Capitolo 28 - Gran Bretagna
Venerdì
Silverstone, Regno Unito
Questa notte non ho chiuso occhio, e proprio nel momento in cui ho preso sonno ho fatto il solido incubo: l' incidente di Lando. A volte mi chiedo cosa mi spinge a sognare così tanto.
Le mie paure stanno crescendo a dismisura ad ogni gara. Più i giorni passano e più faccio fatica a dormire. Ho la testa in subbuglio, sono esausta, spossata e molto confusa. E qui a Silverstone mi sento peggio che mai. Al pensiero che fra poco salirà sulla monoposto e andrà in pista, mi viene la nausea.
Non sto dicendo niente a Lando, è sempre troppo felice quando siamo insieme, perciò non gli dico mai niente. Non voglio approfondire il discorso perché non c'è niente che lui possa dire affinché mi faccia sparire gli attacchi di panico. L'unica cosa che potrebbe farmi dormire la notte, sarebbe che lui non gareggiasse, e questo non succederà mai. La Formula 1 fa parte di lui, la monoposto è la sua vita. È l'aria che respira.
Lando ha vinto il Gran premio della Germania, ma non quello della Francia. Comunque ha aumentato il distacco nella classifica con gli altri piloti. Sono fiera di lui, ma quando eravamo al circuito di Paul Ricard, in Francia, mi sono resa conto di quanto fosse difficile stargli dietro. Devo trovare un modo di gestire il lavoro dai sentimenti. Sto con lui, e lui è un pilota e io il suo ingegnere. Dovrò assistere sempre alle sue corse. Devo imparare ad affrontarlo in silenzio.
I miei occhi verdi sono cerchiati da scure occhiaie violacee, che risaltano sulla mia carnagione pallida. Le mani sono martoriate, segno che durante la notte in preda dal nervosismo mi sono mangiate le unghie e tirata le pellicine. Non ho di certo un bel aspetto ma ora non mi importa.
La luce soffusa dalle lampade illumina l'intera sala degli uffici dei commissari, dando allo stesso tempo un'atmosfera misteriosa e conviviale. Lunghi manifesti sono stati appesi ai muri in onore per l'anniversario del tracciato.
In mezzo alla folla in lontananza noto Massimus in tenuta ginnica: anziché con la solita tuta aderente da pilota. I suoi lunghi capelli li ha accorciati con il suo solito codino. "Buongiorno uccellino" sebbene sono parole cordiali, alle mie orecchie suonano gelide e senza motivo. Chino leggermente il capo, cercando di capire quali siano le sue intenzioni.
"Nessuno ti ha dato il permesso di chiamarmi: uccellino" Massimus ride. Sebbene sia giovane quanto me e Lando, Massimus sembra molto più vecchio, ma non di aspetto, bensì di carattere, di atteggiamento.
"Adesso non posso più fare dei complimenti a una bella come te?" domanda. Tutti, compresa io sono a conoscenza della sua doppia personalità. È il comportamento di oggi ne è la dimostrazione. "Perché non dimentichiamo quello che c'è è successo tra di noi e ci andiamo a prendere un caffè insieme?" continua con un sorriso stampato in faccia.
Strabuzzo gli occhi e, in modo un po' infantile, mi volto verso di lui, come per constatare di aver sentito bene. Poi distolgo lo sguardo in cerca di un eversivo, lui se ne accorge, tuttavia non dice niente.
"No, grazie. Sono impegnata, sai com'è sta mattina abbiamo delle prove molto importanti. È non voglio distrarmi con un pilota lunatico." Affermo stringendo più forte la spallina dello zaino che porto in spalla. Massimus piega la testa leggermente di lato.
"Uccellino, ti viene proprio difficile essere carina con me." Appena finisce la frase, scuoto la testa e mi allontano lontanamente da lui.
All'apertura della porta del garage, sento i suoni degli ingranaggi e dei motori che aumentano di giri; sento la musica alla radio e quell'odore tipico solo delle auto, in particolare delle auto da corsa. Tutto il mio nervosismo svanisce nel nulla. Essendo meticolosa, controllo più di una volta la sua macchina, ancora di più di quanto faccio di solito. Questo week-end deve essere tutto impeccabile, dobbiamo regalare spettacolo ai nostri fan inglesi. Scaravento a casaccio un foglio dopo l'altro sul tavolino. Odio tutto questo disordine, ma orami il tempo stringe.
Lando si arrampica nell'abitacolo, mi guarda con i suoi occhi oceano un' ultima volta, prima di abbassare la visiera. Samuel gli allaccia le cinture di sicurezza e toglie il computer dalla macchina. Tengo in mano il suo volante, vorrei tanto non darglielo ma mi sento costretta. Mi avvicino all'abitacolo, cercando di vedere ancora una volta i suoi occhi all'interno della visiera. Gli consegno il volante in silenzio, se lo posiziona e si tamburella con due dita sul casco.
"Andiamo a vincere a casa" dice con l'affanno. A volte mi chiedo come faccia a respirare sotto il sottocasco ignifugo durante la corsa. Mi allontano e confermo che può scendere in pista. Tutto pronto per le prove libere. Mentre la McLaren guidata da Lando esce dai box, vado a guardarlo sugli schermi, sto impazzendo. Non parlo con nessuno. Un paio di volte, Samuel e Zak hanno cercato di commentare le prove degli avversari con me, ma ho lo sguardo fisso nei tempi di Lando.
