Capitolo 46
Fu una vera fortuna per Martina riuscire a trovare il regalo perfetto per Ermal. Un vero lampo di genio! Non aveva alcuna intenzione di ricorrere ai soliti regali standard e tradizionali come un profumo, un maglione, o un bracciale. Poi le tornò alla mente il giorno in cui lui le parlò del suo desiderio di attraversare la Route 66 insieme a suo fratello e di fare il giro di buona parte degli Stati Uniti d'America. Così, il giorno prima della Vigilia di Natale, si recò presso un'agenzia viaggi e, dopo aver ricevuto un preventivo da parte del titolare, comprò i biglietti per lui e per Rinald. Dopo essere tornata a casa, e aver impacchettato il regalo, scese al piano di sotto per aiutare la madre di Ermal a preparare il pranzo.
-Sei riuscita a trovare aperta l'agenzia viaggi?- chiese la donna intenta ad aprire il forno per far cuocere le fettine panate.
-Sì, e appena in tempo aggiungerei. Oggi pomeriggio chiusura anticipata in occasione delle vacanze natalizie.-
-Che fortuna!-
Martina si rivolse subito alla donna per ricevere consigli sulla scelta del regalo. Anche lei appoggiò immediatamente l'idea del viaggio e così Martina si convinse. Dal momento che probabilmente avrebbe rincasato tardi, la madre di Ermal si propose di preparare il pranzo anche per loro.
-Vedrai come saranno contenti domani quando scarteranno il tuo regalo.- le disse la donna mostrandole appoggio.
-Lo spero tanto.- rispose Martina prima di avvicinarsi alla madre di Ermal per abbracciarla.
La mattina della Vigilia di Natale Martina ed Ermal si alzarono presto per portare la piccola Miria in piazza e scattare qualche foto. Trovarono la casa di Babbo Natale, meta di attrazione per molti bambini di tutte le età. I vestiti di alcuni elfi colpirono da subito la bambina, la quale si avvicinò subito a loro per osservare curiosa.
-Miria non ti allontanare troppo!- le ordinò lo zio seguendo i suoi spostamenti.
Ermal aveva deciso di raccogliere le foto più belle all'interno di un album, e non solo quelle scattate durante quei giorni di dicembre. Gli era sempre piaciuto scattare fotografie, cogliere momenti o dettagli che lo avevano colpito, e aveva deciso di continuare a coltivare questa sua passione.
Erano molti i bambini in fila per fare la foto con Babbo Natale e gli elfi. Da quelli più piccoli, in fila per la prima volta, a quelli più grandi, in fila di rito come ogni anno. Si sedevano sulle gambe dell'anziano signore dalla lunga barba, esprimevano le loro richieste e, dopo aver scattato una foto, lasciavano spazio agli altri bambini. Quando arrivò il turno di Miria, dopo qualche titubanza iniziale, si avvicinò a Babbo Natale e, dopo aver fatto un elenco di giochi, scattarono la foto.
-Hai molte richieste quest'anno! Cercherò di accontentarti.- rispose l'anziano signore, dalla lunga barba bianca.
Nel primo pomeriggio, durante la preparazione del cenone natalizio, Martina si occupò di apparecchiare la lunga tavolata con tovaglie e tovaglioli di stoffa di colore rosso e oro. Anche i piatti erano in perfetto stile natalizio.
Ermal si trovava in mansarda a studiare la melodia adatta per quella che sarebbe stata una delle canzoni del suo nuovo album. Una volta finito, scese le scale per raggiungere la sala, dove trovò Miria e Martina addormentate sul divano. Non sapeva se svegliarle, o lasciarle riposare ancora un po', non aveva neanche guardato l'orario, ma quando vide l'orologio sul muro segnare le diciotto optò per la prima opzione.
-Martina svegliati!- disse lui muovendola delicatamente.
-È tardi! Avrei dovuto far addormentare Miria e non crollare insieme a lei.- rispose lei stropicciandosi gli occhi prima di svegliare la bambina che aveva accanto.
-Evidentemente eravate stanche e avevate bisogno di riposare. Avete aiutato mia madre per gran parte del pomeriggio.- disse Ermal prima di invitare la bambina a scendere sotto ad aspettare insieme l'arrivo dei suoi genitori.
