Capitolo 36

Erano gli ultimi giorni del mese di agosto e questo significava che anche il tour era agli sgoccioli. Dal giorno della tappa a Firenze era passato un mese e qualche giorno. La prossima tappa era prevista in Emilia Romagna per il primo giorno del mese di settembre e, di conseguenza, Ermal, al termine del precedente concerto, aveva deciso di tornare a Milano per trascorrere qualche giorno in relax.

-Vedila da questo punto di vista, ne potrai approfittare per riposare un po'.- gli disse Martina in una delle loro ultime chiacchierate a telefono.

Poco dopo la partenza di Ermal, Martina iniziò ad avvertire una certa pesantezza nell'aria tanto da iniziare a giudicare molto sospetti, alcuni determinati atteggiamenti. Non sapeva se affrontare, o meno, il discorso con il suo fidanzato dal momento che voleva evitare di passare per la fidanzata dalle mille paranoie. Dire che Ermal sembrava una mina vagante era un eufemismo.

-Non proprio, purtroppo sono stato invitato da Radio 105 ed R101 per rilasciare una breve intervista riguardante il tour. Eppure verrei da te seduta stante, se solo potessi farlo.-

Erano quei pochi attimi di dolcezza ad impedirle di aprir bocca a riguardo. Probabilmente le sue erano davvero delle paranoie. Martina, nel frattempo, stava organizzando il suo rientro a Roma, in attesa dell'inizio del nuovo anno accademico al Santa Cecilia di Roma, e sarebbe tornata a vivere dai suoi zii Angela e Walter.

-Lo so non devi preoccuparti. Avremo altre occasioni per passare del tempo insieme. Quando dovrai recarti in radio?-

-Domani.-

Sentendo le parole di Ermal pronunciate in risposta, si sentì improvvisamente strana. Dopo mesi continuava ad andarci con i piedi di piombo sull'argomento "Silvia" e troppo spesso le capitava di avere paura di sapere dettagli da Ermal a riguardo. Eppure solo in quel momento stava iniziando a realizzare che l'avrebbe rivista da lì a qualche ora. Non riuscì a dirgli altro, se non un misero "va bene". La reazione avuta dalla ragazza, non passò inosservata agli occhi del cantante. Anche se non poteva vederla, immaginava le sue espressioni facciali, le conosceva ormai fin troppo bene.

- Cos' hai?- le chiese il cantante.

- Nulla.- rispose lei secca. Era evidentemente che stava cercando di troncare il discorso il prima possibile.

- Anche se non posso vederti, so quando stai dicendo una bugia.-

- Ermal sai come la penso a riguardo. Ci sono ancora troppe questioni in sospeso da risolvere.-

La verità era che non aveva poi tutta questa voglia di tornare sull'argomento.

- L'hai più sentita?- chiese Martina dopo una breve pausa.

C'era troppo in ballo e soprattutto voleva evitare di avere altre discussioni accese con lui. Ma anche lei conosceva Ermal e sapeva che a lui questo non sarebbe bastato, sapeva che il giorno della resa dei conti avrebbe tirato fuori il discorso in modo esplosivo, come una bomba ad orologeria.

- Chi? Silvia?- chiese a sua volta lui cercando di capire il nocciolo di quella conversazione appena iniziata.
-Effettivamente mi è capitato di sentirla pochi giorni fa e mi è sembrato di trovarla tranquilla. Mi ha detto che sta ricominciando ad andare avanti, anche se a piccoli passi. Le ho proposto di incontrarci e di parlarle ma ha detto che non ce n'è bisogno. Ho deciso di rispettare la sua scelta.-

Quante volte l'avrà sentita da allora? Una, due volte? Di più? Nessuna? Non era decisamente il momento adatto, non voleva proprio pensarci. Martina aveva ragione, Ermal era veramente strano e non era la sola a pensarlo.
Lui stesso sapeva di esserlo per il semplice motivo di non essere stato sincero con lei. Era convinto del fatto che l'argomento "Silvia" non meritasse la precedenza, su ogni loro azione o discorso, ogni giorno dell'anno. Cosa si aspettava la sua fidanzata? Voleva che si presentasse dalla sua ex, tutti i giorni, per offrirsi come suo terapeuta, e aiutarla a dimenticare con la sua vicinanza? Si sarebbe rivelato controproducente e, a suo parere, era proprio evitando di incontrarsi che l'avrebbe aiutata a dimenticare tutto.

"E non pensi a me? Come faccio io a starti accanto, guardarti, baciarti e stringerti, quando dall'altra parte c'è qualcuno che sta soffrendo?" gli chiese Martina quando affrontarono il discorso mesi prima.
Lo trovava un ragionamento assolutamente scorretto. Perché doveva sentirsi limitato nelle sue scelte? Non le stava mancando di rispetto, in qualche modo.

"Stai scherzando vero? Sono innamorato di te, non più di lei, non puoi farmene una colpa!" le rispose cercando di controllare la rabbia del momento. Era così difficile capire?

"Lo so, ma non posso fare a meno di sentirmi responsabile delle sue sofferenze. È un qualcosa che non posso controllare."
Lui cercava di capire il suo punto di vista, ma voleva essere capito anche lui. Non si trovava in una situazione affatto facile. E poi c'era anche Lorenzo, altro grande argomento bomba. Gli aveva spudoratamente detto di non essere il fidanzato giusto per Martina, di essere nocivo e poco presente, a causa della sua carriera. Eppure lui non aveva deciso di mandare tutto all'aria, credeva nella loro storia e credeva in un futuro, per loro due.

