Capitolo 44
Londra, Inghilterra
Mi preparo una tazza di caffè bollente, mentre cerco di pensare alle parole giuste da scrivere per Zak. Mi chino per aprire lo zaino e tirare fuori il portatile. Lo accendo e nel frattempo che apro la posta elettronica, video chiamo Anna per avere un supporto femminile. Fisso lo schermo bianco, vorrei tirare un pugno a quel maledetto cursore che continua a lampeggiare, sembra che sia stato messo lì per darmi fastidio. Poi le mie unghie ticchettano sui tasti ...
"Ciao Zak, Sono Sydney, l'ex ingegnere di Lando. Ti scrivo per dirti che vorrei ..." ripeto ad alta voce, lasciando in sospeso la frase.
Corruccio la fronte e cancello tutto. Zak mi conosce, non c'è bisogno di scriverlo.
Provo un approccio diverso.
"Ciao Zak, sono Sydney. Scusami se ti sto scrivendo in questo momento caotico, ma ho urgenza di parlarti. Due giorni fa' mi ha chiamato Lando dicendomi del casino di suo padre e di Santos. Mi ha gentilmente chiesto di tornare ad essere il suo ingegnere, ma prima io vorrei chiederti se il mio posto in McLaren è ancora libero. Ti giuro che tra me e Lando non succederà più niente e di essere più sincera possibile con te.
Qualunque sia la tua decisione, io sto partendo per Milano per andare dai miei genitori. Attendo una tua risposta.
Spero di rivederti presto.
Un abbraccio forte.
Sydney"
"Allora? Cos'hai scritto?" la voce di Anna proveniente dalla videochiamata interrompe i miei pensieri e alzo lo sguardo. Ha il gomito poggiato sul bordo del tavolo, il mento sul pugno ed è sempre la mia solita migliore amica dai capelli rossi. "Spero che hai scritto qualcosa di buono. È da quasi mezz'ora che ci lavori e fra un po' rischi anche di perdere l'aereo per Malpensa" mi dice.
"Davvero?" chiedo scioccata, guardando l'orologio sullo schermo del computer per vedere se ha ragione. "Ehm ... ma se decidessi di venire al Gran premio d'Italia come spettatrice e non come ingegnere?"
Anna mi guarda attraverso la telecamera giocherellando con le chiavi di casa. "Sydney per favore, è il lavoro dei tuoi sogni, puoi fare meno l'orgogliosa e inviare quel maledetto messaggio?!"
"Non me la sento" confesso abbassando lo sguardo dallo schermo.
"Suvvia Sydney! Quel ragazzo ha la madre che gli è stata rapita, vuole diventare il prossimo campione del mondo e non fa altro che implorarti di ritornare. Credi di aiutarlo standotene a lavorare in un supermarket?"
"Io voglio aiutarlo, ma nello stesso tempo non voglio di nuovo innamorarmi. In qualche modo voglio scappare dal mio problema, okay?"
"Lo sai che tornerà, vero?" se ne sta li seduta con le braccia incrociate al petto . Alzandomi dalla sedia stufa di stare davanti al computer, affermo: "Non tornerà"
"Si invece" grida lei. "Sydney capisco che ti ha mentito in un sacco di cose e che ti ha messo in pericolo, ma quel ragazzo di ama veramente. Lo vedo nei suoi comportamenti, nelle sue scelte e nelle sue parole, durante le interviste. Ecco perché sono convinta che cercherà in tutti i modi di tornare da te." Non sembra arrabbiata. Mi guarda quasi con compassione, perché lo sa, Anna mi conosce e conosce i miei punti deboli.
Guardo ancora un'altra volta il calendario, assicurandomi che segni per davvero la settimana del gran premio d'Italia, poi chiudo gli occhi e premo invio.
"Ho inviato l'email" aggiungo riaprendo lentamente gli occhi per vedere l'espressione di Anna. I suoi occhi brillano e si vedono delle lentiggini sul ponte del naso.
"Okay, adesso ti manca solo prendere quell'aereo e domani posso riabbracciarti!" mi dice prima che la connessione si interrompe improvvisamente.
