Capitolo 4
Una volta raggiunta la macchina, Martina ne approfittò per chiamare sua madre. Non la sentiva da giorni e quella mattina le aveva mandato un messaggio dicendole che l'avrebbe richiamata nel pomeriggio. Le avrebbe raccontato qualcosa sulla giornata trascorsa in facoltà.
-Ti dispiace se metto il viva voce?- disse lei chiedendo il permesso.
-Certo che no! Fai pure!-
Non voleva metterlo in imbarazzo, anzi, sapeva che non avrebbe affrontato alcun argomento riguardante lui, o non le sarebbe mai passata di mente un' idea del genere.
-Oh Martina finalmente hai chiamato. Sono le 19, stavo iniziando a preoccuparmi.-
-Ma no mamma non devi preoccuparti. Le lezioni oggi sono state tranquille, ho finito per le 16:30 e sono stata fino a poco fa in giro a passeggiare.-
-Hai fatto bene a mettere in stand-by il cervello per un po', mi fa stare più tranquilla.
Martina ma non è un po' eccessivo fare 6 ore di lezione domani?- chiese sua madre con qualche punto interrogativo nella testa.
-Non è un problema, anche se tornerò a casa alle 17:30. La prima lezione inizierà alle 10:30 e di conseguenza potrò dormire un po' di più domani mattina.-
-Sì mi raccomando non restare sveglia fino a tardi. Dormire poche ore non porta molti vantaggi al proprio fisico.-
-Sì tranquilla mamma, non preoccuparti. Piuttosto come sta papà?-
-Dovrebbe arrivare a momenti, aveva lezione di piano con i ragazzi fino alle 19. Mi ha detto che stanno preparando uno spettacolo per Natale.-
-Davvero? Sono contenta! Però spero non arrivi a lavorare troppo, sarebbe stressante per lui.-
In quelle parole si poteva distinguere un mix di gioia e di preoccupazione al tempo stesso. Era molto contenta per suo padre, per il suo lavoro e perché veniva apprezzato dagli altri. Ma conoscendolo sapeva che sarebbe arrivato anche a non dormire qualche ora la notte per occuparsi dell'organizzazione.
-Glielo ripeto tutte le sere, ma lo conosci bene, è il solito testardo. Quando prende un impegno lo deve portare a termine alla perfezione. Tesoro ora ti devo lasciare, sto preparando la cena e sto per iniziare a vedere Sherlock in streaming.-
-Finalmente, era ora! Domani chiamami e dimmi se ti piace! Saluta papà da parte mia.-
-Certo tesoro, a domani!-
Sperava solo di poterlo sentire presto. A volte lo chiamava a telefono ma non sempre lo trovava disponibile. Ma non gliene faceva una colpa, anzi, il lavoro veniva prima di tutto e sapeva che si sarebbero sentiti presto. Ermal cercava il suo sguardo mentre continuava a guidare. La vedeva osservare l'orizzonte davanti a sé e studiare ogni minima sfumatura di quel tramonto che guidava il loro rientro. Una parte di lui voleva darle modo di aprirsi e dare sfogo ai suoi pensieri. L'altra parte accettava di lasciarle i suoi spazi. Era stata lei a rompere quel breve silenzio poco dopo.
-Sono molto preoccupata per mio padre. Non lo sento da quasi una settimana. Il lavoro è importante e non lo metto in dubbio ma anche la sua salute è importante. Due anni fa ha rischiato un infarto per il troppo stress.-
-Ma ora sta bene no?-
-Sì ma deve stare a riposo e sa che non deve affaticarsi. Sono contenta del fatto che abbia ricevuto questo incarico e che stia dando ottimi risultati ma deve capire quando è il momento di prendersi una breve pausa. Prima di riprendere gli studi, lavoravo con lui, nel suo studio e non stava fermo mai, nemmeno un secondo. Un vero e proprio ciclone.-
-Io ti dico di non preoccuparti, sono sicuro che tuo padre sa quando è il momento di allentare la presa e di riprendere fiato.-
-Lo spero tanto Ermal!- esclamò sospirando la ragazza. Erano finalmente arrivati a casa, avevano parcheggiato la macchina in giardino e aprirono la porta d'entrata.
