capitolo 2

Non era la prima volta che io e mia nonna ci muovevamo. Un po' per noia, un po' per cambiare aria. Dopo non molto tempo decidevamo di scappare dalle insidie delle persone. Mia nonna possedeva un camper e con quello ci muovevamo ovunque. Non eravamo nemmeno americane, lei era italiana(anche se suo padre era francese,) come il nonno e mia madre e di conseguenza io avevo dei tratti molto chiaro e simili ai loro. Eravamo partite ancora. Direzione? Miramar in florida. Un centro sulla costa.
Eravamo quasi arrivate, indossai una canotta nera con dei pantaloncini larghi ad alta vita, lunghi fin sopra al ginocchio e le mie converse all star bianche. Mancava poco all' arrivo. Ero emozionatissima, lo ero ogni volta, ma nessuna era mai come la precedente. Dovevamo fermarci perforza in periferia, dove il veicolo non avrebbe dato problemi. Sicuramente ci sarebbe stata la presenza di qualche altro camper, magari questa volta sarebbe stato diverso. Mi sedetti sul mini-divano e presi il mio quadernetto in mano. Cominciai a scarabocchiare qualcosa,ma la noia, l'eccitazione e la pigrizia lottavano per il sopravvento. Ma il sonno ebbe la meglio.

****

Mi svegliai con la bava alla bocca. L'asciugai velocemente con il polso e chiamai la nonna. Mi accorsi che finalmente eravamo arrivate e decisi di scendere dal camper inciampando nel gradino e cadendo addosso ad un tizio. Quando mi rialzai notai mia nonna che rideva sotto i baffi, una ragazza bruna e dai capelli molto mossi che mi fissava in modo alquanto geloso e quel tale che avevo scaraventato per terra.
-Scusami, non ti avevo visto... - Mi affrettai a rispondere. Il ragazzo si girò mostrandomi la sua impressionante bellezza. Alto, magro, sexy... Carnagione scura, ciuffo moro tirato all'indietro, occhi ancor più scuri e sorprendentemente provocanti, labbra carnose e seducenti, cerchietti ad entrambe le orecchie ed un indiano tatuato sul bicipite... Per non parlare del suo fisico... Indossava un jeans ed una camicia bianca infilata nel pantalone e leggermente sbottonata.