Dopo essersi alzata dal divano, Martina raggiunse la cucina per bere un po' d'acqua mentre Ermal, tornato al piano di sopra, ne aveva approfittato per misurare il costume di Babbo Natale, con tanto di barba lunga e occhiali da vista dalla montatura circolare. Martina gli aveva trovato anche un sacco dove poter mettere i regali che avevano comprato, esclusa la cucinetta perché troppo grande. Si preoccupò di camuffare, fra tutti quei pacchi, anche il suo dono con i biglietti aerei all'interno.
-Stasera farai un figurone quando entrerai dalla porta d'ingresso vestito così. Oltre a far felice la tua nipotina, sono sicura che riuscirai a stupire anche tutti gli altri.- gli disse Martina prima di scendere al piano di sotto. Sarebbe stata sicuramente una bella sorpresa.
-Lo spero tanto.- rispose lui dandole un bacio sulla fronte.
-Oh oh oh- aggiunse poi imitando Babbo Natale.
-Magari ricordati di parlare con voce più rauca. Miria ti riconoscerebbe ad occhi chiusi.- ribattè lei, coprendosi la bocca con le mani, trattenendo le risate. E ricordati di prendere tutti i loro regali sotto l'albero. Quelli che dobbiamo portare a Roma e a Milano li ho già messi in valigia.-
Tolto il costume di dosso, e la finta barba bianca, Ermal indossò una semplice camicia bianca e dei pantaloni neri stretti. Nel frattempo anche Martina finì di prepararsi e lo raggiunse in sala. La aspettò seduto sul divano tra una chiamata con Marco ed un veloce scambio di messaggi con Andrea. Rimase incantato quando vide la giovane andare verso di lui con un elegante abito bordeaux monocolore in stile impero e le maniche in pizzo floreale. Aveva i capelli raccolti in una coda alta, anche se solitamente preferiva lasciare il capello sciolto.
-Di solito non me ne separo mai.- disse lei notando lo sguardo di Ermal cadere sul suo collo scoperto, lì dove aveva il ciondolo ben visibile.
-Ma bordeaux e rosa confetto sono colori che non si sposano molto.-
-Sei bellissima, amore mio!- le rispose tirandola verso di sé per rubarle un bacio sulle labbra, un secondo, e poi un terzo.
La sera della Vigilia di Natale trascorse tra chiacchiere e tante risate fra una portata e l'altra. Fu un piacere per Ermal vedere la felicità negli occhi di sua madre che osservava la lunga tavolata con il cuore colmo di gioia. Era felice di avere sua figlia lì a festeggiare con loro, decidendo di chiudere la sua attività lavorativa in quei due giorni festivi, ed era felice anche di avere Martina, lì con loro, quale nuovo membro della famiglia. Dopo diversi rimandi, anche lei era finalmente riuscita ad essere lì a Bari.
Per Martina il tempo volò chiacchierando con Sabina, Rinald, e raccontando le attività fatte con la piccola Miria in quei giorni. Era lì da tre settimane ormai e di giorni interessanti e produttivi, ne aveva avuti molti. Aveva esplorato ogni angolo di quella città, il tutto con l'aggiunta di qualche particolare aneddoto. Erano trascorse da poco le dieci quando si accorse dell'assenza di Ermal. Quest'ultimo aveva deciso di non traverstirsi in serata troppo tarda proprio per evitare di trovare la bambina sul punto di andare a dormire. Così, non appena suonò il campanello, Martina andò ad aprire la porta mentre la bambina rimase vicino a sua madre. Assunse un'espressione stupita quando vide l'uomo travestito da Babbo Natale entrare in casa loro. Impossibile non notare il luccichio nei suoi occhi davanti alla visione di tutti quei regali.
Ermal aveva parlato a sua madre e sua sorella della sua idea e così gli diedero anche i loro regali. Aprì il grande sacco e distribuì i doni a ciascuno di loro. Fu divertente sentirgli dire, davanti ai regali comprati per lui, frasi del tipo:" Oh questo è un regalo per un certo Ermal. Non lo conosco.", oppure, "Forse avrà ricevuto cenere e carbone tutti gli anni. Ma quest'anno vedo che è stato buono." La bambina scartò i regali davanti a Babbo Natale, trovando tutti ciò che lei aveva chiesto nella sua lettera.
-Sei contenta Miria? Ringrazia Babbo Natale che ora deve portare i regali anche agli altri bambini.- parlò Sabina rivolgendosi a sua figlia che ringraziò teneramente, come chiesto da sua madre, prima di vedere il buffo signore dalla barba bianca uscire dalla porta di casa. Quando tornò da loro, senza costume, trovò la bambina tutta euforica intenta a mostrare i suoi giocattoli ai presenti.
