Capitolo 4 - Australia
Sabato
Albert Park, Melbourne
L'aria di Melbourne mi invade i polmoni, ha una temperatura completamente diversa dalla nostra. È più fresca e leggera. Qui tutto sembra più bello e facile, gli australiani sembrano una popolazione riposata, non sommersa da mille problemi. Ora capisco perché mia madre adora questa terra, è capace di farti dimenticare qualunque problema.
L'Autodromo si trova a pochi passi dal mare e se mi fermassi solamente un attimo, riuscirei a sentire le onde del mare. Quell'immensa distesa d'acqua salata, che racchiude un mondo sotterraneo sensazionale. Potrei restare per tutta la mattinata a ammirare questo paradiso, ma devo andare a lavorare. L'entrata dell'autodromo è vuota e silenziosa. La mia mattinata sarà molto lunga, ho parecchie interviste e qualche analisi. Oggi scopriremo se la macchina è in grado di affrontare i nostri avversari. L'anno scorso la macchina superiore a tutti è stata la Ferrari di Charles Leclerc. Quest'anno la McLaren vuole molto di più, non gli basta un semplice terzo posto nella classifica del campionato costruttori.
Hanno dato molta fiducia a Lando e a Dorian Morel, il secondo pilota della scuderia. I tifosi lo hanno sempre visto come un pilota freddo e calcolatore, disposto anche a sporcarsi le mani per far vincere la propria scuderia. Ma in realtà non è così. Lui è un pilota francese completamente diverso da Lando. Molto concentrato, scrupoloso ed educato, non lo si vede mai fuori a festeggiare dopo le vittorie. A volte mi chiedo come facciano Lando e Dorian ad andare d'accordo, ammesso che sia così. Non è insolito che i compagni di squadra si piacciano. I piloti possono anche correre per la stessa scuderia, ma questo è uno sport solitario ed estremamente competitivo.
Dopo svariati minuti alla ricerca dell'entrata dello staff arrivo al paddock, l'immensa area dell'autodromo in cui stazionano motorhome e gli uffici della scuderie, ci sono ingegneri e meccanici vestiti con propria divisa. Tutti si salutano e si scambiano quattro parole sulle loro vacanze. Vicino a me ci siamo "noi", la piccola ma potente McLaren. Noi ingegneri indossiamo una camicia bianca con dei pantaloni arancione, colore che identifica la squadra. Con noi ci sono anche i piloti che indossano la tuta ufficiale del campionato, stanno scambiando saluti e foto con i fan.
Osservo una ragazzina correre in contro a Lando. Lo abbraccia e lui le autografa il cappellino. In questo momento mi ricorda me da adolescente, quando ho incontrato il mio grande idolo al gran premio di Monza. È stato un giorno indimenticabile, ma cavolo quanto tempo è passato! Al tempo, la scuderia Ferrari aveva appena comprato un giovanissimo Leclerc che poi vinse il gran premio. La Mercedes aveva vinto il suo penultimo campionato costruttori, l'anno in cui Lewis Hamilton ha deciso di dedicarsi alla moda e rinunciare alla sua più grande passione.
"Hai intenzione di mangiarti quel gelato tutta da sola?" domanda una voce molto familiare. La mattinata trascorsa tra test e interviste è stata molto stancante, ma decisamente interessante. La stanchezza non mi impedisce di riconoscere la voce di Samuel.
Tengo in mano un cucchiaio immerso in una ciotola ricca di gelato alla fragola con mandorle triturate che mi serve per dare uno risveglio al mio animo. Batto le palpebre pulendole dalla patina trasparente lasciata dai miei pensieri masticando a rilento. Pulisco velocemente gli angoli della bocca con il dorso della mano mentre mando giù a fatica il boccone di gelato. E in meno di due secondi mi viene un forte mal di testa.
"Samuel!" annuisco e lui saluta con un cenno della mano. L'odore di caffè che emette la sua tazza mi investe quando si avvicina.
"Cosa ci fai qui tutta sola?" chiede sorridendomi. Samuel è un meccanico del team di Lando che ho conosciuto due settimane fa. È entrato a far parte di questa grande famiglia da almeno tre anni, lui si che conosce ogni singolo segreto di questa routine. È un ragazzo molto alto, quanto un giocatore di pallacanestro. Oggi indossa una polo bianca con dei disegni al bordo del colletto. Dietro ad una sottile montatura nera si nasconde uno sguardo sveglio e attento, e le sue guance sono rosse.
