Capitolo 5 - Drago+drago= morte

Ero trasformata nel draghetto rosso e stavo sorvolando la pianura per tornare a Drindals. Ad un certo punto mi sorpassò a gran velocità una figura nera, molto più grande di me e mi si fermò davanti. Era un drago nero ma senza le zampe anteriori: una viverna. Mi urlò contro e mi attaccò mordendomi al collo. Silenzio.

Mi risvegliai nella mia camera, mentre nell’altra stanza c’erano due persone.
«…hai perso la ragione? Avresti potuto ucciderla!» disse una che sembrava Nahim. Era molto preoccupata.
«Non lo sapevo, giuro che non accadrà più…» disse l’altra, sembrava la calda voce di Shon.
«…al di fuori delle mura della città!» lo interruppe la Regina.
«Si, mia regina.» rispose lui mortificato.
Dopo una pausa Nahim disse: «Vai a vedere come sta Elois, dovrebbe riprendersi da un momento all’altro. Io ho alcuni impegni da concludere, e chiamami se qualcosa va storto.» La Regina uscì dalla stanza e sentii Shon avvicinarsi con passo leggero. Poi mi prese la mano e attese qualche istante.
«Elois? Mi senti?» disse dolcemente. Non resistetti ed aprii gli occhi. Il suo volto mi cullò per alcuni istanti. Poi si sedette sul bordo del letto e mi diede un bacio veloce sulla fronte.
«Come stai?» mi chiese piano.
«Bene, mi sento solo un po’ stanca. Ma…cosa è successo?»
«Rohot ti ha trovata, e ti ha attaccata. Non dovremmo mai più uscire dalla città, altrimenti ti ucciderà.» disse stringendo i denti dalla rabbia. Rohot è il capo delle viverne, ovvero quella stirpe di draghi (si riconoscono per non avere le zampe anteriori) esiliati per aver cospirato contro la Creatrice. Si diceva che discendessero dala stirpe del Drago Maggiore.
«Rohot? Come ha fatto a trovarmi? E come può avermi attaccata?» chiesi confusa.
«Ha usato una tecnica di magia avanzata, che noi ancora non abbiamo imparato. Questa tecnica può trovare il nemico anche a miglia e miglia di distanza ed assorbirgli l’energia vitale a solo una persona alla volta, soprattutto se sono due maghi come noi. Ma procura anche danni fisici a chi la evoca.» spiegò lievemente pensieroso «Ma l’importante ora è che tu stia meglio. Mi dispiace averti fatto questo.»
«Non prenderla con te stesso, non è colpa tua. Non lo sapevi tu e non lo sapevo io!» dissi sorridendo, cercando di confortarlo.
«La Regina ha detto che ti vuole domani, o quando starai meglio, alla sala del trono. Se vuoi ti accompagno io, appena sei pronta bussa alla mia porta ed uscirò.»
«D’accordo.»
Ci fu jn momento di silenzio, poi Sho  parlò. «La Regina aspetterà giorni, se necessario. È molto affezionata a te, e si vede.»
«Ci credo! Sono la futura regina! È come se fossi sua figlia.» dissi.
☆☆☆
Entrai nella sala del trono ancora leggermente barcollante, ma affiancata dal mio fidato compagno di studi. Appena Nahim mi vide, mi venne incontro sorridente.

«Ti senti meglio?» mi chiese raggiante.

«Certamente. Ti ringrazio di cuore.» le risposi.

«Oh, non ringraziare me. Ringrazia Shon piuttosto. Ha fatto di tutto pur di salvarti, perfino donarti un po’ della sua energia vitale.»

Mi girai verso di lui sbalordita. «Cosa? Hai fatto questo per me?»

«Sai che ci tengo a te.» risposta ovvia.

«Shon, puoi aiutare Karin con gli attrezzi?» gli chiese la Regina.