-Zio, zio, Babbo Natale è venuto qui e ha portato dei regali anche per te!- esultò la piccola giocando seduta sul tappeto di casa.
-Davvero? Che sfortuna non averlo visto ma ero a telefono con alcuni amici.- mentì lui con una scusa credibile per una bambina della sua età.
-Però vedo che sei rimasta contenta dei regali ricevuti. È riuscito ad esaudire le tue richieste.- aggiunse lui prima di vedere sua madre e sua sorella andargli incontro per abbracciarlo e ringraziarlo della bellissima sorpresa.
-Sei stato bravo!- si complimentò Martina, con un bacio sulla guancia, quando lui tornò a sedere accanto a lei.
-Sì mi sento soddisfatto dei risultati ottenuti. L'ho messo dentro l'armadio, potrebbe tornare utile il prossimo anno.-
La più grande sorpresa per Ermal e Rinald fu scartare il loro regalo e trovare i biglietti per gli Stati Uniti d'America. Ermal aveva anticipato le sue intenzioni solo a Martina e sua madre ma, dato che aveva già scartato il regalo di sua madre, bastava proseguire per esclusione.
-Avete tutto prenotato per luglio. Non vi resta che preparare le valigie e scegliere in quale hotel alloggiare.- disse Martina fornendo loro tutte le informazioni. Fu istintivo il gesto dei due fratelli di abbracciarla all'istante.
-Non ti sarebbe piaciuto venire in America con noi?- chiese Ermal tra un bacio scambiato e l'altro.
-Sì ma il Conservatorio mi terrà impegnata per un po' di tempo. È un viaggio che avete progettato solo per voi, ed è giusto che resti tale. Più in là ci torneremo insieme io e te.-
Anche Martina scartò i suoi regali, trovando un nuovo abito ed un grazioso bracciale Pandora.
Ciò che la incuriosì fu il regalo di Ermal in cui trovò una strana chiave.
-E questa?- chiese lei indicando la chiave dentro il pacchetto.
-Capirai bene nei prossimi giorni quando ti farò vedere cosa potrà aprire.- rispose lui mantenendo l'alone di mistero.
La mattina del 27 dicembre, dopo aver preparato le valigie, e salutato tutti, raggiunsero l'aeroporto. Walter ed Angela, poco prima di partire per Milano, ritirarono la nuova macchina di Martina dalla concessionaria e la parcheggiarono a Fiumicino. Al momento del loro arrivo la raggiunsero nell'ampio parcheggio sotterraneo, seguendo le indicazioni lasciate da Walter.
-Niente male! Mi piace molto!- esclamò Ermal ammirando il veicolo davanti a lui. Martina aveva scelto una macchina dai vetri oscurati proprio per dare la possibilità a lui, o Andrea, di poterla utilizzare in caso di necessità, ma anche per portare in giro Libero e Anita. Prima di partire da Bari, Ermal si recò di nuovo dal gioielliere per scegliere un portachiavi da appendere alla chiave dell'auto. Attaccato al cambio trovarono un altro portachiavi, regalo di Natale parte degli zii di lei.
-A te l'onore!- disse lei porgendo le chiavi al suo fidanzato che salì al lato del guidatore e mise in moto l'automobile. Prima di partire per Milano fecero visita a James, Alessia per lo scambio degli auguri di Natale e per dare loro i regali.
-I professori mi hanno dato degli spartiti per te. Mi sono preso la libertà di metterli all'interno di un raccoglitore. I fogli sono spillati in ordine di spiegazione. Sarà più facile per te studiarli.- disse James porgendole il materiale di studio.
-Grazie James! È stata una fortuna avere te che hai pensato a tutto durante la mia assenza. Anche se mi è mancato svegliarmi la mattina e andare a lezione insieme.- rispose la giovane abbracciando il suo caro amico.
-Ah non preoccuparti! Recupereremo dopo le vacanze natalizie.-
A seguire raggiunsero casa di Fabrizio e la sua famiglia. Fu una sorpresa, soprattutto per la piccola Anita, andare ad aprire la porta e trovarsi davanti Ermal e Martina con le mani occupate da altri regali. Libero ed Anita ringraziarono ma, in particolar modo per quest'ultima, la sorpresa più grande fu rivedere Ermal dopo tanto tempo. La prima cosa che fece fu corrergli incontro per farsi abbracciare.