Con un sorriso sistemo il tavolo dagli appunti con una certa fretta ed esclamo:" Stavo esaminando alcune analisi che non mi convincono." il lavoro mi sta ammazzando troppo.
"Basta Sydney! E' tutta la mattinata che studi su quei maledetti fogli, vieni con me che ti porto in un posto speciale" afferro la sua mano e mi alzo dalla sedia.
Mi allontano dalla scrivania, avvicinandomi all' attaccapanni per prendere ala la borsa a tracolla. Prima di uscire dalla stanza, con la coda dell'occhio vedo il mio piano da lavoro tutto disordinato. Samuel, al mio fianco mi guarda e continua a sorridermi. "Sei parecchio carico oggi. Che ti prende?" dico immaginandomi il suo modo di guardarmi alzando il sopracciglio, con quegli occhi sempre attenti anche se così diversi.
"Niente, sono felice di essere qui, Melbourne mi mette sempre di buon umore" passeggiamo fino a raggiungere il gradino più alto degli spalti. Da qui si vede tutto il circuito, uno spettacolo unico. Sorrido leccandomi le labbra mentre una leggera e piacevole brezza marina mi invade le narici con l'inconfondibile odore del mare. Mi appoggio ad una panchina, Samuel si siede accanto a me tenendo le mani sulle ginocchia.
"Uhm cambio di vento. Questo vuol dire solo una cosa, sta arrivando una tempesta" affermo mentre Il vento caldo infuria alle mie spalle, scompigliandomi i capelli che sta mattina ho raccolto in una coda di cavallo. "Questo ci potrebbe rappresentare un problema per le qualifiche o per la gara stessa" continua mettendo il naso per aria.
"Speriamo che Lando se la cavi con la pioggia" Samuel piega la testa di lato e si lascia scappare un sorriso dolce, la sua voce un po' roca mi distogliere nel pensare.
"Chi è quello?" chiedo a Samuel indicando un ragazzo che si trova al di là del cancello. Indossa i pantaloni della tuta e una maglia bianca ignifuga con le maniche arrotolate fino al gomito, che lasciano intravedere i suoi avambracci tatuati.
È un bel ragazzo in una maniera disarmante. Il mio sguardo si posa sul suo corpo muscoloso, scrutando ogni sua minima forma. Come se fossi diventata incapace di togliergli gli occhi di dosso, continuo ad analizzare ogni suo movimento senza preoccuparmi minimamente di avere affianco Samuel.
Però quando il suo sguardo si posa su di me, quasi si sentisse osservato, lo distolgo immediatamente.
" Lui è Massimus, il pilota della scuderia Red Bull. Diciamo che lui sarà la prima persona che Lando ti dirà di evitare. Si odiano da quando sono bambini e nessuno conosce il vero motivo."
"Buono a sapersi ..." esordisco distrattamente mentre mi stringo nelle spalle.
"Lo sai che il suo soprannome è Serpiente?" mi chiede Samuel.
"Nessuno lo chiama così sui giornali" mi permetto di dire solo perché il giorno prima avevo dato una lettura veloce ai giornali sportivi.
"Non è un soprannome della stampa." Sono scettica ma abbocco comunque l'amo che mi ha gettato.
"E allora chi lo chiama così?"
"Inizialmente Lando, ma ora tutte le persone nel paddock" Samuel agita le sopracciglia in modo eloquente.
"Perché è originario del Messico e lì è pieno di serpenti?" domando socchiudendo un occhio.
"Macché, Lando non inventa sopranomi così scontati!" esclama con tono divertito. Allora Lando ha l'abitudine di dare i sopranomi a tutti quanti.
"Illuminami." Dico mentre mi alzo dalla panchina mettendomi la borsa sulla spalla. Devo scendere in pista che Zak mi attende per esaminare gli eventuali problemi che potrebbe riscontrare la macchina durante la corsa e devo darmi una mossa.
"Perché i serpenti associano la loro bellezza e l'agilità dei momenti per incantarti per poi attaccare quando meno te lo aspetti." scuoto la testa, e sul mio viso si forma un lieve sorriso. Ma questi ragionamenti contorti come gli vengono in mente a Lando?