-Scusami tu, comunque sono John... -Mi porse la mano che strinsi timidamente. La ragazza mora lo prese subito per mano e si lisciò il vestitino lilla.
-Io sono Lori Ann, ci siamo trasferiti qui da poco, ci siamo sposati due mesi fa... - indicò la casetta in fondo alla strada, vi era solo quella oltre a due tre camper.
-Io sono Alice e lei è mia nonna Amelie.
-Se volete conoscere gli altri che abitano nel camper dovrete aspettare, sono in centro per il barbecue di sta sera. Volete unirvi a noi?-chiese John quasi infastidito dall'atteggiamento possessivo della moglie.
-Perché no?!-Guardai la nonna che nel mentre sorrideva maliziosamente.
-Oh! Mia nipote sarebbe felicissima di conoscere i nuovi vicini, sapete, noi ci muoviamo molto e non abbiamo avuto molte opportunità...-iniziò con il suo teatrino... Divenni subito rossa e girandomi la fulminai con lo sguardo.
-Noi andiamo, a stasera! - ci salutò Lori Ann in modo frettoloso. John invece mi fece un cenno con la mano e si incamminarono verso la loro casa.
-Carino,che ne pare?
-Nonna! È sposato!-risposi fingendomi oltremodo scandalizzata. Entrai nel camper.
Non facevo altro che pensare a John. Un bonazzo.... La moglie era davvero bella. Era alta e magra, occhi scuri, capelli dello stesso colore, molto mosso e voluminosi, labbra rosse e carnose... Non avrei avuto molte possibilità. E poi è sua moglie...
Sbuffai pesantemente e presi il Campus (sciampo alla mela verde) ed un secchio.
-Nonna, dov'è la fontana?
-Vicino la casa di quel tizio bono...
La casa di John era dall'altra parte della strada, dopo una piccola collinetta.
-Vuoi venire ad assistermi? - le feci l'occhiolino.
-Ho cose più importanti da fare...
Mi incamminai con il secchio in mano. Ci vollero minimo venti minuti per arrivare. Una volta lì notai John stava fumando appoggiato alla ringhiera. Aprii la fontana e riempii il secchio, poi, lentamente, mi sfilai la canottiera mostrando il mio seno. Non ero una grandissima fan dei reggiseni, come mia nonna del resto. Mi piega nel modo più sensuale possibile e bagnai i capelli. John non si era mosso di un millimetro, era rimasto lì a guardare, mentre si era acceso un'altra sigaretta. Insaponai la mia chioma e devo scendere la schiuma su uno dei due seni. Sciacquai una mano e la passai sul seno pulendolo. Lavai i capelli due volte e li strizzai. Alzai dinuovo lo sguardo e lo vidi toccarsi il cavallo dei pantaloni. Con un sorriso abbastanza compiaciuto mi infilai la canottiera e con i capelli ancora umidi tornai al camper. Non ero zoccola, non volevo farmi scopare, del resto ero ancora vergine. Volevo testare la sua fedeltà, per capire che persona era. Se non amasse veramente la moglie sarebbe corso immediatamente a prendermi. Molti li allontanati con questo comportamento, ma lui era diverso, non si sarebbe allontanato. Potevo fidarmi di lui, adesso si. Avrei giustificato il mio comportamento molto semplicemente, la fontana era a cento metri da casa sua,dovevo solo lavarmi dopo due giorni di viaggio.
Tornata al camper asciugati i capelli molto velocemente con un piccolo asciugacapelli.
-Alice!
-Dimmi!-uscii dal camper. Oh merda. John stava conversando allegramente con mia nonna.
-Signora, le rubo per pochi secondi sua nipote e poi tolgo il disturbo...
-Non mi vedere così vecchia, chiamami Amelie.
-Ok, Amelie!-rispose sorridendo.
John mi prese per un braccio e mi portò dall'altra parte del camper.
-Dimmi! - feci finta di niente.
-La prossima volta controlla se in casa non ci sia Lori Ann, scemetta!-mi diede un colletto sulla testa. Mi finsi offesa, mettendo il labbruccio.
-Scusami, volevo solo rinfrescarmi...-abbassai lo sguardo.
-È molto gelosa e scusala per stamattina. Il fatto è che siamo sposati da poco...
-Posso offrirti una sigaretta, per farmi perdonare?
-Alla tua età già fumi? -chiese alzando un sopracciglio. Gli feci la linguaccia.
-Ho vent'anni bel giovane!
-Te ne davo sedici... - rise prendendo il pacchetto dalla sua tasca.
-Per questa volta te la offro io, per farmi perdonare per averti dato quattro anni in meno. - Ne prese due. Gli rubai la seconda dalle mani portandola alla bocca e facendo un'aria da boss.
-Scemetta smettila-rise-ti chiami pure come una delle favole, non fare troppo la dura!
Accese la mia sigaretta con il suo accendino nero e dopo si accese la sua. Era molto serio. Metteva i brividi. Iniziò a fare dei cerchi con il fumo mentre io lo osservavo attentamente. Troppo serio. Troppo bello. All'improvviso si girò e mi spuntò il fumo addosso quasi ridendo.
-Perché mi fissi?
-Sei così serio! - aspirò ancora del fumo facendolo uscire dalle narici.
-Cosí?-disse sensualmente e, soprattutto, seriamente. Poi lanciò uno dei suoi sorrisi.
-Sembri un pezzo grosso...
-Calma, ho ventun'anni! Troppo giovane per essere un pezzo grosso!-rise ancora.
-Ti ci vedo però... John il famosissimo...
-Chiamami Johnny, Johnny Depp. Cantante magari...
-Okay Johnny, comunque ti ci vedo come attore...-aspirai del fumo. Era la prima volta che fumavo, ma non volevo sembrare molto più piccola di quanto già non fossi. Stando sempre con mia nonna, non avevo avuto possibilità. Il sapore era abbastanza amaro e mi bruciava la gola. Evitai di tossire e lo butto fuori dalle narici. Cercai anche di mantenere un'espressione più seria possibile. Johnny mi guarda confuso. Troppo seria?
-Non preoccuparti, nemmeno Lori Ann fuma... basta che non mi menti...-Mi tolse la sigaretta dalle mani e se la portò alla bocca. Rimasi sconvolta, recitato davvero così male?
-Devo tornare a casa, sono già le otto... - Mi diede un bacio sulla guancia e corse verso la sua piccola casetta. Mi toccai la guancia, era la prima volta che un ragazzo me la baciava.