-Ermal perché i vostri vestiti sono bagnati?- chiese Marco vedendoli entrare.
-Diciamo che oggi qualcuno sì è divertito a vincere giocando sporco.- disse Ermal toccandosi i capelli ma fortunatamente erano giusto due schizzi e si sarebbe asciugato subito.
-A mia discolpa posso dire di non aver iniziato io.- rispose la ragazza cercando di uscirne a mani pulite.
-Martina sai se dopodomani mamma e papà torneranno in mattinata o nel pomeriggio?- chiese il Vige vedendola entrare e dirigersi verso la sua stanza per cambiarsi. E decise di seguirla.
-In verità non lo sapevano neanche loro con certezza, ma avrebbero chiamato per avvisare.-
I genitori di Andrea avevano comprato un pacchetto vacanze e stavano trascorrendo una settimana in Liguria con due giorni di trattamento, in un centro benessere, inclusi.
-Comunque se per te va bene Marco dormirà nel letto in camera mia, come concordato ieri, ed Ermal potrebbe dormire nella tua stanza.-
-Mentre io dormirò al letto matrimoniale. Per me va benissimo! Vado sopra a preparare i loro letti e a togliermi questi vestiti. Magari prima di andare a prendere la pizza potresti dire ad Ermal e Marco di salire al piano di sopra le valigie.-
-Marco ha già fatto. Ermal è appena andato a recuperare la valigia da Fabrizio. Stanotte partirà con Giada e i bambini e andranno a Disneyland per tre giorni. So che volevano proporre anche a te di andare con loro ma visto che ora hai l'università hanno preferito lasciare perdere.-
-Che pensiero carino da parte loro!-
-Sì è vero! Comunque ora stiamo uscendo. Spero di non trovare troppa fila.-
-Nel frattempo io cerco di fare in fretta a sistemare i letti in tempo per il vostro ritorno.- disse avviandosi verso le camere. Venti minuti dopo, stava terminando di sistemare la sua stanza quando si era ritrovata a scendere di nuovo le scale per aprire la porta ad Ermal.
-Pensavo fossi andato con Andrea e Marco a prendere la pizza.-
-Effettivamente all'inizio stavo pensando di fare così solo che poi dovevo passare prima da Fabrizio per riprendere la valigia e nel frattempo Andrea mi aveva detto che eri qui a preparare i letti per stasera e quindi ecco un improvviso cambio di programma. Mi dispiaceva lasciarti sola a preparare i nostri letti e mi sembrava il minimo salire ed aiutarti.-
-Gentile da parte tua. Stai ricominciando a guadagnare punti dopo l'acquafun di oggi al parco. Vieni ti mostro la stanza, la camera mia, tra l'altro, quindi è tua premura trattarla bene.-
-Va bene cercherò di non buttare tutto fuori dalla finestra!- stava iniziando a stuzzicarla e lo trovava davvero piacevole.
-Davvero molto spiritoso! Sappi che io butterò giù te!-
-Ovviamente saprò che dopo mi verrai a recuperare.-
-Invece credo proprio che non lo farò!-
-Che fine ha fatto la ragazzina tanto dolce che ho conosciuto una settimana fa?-
-È morta affogata nel parco, poco fa, per colpa di un cantante alto, con i capelli ricci e la giacca blu elettrico. Lo conosci per caso?-
-Ho come il presentimento che questa storia me la ricorderai in eterno.- disse coprendosi il volto con le mani.
-Perspicace, ti faccio i miei complimenti! Comunque ora ne potremmo approfittare per ascoltare qualche canzone. Che ne pensi?-
-Questo non sarebbe male effettivamente!-
Quella ragazzina era in grado di portare spensieratezza e vitalità. Quando scherzava, parlava con lui, o lo guardava semplicemente negli occhi, non vedeva il famoso cantante che aveva fatto breccia nel cuore di molte persone ma vedeva Ermal, una persona comune come tanti. Una persona gentile, intelligente, premurosa con un cuore grande. E lui, al tempo stesso, era rimasto sorpreso nell' aver scoperto che a metterla a disagio non era il fatto di avere una persona famosa davanti a sè, come pensava all'inizio, ma di non sapere come relazionarsi con le persone. Ermal prese il suo IPod e lo collegò alle casse dello stereo che si trovava nella camera della giovane.