Sento un sorriso esplodermi sul volto, finalmente è arrivato il momento che attendevo da un anno. Soltanto poche ore mi separano dal rivedere i miei genitori. Mia nonna mi ha già mandato un messaggio chilometrico che mi ha fatto emozionare e la mamma mi ha annunciato che non vede l'ora di conoscere Lando.
Ecco ...
Mia madre è sempre stata una spina nel fianco, in questi ultimi giorni ho cercato di convincerla che portare Lando a casa a Milano, era una pessima idea. Tuttavia, le mie innumerevoli scuse non le hanno fatto per niente cambiare idea.
Vogliono conoscere la persona con la quale passo parecchie ore in officina. Per i miei genitori sono ancora la ragazza italiana che si è trasferita in Inghilterra e che sta lavorando senza sosta a Woking. Alzo le sopracciglia e mi sbatto una mano sul viso.
Come ho fatto a nascondergli tutto? In ogni caso non devo perdere la ragione e cercare di non fargli preoccupare. Perché non credo sia opportuno raccontare che tra me e Lando c'è stato qualcosa, ma che non è possibile portare avanti il nostro amore per il bene della squadra. Poi se dovessi dirgli che la famiglia di un pilota sta cercando di farmi del male, mio padre sarebbe capace di ammazzarlo con le sue stesse mani. Ed è mentre i miei pensieri più negativi fanno a gara su chi mi avrebbe battuta più a terra, ecco il cellulare squillare all'improvviso.
"Pronto?" rispondo distratta mentre cerco di sistemarmi i capelli in uno chignon.
"Sono giù che ti aspetto, sei pronta?" la voce di Lando, in questo momento mi rende ancora più nervosa di quanto già non lo sia. Ieri ho deciso di prendere l'aereo assieme a Lando per poter metterci d'accordo su cosa dire a mia madre.
"Sto scendendo" dico riagganciando subito dopo il telefono senza neanche salutarlo. Chiudo il computer e lo metto in valigia. Saluto frettolosamente le mie piante grasse e mi dirigo verso l'uscita, e dopo aver dato, una rapida occhiata al mio appartamento, chiudo la porta.
La prima cosa che noto appena uscita dal portone del mio condomino, è la lussuosa McLaren 540S con la portiera aperta ad ala di gabbiano. Lando appoggiato al cofano della sua macchina, indossa un paio di Ray-Ban a specchio che gli nascondono gli occhi blu notte e ben distanziati. I suoi folti capelli mossi sono coperti da un capellino da baseball la cui visiera gli copre il più possibile il volto e per qualche secondo rimango folgorata a vedere quella bellezza che riusciva a conquistare tutte le ragazze che gli passano accanto.
"Beh, vuoi muoverti o vuoi perdere l'aereo?" mi urla Lando notando la mia testa altrove.
"Arrivo, arrivo. Stavo solo aspettando una risposta da parte di Zak" affermo tirando il mio trolley.
"Non è da Zak, non rispondere ..." precisa con un espressione un po' sorpresa, seppur cerca di nasconderlo ai miei occhi.
"Ehh ...a dir la verità il messaggio glielo mandato soltanto cinque minuti fa" dico grattandomi la nuca.
"Fantastico!" afferma togliendosi gli occhiali da sole. Io alla sua reazione, sospiro rumorosamente incamminandomi verso la macchina per mettere la valigia nel bagagliaio.
"Non avevo il coraggio" rispondo mentre noto lui alzare gli occhi al cielo, sembra addirittura cercare qualcosa o qualcuno. Saliamo in macchina e Lando accende il motore che scatena un ruggito che fa affacciare i miei vicini alla finestra. Nonostante manchi poco a mezzogiorno la temperatura esterna è piuttosto bassa, il cielo è grigio e presto sicuramente pioverà.
Appena fuori dalla via che porta a casa mia, c'è una rotonda di nuova realizzazione, e poi un lungo rettilineo che porta all'aeroporto. "Lando, ascoltami" inizio a parlare mentre osservo fuori dal finestrino l'estesa campagna londinese.