****

Non sapevo veramente cosa indossare, volevo fare un bella figura con i nuovi vicini. Anche perché prima ci muovevamo di mese in mese e non avevo avuto molte possibilità di avere dei legami. Ma (s)fortunatamente il camper si era rotto. Alcuno dei pezzi del motore erano troppo vecchi e bisognava sostituirli.
Infatti il giorno dopo saremmo dovuti andare in città da un meccanico.
Misi un forseaux nero con una maglietta lilla,normale sul petto e di pizzo sulla schiena,e le mie vans. Applicai solo un po' di trucco agli occhi,non volevo appesantire il mio volto.
-Alice!Esci!-uscii dal camper e vi trovai una coppia di mezz'età con una ragazza ed tre ragazzi.
-Loro sono Paul e Jane e la loro figlia Sophia, mentre loro sono Brad, Kevin e Manuel.- strinsi la mano cordialmente ad ognuno. I primi tre erano un'intera famiglia che abitava nel camper vicino al nostro, mentre gli ultimi erano un gruppo di amici, anche loro in un camper, ma più distante.
Scorsi in lontananza Johnny e Lori Ann che portavano con loro piatti, bicchieri e tovaglioli. Paul uscì la griglia per arrostire la carne, mentre io e la nonna mettemmo a disposizione un tavolo di plastica e le sedie.
-Alice!-una mano mi accarezzò la schiena. Avrei potuto riconoscere quella voce tra mille.
-Johnny!-lo salutai mantenendo le distanze. Se lo avessi dato un bacio sulla guancia sua moglie mi avrebbe odiata, e non volevo farmi odiare.
Dopo non molto tempo la carne fu pronta. Le disposizioni al tavolo furono le seguenti : Johnny, sua moglie,io e Sophia sul lato sinistro, Kevin, Brad, Manuel e Jane sul destro, mentre mia nonna e Paul a capo tavola. Avevo legato moltissimo con Sophia e Manuel, erano gli unici più aperti del gruppo. Io e Sophia avevamo molte cose in comune:i gusti musicali, il genere di vestiti e il non aver avuto molto rapporti. Invece Manuel fece finta di provarci, prima con una poi con l'altra, ma nonostante tutto era simpatico.

