Capitolo 41

Una volta tornata a casa, Martina aveva telefonato ad Alessia per raccontarle del pomeriggio passato con James e del suo invito alla festa.
La notizia fece esultare Alessia, totalmente euforica pensando all'idea geniale avuta dal loro amico.

-È riuscito a convincerti subito. Quel ragazzo è un vero genio!- disse Alessia piena di entusiasmo.

-Dopo tutte le vostre ramanzine, riceverne un'altra era l'ultima cosa che volevo.- rispose Martina sentendo risate provenire dall'altro capo del telefono.

-Se non altro siamo certi di aver ottenuto i frutti sperati.- aggiunse Alessia tra una risata e l'altra.

-Come procurarmi un mal di testa allucinante?- chiese ironica Martina lanciandole una frecciatina.

-Oh tranquilla, una aspirina e il mal di testa passa subito.-

Il giorno della festa Alessia si recò a casa Vigentini, intorno alle prime ore del pomeriggio. Martina le chiese di raggiungerla per prepararsi insieme. Poco tempo prima, Alessia aveva comprato una nuova piastra per capelli e aveva deciso di sperimentarne l'efficienza sui capelli di Martina. Le fece una cascata di boccoli da togliere il fiato tanto da convincere la giovane Vigentini a comprarla anche per lei.
Dopo un attimo di indecisione decise di indossare il vestito bianco e rosa confetto che indossò quando Ermal la raggiunse a Firenze. Ricordò la sua faccia quando la vide con quel vestito indosso, definendola incantevole. La ragazza indossava vestiti il 5% dei 365 giorni annuali, ma Ermal la trovava incantevole con qualsiasi capo di abbigliamento, anche quando indossava il suo pigiama in pile con due orecchie da koala sul cappuccio. Aveva indossato le scarpe, il giubbetto di pelle rosa confetto e, dopo essersi truccata, aveva aspettato Alessia in sala. Stava pensando di comprare una macchina tutta per sé ma, per quella sera, sua zia aveva deciso di accompagnarle lei stessa alla festa.

-Hai dimenticato qualcosa.- parlò Alessia mostrando all'amica il suo ciondolo a forma di quadrifoglio, il regalo natalizio di Ermal. Martina portò istintivamente la mano destra in direzione del collo e notare che non aveva più il ciondolo addosso. Lo aveva tolto per fare la doccia e aveva dimenticato di indossarlo nuovamente. Stava pensando di non indossarlo, per quella sera soltanto, ma poi ci pensò Alessia ad avvicinarsi per sistemarglielo al collo.
-Tranquilla, non lo perderai.- le parlò successivamente cercando di infonderle coraggio.

-Il ciondolo?- chiese Martina dubbiosa.

-Anche, ma mi riferivo a lui.-
Il sorriso anorevole di Alessia le era bastato per farle forza e calmarla.

-Lo spero tanto anche io amica mia.- rispose Martina, molto grata, stringendosi forte a lei.
Durante le ore trascorse alla festa di James, che riuscì ad organizzare perfettamente nei minimi dettagli, Martina riuscì a divertirsi, a conversare con James e i suoi amici, e anche a ballare con Alessia. Andrea Ra aveva comprato una nuova macchina fotografica a suo figlio e aveva deciso di fare qualche scatto. Anche se non aveva scattato centinaia di foto, le migliori ritraevano spesso insieme Martina al centro, fra James e Alessia. Il giovane aveva deciso di allestire un buffet, e una console per la musica, nel suo giardino di casa. Non era enorme, ma abbastanza grande da poter contenere una trentina di ospiti.

-Siamo i suoi bodyguard.- rispondeva ridendo James mentre suo padre scattava le foto.
Martina rise davanti alle loro parole idiote, e divertenti al tempo stesso.

-James abbiamo bevuto qualche bicchierino di troppo?- chiese Alessia prendendolo in giro ma Martina ci lesse un fondo di verità. Non avevano mai smesso di proteggerla, o semplicemente di starle accanto.
Augurava a tutti di poter avere un'amicizia così. Non sapeva che anche Ermal era riuscito a vedere quelle foto dal profilo Instagram di Andrea Ra. Aveva sorriso riconoscendo quel particolare.
Aveva sorriso, guardando il quadrifoglio rosa, nel sapere che una parte di lui era sempre con lei, anche adesso. La trovò ancora più incantevole del solito, un incanto che lui notò fin dal loro primo incontro.

