III
L'acqua nel suo corpo.
L'acqua dentro al suo corpo
Non se ne sarebbe mai andata
Cammini stanco sotto al sole grigio, rovente, ti appiccica addosso tutto lo sconforto del mondo.
Non senti più freddo, non sentì più nulla. Il gelo ha bloccato il tuo cuore, lo shock ha ghiacciato il dolce tocco di qualsiasi carezza, e tu non senti più.
Nella pozzanghera la vita è strana.
La vita è eterna. Eternamente grigia.
Eternamente pesante per i tuoi occhi stanchi che scappano. Nella pozzanghera la vita ha il sapore di tutto ciò che volevi sciacquare via.
Benvenuto nella pozzanghera.
Sei uno di noi.
Inghiotti veleno ogni mattina?
Non temere, la notte non arriva mai.
Digrigni i denti, colmo di rabbia.
Il fastidio soffocante, l'afa della pozzanghera ti brucia gli occhi.
E lo meriti, sai che l'hai lasciata sola, ma non senti più nulla.
L'hai lasciata sola.
Per cosa? Tu per cosa l'hai lasciata sola? Come mai sei uno di noi?
Fastidiose verità ti spingono peccati addosso.
Non ti importa, a che servirebbe pensarci?
L'hai abbandonata come chiunque e le hai dato frammenti di un cuore di vetro per spaccarsi le vene.
Dove vai?
Sei nella pozzanghera.
Dove altro vuoi arrivare?
Ma si dice che i pazzi sappiano mille verità e tu lo sai, hai ascoltato bene il vento che ti soffiava nelle orecchie, e gli angeli che accendevano la notte.
Ma qui non ci sono angeli, né cieli notturni. Solo montagne e pozzanghere asciutte in cui cadere.
Cerchi il pazzo?
Il pazzo sotto la montagna.
Sai dove? Sai dove?
No, non sai dove.
Ti ascoltano i dispersi della pozzanghera. Giocando a farsi vicini, eccitati di sapere ciò che non sai.
Tu cammini verso l'orizzonte meno peggio che puoi scorgere. Quello meno noioso, meno bucato da pozzanghere, più slanciato di montagne.
Se ti interessa... ti interessa?
Il pazzo sta sotto la montagna.
E la montagna sta...
Silenzio.
Il vento non gracchia risposta.
Il sussurro della pozzanghera gioca con te. La pozzanghera gioca sempre con i propri caduti e tu lo sai bene.
Lo sai bene che si cade per soffrire, ma non per morire.
Guardi l'orizzonte, ora è vasto.
Dove sta la montagna?
Allora dove sta?
Il pazzo sta sotto la montagna
E la montagna sta sopra al pazzo.
La montagna sta sopra al pazzo!
Sei così stanco.
I sussurri ridono, tu no.
Ti spingono e cadi a faccia in giù in una pozzanghera.
Con il fango che ti schizza in gola.
Senti il disgustoso sapore della carne putrida sulla tua lingua, senza una ragione apparente.
Il bisogno di lavarti la lingua delle dolorose verità che ingoi come vetro. Che trattieni nella tua gola fino a farle marcire, e gli avvoltoi nei tuoi pensieri che gracchiano affamati del disgustoso sapore di carcassa sulla tua lingua.
Ingoia veleno! Ingoia.
Ingoia la pozzanghera.
Se il pazzo sta sotto la montagna e la montagna sta sopra al pazzo.
La pozzanghera è caduta fuori di te e tu sei caduto nella pozzanghera.
Sputi la pozzanghera fuori dalla tua lingua. Insostenibile, disgustosa.
Sputi la pozzanghera e la pozzanghera cade fuori di te.
Cade fuori di te, ai tuoi piedi, basta uno sputo per far vivere una pozzanghera.
La pozzanghera caduta fuori di te ti guarda, ti osserva silenziosa, assorbendo la tua ombra grigia, assaggiando il gusto dei rimorsi che ti ostini ad ingoiare.
Sempre più ampia sotto di te.
La pozzanghera è caduta fuori di te.
Cadi nella pozzanghera. Cadi.
Sei uno di noi.
Il fango si arrampica sui tuoi stinchi e ti trascina. Conosci la sensazione.
Stai cadendo nella pozzanghera.
La pozzanghera che ti divora.
Stai cadendo nella pozzanghera.
Tu ingoi veleno e lei ingoia te.
Nella pozzanghera sei uno di noi.
Brividi di paura affievoliscono debolmente. Prima ancora di provarci non ti importa più. Sei già caduto nella pozzanghera, soffrirai senza morire. La voglia di soccombere ti nutre.
Senza esitazione ti lasci scivolare nella pozzanghera.
Chiudi gli occhi. Serri i pensieri.
Ingoia veleno, la pozzanghera ingoia te.
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