Capitolo 24

Bristol, Regno Unito

Point of view: Lando

Mi siedo sul divano della mia vecchia cameretta, sono a Bristol da mia madre. Sento l'aria crescere a dismisura dentro di me. Ogni volta che chiudo gli occhi mi appare l'immagine di Sydney, ogni linea del suo corpo nella piscina dell'albergo. Quieta.

Guardo il sole entrare dalla finestra e quando chiudo gli occhi è ancora lì, come se fosse rimasta inchiodata nel mio cervello. La amo alla follia, dio quanto la amo. I miei pensieri corrono. Mi viene in mente una frase dal sapore politico vista in qualche spot pubblicitario qualche tempo fa, "l'amore vincerà", perché alle mie orecchie suona come una brutta menzogna?

I passi di mia madre si avvicinano sempre di più, e si ferma sull'uscio della porta. Mi fissa come si guarda un povero pazzo, malato di mente. Blocco la testa tra le mani come se volessi impedirle di decollare.

"Oggi sei particolarmente silenzioso, come dire sei ... sei diverso. Hai vinto la tua prima gara in Formula 1, ma in te non c'è solo felicità. " esordisce con queste parole mentre accende la lampada sul comodino. Mi lascia spiazzato. Non ho idea di cosa dirle.

"Mamma, mi sono innamorato" mormoro abbassando la voce di qualche tono la mia voce. Ignorando il suo dolce sguardo.

"Lando non è una novità per me" esordisce scherzando.

"Questa volta è diverso! Lei è completamente diversa dalle ragazze con le quali sono stato. Sydney è il mio ingegnere di pista" Sfila una mano dalla tasca dei jeans e mi accarezza un braccio.

"La ragazza del podio, non è vero? " annuisco.

"Mamma non possiamo stare insieme. Ogni giorno mi convinco che sia solo una cotta che poi passerà ma poi non riesco a levarmela dalla testa" scuoto la testa, tutta quella verità la confondeva.

"Sono convinta che se spiegherete la situazione a Zak, lui capirà" il mio indice disegna cerchi immaginari sulla stoffa del pantalone.

"Le hai parlato di tuo padre, vero?" quando parla la voce è una lama affilata che mi perfora il cuore, il mondo attorno a me si ferma.

"Non esiste, Sydney non deve sapere della sua esistenza. Non voglio che veda la persona orribile che è." dico serrando la mascella.

"Lando se ti fidi di lei, non dovresti mentirle. Sydney merita di sapere."

Filo dritto in cucina per bere un bicchiere d'acqua e calmarmi. Non passa molto tempo che già sento i suoi passi veloci riecheggiare in cucina. Oggi la vedo particolarmente felice, forse perché mio padre non si è fatto più sentire e tutto è tornato quasi alla normalità. Non vedo l'ora di vincere il mondiale così potrò finalmente portarla via da questa casa. Le comprerò una villa in Francia o forse in Italia, purché mio padre non lo venga a sapere.

Mi avvolge in un abbraccio che mi coglie di sorpresa. Il suo abbraccio è forte, avvolgente. Mi riempie di buon umore, era tanto che non mi sentivo così bene.

"Me la farai conoscere?" domanda mentre si stacca dal lungo abbraccio.

"Se vuoi possiamo organizzare un pranzo quando corro qui a Silverstone? Ti va?"

Qualcuno suona alla porta d'ingresso, tutte e due ci blocchiamo. Cala un silenzio di tomba, ho come il presentimento di sapere chi si cela dietro quella porta. Mi avvicino lentamente alla porta, ma mia madre mi ferma con un gesto della mano.

"Aspetta un minuto, Lando. Se dovesse essere lui, ti prego mantieni la calma" mi chiede con gli occhi terrorizzati. Alzo gli occhi al cielo e faccio un bel respiro.

Raffiche di vento mi pungono un lato della faccia, mentre apro il portone dell'edificio in cui abito. E' lui, quello schifoso di mio padre. Entra senza salutare, si toglie la giacca e l'appende sull'attaccapanni.

"Salve famiglia, come state?" l'aria è un fluido trasparente che sta diventando mano a mano pesante. Devo cercare di stare calmo, l'altra volta mi sono lasciato sopraffare dalla rabbia.

"Cosa sei venuto a fare?" chiedo calmo affiancandomi a mia madre.

"Semplice Lando, voglio i tuoi soldi" la voce roca di mio padre rimbomba in tutta la cucina. Apre il frigo, si prende una Sprite e se ne versa mezzo bicchiere. Poco dopo mia madre si rifugia in salotto e ritorna con una busta bianca in mano. Me la consegna con le mani gelate. Ha il viso pallido e tirato, lo sguardo truce. Ci scambiamo un'altra occhiata. Sento un tuffo al cuore.

-"Va bene, questi sono tuoi e adesso sparisci" prendo la busta e la sbatto violentemente sul tavolo. Alcune banconote escono fuori.

-"No, non ancora" ringhia prima di sorseggiare –"Voglio parlare di ieri. Sono sorpreso del tuo sorpasso, ma ho come il presentimento che non sia farina del tuo sacco" apre il cassetto per prendere il coltello. Deve tagliare una fetta di arancia. Non rispondo alle sue provocazioni, non merita la mia attenzione.

-"Carina questa Sydney Rossi. Quella ragazza che è salita sul podio con te. E io che pensavo che le belle ragazze, in questo sport potessero solo fare le ombrelline" dentro di me sento scattare qualcosa. La furia funge da propellente per razzi, facendomi scattare verso di lui. Sono pronto ad esplodere, non deve neanche nominarla Sydney, non ci penso neanche due volte a tirargli di nuovo un pugno.

-"Stagli lontano" ringhio mentre afferro il coltello di nascosto, senza che lui se ne accorga.

Deglutisco e stringo ancora più forte il coltello dietro la schiena, mantenendo la postura rigida. La prossima volta che dice qualcosa non avrò paura ad usarlo.

-" Te la porti a letto come ti ho insegnato?"" sussurra vicino al mio viso. Con mossa veloce porto il coltello davanti al suo viso e appoggio la punta del coltello sulla piega posta sotto l'occhio sinistro. Il suo respiro si fa più rapido. Metto le mie labbra vicino al suo orecchio:"Tu per lei non esisti. Non sa della tua esistenza perché non gli ho mai parlato di te e mai gli parlerò. Sei quel padre che nessuno vorrebbe. Penso di essere stato chiaro. Quindi prenditi i miei soldi e sparisci".

Non muove un muscolo, il suo cuore che già correva sicuramente ora sarà salito in gola Butto il coltello nel lavabo, causando un suono assordante. Mi porto le mani sul collo, massaggiando piano la zona dolorante, e cerco di respirare regolarmente. L'ho osservo raccogliere i soldi dal tavolo, prima di svanire, senza fiatare e degnarci di un ultimo sguardo. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top