Nelle settimane a seguire iniziarono finalmente i corsi. Martina e James ne condivisero la maggior parte, ad eccezione di quelli di strumento individuale. James passava a prenderla sotto casa verso le 8 e raggiungevano il Conservatorio. Quando invece non avevano orari compatibili andava a piedi, o prendeva la metro. Cercava di scomodare i suoi zii il meno possibile. Accennò a Roberto e Maria il suo desiderio di avere una macchina per sé. Prima di allora, suo padre le propose di comprarne una ma lei rifiutò sempre dicendo di non averne bisogno. Adesso era arrivato il momento di prenderne una. Quando aveva del tempo libero faceva il giro delle concessionarie di Roma, accompagnata spesso da sua zia Angela per ricevere qualche buon consiglio. Aveva visto tanti modelli diversi ma quello che l'aveva maggiormente colpita era una Renault Clio Megane di colore rosso. Era comoda, spaziosa, elegante, aveva tutte le qualità adatte e che cercava lei stessa in un'auto. Avrebbe dovuto aspettare i primi giorni di dicembre per riuscire ad ultimare le pratiche con la concessionaria, il bollo e l'assicurazione. Solo allora sarebbe riuscita a portare la macchina a casa.

-Oggi è stata molto interessante la lezione di storia della musica, non trovi?- disse Martina rivolgendosi a James.

-Sì mi è piaciuta molto! Credo che non avrò problemi a studiare le pagine del manuale spiegate oggi.- rispose il ragazzo trovandosi pienamente in accordo.

-È stato illuminante scoprire, per filo e per segno, tutta l'evoluzione del pentagramma, figure musicali comprese, dalle origini ad oggi. Non vedo l'ora di arrivare a studiare Mozart.-

-Ti toccherà aspettare un bel po'. Comunque devo dire che i professori sono molto preparati e i nostri colleghi di corso sembrano persone molto simpatiche.-

-È vero! Ho conosciuto due ragazze alla lezione di storia della musica. Giulia studia canto e Alketa, che è qui in Italia da 10 anni, sta studiando pianoforte. Domani te le presenterò.- disse Martina mentre raggiungevano la macchina.

-Questo fine settimana avevo in mente di invitare Alessia ad uscire.-

-Wow!- esclamò sorpresa la ragazza davanti alle parole del suo amico.
-Non pensavo ti interessasse Alessia.- rivelò convinta lei non avendo notato mai atteggiamenti sospetti da parte di James.

-In realtà ci sto facendo un pensierino già da un po'. È carina, si veste bene, è simpatica, condividiamo alcuni hobby. Credo sia la ragazza adatta a me. Secondo te perché la invitavo spesso nei pub in cui suonavo? Per giocare a Tombola?- continuò il ragazzo facendo ridere divertita la ragazza.
-Sono serio, a volte noti poco quel che ti succede intorno. Ma ti voglio bene lo stesso.-

-Ti perdono solo perché hai detto di volermi bene. Potrei decidere di mettere una buona parola con Alessia.-

-Mi faresti un grande favore.-
Martina stava per salire a bordo quando sentì il suo telefono squillare.

-Ciao Andrea!- esclamò felice di sentire di nuovo suo cugino.

-Ma dove sei? Vengo a Roma per farti una rapida sorpresa e non ti trovo?- rispose lui con aria annoiata.
-Che noia mi sono autofomentato per nulla. Mi sono solamente beccato il palo.-

A Martina veniva da ridere mentre provava ad immaginare le espressioni facciali che suo cugino stava facendo in quel preciso momento.

-Pensavo ci saremmo visti direttamente la settimana prima delle vacanze natalizie. Ad ogni modo, sono appena uscita dal Santa Cecilia e dovrei arrivare a casa tra 10 minuti.- disse salendo velocemente in macchina per accelerare i tempi di arrivo.