«Certamente.» rispose. Poi si inchinò «Mie regine.» disse. Infine si avviò verso Karin, ma, dopo qualche passo, si voltò leggermente per farmi l’occhiolino. Fortunatamente  Nahim non l’aveva notato.

«Elois,>> mi chiamò Nahim per attirare l’attenzione «volevo sapere come ti senti.»

«Sto bene, Nahim. Mi fa male un po’ la testa ma credo che sopravvivrò.» risposi scherzosa.

«Ti vedo più felice. Forse so la risposta… Shon? Dico bene?» chiese lei.

Da quando la Regina si interessa di coppie e fidanzati??? Pensai allarmata. Ma poi risposi arrossendo: «Si, hai indovinato!»

«Scusa, non volevo metterti in imbarazzo. Riprendiamo gli allenamenti?» mi chiese. Annuii.

La Regina ci portò ci portò nella pianura di Farel, vicino al confine della città.

«Evocate i Dirka e metteteli in ascolto.» disse. Così chiamai Nyx.

«Stai attenta e ascolta quello che dice Nahim. le dissi.

«Agli ordini!» Poi prestai attenzione alla Regina.

«Oggi vi insegnerò ad usare i poteri fuori dalla trasformazione o le mezze trasformazioni. Shon, tu hai già scoperto come evocare le ali, per cui mostra come si fa.» lui si allontanò di qualche passo e la sua schiena si illuminò. Infine gli crebbero le ali del drago nero.

«Come hai fatto?» domandai incuriosita.

«Chiedi al tuo Dirka.» disse lui sorridente. Non me lo feci ripetere due volte. «Nyx! Come si fa?»

«Tranquilla ragazzina! Abbassa il tono e scusati.» mi disse offesa.

«Giusto, scusami. E’ che sono emozionata per tutte le cose sempre più belle ed interessanti che imparo ogni giorno.»

«Ti capisco. Cosa ti serve?» Contenta che Nyx mi avesse perdonato richiesi: «Mi piacerebbe avere le ali.»

«Detto fatto!» Tornai alla realtà e sentii le ali crescermi sulla schiena. Poi aprii gli occhi: Shon e Nahim mi guardavano orgogliosi. Mi guardai le spalle: avevo le ali di Nyx e ne avevo il pieno controllo. Provai ad alzarmi in volo e scoprii che era semplice. Infine mi avvicinai a Nahim.

«Li durna Regal.» Ti ringrazio Regina. Le dissi.

«Diray. Gra vrail seri Dirkarai.>> Di nulla. Ora evoca altri poteri del Dirka.

Passammo la giornata a capire e ad evocare i poteri dei Dirka. Nyx, essendo la creatrice del fuoco, mi insegnò a controllarlo e ad evocarlo dal nulla, mi fece anche capire i pregi e i difetti di questo potere. Potevo anche controllare gli animali a mio piacimento con il potere della lingua del Drago Minore.

Il drago di Shon, invece, era il creatore dell’erba e dell’acqua, quindi della vegetazione. Lui poteva controllare le piante e gli eventi atmosferici, sempre con l’aiuto della lingua dei draghi.

Il giorno seguente Nahim decise di farci lottare e ci diede due spade, con le quali ci allenammo nella scherma per l’intera mattinata, nel pomeriggio, invece, combattemmo seriamente…

…Shon scattò in avanti con la spada sguainata, io lo parai e volai in alto. Lui mi seguì e mi bloccò con delle liane cresciute da terra. Volai intorno a lui e lo bloccai con le sue stesse liane, evocai un artiglio e tagliai quelle che mi legavano e le presi in mano, le liane presero fuoco fino a toccare Shon.

«Harei Maral!» gridò pieno di dolore dolore, poi una sfera d’acqua si materializzò e bagnò le liane, circondandole come un serpente. Quando l’acqua fu a pochi centimetri da me mollai la liana e misi le mani a coppa.

«Flareo grinda rine tar.» pronunciando questa formula si creò una sfera di fuoco grande quanto un pallone sospesa sulle mie mani. Nel frattempo Shon stava cercando invano di liberarsi dalle liane.

