Voci e riflessi

Sveglia, lezioni, percosse, bordello, letto.
Sveglia, lezioni, percosse, bordello, letto.
Sveglia, lezioni, percosse, bordello, letto.

Alice, è tardi! Sbrigati, siamo in ritardo!

Non conoscevo quella voce, ma la seguii.

Non sono mai riuscita a scoprire a chi appartenesse, probabilmente non ha mai avuto forma oppure mi sarebbe bastato guardarmi allo specchio...

La voce veniva da una luce, bianca, luminosa.
La libertà.
La libertà di vivere senza routine, senza lezioni, senza lividi sulle gambe, senza tagli sulla pelle, ma poi qualcosa mi bloccò.
Mi rendevo conto sempre troppo tardi d'avere delle catene alle caviglie che m'impedivano di proseguire verso quello che desideravo.

Si fa mattina.
Sempre lo stesso sogno, per anni.

«Su micetta, alzati!»

S(cappa)veglia, lezioni, p(rima)ercosse, bordello, lett(ardi)o.
Sveglia, lezioni, percoss(ia)e, bordello, letto.
Sveglia, lezioni, perc(he)osse, bordello, letto.

Ogni giorno sempre la stessa routine.

Ero obbligata a seguirla, non doveva esserci margine d'errore.
A ogni errore corrispondeva una punizione.

In quel periodo ero distratta, ombre di cose che non esistevano mi perseguitavano. Si nascondevano nelle code degli occhi e sparivano quando provavo a seguirle con lo sguardo.

In quel periodo facevo parecchi di errori...

S(cappa)veglia, lezioni, p(rima)erc(he)oss(ia)e, bordello, let(roppo)t(ardi)o.
S(cappa)veglia, lezioni, p(rima)erc(he)oss(ia)e, bordello, let(roppo)t(ardi)o.
S(cappa)veglia, lezioni, p(rima)erc(he)oss(ia)e, bordello, let(roppo)t(ardi)o.

La mia mente iniziò ad avvizzire, a marcire come le carni di un animale morto sotto il torrido sole del deserto, e di certo le cinghiate di mio padre non aiutavano.

Ogni giorno la mia pallida schiena si ricopriva di violacee macchie e scarlatti tagli.

Più gridavo e più i colpi si facevano forti contro la mia pelle inerme.

S(CAPPA)veglia, lezioni, p(RIMA)erc(HE)oss(IA)e, bordello, let(ROPPO)t(ARDI)o.
S(CAPPA)veglia, lezioni, p(RIMA)erc(HE)oss(IA)e, bordello, let(ROPPO)t(ARDI)o.
S(CAPPA)veglia, lezioni, p(RIMA)erc(HE)oss(IA)e, bordello, let(ROPPO)t(ARDI)o.

Crebbi tra le braccia di centinaia di uomini e l'amore di nessuno.

Ero costantemente circondata da persone, ma perennemente sola.
Forse è per questo che le voci uscirono dai sogni e s'impadronirono della realtà.

Scappa prima che sia troppo tardi.
SCAPPA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!

Me ne stavo nuda davanti allo specchio, fissavo il mio riflesso.
Gli spettinati capelli corvini ricadevano sulle guance facendosi sipario del mio pallido viso: un occhio pesto, sangue secco sotto il naso, una ferita ancora sanguinante sulla scapola.

«Come?»

Chiesi al mio stesso riflesso.

Mi sorrise.

Quel sorriso si allargò fino a tramutarsi in un ghigno tanto inquietante quanto innaturale.
Tutto nel riflesso si fece buio mentre lei, la me nello specchio, usciva lenta sporgendosi.

Sempre più vicina, sempre più vicina.

Si muoveva a scatti, come se ad ogni minimo gesto le sue ossa si rompessero simili a gessetti.
Mi parve quasi di poterne sentire il rumore.

Crack.

Insieme a lei una melma nera iniziò a sgorgare fuori dallo specchio inondando ogni cosa.
Saliva lenta e gelida lungo le mie caviglie.
Viscida s'arrampicò strisciando e avvinghiandosi attorno alla mia carne fino ad arrivare ai miei polsi impedendomi di scappare.

Impietrita davanti a un riflesso che non m'apparteneva più.

Lei si fermò ad un palmo dal mio viso, i suoi occhi vuoti entrarono nel mio animo passando per i miei.

UCCIDILI!

★★★
CI SONO RIUSCITA! Lo so, lo so, sono in tremendo ritardo e per questo mi scuso profondamente cwc vi ringrazio per essere arrivati fin qui! Spero che anche questo breve capitolo vi sia piaciuto e d'essere stata capace di farvi almeno intuire cosa sta accadendo alla psiche della piccola Alice.
Misses Mad vi saluta! ❤✨

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