-Cambio di programma! Volevo parlare con te di una questione importante e ho deciso di anticipare i tempi. So essere imprevedibile.-
Dopo aver beccato il traffico durante la strada di ritorno, riuscì ad arrivare a casa e a trovare Andrea seduto in sala a conversare insieme ai suoi genitori. Questa volta non era da solo, perché aveva portato anche Azzurra con sé.

-Che bello vedervi!- esclamò la giovane Vigentini al settimo cielo. Andò loro incontro e li abbracciò forte entrambi, prima di togliersi il giubbetto di dosso e prendere posto sul divano. Le chiesero novità sui corsi e Martina non fece altro che spendere parole stra positive sui docenti e sui suoi compagni di corso. Definì l'ambiente mite, accogliente, e non potè non essere felice della scelta presa, familiari compresi vedendola felice e rilassata. Era rilassata sì, ma non del tutto felice. Qualcosa gli mancava, o forse qualcuno.
-Voi che mi raccontate?-

-Noi abbiamo passato due settimane di fuoco. Dopo la fine del tour con Ermal, ho avuto più tempo per me ed Azzurra aveva ottenuto una pausa lavorativa di quasi due mesi. Che strana coincidenza pensai.
Abbiamo deciso di fare un viaggio e siamo andati due settimane in Francia. Parigi, Principato di Monaco, Nizza, posti meravigliosi da togliere il fiato. Avevo raccontato ad Azzurra della tua vacanza a Parigi, risalente a tre anni fa, dei posti che hai visitato, e ci siamo detti: perché non andiamo anche noi?- iniziò il suo discorso Andrea mostrando le foto e raccontando ogni dettaglio del viaggio.
-Siamo tornati a Milano due settimane fa e abbiamo deciso di trascorrere una settimana dalla famiglia di Azzurra, due giorni fa siamo passati da zio Roberto e zia Maria a Firenze, e oggi abbiamo deciso di venire qui a Roma.-

-Voi siete folli!- esclamò Martina ascoltando tutto l'itinerario compiuto dai due.

-Oh andiamo! Anche tu hai compiuto questi itinerari da paura, dovresti capirmi!-

-Proprio perché ci sono passata prima di voi vi dico che siete folli.- rispose tranquilla la ragazza bevendo un bicchiere d'acqua. Doveva pur esserci un motivo se avevano scelto di attraversare tutta Italia in due settinane.

-Abbiamo fatto tutto questo tragitto perché volevamo darvi la notizia personalmente. Io e Azzurra abbiamo deciso di sposarci il primo giorno dell'anno nuovo, a Milano.-
Martina spalancò gli occhi mentre vide sua zia e suo zio avvicinarsi commossi ai novelli sposi. Si sentiva attraversata da turbine di emozioni ma soprattutto era felice della buona notizia. Prima James che le rivela di voler portare fuori Alessia, poi Andrea e Azzurra che decidono di sposarsi. Ma che sta succedendo oggi?

-Avete già scelto i testimoni?- chiese Angela piena di curiosità.

-Li abbiamo scelti insieme tutti e quattro, dopo esserci confrontati. La scorsa settimana Azzurra ha fatto la proposta a sua sorella, la quale ha accettato seduta stante. Abbiamo chiesto anche a Marco e ad Ermal e infine abbiamo deciso di chiederlo a te.- disse Andrea volgendo la sua attenzione verso la ragazza che aveva accanto. Se la prima notizia l'aveva lasciata senza parole, questa seconda l'aveva sconvolta direttamente. Non ci aveva mai pensato all'eventualità di ricevere una richiesta simile.
-Sai che in fondo tu sei stata più di una semplice cugina. Anche se non condividiamo gli stessi genitori sei come una sorella per me. Dal giorno in cui sei nata, e ti ho presa in braccio. Avevo quasi 12 anni e avevo capito subito che il nostro rapporto sarebbe stato veramente speciale.-

-Oddio Andrea così mi fai piangere. Sarebbe un onore per me!- accettò la proposta felice e, dopo aver asciugato le lacrime di gioia che aveva versato, li abbracciò entrambi nuovamente.
-Ermal e Marco hanno accettato?- chiese a voce meno udibile facendosi a loro più vicina.

-Sì,e abbiamo detto loro anche di te e mia sorella. Spero tu non abbia problemi a riguardo.- disse Azzurra lasciandole una carezza sulla spalla.