****

Dopo all'incirca un ora e mezza Paul Jane e mia nonna tornarono nei rispettivi camper. Potevamo essere le undici e mezza... Ma la cosa più importante era che anche Lori Ann aveva sonno e preferita tornare a casa. Così Johnny l'aveva riaccompagnare a casa, non voleva che andasse da sola, chi l'avrebbe voluto?
Ma dopo dieci minuti era ritornato già da noi. Disse che sua moglie aveva tanto insistito per rimanere sola e che aveva troppo sonno.
-Allora questo è il gioco del cappotto, chi lo conosce? - si alzò Brad proponendolo.
Tutti alzarono la mani tranne me è Johnny. Questi giochi non erano proprio il mio forte.
-Sophia... Che vuole questo?
-È solo un gioco, ci siamo passati tutti, tranquilla... - Sophia non mi convinceva. Ma ormai non potevo tirarmi indietro, se lo avessi fatto, tutti mi avrebbero dato della bambina. Notai che Brad era sparito e dopo mon molto tornò con un enorme cappotto, che poteva essere quattro volte più grande di lui.
-Alice e Johnny, indossate il cappotto! - con calma ci alzarmi e ci posizionammo difronte a loro. Guardai Johnny con uno sguardo confuso, che lui ricambiò con uno malizioso. Brad ci passò cappotto e lo infilammo. Dopo di che chiuse la cerniera. Inutile dire che eravamo appiccicati.
-Bene, Kevin penserà ad un indumento che state indossando entrambi e voi dovete indovinare qual è. Se sbagliate sarete costretti a toglierlo senza sfilare il cappotto. - spiegò brevemente. Johnny mi prese la mano e quando mi girai per capire il motivo del suo gesto la lasciò subito.
-Pronto Kevin?! - urlò Sophia.
-Andate!
Io e Johnny ci guardammo negli occhi.
-Calzini!-urlai disperata. Giochi del cavolo!
-Sbagliato!Ora dovete togliere sia le scarpe, che i calzini!-rispose Kevin ridendo sotto i baffi.
Lentamente ci sfilando le scarpe e le calze. Fu impossibile non toccarci e ad ogni suo tocco rimanevo paralizzata. Mi stavo prendendo davvero una brutta cotta!
-Maglietta! - urlò Johnny, ma Kevin scosse il capo. Gli diedi un pizzicotto.
-Che c'è?
-Sai che non porto il reggiseno! - sbuffai infastidita sfilandomela. Sfilai prima un braccio dal cappotto togliendo la manica e poi rimettendolo. Johnny aveva davvero un fisico stupendo. Il suo però magro, ma scolpito dai pettorali....
-Pantaloni!-urlò dinuovo Johnny, ma Kevin, ridendo, negò.
Dopo altri due tentativi, con i braccioli e le collane, arrivò il turno delle mutande.
-Mutande! - urlai sicura di indovinare, ormai non avevano più nulla addosso. Ma con il mio stupore ormai alle stelle, non erano nemmeno quelle. Tutti iniziarono a cantare la musichetta dello spogliarello. Guardai Johnny, lui mi guardava. Questa volta mi prese la mano e la strinse ancora più forte.
-Non farlo se non te la senti, lo faccio solo io... Ma ti prometto che se lo fai, io non ti guardo... - Mi sussurrò all'orecchio. La sua dolcezza non aveva limiti. Non poteva continuate così, era sposato da due mesi, cazzo.
-Non preoccuparti... - pian piano mi chianai e le tolsi, facendole scivolare per terra. Come promesso, Johnny non mi guardò, ma per un secondo io posai lo sguardo su di lui. Divenni immediatamente rossissima. Era enorme, aveva un sesso enorme. Alzai subito lo sguardo e guardai Sophia che mimò con le labbra "com'è?". Gli mimai la lunghezza con il braccio.
-Comunque era il cappotto! - Manuel si alzò e raccolse i vestiti e ce li mise in mano.
-Andate a vestirvi va!
Vorremmo dietro il camper quasi ridendo. Cercai di sbottonare il cappotto, ma con scarsi risultati. Dopo vari tentativi fu Johnny a sbottonarlo e a mostrare i nostri corpi nudi alla luce della luna. Cercai invano le mie mutandine tra tutto l'ammalasso di robbe. Quasi urlai quando per sbaglio presi i boxer di Johnny. Trovai tutti i vestiti tranne le mutandine. Così infilai maglietta e calze.