"Dimenticavo di dirti che se hai qualche domanda e o dubbio, sai dove trovarmi" dice scendendo le scale velocemente rischiando di travolgere qualche fan. Scuoto la testa, muovendo la mano sinistra per salutarlo.
Sto passeggiando per il circuito di Albert Park con affianco Zak e altri ingegneri. Intanto i miei pensieri continuano a gravitare intorno a Massimus e a Lando, nonostante io stia provando a rimanere concentrata.
"Sydney hai scritto quello che ho detto?" domanda Zak, incrociando le mani dietro la schiena. La sua voce è rauca e stanca. Ho l'idea che non abbia dormito per tutta la notte, ha due grandi occhiaie coperte da poco fondotinta.
Sento il bisogno di trovare una scusa. "Stavo ripassando mentalmente le strategie di gara"
"La tua mente deve essere qui. E occhi sul tracciato." Annuisco.
"Adesso che abbiamo nuovamente con noi la mente di Sydney, perché non parliamo ..."
Però chissà qual è il motivo per il quale Lando e Massimus si odiano. Certo Lando non mi ha mai suscitato grande simpatia e credo che sia lo stesso anche per Massimus. Il suo carattere non è uno dei migliori, ma ha qualcosa che mi ispira.
"Sydney si può sapere che hai per la testa? Sono già due volte che ti parlo e tu non scrivi! Cerca di essere un po' più attenta" mi riprende nuovamente Zak.
"Scusami Zak, sono tanto emozionata. Per me è un mondo tutto nuovo e basta poco per distrarmi." Socchiude gli occhi per cercare di osservarmi meglio.
"Per questa volta, lascio passare ma sappi che d'ora in avanti ti voglio attiva e sveglia!" esclama Zak. "Dobbiamo battere le altre scuderie"
Annuisco mentre mi trovo in mezzo a una gara di monopattini tra Dorian e Lando. Strillano come dei bambini.
"Fate attenzione" urla Zak. "Vedi con quali elementi devo lavorare."alza la mano con il palmo verso l'alto per indicarli. Scoppio in una risata trattenuta. Arrivati al traguardo, le poche persone presenti sugli spalti applaudono.
La gara di monopattini è stata vinta da Lando per pochissimi secondi. Dorian tiene il broncio e fa finta di piangere, prima di affermare: "Non vale mi hai spinto".
"Ma che dici, è stato un incidente di gara". Dopo questa vittoria alquanto bizzarra, l'ego di Lando cresce a dismisura.
I miei occhi seguono i movimenti del monopattino e di Lando. Indossa una felpa con il cappuccio grigio scuro con dei pantaloncini arancioni. Queste ultime settimane, restando sempre a contatto con lui, sono riuscita a conoscerlo meglio. Lando è infantile e fanatico nello stesso tempo. Se le cose non sono come dice lui, cioè perfette e veloci è capace di mollare tutto e andarsene via. È una persona alquanto strana.
Io e lui abbiamo due caratteri molto forti per andare d'accordo, motivo per cui litighiamo spesso. Riconosco di essere una persona molto pignola, ma non sopporto quel genere di persone come Lando. Non fanno altro che mettere pressione per farti sbagliare davanti a tutti. Per Lando non sarà facile mettermi i piedi in testa, dovrà stare alle mie regole quando sarà in pista o mi dispiace per lui, non vincerà il campionato.
Ha dei difetti ma anche dei pregi, non odio tutto di Lando. Mi piace molto la sua determinazione nel suo lavoro. In lui percepisco grande talento, quelle due volte che l'ho visto in pista mi ha trasmesso brividi e solo pochi piloti mi hanno fatto sentire così. È istintivo con una guida aggressiva, capace di dare spettacolo al pubblico. Crede molto in quello che fa e ci crede fino in fondo.
In lontananza vedo un uomo che si sta avvicinando. Deve avere sui sessant'anni, ha i capelli bianchi e un volto segnato dalle rughe. Ci avvisa che dobbiamo uscire dalla pista, perché fra poco inizieranno le qualifiche del gran premio.
Bene, diamo inizio al Gran premio d'Australia.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top