-Sapevo che saresti tornato a trovarci!- esultò piena di gioia la bambina. Questo sì che è un Natale bellissimo!-
Anche per Fabrizio fu una sorpresa. Non si aspettava di vederli prima del matrimonio di Andrea. Se non fosse stato per i regali da distribuire, probabilmente avrebbero preso il volo diretto Bari-Milano.
-Mi ha detto Simone Cristicchi che sarà fra i partecipanti in gara a Sanremo.- disse Fabrizio ad Ermal. Erano seduti sul grande divano in sala e parlavano del più e del meno.
-Mi ha proposto di affiancarlo nella serata delle cover e, per ricambiare il favore fatto a noi lo scorso anno, mi è sembrato il minimo accettare.-
-Ha chiamato anche me ma quest'anno sarà in gara anche Niccolò e non posso non affiancare lui. Per il resto come procedono le cose fra te e Martina?-
-Penso che le cose non potrebbero andare meglio di così. Stiamo costruendo un rapporto sempre più solido. Le ho detto tutto quel che ho ritenuto importante dire e lei ha fatto lo stesso. Sto prendendo importanti scelte che mai avrei pensato di prendere. Ora sono completamente convinto di voler proseguire per questa strada. Una volta che lei avrà terminato i suoi studi al Conservatorio abbiamo intenzione di sposarci e poi pensare ad avere una famiglia. In questo ringrazio lei per essere riuscita a farmi cambiare idea. Ad oggi mi sento pronto a diventare padre.-
-Sono felice per voi amico mio! Era da tanto che aspettavo di sentir pronunciare queste parole.- rispose Fabrizio dando tutto il suo supporto ad uno dei suoi più cari amici.
Ermal e Martina uscirono da casa Mobrici in tardo pomeriggio, con l' impegno di organizzare una nuova giornata da passare insieme anche se, almeno Fabrizio, lo avrebbero rivisto il giorno del matrimonio. Partirono verso le cinque del pomeriggio per essere a Firenze verso ora di cena e consegnare l'ultimo regalo alla piccola Alice.
-Conviene fermarci qui a Firenze per la notte. Dopo aver guidato per quasi quattro ore hai bisogno di riposare. Ho un mazzo di chiavi di riserva. Possiamo andare a casa dei miei genitori.- disse la ragazza iniziando a frugare dentro la sua borsa.
-Non credo abbiano da ridire a riguardo. Possiamo restare a casa stasera e portare il regalo ad Alice domani mattina. Si vede che sei molto stanco, e che hai bisogno di dormire.-
Ermal crollò addormentato non appena si sedette sul divano e accese la televisione. Stavano guardando un film di Natale sulle reti Mediaset quando lei si voltò e lo vide dormire con aria serena. Stando alle parole della madre di Alice li avrebbero trovati a casa nel primo pomeriggio. Quando arrivarono lì la bambina, contenta di rivederli, uscì dalla porta di casa per invitarli ad entrare carica di felicità. Ringraziò entrambi per il libro ricevuto, promettendo di leggerlo tutto durante le vacanze di Natale.
-Com'è andato il saggio quest'anno?- chiese Ermal facendo sedere la bambina sulle proprie gambe.
-Molto meglio del saggio natalizio dell'anno scorso. Il maestro Roberto è rimasto contento dei miei miglioramenti, e mi ha riempita di complimenti. Lui dice che sono molto più brava come cantante.- aggiunse la bambina guardando Ermal.
-Ha ragione! Quando tornerò, se sarai migliorata ancora di più, canteremo una canzone insieme per il prossimo saggio.- disse lui rendendo la bambina immediatamente felice. Non vedeva l'ora che arrivasse quel giorno.
-Martina, sai che Lorenzo andrà via?- disse Alice mettendo Martina al corrente delle novità.
-Cosa significa?- chiese la giovane in attesa di delucidazioni.
-Quando torneremo dalle vacanze, ci sarà solamente il maestro Roberto a fare lezione. Ha detto che Lorenzo ha accettato un nuovo lavoro in Nuova Zelanda.-
-Non ne avevo idea.-
-Beh...ora lo sai!- tagliò corto Alice per far cadere il discorso.
Martina immaginava i reali motivi che l'avevano spinto a cercare lavoro altrove. Lei era il motivo!Se non si fossero più incontrati probabilmente non avrebbe mai optato per una scelta così drastica. Perché, oltre a scegliere di allontanarsi da lei, aveva scelto di stare lontano anche dalla propria famiglia.