-Cercavi queste?-disse quel rincoglionito sventolando un pezzo di stoffa blu davanti al mio volto. Mi girai di scatto cercando di toglierle, ma lui era più alto di me.
-Ti prego, dammele... - dissi cercando di allungarmi il più possibile.
-Ti ho perdonata per sta mattina, ma non ti ho assicurato nulla...-mi bloccò contro il camper e alzandosi in punta di piedi. I nostri visi erano a due centimetri l'uno dall'altro. Mi guardava intensamente, troppo intensamente. Si avvicinò ancora di più e potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra. Portò una mano sulla mia intimità massaggiandola sul clitoride. Istintivamente divaricai di poco le gambe finché non iniziarono a tremare. Tolse immediatamente la mano e portò il dito colpevole sulle mie labbra. Lentamente lo fece sprofondare nella mi bocca e ci passai la lingua. Finito il suo piccolo gioco mi lanciò le mutandine. Le infilai con una velocità sorprendente e subito dopo mi misi i forseaux e le scarpe. Corsi via da lì e tornai dove stavano gli altri. Mi sedetti vicino a Sophia.
-Com'era?
-Sorprendentemente grande...
-Sei rossissima. Dii la verità! È successo qualcosa li dietro?
-Non sparare cazzate! - mi coprii il volto con le mani mentre lei mi guardava maliziosamente. Johnny arrivò qualche minuto dopo mentre si abbottonava i jeans. Non mi ero nemmeno accorta che tutti avevano iniziato a fumare e a bere. Sophia mi offrì una sigaretta, che accettai volentieri. Aspirato e butavo fuori troppo velocemente.
-Raga, obbligo o verità?! - propose Sophia più entusiasta del normale. Tutti si sedettero a cerchio. La prima a giocare fu Sophia, che obbligò Kevin di dare un bacio a stampo a Brad. Poi toccò a Kevin.
-Alice, obbligo o verità?
Feci finta di pensarci un po'su.
-Obbligo!
-Ok...-si consultò con Manuel per qualche secondo-ti obbligo a toglierti la maglia per tutto il gioco! - stupida me che odiavo a morte i reggiseno . Mi alzai e mi posizionai al centro del cerchio mentre tutti miravano uno spogliarello. Presi un respiro pieno di coraggio, mi sfilai la maglia il più velocemente possibile e la lanciai al mio posto. Il tutto seguito da urla arrivate.
Il resto degli obblighi furono alquanto imbarazzanti. Brad ballò un ballo sexy con Sophia, Kevin dovette mostrare i suoi beneamati gioielli di famiglia. Il turno di Johnny fu epico. Johnny dovette improvvisare uno spogliarello vero e proprio. Si alzò con molta calma e con una camminata oltremodo sensuale, si sbottonò la camicia muovendo i fianchi. Portò un mano alla bocca e poi sul pacco. Si "strappò" i jeans di dosso e li buttò addosso a me,che mi finsi scandalizzata aprendo la bocca a u. (S)fortunatamente non si tolse i boxer, ma dettagli.

****

Passammo all'incirca due orette tra birre e sigarette. Puzzano terribilmente. Sophia era andata a dormire e pian piano si ritirarono tutti. Spensi anche l'ultima sigaretta e con quell'attimo briciolo di lucidità rimasto mi alzai.
-È ora che mi ritiri anch'io... -Mi sgranchii le gambe.
-Era da tanto che non passavo una serata così...
-Tutti merito mio! - modestamente...
-Sei fantastica... Mi auguro che rimarrai così e che in futuro non debba scoprire un'altra lato di te...-mi prese per mano e mi accompagnò fino al camper.
-Beh... Buonanotte...-lo fissai.
-Sogni d'oro... - Mi accarezzò la guancia. Mi lasciò la mano lentamente e poi mentre si allontanava mi mandò un bacio volante, che raccolsi e portai sul cuore...

Hey ragazzuole...
Lunghetto il capitolo?! (il capitolo sa, non pensate male!) Comunque più in là capirete perché il primo capitolo non è coerente con il secondo...

Buon viaggio, a vederci!

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