-No anzi, avete fatto un'ottima scelta. Come stanno?-

-Marco sta bene, oggi è partito per raggiungere Anna a New York. Gli ho detto che saremmo venuti qui e ti manda i suoi saluti. Ermal passa le sue giornate in studio per non pensare ad altro, tu sai.-
Martina annuì capendo che si era rifugiato nella musica pur di non pensarla troppo, e soffrire di conseguenza.
-È convinto del fatto che tu non lo voglia più vedere. Vorrebbe cercarti ma ha paura di un rifiuto da parte tua.-

-Gli parlerò io, non preoccuparti. Indipendentemente dal fatto che le cose tra noi si risolveranno, o meno. Vi sposerete e tutto andrà liscio come l'olio.-

Martina promise di raggiungerli a Milano il prima possibile, lezioni al Conservatorio permettendo. Le lezioni si sarebbero concluse la settimana prima dell'inizio delle vacanze di Natale, ma lei avrebbe cercato di partire per Milano da lì a pochi giorni. Aveva deciso di aiutare Azzurra e Andrea con gli ultimi preparativi del matrimonio. Il ristorante era stato prenotato ma c'erano ancora i vestiti da scegliere, le fedi e la torta.
Quell'anno si decise così di festeggiare il Natale a Milano e di restare lì fino al giorno delle nozze. In via del tutto eccezionale ci sarebbe stata anche la famiglia di Azzurra.
Ma soprattutto, quei giorni sarebbero stati determinanti per lei. A prescindere dall'esito, positivo o negativo, si sarebbe confrontata con Ermal e avrebbe dato una svolta a quella situazione di stallo.
Stava studiando nella sua camera da letto quando prese a guardarsi intorno. Non ci aveva mai riflettuto come in quel momento ma quella stanza era stata testimone di momenti intensi trascorsi con Ermal, sia belli che brutti. Tutto ebbe inizio nella settimana successiva al loro primo incontro. Il giorno dopo sarebbe partito per Bari ma, per la notte, Andrea invitò lui e Marco a fermarsi da loro. Con grande piacere e sorpresa, da parte di lei, andò a prenderla in università al termine delle lezioni con quel suo chiodo blu elettrico, che non gli vide più addosso da quel giorno. Gli diede il permesso di dormire in quella stanza di cui era tanto gelosa, ma lui era speciale. Lo vide osservare curioso ogni quadro, foto e qualsiasi altro arredamento della stanza, a cominciare da quel buffo stereo di colore rosa. E chi avrebbe mai potuto immaginare che la volta successiva avrebbero condiviso quello stesso letto? E quanti avvenimenti erano accaduti nel mezzo: la sua prima visita a Milano, la sorpresa da parte di lui a Firenze, il loro primo bacio, Sanremo e la festa di Carnevale. Era diventato parte del suo mondo, delle sue giornate e non poteva chiedere di meglio nella vita. Era innamorata e quel suo sentimento non si sarebbe mai estinto nel giro di poco, anzi non ne era neanche del tutto convinta di volerlo. Non voleva smettere di amarlo e nemmeno voleva buttare all'aria sette mesi di storia, che non erano nulla in confronto a nove anni della precedente relazione, ma avevano rappresentato tanto per lei. Non avrebbe mai immaginato che, in quella stessa stanza, lei lo avrebbe lasciato chiedendogli di tornare a Milano. Le era costato tanto fare quella scelta e, ancora adesso, le sembrava di vederlo mettere i piedi fuori da lì, sbattendo violentemente la porta. Tornò improvvisamente con i piedi sulla terraferma quando sua zia bussò alla porta.

-Martina ci sono visite per te.- disse Angela intimandole di raggiungere cortesemente l'ospite.

-Chi sarà mai a quest'ora? Sono le nove e mezza di sera.- chiese confusa la giovane cercando di estorcere informazioni da sua zia.
Quando arrivò in sala non le servirono risposte per poter riconoscere la persona davanti a lei.
-Silvia?-

-Ciao Martina!-
Le sembrava tutto così assurdo. Come poteva lei essere lì, a casa dei suoi zii? Come aveva fatto a trovarla?
Non stava succedendo davvero...

Era arrivato il momento della resa dei conti.

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