Una volta usciti da quella casa, e salutate mamma e figlia, si avviarono verso la macchina per poter fare rientro a casa.
-Io stavo pensando di fare una passeggiata. Tu devi comunque tornare a casa?- chiese lui sperando di riuscire a convincerla ad andare con lui.
-Volevo lasciare la casa pulita prima di partire per Milano.-
-Potresti farlo domani mattina poco prima di partire.-
-Forse hai ragione tu. Eviteremo di sporcare nuovamente. D'accordo vada per la passeggiata.-
Stavano parcheggiando la macchina davanti al cancello di casa quando Ermal vide la sagoma di una persona andare verso la loro direzione con passo lento. Solo a pochi metri di distanza riconobbe Lorenzo con il volto nascosto nella sciarpa aggrovigliata attorno al collo.
-Martina guarda!- esclamò richiamando la sua attenzione. La ragazza si voltò notando il volto sorpreso di Lorenzo che non si aspettava di trovarsi faccia a faccia con la persona dalla quale stava fuggendo.
-Scusate, sono venuto a restituire le chiavi della scuola a Roberto. So che si trova a Milano in questo momento ma mi ha detto dove avrei potuto lasciarle.- disse il ragazzo giustificando la sua presenza lì.
-Tranquillo non preoccuparti.- rispose lei invitandolo ad entrare. In un primo momento lo vide esitare ma poi si convinse ed entrò.
-Vi lascio parlare da soli.- disse Ermal dirigendosi verso le scale che conducevano al piano di sopra.
-No, puoi restare!- lo fermò all'istante Lorenzo, impedendogli di andare via.
Questo sorprese molto Ermal soprattutto perché, fino a pochi mesi prima, Lorenzo era il primo a togliere il disturbo pur di non condividere lo stesso spazio del cantante. Non era mai stato un loro interesse provare ad intrattenere una conversazione.
-Quando ti ho incontrata di nuovo dopo anni ho giurato a me stesso che le avrei tentate tutte pur di riuscire a riconquistarti. Ma il mio treno lo avevo perso ormai da tempo e tu pensavi ad altro.- iniziò il suo discorso Lorenzo volgendo il suo sguardo in direzione di Ermal.
-Ti mostravo il Lorenzo di quei tempi, ti portavo in giro per Firenze a passeggiare, cercavo di farti capire che meritavi di avere accanto una persona più presente, ma la distanza che c'era tra voi, per te non era un problema.-
-Mi dispiace Lorenzo. Avrei dovuto essere più chiara con te.-
-No, tu lo sei stata fin troppo. Ero io che non volevo ammettere a me stesso di aver fallito. Se ti avessi incontrato prima probabilmente il corso degli eventi sarebbe stato diverso. Stare un po' lontano da qui mi farà bene.-
-Spero tu possa trovare la serenità che cerchi.- disse lei a Lorenzo prima di vederlo salutare entrambi ed uscire da quella casa.
-Ho già salutato Roberto e Maria ma, non appena li rivedrai, porta loro nuovamente i miei saluti.-
-Lo farò.-
Erano passati minuti da quando Lorenzo era andato via e Martina rimase seduta a tavola con il palmo della mano a sorreggere la sua testa.
-Ne vuoi parlare?- chiese Ermal notando la ragazza particolarmente pensierosa.
-Mi dispiace per lui. Sono sempre stata chiara, l'ho respinto più volte, eppure continuo ad essere la causa delle sue sofferenze.-
-Ma stare lontano lo aiuterà. Vedrai che quando tornerà starà meglio.-
-Stare lontana da te non mi è stato di aiuto, e lo sai benissimo.-
-Il nostro caso è completamente diverso. Siamo legati da un stesso sentimento che proviamo reciprocamente. Starà bene, vedrai!- disse lui invitandola a sedersi sul divano accanto a lui.
La mattina dopo, sistemata casa e messo tutto in ordine, partirono per Milano. Avevano fatto anche un salto al cimitero per salutare Valeria. Per Martina era impossibile non passare di lì, anche solo per una manciata di minuti. Le mancava ogni giorno di più, anche se era riuscita ad accettare la morte della sua migliore amica dopo tanto tempo.
Quando arrivano a Milano, Marco disse loro di essere stati invitati a pranzo dai genitori della sposa nella vecchia casa di Azzurra.