-Ma che carino lo stereo rosa.-
-Oddio ti prego evita i commenti!- esclamò la ragazza coprendosi il viso per l'imbarazzo.
La sua camera rosa cipria era abbastanza ampia. Un po' troppo infantile il colore ma a lei non interessava affatto. Era la sua camera dopotutto. Appena entrati si notava in primo piano il letto da una piazza e mezza. Era comodissimo con un lenzuolo ed una coperta rosa cipria e tre cuscini sopra appoggiati. Accanto al letto, lato destro, c'era un piccolo comodino, con tre cassetti con sopra una lampada e due foto di lei da piccola e una recente mentre abbracciava Andrea. I muri erano decorati con poster, foto con le amiche e di lei vestita da carnevale.
-Adoro la mia stanza, è qui che mi rifugio quando non sto bene o sono triste. Ci sono giorni in cui vorrei soltanto sparire dal resto del mondo e nascondermi in un posto irraggiungibile da altri perché vorrei restare da sola. E allora vengo qui dove trovo un'atmosfera di pace e tranquillità. Questo per ricordarti che devi averne cura.-
-Anche io adoro la mia camera nella mia casa a Bari. Ci sono tutti i miei ricordi più cari. Ora è un po' spoglia, ho lasciato soltanto qualche foto, ma la adoro lo stesso. Oh bene vedo che ti piace Mika.-
-Lui è uno dei miei cantanti preferiti. Adoro le sue canzoni, perché danno la giusta dose di energia giornaliera.-
-Nella precedente edizione di Sanremo, quando ho presentato Vietato Morire, Mika è stato ospite in una di quelle serate.-
-Si è vero! Andrea mi chiamò la mattina stessa dicendomi di averlo visto entrare nei camerini e che si sarebbe esibito la sera stessa. In pratica ho avuto il monopolio del telecomando e del televisore per tutta la sera.-
-Ti sei vestita a Carnevale da Belle?- disse lui indicando una foto in particolare che ritraeva lei a quattro anni vestita con un ampio vestito giallo fiabesco e sommersa da mille coriandoli.
-Non a caso il mio cartone preferito è "La Bella e la Bestia". Devi sapere che ho fatto impazzire mia zia per trovare il dvd della versione a film con Emma Watson, a Mediaworld, una volta uscito nei negozi. Sicuro mia zia mi avrà presa per pazza e avrà iniziato a contattare tutti gli strizza cervelli della zona.-
-Aspetti ancora il principe azzurro sul cavallo bianco pronto a salvarti?-
-No questo sarebbe masochismo perché significa aspettare per tutta la vita un qualcosa che sai benissimo non arriverà mai. Il principe azzurro non esiste e noi ragazze siamo nate per difenderci da sole.-
-Hai la grinta di una vera guerriera! Mi piace!- esclamò compiaciuto avvicinandosi allo stereo della ragazza. Martina, in quel momento, ancora non riusciva a riprendersi da quel complimento che il giovane le aveva riservato. Era a dir poco micidiale e si era limitata soltanto a sorridere. Si era sentita in imbarazzo. Lo avevo trovato un commento talmente bello da non riuscire a trovare le parole adatte per descrivere le emozioni, da lei provate in quel preciso istante. Non era abituata a ricevere tanti complimenti e belle parole.
-Allora, ti farò ascoltare qualcosa, scegli tu quelle che vuoi ascoltare. Ora mi dirai che non ne conosci nessuna ma fidati del tuo istinto e sono sicuro che sceglierai le migliori.-
-Non ne sono del tutto convinta ma ci proverò. Sono tantissime e ci sarebbe veramente l'imbarazzo della scelta.-
Prese l'iPod tra le mani e cominciò a scorrere la lista di canzoni. Erano divise in album. Una cartella per ognuno di questi. C'era una quarta cartella e conteneva tutte le canzoni de La Fame di Camilla ma le avrebbe ascoltate in un secondo momento.