Ora è sulla curva sette, si avvicina rapidamente a Massimus che sta provando anche lui. So che si sta innervosendo perché non gli sta consentendo di passare. Non ho bisogno di stare al muretto per sapere che lo sta maledicendo dentro quell'abitacolo. Lo odia da morire, cerco di ripetere sotto voce con le mani sulla bocca di stare calmo e che è solo la sessione di prova. Non importa superarlo adesso, non conta. Lando ha una guida troppo violenta, preoccupata faccio guizzare lo sguardo in direzione di Zak, ma poi ritorno subito a scrutare gli schermi.
Aspetto una bandiera blu che indichi a Massimus di far passare Lando. Arriva subito ma quell'arrogante di Massimus non rallenta. Ma che cavolo non l'ha vista?
Lo vedo accadere in una frazione di secondo, Lando perde il controllo della vettura ed esce dal tracciando, andando a battere contro la barriera. Le parole mi sfuggono, l'urlo mi rimane impigliato in gola. Mi copro gli occhi con le mani, rimango pietrificata. Ho il cuore a mille. Fisso lo schermo cercando disperatamente un movimento da parte di Lando.
"Lando rispondimi, stai bene?" accendo la radio senza chiedere il permesso a Zak. Sono preoccupata, il cuore mi batte così forte da farmi male. Ti prego tesoro rispondimi, non sopporto più questo silenzio. Ti scongiuro.
"Si, si, sto bene. Quel bastardo di Massimus che ha in testa?" dentro di me tiro un lungo sospiro di sollievo.
Si sgancia le cinture e butta il volante lontano dall'auto. E' furioso e frustato, continua a calciare le pietre che si trovano sul tracciato.
Torna ai box a piedi e finalmente quando lo vedo Lando tra la folla di giornalisti, lo raggiungo correndo. È di schiena, indossa ancora la tuta e il casco, non mi ha ancora visto. Lo abbraccio da dietro e lo stringo forte, ho paura, tanta paura.
"Sydney ..." sussurra incredulo. "Lando" rispondo a suo tono così dolce e serio. Si gira lentamente e mi fulmina con lo sguardo.
Si toglie il casco con entrambe le mani e lo appoggia per terra. Ha la faccia sporca dal sudore e i capelli bagnati. Faccio un profondo respiro. Mi prende tra le sue braccia, mi preme il viso sul suo petto, ma questo incastro dura molto poco. Entrambi in silenzio, entrambi consci che quell'abbraccio esprime più di quanto possano dire le parole. L'unico rumore sono gli scatti dei fotografi.
" Che ci fai qui fuori, torna al muretto" mi supplica staccandosi immediatamente. La paura ha la meglio su di me e mi stringo di più affondando la testa sul suo petto così famigliare. Sono completamente bloccata.
"Ho avuto tanta paura" rispondo con le mani gelate. Sto cercando di trattenere le lacrime.
" Va tutto bene Sydney, sono qui . Mi dispiace di averti fatto prendere uno spavento." mi sussurra sperando di calmarmi.
"Uno spavento? Mi hai tolto dieci anni di vita, altro che spavento!" si passa una mano fra i capelli con un sospiro.
"Non farti prendere dal panico, non è successo niente. Adesso andiamo che non mi piace stare qui davanti a tutti. " lo guardo negli occhi. E' sincero. Mentre vedo in lontananza la figura di Massimus, Lando si allontana da me, accorgendosi anche lui della sua presenza.
"Serpiente, potevo farmi realmente farmi male in pista per colpa tua. Prossima volta guardala la bandiera blu." Dice Lando raccogliendo da terra il casco con entrambe le mani.
"Peccato ... la prossima volta cercherò di mandarti fuori pista, una volta per tutte. Ricordati che sono io il migliore, tu devi solo ringraziare di avere quella sgualdrina come ingegnere" mi aspetto che si arrabbi. Mi aspetto che mantiene la parola riguardo al discorso. Merda, mi sbaglio.
Tempo pochi istanti e si scatena l'inferno. Lando sbatte Massimus contro la serranda di un box chiuso. I giornalisti gridano, i meccanici scavalcano persone per andare a dividere i due uomini e Charles e Zak si fanno largo a spintoni per raggiungere le star della Formula uno.
Lando sferra un cazzotto, qualcuno afferra Massimus e lo strattona da una part, così il pugno di Lando atterra sulla serranda con una violenza tale da ammaccare il metallo. Entrambi cercano di attaccarsi a vicenda, ma i sono così tante persone a trattenerli che non c'è alcun scambio di colpi. Quando i due sono separati, vedo gli occhi infuriati di Lando, guardare prima me e poi Massimus.
Zak emise un fischio assordante con la sua bocca e poi urla a tutti i presenti di andarsene. I giornalisti vengono allontanati dalla sicurezza verso l'uscita della pit lane.
"Ora che diavolo è successo tra quei due?" mi chiede Charles una volta che mi ha allontanato dal casino che io avevo ammirato restando ferma e immobile.
Non ho idea, ma devo capire il motivo del profondo odio fra i due.
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