-Direi di andare lì. Marco dice che ti aspettano per la prova dell'abito di Azzurra.- parlò Ermal percorrendo le vie principali di Milano per raggiungere la casa.
Stavano scendendo dalla macchina quando Roberto e Walter notarono la loro presenza. Roberto fu il primo ad precipitarsi alla porta per dare loro il benvenuto.
-Papà!- esclamò Martina vedendo suo padre andarle incontro per abbracciare lei ed Ermal
-Come sta la mia bambina?- chiese Roberto prima di invitarli ad entrare in fretta.
-Molto stanca. Un po' di riposo è quel che ci vuole.-
-Chi ha parlato di riposo? Qui non si dorme dall'inizio delle vacanze.- di aggiunse Marco già pronto a divertirsi a prenderla in giro.
-Marco sei un cretino!- esclamò Andrea dando uno spintone al suo amico.
-Tu cosa farai mentre noi non ci saremo?- chiese Martina ad Ermal dopo aver salutato e abbracciato amici e parenti.
-Andrea ha proposto di andare in un bingo palace qui vicino. Ci vedremo a casa per ora di cena.- rispose Ermal dandole un bacio sulle labbra.
-Forza piccioncini, ne avrete di tempo da passare voi due soli.- s'intromise Azzurra afferrando Martina di spalle e spingendola verso l'uscita.
La sorella di Azzurra e Martina si guardavano allo specchio mentre indossavano il loro abito da cerimonia glicine; lungo, stile impero, senza maniche, con scollo a V. Semplicemente da togliere il fiato.
Ma ancora più bella era Azzurra con il suo lungo abito bianco.
Martina non potè non pensare a quanto fosse fortunato suo cugino ad avere una splendida donna accanto a sé. Uscite dall'atelier tornarono a casa di Azzurra tranne Martina che decise di tornare a casa di Ermal per andare a riposare. Quando telefonò ad Ermal per assicurarsi di trovarlo a casa, avendo lasciato in valigia le chiavi di riserva, e ottenne conferme positive. Infatti, non appena arrivò, trovò il cancello semiaperto ed entrò in casa dove trovò Ermal in cucina a tagliare la pizza.
-Che profumo invitante!- esclamò la giovane sull'uscio della porta.
-Marco è andato a prenderne un paio da mangiare tutti insieme da Andrea. Ha ordinato anche queste due per noi ma gli ho detto che sarei tornato qui.-
-Ma no! Avresti potuto raggiungerli e trascorrere la serata lì con tutti loro. Sarete di nuovo tutta la band al completo.-
-E lasciarti qui tutta sola? Non se ne parla.- raggiungendo la tavola apparecchiata per cenare.
-Una volta che sarò andata andata a dormire chi rimarrà da solo ad annoiarsi sarai tu.-
-Potrei sempre decidere di raggiungerli dopo cena, non c'è problema.-
-Promettimi che lo farai.- gli disse lei facendosi a lui più vicina.
-Te lo prometto!- rispose lui prima di raggiungere le labbra della ragazza con le sue.
-Ora dovremmo mangiare. Con tutti i nostri discorsi faremo raffreddare queste pizze.-
Sì trovò costretto a mantenere fede ai patti così, dopo che Martina andò a riposare, chiuse la porta e uscì per raggiungere Andrea e gli altri a casa di quest'ultimo. Fu una bella serata, con musica, karaoke e racconti divertenti ma, anche se dormiente, era la compagnia di Martina a preferire in quel momento. Così decise di salutare e tornare da lei. La trovò nel mondo dei sogni e la raggiunse stringendola forte a sé.
La mattina del matrimonio Martina si svegliò all'alba. Dopo essere andata a dormire presto la sera precedente aveva capito di aver dormito più del necessario. La cerimonia sarebbe iniziata da lì a pochissime ore e lei aveva ancora tanto da fare. Sua madre le propose, il giorno prima, di prenotare un appuntamento dalla parrucchiera ma la ragazza rifiutò dicendo di volersene occupare lei personalmente. Questo fu uno dei motivi che la spinse a svegliarsi all'alba. Raccolse i suoi lunghi capelli neri in un semilegato molto grazioso ed elegante. Quando Ermal si svegliò la trovò già con il vestito addosso e le spalle coperte da una pelliccia sintetica perlata.
-Io sono senza parole...incanto!-
Fu l'unico aggettivo che riuscì a descriverla al meglio.