-Escludo Vietato Morire e Ragazza Paradiso. Sono le uniche canzoni che conosco. Meglio di niente ma mi sembra di venire da un altro pianeta. Tra l'altro questi titoli mi ispirano molto tutti quanti. Se dipendesse da me li ascolterei tutti ora ininterrottamente ma so che potrei arrivare a non godermi ogni singola emozione che una canzone potrebbe trasmettere. Vado a terminare di sistemare i letti di Andrea e Marco quindi, se vuoi, puoi alzare il volume e venire con me.- disse schiacciando il tasto play del lettore per raggiunse la stanza adiacente.
-È vero che hai scritto due delle colonne sonore di Braccialetti Rossi?-
-Hai indovinato! Ho collaborato con Niccolò Agliardi nella realizzazione delle canzoni: Tutto si muove e Volevo perdonarti almeno.-
-Me ne stava parlando la mia amica Simona pochi giorni fa ma non ci volevo credere. A lei piace molto quella serie e ha passato un intero pomeriggio su YouTube a guardare video fan made e a scaricare le canzoni, tra cui anche le tue. E sapendo che Andrea suona con te ha pensato subito di dirmelo. Abbiamo letto, così, un'intervista su di te, che Niccolò Agliardi ha rilasciato. Era un pochino lunga ma al tempo stesso era molto interessante, insomma ne era valsa la pena spendere un quarto d'ora del nostro tempo per leggere tutto. Diceva che eri in grado di trovare sempre buone melodie alle sue parole.-
-Contro ogni mia aspettativa lo aveva detto anche a me. Ho trovato molto gratificante sapere il suo giudizio su di me. Ho cercato per tutta la mia esistenza di essere apprezzato dagli altri per le mie qualità e ora che finalmente ci sono riuscito non ci credo nemmeno io. A volte penso di non meritare tutto ciò.-
-Io non la penso affatto così. Ognuno di noi ha ciò che si merita e tu meriti una ricompensa per i tuoi sacrifici. Ermal, i tuoi lupi non si stancheranno mai di ascoltarti. Magari sei una di quelle persone difficili da trovare, come una gemma rara, ma una volta trovata non l'abbandoni più.-
-Grazie Martina.- la ringraziò stringendo le sue mani. Finirono di chiacchierare del più e del meno e Martina terminò di sistemare anche gli altri due letti.
-Devo fare una telefonata veloce. Tu però puoi continuare ad ascoltare mentre sono al telefono.- disse prendendo il telefono sulla scrivania. Era fuori in terrazza. Dalla finestra della stanza, Martina lo vedeva appoggiato al muro e il vento che scompigliava i suoi ricci. Decise di tornare alle sue faccende. Non ci teneva a farsi beccare ad osservarlo. Non voleva dargli l'impressione di essere un' impicciona. Decise di ascoltare Umano e Lettera a mio padre che catturó immediatamente tutta la sua attenzione.
Ascoltava con molta attenzione e le sue parole le facevano accapponare la pelle. Era riuscito, in tre minuti di canzone a tirare fuori tutta la sua rabbia, la sua delusione, il suo malessere passato. Un passato crudele di violenze, che lo aveva fatto crescere troppo in fretta ma che cercava di superare a testa alta. Nonostante tutto, l'esperienza lo aveva reso più forte, lo aveva fatto per sua madre, per suo fratello, per sua sorella, per sua nonna e per se stesso, perché meritavano una vita migliore, una vita che avevano trovato a Bari.
