Capitolo 2 - Dirka

Il viaggio durò molte ore, durante il quale uscimmo dalla foresta e continuammo in direzione del villaggio Katral.

«Fermiamoci qui per la notte.» disse Mirel fernandosi in una radura. Piantammo le tende e cenammo. Dopo cena Gabriel mi chiese: «Visto che hai una spada, che ne dici di duellare un po’?»

«Certo!» risposi entusiasta.
Presi la mia spada e mi voltai verso di lui ancora seduto. Lui alzò una mano, poi la sua spada vibrò e volò verso la sua mano.
«M-ma cosa…?» balbettai incredula.«Magia.» esclamò sorridendo «Detta anche incanto interiore, lo capirai più avanti, comunque ho semplicemente chiamato la spada. Posso prendere la tua per qualche secondo?»

Esitai, ma infine gliela porsi. Appena la impugnò si illuminò la lama, poi me la ridiede e fece altrettanto con la sua. Lo guardai sbalordita.
«Ho modificato la spada. Prova a toccarla.» Non me lo feci ripetere due volte e toccai al lama, ma il mio dito la attraversò.

«Avanti. Prova a colpirmi.» mi sfidò.
Con uno scatto rapido balzai in avanti per colpirlo, ma lui si scansò velocemente per contrattaccare. Quando le spade si intrecciarono notai che la sua forza era uguale alla mia.
Duellammo per quasi un’ora, poi andammo a dormire.

Il giorno dopo continuammo il nostro tragitto passando per Katras dove facemmo rifornimento di cibo e acqua, per poi rientrare nella foresta.
Appena rientrati nella boscaglia Mirel mi si avvicinò. «Stavo pensando…ti va di esercitarti un po’ con la magia?»

«Si certo. Ma non so come si fa.» sorrisi timida.
«Prima di tutto devi essere consapevole di essere una maga.»
«Bene. Non lo sono!» dissi sorridendo ironicam
«Ne sei sicura?» inarcò un sopracciglio.
«Non lo so…» mormorai incerta abbassando la testa sulle mie mani.
«Ascoltami attentamente e fa come ti dico. Alza una mano con il palmo rivolto verso l’alto. Poi rilassati e cerca di percepire la magia dentro di te, chiudi gli occhi se necessario.»

Chiusi gli occhi cercai di rilassarmi. Attesi paziente, ma non successe nulla. Dopo alcuni tentativi, e sotto le istruzioni di Mirel, vidi un bagliore  in lontananza. Nello stesso momento sentii la mia insegnante dire «Brava, così… non fermarti.», ma la ignorai.
ercai di raggiungere la luce, e più mi avvicinavo più la figura si schiariva, ma notai solo che aveva delle ali. Poi scomparve.

Aprii gli occhi e vidi la faccia soddisfatta di Mirel che mi indicò la mano: sul palmo c’era una fiammella rossa.
«Sono stata io ?» chiesi stupita.
«Si, e senza alcun aiuto. A quanto pare il tuo Dirka è rosso.»
«Dirka? Cos’è?»
«È il tuo animale interiore. Tutti ne hanno uno, che siano maghi o no. Basta evocare lui per diventare degli stregoni e imparare ad usare la magia. Sono fatti di pura energia, e si alimentano con l’energia vitale della persona. Se la persona esaurisce la sua energia, beh…muore.»

«Quindi è rosso, ma io ho visto una luce bianca prima.»
«Perché sei soltanto all’inizio.» sorrise.
«È vero. Qual è il tuo Dirka?»
«Il Dirka» continuò «è un’animale o una creatura leggendaria ed è del colore degli occhi o dei capelli della persona. Io sono rappresentata da un lupo color crema, ma tu hai gli occhi e i capelli castani, quindi cosa può essere?»
«Forse è una fenice. Mi sembrava avesse le ali.» risposi.
«Si può essere. Sai qual è il Dirka di Gabriel?» disse sorridente.
La guardai incuriosita.
«Un orso bruno!» esclamò lei e poi scoppiammo a ridere tutte e due. Per fortuna lui era lontano.

Il viaggio continuò per giorni e giorni, e passammo per molti altri paesi, come Ginka e Zaru’gan. Le giornate passavano monotone, ma interessanti: durante il tragitto mi esercitavo con la magia sotto l’occhio vigilie di Mirel, mentre verso sera ci fermavamo a cenare. Poi mi allenavo con la scherma contro Gabriel. Erano passate quasi due settimane dalla mia partenza, quando feci uno strano sogno…

Ero in un bosco. Camminavo velocemente in cerca di un’uscita, quando la foresta scomparve. Buio. In lontananza c’era una luce bianca: il mio Dirka. Rassicurata, tentai invano di andargli incontro. Ad un tratto fu lui ad avvicinarsi, e tutto fu più chiaro: era un drago rosso.
«Ascoltami Elois.» mi disse con tono deciso. Dalla voce capii che era una femmina. «Dovete velocizzare il cammino. La Creatrice è in difficoltà, i suoi poteri stanno diminuendo e ha bisogno di te.»
«Che cosa?!» esclamai.
«Si.» disse preoccupata «Mi sono svegliata prima del previsto, ma ho dovuto perché è stata la Creatrice in persona a chiedermelo. Avverti i fratelli di questa conversazione, loro sapranno cosa fare.» e detto questo si allontanò.
«Aspetta!» le gridai ma era troppo lontana.

Il giorno dopo raccontai a Mirel il sogno. Alla fine sembrava entusiasta.

«Perfetto!» esclamò. «La prossima lezione di magia sarà entusiasmante. Ti insegnerò trasformarti nel tuo Dirka! E non vedo l’ora di osservare un vero drago! Sai, sei veramente fortunata, d’altra parte sei la futura Creatrice. Ora scendi e seguimi.»