"Dedichiamoci interamente ai nostri futuri" mi interrompe lui continuando ad avere gli occhi fissi sulla strada, e bloccando ogni mio tentativo di mettere le cose in chiaro.
"Voglio precisarti che se sto ritornando non lo sto facendo per te, okay?" rispondo posando in continuazione lo sguardo nel telefono che tengo in mano.
"Cercherò di starti lontano come vuoi tu, ma non ti posso giurare che il mio amore per te sia finito."dice Lando spiazzandomi nuovamente. "Amici?" conclude alzando il sopracciglio, mentre il mio sguardo si posa sul suo.
"Amici!" sospiro con poca convinzione.
Nel momento in cui arriviamo in questo immenso posto chiamato aeroporto, facciamo il solito percorso di controllo e per un'ultima controllo il cellulare in attesa di una risposta da parte di Zak. Il nostro volo sarà diretto, senza scali, senza distrazioni. Quando ci accomodiamo nell'enorme aereo bianco per andare a Milano, gli occhi sono sempre più pesanti e il sonno oramai mi ha preso il sopravvento. La mia testa si appoggia sulla spalla di Lando e senza nemmeno accorgermene passo dalla realtà al mondo dei sogni in un secondo, un mondo nel quale amo rifugiarmi quando mi sento stressata.
Quando i miei piedi toccano terra sembro una bambina in un parco giochi. Avete presente quando anche la minima cosa vi manda in estasi soltanto perché è "normale" o perché si tratta della cosa che avete sempre desiderato. Tutto mi sembra fantastico: le pubblicità che ricoprono le pareti della struttura aeroportuale, le scritte in lingua italiana, i monitor che mostrano il duomo di Milano e il teatro "la Scala". Poi rimango a fissare un monitor dove c'è il logo della Formula uno, e un brivido mi percorre lungo la schiena. La parola "Monza" e le bandiere italiane che rimbalzano un po' ovunque non può farmi realizzare che ormai sono atterrata a casa mia.
Le tre ore di aereo hanno addormentato i miei muscoli e sento il bisogno di stirarmi la schiena. Allungo le braccia,ed è una liberazione pura. Chiudo gli occhi godendomi dei minuti prima che la mia valigia esca dal ritiro bagagli.
"Se hai finito di sgranchirti, potresti anche aiutarmi con le valigie" la voce di Lando, mi risveglia dai miei pensieri. Gli faccio un sorriso sghembo e lui sbuffa.
"Arrivo....arrivo" L'aiuto afferrando la mia valigia arancione e successivamente la sua.
Superiamo con fluidità anche la temibile polizia di frontiera che mi ritrovo libera di calpestare il suolo milanese. Per un po' l'emozione prende il sopravvento e quasi non riesco a muovermi, tutti i piani mentali che mi sono fatta in questi mesi sul mio arrivo in Italia per il gran premio italiano saltano. Sono in balia di me stessa e delle mie sensazioni, imbambolata a vedere il sole che splende nel cielo chiaro.
Mi aggrappo al mio trolley e faccio strada a Lando per andare a prendere la macchina a noleggio. Sono nervosa al solo pensiero che, tra pochi minuti rivedrò la mia famiglia al completo. Sento il battito amplificato come attraverso uno stetoscopio.
Giusto il tempo di mettere le borse nel bagagliaio e saliamo di nuovo in macchina. Per la prima volta guido io, solo per il semplice fatto che Lando non è abituato a guidare con il volante a sinistra.
All'inizio anche io non essendo più abituata alla guida a sinistra, ad ogni curva, incrocio o rotonda mi viene un colpo, ma è solo questione di abitudine.
"Lando, i miei non parlano inglese. Cioè mio padre un po', ma i nonni e la mamma, sanno poco o niente" appoggia la sua mano calda sulla mia nel cambio. Una scarica elettrica mi attraversa il corpo e la rigaggio subito mettendola sul volante. So' che questa cosa potrebbe avergli dato fastidio, ma deve capire che tra di noi è veramente finito tutto.