-Non sono abituata a tutti questi complimenti.-
-È giunto il momento di iniziare ad abituarti. Te ne farò molti altri da ora in poi.- disse lui mettendole il suo bracciale di fiori.
-Grazie...per il bracciale intendevo.- si corresse subito facendo sorridere lui.
-Ricordi la chiave che ti ho regalato a Natale?-
-Sì perché?- chiese lei dubbiosa davanti alla sua domanda.
-Portala con te. Finita la cerimonia andremo in un posto.- concluse lui raggiungendo di nuovo la camera da letto per vestirsi. Tipico atteggiamento di Ermal che vuole mantenere l'alone di mistero fino alla fine. Prima del rito matrimoniale il fotografo sarebbe stato a casa di Andrea, e nella vecchia casa di Azzurra, per qualche scatto. Zia Angela chiamò a telefono di Martina per avvisare i due dell'arrivo del fotografo e di andare lì il prima possibile.
-Come vogliamo organizzarci con l'itinerario?- chiese lui mentre raggiungevano la macchina. Dopo aver aiutato Martina a salire, e a sistemare il suo vestito, mise in moto.
-Adesso andremo da Andrea poi, quando il fotografo andrà da Azzurra, lo seguiremo e resteremo lì fino all'uscita della sposa. Se poi vorrai restare con Andrea, Marco e gli altri, io potrei andare con zia Angela e zio Walter.-
-No tranquilla, è giusto che io venga con te. Ti ricordo che i testimoni vanno in coppia. E poi penso che Marco verrà con noi a prendere la sorella di Azzurra.-
-Giusto, lo avevo completamente rimosso.-
Oltre tutto l'amore che c'è
oltre tutte quante le distanze
siamo sempre soltanto io e te
e in qualche modo ritorniamo sempre
Fu emozionante per la giovane ragazza entrare dentro casa di Andrea e vedere l'aria di festa che si respirava lì. Suo padre brindava con suo zio, sua zia piangeva con Maria che la consolava. Martina cercò di individuare Andrea e quando lo trovò gli corse incontro per abbracciarlo.
Fu divertente invece realizzare che probabilmente si sarebbe ritrovata in più della metà delle foto scattate in quel giorno.
Fu emozionante vedere Azzurra, con il suo abito candido come la neve, avviarsi verso l'uscita dopo che sua zia le consegnò con orgoglio il bouquet. Azzurra si sentiva felice e Martina sperava di poter vestire anche lei, un giorno, i panni di una sposa felice.
Mangio qualcosa sul letto
leggo messaggi in ritardo
penso di arrivare in tempo e mi sbaglio
tutto ci sfugge di mano
ma noi che cosa ne sappiamo
non c'è ne rendiamo conto nemmeno
La via lattea è il solo modo
per tornare a casa
con la testa dietro un vetro
come un astronauta su un altro pianeta
che ha tutto l'universo intorno ma
non ha qualcosa, meteoriti e astronavi
i tuoi occhi lontani
Fu emozionante per lei osservare gli sguardi complici fra gli sposi ma, ancor di più, vedere suo cugino voltarsi verso di lei prima dello scambio delle promesse. La guardò dritta negli occhi, le fece l'occhiolino e lei ricambiò con un sorriso radioso. Indipendentemente da tutte le sfide che il futuro le avrebbe riservato lui le aveva fatto capire che, per lei, ci sarebbe stato sempre.
-Grazie Andrea.- disse lei a bassa voce. Quel ringraziamento era per lui e per nessun'altra. Quando Andrea e Azzurra si scambiarono gli anelli la mente di Martina viaggiò indietro nel tempo a quando lei ed Ermal provarono quelle stesse fedi dentro il negozio del gioielliere a Bari. Lui che afferrò la sua mano per metterle l'anello al dito, il suo cuore che battè forte quasi sul punto di fuoriuscire dal petto. Quando si voltò vide che lui la guardava fissa da prima. Anche lui aveva avuto lo stesso suo flashback.
Oltre tutto l'amore che c'è
oltre tutte quante le distanze
siamo sempre soltanto io e te
e in qualche modo ritorniamo sempre
in qualche modo ritorniamo sempre
Le luci di un'altra città
pensieri senza gravità
e tutto l'universo intorno ma
qualcosa manca ma
poi ci ritroviamo qua
-Forza, sbrighiamoci!- la incitò Ermal a raggiungere in fretta la macchina al termine della cerimonia.