Fermando Tempest la osservai scendere da Kira e andare da Gabriel. I due si parlarono e poi Mirel mi fece cenno di seguirla.

«Tempest, rimani qui fina a quando non ti chiamerò.» dissi poi li seguii.

Mi portarono in una piccola radura, si fermarono nel centro e si girarono.
«Per prendere le sembianze del tuo Dirka» cominciò Gabriel «devi prima di tutto evocarlo, poi im-medesimarti in lui. Guarda attentamente Mirel.»

Lei chiuse gli occhi e all’inizio non accadde nulla, poi la sua figura si illuminò di una luce così bianca da riuscire solo a vedere il contorno e la sagoma mutò. Infine la luce sparì per lasciare la visuale di un stupendo lupo color crema e dagli occhi cristallini come il mare. Dopodiché mutò nuovamente per tornare alla figura di Mirel.

«Visto?» disse lei.
«D’accordo ci provo.» dissi decisa.
Chiusi gli occhi e provai a cercare la dragonessa. Dopo qualche istante la vidi di spalle: era enorme. Lei si girò e disse: «Che bella sorpresa. Qual boun vento ti porta?»
«Sto cercando di trasformarmi, ma non ci riesco
«Certo, ti serve il mio consenso, almeno le prime volte. Per conquistare la mia fiducia dovrai superare delle prove, precisamente due. La prima è un indovinello: se trovi la soluzione potrai passare alla seconda fase. Hai tre possibilità di risposta, se anche la terza sarà errata non diventerai mai un mago. Sei pronta al test?»
Ero tesa, troppo tesa, così feci un respiro per liberare la mente e concentrarmi. «Pronta

Il drago rosso inarcò il collo.
«Ho un solo colore, ma centinaia di forme.
Striscio sui muri seguendo le tue orme.
Il sole mi crea, ma con la pioggia svanisco.
Ti farò del male? Davvero non c’è rischio
Calò il silenzio e mi misi a pensare. Passarono i minuti e la prima risposta era svanita. Poi l’illuminazione. «L’ombra!» esclamai.

«Ben fatto. Risposta giusta. Prossimo quesito: sai usare la magia, puoi evocare l’immagine di un anello? Apri pure gli occhi, io sarò presente.» aprii gli occhi e vidi Gabriel e Mirel che mi fissavano. Poi lei sorrise e fece cenno di si con il capo. Evidentemente anche loro hanno risolto dei quiz per la fiducia del Dirka alla loro prima trasformazione. Così mi concentrai. Mi sedetti a terra con le gambe incrociate, e le mani davanti a me. Evocare un’immagine non era difficile: traendo energia dalla magia della dragonessa, immaginai un anello d’argento e lo replicai sull’erba.

L’immagine leggermente sfuocata dell’anello apparve, e dopo qualche istante il drago disse: «Basta così.» l’immagine vacillò e scomparve. La testa cominciò a girare, e dovetti appoggiare le mani a terra per non cadere all’indietro. Fissai il cielo per qualche istante, e quando ripresi le forze mi alzai in piedi. Chiusi gli occhi per vedere la dragonessa.

«Sei stata brava, hai superato le prove. Ti sei meritata la mia fiducia ed il mio rispetto, Maga

Prima che potessi ringraziare la dragonessa, lei mi avvolse la coda intorno e tornai alla realtà. Sentii il fruscio del vento tra gli alberi e gli uccelli che cinguettavano. Poi mi sentii crescere in altezza, mi esplosero due ali sulla schiena e, infine, mi spuntò una coda. Il mio collo si allungò e mi ritrovai a quattro zampe.

Aprii gli occhi. Ero altissima, quasi quanto gli alberi. È questa la statura di un vero drago?

Girai la testa per vedere dietro di me: avevo due ali enormi e squamose ed una coda lunga. Mossi la coda, e per poco non mi misi a ridere per l'emozione. Poi abbassai il muso fino a ritrovarmi faccia a faccia con Mirel e Gabriel. Lei mi disse: «Ora pensa “abbassami”.»

Abbassami! pensai e mi sentii rimpicciolire fino a quando il garrese non fu alto come loro.

«Bene.» disse Gabriel «Adesso chiama il tuo cavallo e digli di seguirci. Abbiamo una cera fretta.»

Notai subito che avevo la percezione di tutte le menti attorno a me. Scoiattoli, conigli, persino qualche cervo. Trovai quella del mio cavallo e parlai: «Tempest, vieni. E non spaventarti per favore.»

Lo stallone arrivò nella radura e quando mi vide si fermò di colpo guardandomi come pietrificato, poi, però, si avvicinò osservandomi incuriosito. Poi Mirel si trasformò in lupo e Gabriel salì su Omega. Il lupo mi guardò e sentii la mente di Mirel allacciarsi alla mia. «Un orso non è veloce quanto un lupo che corre o un drago in volo. È meglio che lui cavalchi Omega
«Possiamo comunicare tramite il pensiero?» chiesi entusiasta.
«Si certo, anche per miglia e miglia di distanza! E può farlo anche Gabriel.»
«Certamente. Altrimenti come rimarremmo in contatto?» disse lui. Poi arrivò anche Kira che, assieme a Tempest e a Mirel si allontanarono al galoppo seguiti da Gabriel e Omega.

Io spiccai il mio primo volo, ma con una certa fatica. Sbattei le ali due volte per prendere quota. Appena sopra gli alberi avanzai aumentando la velocità ad ogni battito d’ali.
Volare in qualche modo, mi era familiare. Era come se non lo facessi da molto tempo. Il cuore mi scoppiava e l'adrenalina pompava nelle mie vene. È troppo bello volare!

~Revisionato

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