«Ayreas!» gridai. Un’aquila di fuoco uscì dalla mia sfera , volò verso di lui e tagliò le liane con il suo becco che, però legarono le ali di Shon. Lui cadde a terra da parecchi metri d’altezza e io gli andai in aiuto all’istante, ma rimasi in piedi a qualche metro di distanza. Lui non si mosse, allarmata mi inginocchiai accanto a lui. Stavo per toccarlo quando delle liane, sbucate dal terreno, mi immobilizzarono. Shon si rialzò e mi guardò dall’alto come se fossi stata una misera schiava.

Mi arrabbiai come mai prima d’ora. Nonostante le liane mi alzai senza fatica e continuai da alzarmi in altezza fino a diventare Nyx in tutta la sua statura.

«Cosa stai facendo?!» mi chiese la dragonessa, ma era così lontana che la ignorai. Circondai Shon con la cosa e o immobilizzai. Poi portai il muso vicino a lui.

«Morto!» gli dissi.

«Brava. Hai vinto.» disse lui, ma io non risposi. Lo liberai e raggiunsi la Regina.

«Molto abile Elois, hai usato il Dirka solo in caso di bisogno.» mi disse lei. «Per oggi abbiamo finito gli allenamenti. Potete andare a riposarvi.» Al sentire quelle parole mi precipitai di corsa verso il castello e verso la mia camera, senza degnare Shon di uno sguardo.

Appena svoltai per arrivare al mio alloggio, lo vidi davanti alla porta con le braccia incrociate, ad aspettarmi.

«Spostati.» gli dissi con tono freddo.

«Perché devi parlarmi con questa maleducazione? Cosa ti ho fatto?» chiese lui irritato.

«Maleducazione? Io? Senti chi parla! Quello per cui poco fa non prendevo un infarto!» gli gridai contro furibonda.

«Quindi ti sei arrabbiata per prima? Era solo…»

«Arrabbiata?! Sono furiosa!!!» lo interruppi. «Non puoi fingerti morto e poi sperare che rimanga calma! Forse non l’hai capito: io ti credevo morto!»

«Anche io ti credevo morta sulla collina.» mi disse a bassa voce, chinando il capo. «Ora siamo pari. Io mi sono preoccupato per te, e oggi tu per me.» concluse. Era vero. Anche io lo avevo spaventato a morte, ma non era di certo colpa mia!

Gli passai una mano nei capelli, erano così soffici e delicati. Lui mi accarezzò la guancia e mi alzò leggermente il mento. Attesi l’inevitabile, prevedibile e adorato bacio che arrivò poco dopo. Le labbra calde e morbide su cui premetti questa volta volevano chiedere scusa, lo capii subito.

«Dobbiamo andare.» mi disse sottovoce allontanandosi.

«Lo so. Ma non m’importa.» gli risposi.

«Io voglio riposarmi e attendere con ansia domani, per poi batterti nel combattimento.» esclamò guardandomi dall’alto.

«Speri veramente di battermi? Continua a sognare, ragazzino.» mi staccai dalle sue braccia, anche se mi sarebbe piaciuto rimanere li per l’eternità.

«Domani ci riuscirò con le buone o con le cattive!»

«E se vinco io cosa farai?» chiesi.

«Se vinci tu, potrai esaudire un tuo desiderio, mentre se vincerò io sarà uno mio ad essere soddisfatto.» mi propose.

«Affare fatto. Questi sono gli accordi.» Ma tanto vincerò io. Però devo stare attenta, se è così sicuro di battermi avrà di certo escogitato qualcosa, pensai mentre gli stringevo la mano.

«Perfetto. Ci vediamo domani sul campo di battaglia, ragazzina.» mi disse andando verso la sua stanza e aprendo la porta. Nel frattempo anche io avevo aperto la mia.

«Preparati alla seconda sconfitta bambino.» ribattei, e le porte si richiusero.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top