"Ogni male è un bene quando serve
Ho imparato anche a incassare bene
Forse un giorno diventerò padre
E gli dirò di cambiare le stelle
E gli dirò che un cazzotto fa male
E che una parola a volte ti uccide
E quando sulla schiena hai cicatrici
E lì che ci attacchi le ali"
E un giorno suo figlio lo avrebbe guardato con occhi fieri e gli avrebbe detto di essere fortunato ad avere un padre forte come lui, ed Ermal lo avrebbe stretto a sé, come solo un padre sà fare. Come gli abbracci che riservava a lei. Erano abbracci forti, protettivi, che spezzavano le ossa ma che erano in grado di sanare ferite interiori. E sopra quelle ferite lui attaccava le ali.
Aveva acceso la sigaretta e aveva composto il numero di Silvia. Mancavano solo 12 ore e avrebbe riabbracciato sua madre, i suoi fratelli e sua nipote. Aveva lasciato il compito a Silvia di prendere i biglietti. Si sarebbero incontrati a Roma Centrale e sarebbero scesi a Bari insieme. Ma qualcosa andò per il verso sbagliato.
-Cosa significa questo Silvia? Perché non puoi più venire con me?-
-Ermal purtroppo non ho alternative, so che ci tenevi molto, anche io volevo tanto prendermi una pausa ma ora non posso.-
-Non è soltanto un problema di pausa o non, sono disposto a viaggiare in tour anche tutti i giorni, no stop, senza mai fermarmi. La cosa importante era rivedere la mia famiglia visto che li vedo si e no due volte l'anno.-
-Lo so e ti capisco perfettamente ma al momento non posso allontanarmi da Milano. L'unica alternativa possibile è che tu cominci ad andare e non appena mi sarà possibile ti raggiungerò. I biglietti sono pronti e scannerizzati. Ti arriveranno per e-mail.-
Aveva appena finito la telefonata e Martina lo aveva visto scendere le scale bruscamente e raggiungere adirato il giardino. Decise di raggiungerlo per capire cosa fosse successo. Male che andava le avrebbe chiesto di essere lasciato solo e lei avrebbe rispettato la sua scelta. Ma una volta lì vide Marco che cercava di tranquillizzarlo. Se non altro era in ottime mani. Era sicura del fatto che Marco lo avrebbe aiutato a ragionare. Era tornata dentro casa e aveva appena finito preparare la tavola quando era arrivato Andrea con la scatola della pizza in mano e l'aveva appoggiata, ancora calda, sopra il tavolo.
-Spero che Marco riesca a farlo ragionare. Ermal è una furia!- rivelò Andrea osservandoli dalla finestra.
-Sai quale possa essere il motivo?- chiese la ragazza ormai troppo preoccupata.
-Purtroppo no! Quando siamo arrivati e lo abbiamo visto agitarsi, Marco si è avvicinato a lui e mi ha fatto cenno di salire e che loro ci avrebbero raggiunti dopo. E ora sono qui con te in attesa di capire. Sono parecchio confuso onestamente ma ho il sospetto che riguardi Silvia.- rivelò con tono triste avvicinandosi alla ragazza.
-Dici?-
-Già! Ultimamente non fanno altro che discutere ma Ermal non ne vuole mai parlare e si rifiuta di accettare il nostro aiuto. È testardo!-
-Spero risolvano presto i loro problemi.-
-Lo spero anche io. Silvia è una brava persona, è molto simpatica ma voglio il bene di Ermal, in primis, e la sua serenità.-
-Sono sicura che presto, per Ermal, tutto questo sarà solo un brutto ricordo. So che stanno insieme da nove anni. Un periodo di crisi capita a tutte le coppie, è tutto normale.- disse Martina accarezzando il cugino per confortarlo. E lui la ringraziò abbracciandola e restando stretti l'uno all'altro per qualche minuto.