"Non importa, in qualche modo mi farò capire" dice aprendo il finestrino fino a metà. Poi continua: "Qual è la nostra destinazione Melbourne?" domanda sottolineando quel nome con il suo accento inglese.
"Casa dei miei genitori" rispondo solo dopo che controllo se l'incrocio è libero prima di attraversarlo.
"COSA? Sai scherzando spero?" chiede, con una voce molto sottile. "Avrei giurato che me li avresti fatti conoscere nel box, Domenica mattina, non oggi!"
Sospiro e ripenso a quello che mi ha chiesto mia madre prima che Lando mi rivelasse di suo padre. "Questo week-end, durante le prove libere sarai molto impegnato con le conferenze stampe e con il team. Quindi trai le conclusioni da solo, che sei grande ... e poi i miei ti vorrebbero conoscere senza la tuta addosso" spiego con calma, avendo lo sguardo fisso nell'orizzonte.
"Ah okay, come vuoi tu. Comunque potevi anche dirmelo prima!" afferma scocciando.
Respiro profondamente, sapendo che ha perfettamente ragione e proseguo per la mia strada. Mi sento strana e nervosa nel vedere i miei genitori che continuo a battere l'indice sul volante. "Lando ... i miei non sanno nulla del mio licenziamento alla McLaren .... per favore di non dirgli nulla." Il silenzio più tenebroso cala dentro l'abitacolo.
Lando non mi risponde, ma annuisce con la testa continuando a fissare il traffico caotico di Milano. "Mi viene da pensare che non sappiano nulla di quello che c'è stato fra noi due".
Svolto a sinistra e mi trovo subito in viale Liguria, fino a quando la macchina non rimane imbottigliata nel traffico. La mia bocca è stretta come una fessura e non accenno a rispondere, come se dire che i miei genitori non sapessero della nostra relazione mi facesse male.
Gli occhi di Lando bruciano i miei, come a voler incenerire la verità nella nostre profondità. "Sul serio non gli hai detto nulla?"
"Lando, no!" dico esasperata. " Era una relazione segreta o no?" non riesco a trattenermi. Fermo la macchina e metto la marcia in folle, osservando il traffico affianco a noi e qualcosa mi dice che rimarremo qui per parecchio tempo. "I miei genitori non devono saperlo ... come non devono sapere del casino in cui mi hai messo. Mia madre potrebbe morire d'infarto e mio padre potrebbe ammazzarti ...."
" ... e io non voglio."
Lando continua ad annuire con la testa bassa come se quello che gli sto dicendo fossero delle coltellate dietro la schiena. Il mio cuore sbatte violento contro le costole mentre continuo a tamburellare le dita nel volante.
"Sydney, ho paura ..." confessa. Afferra la mia mano, ma questa volta non posso rifiutarmi o meglio non voglio. In questo momento sta troppo male, a tratti mi ricorda me quando ho scoperto di aver perso il nostro bambino. Sento martellare il terrore nelle mie vene quando il suo viso si china vicino al mio. I suoi occhi blu sono di un colore più chiaro quasi marino con qualche accenno di giallo.
Un suono proveniente dal mio cellulare, mi indica di aver ricevuto un sms, interrompendo il discorso di Lando che si allontana subito da me. Recupero la mia unica forte di salvezza e guardo lo schermo.
Mi sento sprofondare, sprofondare giù nelle profondità dell'oceano. Questo messaggio mi lascia senza parole. Incomincio a emettere delle piccole consonanti. "L ... La ... Lando"
"Che c'è?" mi dice arrabbiato voltandosi, mentre i suoi occhi ritornano sui miei.
"Zak mi ha scritto: Troviamoci domani mattina alle otto nella hall degli ospiti!"
Ciao a tutti!
Sono felice di annunciarvi che "All around the world" è arrivato a 15K di visualizzazioni. Sono mooolto contenta.
GRAZIE! senza di voi la storia non esisterebbe.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. E al prossimo.
Un abbraccio, Smartys
Seguitemi anche su Istagram: all_around_the_world2000
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