre fonti ci hanno informato che Lando Moore potrebbe essere stato aggredito da qualcuno" Avverto nell'aria una certa tensione. Il freddo si sta allontanando per lasciare il posto ad un fuoco,ad un caldo infernale. Ora non so proprio cosa risponde, continuo a strapparmi le pellicine dalle mani sotto al tavolo.

Massimus scoppia in una fragorosa risata, portando verso di lui l'attenzione.

"Scusate avete intenzione di porre tutte le domande a lei? No, perché se no posso anche andarmene." Afferma con tono abbastanza arrogante Massimus.

Per tutto il resto dell'intervista, ho ancora l'impressione che tutti gli sguardi siano puntati su di me, in attesa di vedere una mia reazione. E forse per questo che i minuti sembrano ore. Quando ci danno via libera, corro lontano da tutti e da tutto. Ho un enorme imbarazzo, altri giornalisti mi seguono per aver maggior dettagli da scrivere nelle loro riviste sul caso di Lando. Non sono rimasti soddisfatti delle mie affermazioni, vogliono vedere Lando in persona. 

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