-Non dovremmo andare al ristorante?-
-Con tutte le foto che dovranno scattare agli sposi ci toccherà attendere minimo un'ora a vuoto. E per quell'ora noi saremo già di ritorno.- continuò convincendola a seguirlo. Prima di mettere in moto la macchina le bendò gli occhi.
-Ti controllo quindi non sbirciare!-
-Ermal, cos'è tutto questo mistero?-
-Pazienta un po' e vedrai.-
Fu impossibile per lei riuscire a capire il tragitto della macchina. Da bendata aveva perso completamente l'orientamento. Così dovette rassegnarsi e aspettare. Quando sentì la macchina arrestare la sua corsa capì di essere arrivata a destinazione. Una volta parcheggiato la macchina, Ermal scese e aiutò anche la ragazza. Con entrambe le mani appoggiate sulle spalle della giovane la guidò. Martina capì di aver salito scale, così tante scale da aver perso il conto dei gradini. Quando Ermal le tolse la benda notò un grande portone in legno massiccio davanti a lei. Prese la chiave dalla borsetta e la infilò nel buco della serratura. Ermal entrò dopo di lei e chiuse la porta alle loro spalle.
-Stai cambiando casa? Quella di adesso mi piace tanto.- chiese Martina osservando attentamente quell'appartamento privo di mobili.
-Non voglio darla via. Ho intenzione di tenerla a disposizione per le volte in cui le nostre famiglie verranno qui a Milano. Pur avendo una camera con un letto matrimoniale, e una stanza con un letto singolo per gli ospiti, sta cominciando ad essere una casa piccola. Qui sono a pochi passi dal mio studio, potrei addirittura raggiungerlo a piedi.-
-Sì sembrerebbe la soluzione più vantaggiosa per te.-
Ermal la prese per mano e la portò ad esplorare la casa.
-Qui potremmo mettere una cucina ad isola e di là ci sarà una sala con un grande tavolo per le cene con amici e parenti. Che ne pensi?-
-La trovo una bella idea. Sono sicura che una volta che avrai messo i mobili ne verrà fuori un ottimo lavoro.-
-Lo spero! Come altra padrona di casa non ti piacerebbe venire con me a sceglierli? La potremmo arredare a nostro piacimento.-
-Cosa?-
-Te lo devo spiegare con un disegno? Se avessi preso questa casa soltanto per me non c'era motivo di regalarti questa chiave. D'accordo che avevi anche le chiavi dell'altra casa, ma insomma credo siano palesi le mie intenzioni. Una volta pronta, diventerà la nostra casa. Non so quando, forse tra due mesi, o più, ma sento che siamo pronti a condividere le nostre giornate.-
Martina era senza parole. Le aveva appena chiesto di andare a vivere insieme. Avendo trascorso quasi l'ultimo mese insieme a lui, un'intera vita davanti non la spaventava. Era meraviglioso vedere Ermal fantasticare su come avrebbero arredato la sala oppure la loro camera da letto.
-Le ultime stanze potremmo lasciarle vuote, per il momento, o utilizzarle come camere per gli ospiti. Dopo potremmo riempirla di giochi, comprare una casa per le bambole, oppure un piccolo canestro. No, meglio la casa con le bambole.-
-Ti vedo molto convinto.-
-Perchè lo sono. Si chiamerà Valeria.- rivelò Ermal rendendo la ragazza ancora più sorpresa, in positivo. Si era stretta a lui con forza prima di unire le loro labbra in un lungo e tenero bacio.
Non aveva parole per descrivere quel momento che stavano vivendo. Qualsiasi parola le sembrava molto riduttiva per descrivere un qualcosa di molto più grande.
-Mi sembra perfetto!- rispose lei prima di tornare a baciarlo.
Stava provando ad immaginare se stessa come madre alle prese con giocattoli, notti insonne, e lui aveva già scelto il nome per quella che un giorno sarebbe stata la loro bambina. Era felice per il futuro che la aspettava, un futuro che anche lei non vedeva l'ora che arrivasse.
Oltre tutto l'amore che c'è
oltre tutte quante le distanze
siamo sempre soltanto io e te
e in qualche modo ritorniamo sempre
in qualche modo ritorniamo sempre
The End!
Siamo arrivati alla fine di questo racconto. Spero vi sia piaciuto questo happy ending, ma anche tutta la storia in sé. Grazie a chi ha letto fino ad ora la mia storia e grazie a chi la leggerà. :)
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