Dopo aver terminato la cena, Martina aveva augurato a tutti e tre la buonanotte ed era salita in camera. Fece un salto nella sua stanza per prendere le sue ultime cose e andò a cambiarsi, per la notte, nella camera dei suoi zii. Una volta indossato il pigiama, decise di tornare a prendere il lettore mp3 di Ermal per ascoltare qualche canzone prima di andare a dormire. Lo trovò ancora collegato al suo stereo, così decise di prenderlo. Ovviamente, una volta terminato di usarlo, lo avrebbe messo a caricare e poi lo avrebbe restituirlo ad Ermal la mattina dopo pronto per essere usato durante il viaggio verso Bari. Stava andando tutto per il verso sbagliato, Ermal durante la cena non aveva accennato nulla su quanto accaduto prima e la sua preoccupazione cresceva a dismisura. Marco e Andrea cercavano di trovare vari argomenti per distrarlo ma senza riscontrare ottimi risultati. Si era data una rinfrescata con l'acqua fredda, in maniera da mandare via i cattivi pensieri. Improvvisamente aveva sentito dei passi e qualcuno aveva bussato alla porta. Si era accomodata sul letto e aveva dato il suo permesso di entrare a chiunque si trovava dall'altra parte. Erano Ermal e Marco!
Andrea era crollato addormentato sul letto senza neanche accorgersene e a giudicare dalle loro facce, Marco stava per seguirlo a ruota.
-Ti dobbiamo parlare, è importante il punto di vista di una donna in quello che ti racconteremo.- parlò Marco introducendo il discorso.
-Vi ascolto!-
Ermal prese un lungo respirò ed iniziò a parlare.
-Si tratta di Silva. Negli ultimi mesi la nostra relazione sta attraversando un brutto periodo. Lei lavora tutti i giorni alla radio e io anche sono spesso fuori casa per impegni miei. All'inizio le cose tra noi andavano per il verso giusto.-
-Cosa può essere cambiato adesso secondo te?-
-Nell'ultimo periodo cercavo di trovare un modo per passare del tempo con lei ma Silvia si ostinava a liquidare tutto inventando scuse. Prima era stanca e voleva riposare, poi non poteva perché doveva lavorare. Insomma non avevamo più un momento di intimità per noi. Sarebbe dovuta venire con me domani a Bari ma ora dice che non può più perché le è stato affidato un incarico molto importante dalla redazione di R101 e la terrà impegnata lì a Milano fino a non so quando. Poi magari quando vorrà uscire lei e non potrò io, dirà che sono sempre fuori casa e che il lavoro ci sta allontanando.-
-Il lavoro vi sta allontanando in qualche modo e questo è sicuro. Io non so molto di voi come coppia, sono cose che sapete voi ed è giusto che sia così. So che siete fidanzati da molti anni e penso che un periodo di crisi non potrà mai cancellare una storia fondata sulla sincerità, il rispetto, la fedeltà e soprattutto la voglia di continuare ad amarsi, da entrambe le parti. Io ti direi di parlare con lei e di cercare di sistemare le cose. Buttare 9 anni all'aria per una piccola crisi che capita in tutte le coppie è un vero peccato.-
-E se non dovesse funzionare, a quel punto, siete grandi e vaccinati da sapere bene quale potrebbe essere l'unica soluzione da prendere. Ermal devi parlarle, meriti una spiegazione e se questa storia deve finire meriti di saperlo da lei e da nessun altro. - rispose Marco intromettendosi nel discorso.
Già! Lui meritava di sapere. Le avrebbe chiesto di essere sincera e avrebbe dato finalmente una svolta alla loro storia, positiva o negativa che fosse. Una parte di sé voleva evitare di vederla perché aveva paura dell'esito.
-Se la nostra storia dovesse finire, io ne morirei.- disse Ermal passandosi le mani sul viso stanco e i capelli spettinati.
-Andrà tutto bene vedrai! Sono sicura che con il dialogo sì risolverà tutto. Però adesso devi andare a riposare oppure non sarai abbastanza in forze per affrontare la giornata di domani. Anche se probabilmente non hai sonno.-
-Effettivamente è così! Una parte di me vorrebbe dormire almeno un po' di ore ma l'altra parte sta scalpitando dall'ansia e vorrebbe passare una nottata in bianco.-
Perché deve essere tutto così difficile? In ogni caso doveva assolutamente dormire e togliersi dalla testa l'idea di bere del caffè. E questa volta si sarebbe imposto a tutti i costi.
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