Così decise di non scrivere a Silvia, come aveva promesso a Martina. Si sentiva a disagio, anche troppo, nei suoi confronti. Una volta lei lo aveva contattato per invitarlo a casa sua, e passare la serata insieme, e lui aveva accettato. Aveva anche detto che la scelta migliore da prendere era evitare ogni possibile incontro ma, proprio in quel momento, gli era sembrato sgarbato, vista la loro situazione attuale, declinare il suo invito. Avevano passato la serata semplicemente conversando, del più e del meno, e affrontando discorsi riguardanti la musica, il lavoro, la famiglia. La situazione si complicò il giorno prima del suo appuntamento presso le radio.
Marco era passato a casa di Ermal per salutarlo e, quest'ultimo successivamente, decise di ordinare la pizza a domicilio e di invitarlo a restare per cena.

-Montanari, la scorsa settimana ho comprato una playstation.- rivelò Ermal mostrando il suo nuovo intrattenimento a Montanari.

-Ammettilo, quando la tua ragazza non si trova nei paraggi, ti annoi parecchio.- rispose Marco cercando di stuzzicare l'amico.

-Vero anche questo, ma l'ho fatto anche per cercare di migliorare la mia vena calcistica.-

-Mossa astuta amico mio. Con un po' di fortuna alla prossima partita benefica potresti addirittura evitare l'autogol, forse.- continuò Marco guadagnandosi uno scappellotto affettuoso dietro la testa da parte del cantante che gli diede dell'idiota. Poi sentirono il citofono suonare ed Ermal andò ad aprire la porta trovando Silvia ad aspettarlo davanti il cancello.

-Silvia, cosa ci fai qui?- chiese Ermal con grande sorpresa. Era ovvio che non si aspettava una visita del genere da parte sua.

-Avevo bisogno di vederti. Dovevo parlarti.- rispose lei con voce tremolante.
Marco rimase ad osservare la scena dalla finestra e sperò che il suo amico non si fosse cacciato in qualche brutto guaio. Non voleva fare l'impiccione, gli voleva bene ma ne voleva altrettanto anche a Martina per vederla soffrire.

-Non dovresti essere qui, sai che le nostre vite son cambiate ormai.-

-Sei tu che sei andato avanti, non io.-

-Non andavamo d'accordo ed ogni scusa era buona per litigare.-

-L'altra sera eravamo tornati ad essere quelli di un tempo. Non dimentico il nostro modo di volerci bene, il nostro modo di scherzare, i progetti che avevamo per il nostro futuro.- parlò la donna avvicinandosi lentamente al giovane cantante. Iniziò appoggiando una mano sulla sua spalla destra fino ad arrivare ad abbracciarlo. Poteva sentire il respiro di lei più vicino al suo ed Ermal si maledì mentalmente di aver abbassato la guardia, di non aver messo in chiaro le cose, anche a costo di essere brusco nei suoi confronti. Forse il corso degli eventi sarebbe stato totalmente diverso.

-Ascoltami Silvia, io non dimentico gli anni trascorsi insieme. Ti stimo, ti rispetto, ma non sono più la stessa persona di un tempo.- rispose freddamente Ermal prima voltarle le spalle, rientrare in casa e chiudere la porta.
Rimase in silenzio per qualche minuto, con gli occhi chiusi e le spalle contro il muro. Fu Marco a rompere il ghiaccio dopo un po'.

-È andata via.- disse portando il riccio ad aprire gli occhi per avvicinarsi lentamente alla finestra per guardare. Era freddo, ma Ermal sapeva che il suo amico bolliva di rabbia dentro di sé.
-Non ti farò domande, i casini li hai fatti tu e allo stesso modo li risolvi.-

-Non avrei mai voluto far soffrire Martina, sai quanto lei sia importante per me.-

-Lei si fidava di te e tu hai tradito la sua fiducia.-
Ermal si ammutolì all'istante anche se avrebbe potuto rispondere alle sue parole. Non lo fece perché non aveva scusante, non c'era giustificazione per quanto appena accaduto.
-Glielo dovrai dire, non mi importa come e quali parole userai.-

-Lo farò, hai la mia parola.-
Marco prese la sua giacca e tornò a casa. Si erano scambiati una stretta di mano, guardandosi fissi negli occhi per diversi minuti. Si erano fatti forza a vicenda e Marco non lo avrebbe abbandonato, nonostante il suo errore, e lo avrebbe aiutato ad uscire da quella faccenda.

Il giorno dell'appuntamento nelle radio, Martina decise di passare in stazione e prenotare i biglietti per poter tornare a Roma.
Aveva deciso di fissare la partenza da lì a tre giorni. Alessia era tornata a Roma e anche lei si stava preparando all'inizio di un nuovo anno universitario, oltre al fatto che aveva ancora qualche esame da dare il prima possibile.
Dopo cena decise di chiamare a telefono suo cugino Andrea per poter scambiare quattro parole con lui. Ermal le disse che la mattina dopo l'avrebbe chiamata per raccontarle le interviste nel dettaglio e lei avrebbe aspettato con ansia la sua telefonata. Quando chiamò Andrea, le disse che Ermal aveva annullato l'appuntamento per motivi a lui sconosciuti.

-Ma come è possibile?- chiese lei sorpresa. Ermal non le aveva rivelato questa sua possibile intenzione.

-Non so che dire. E non ho visto nemmeno Marco o avrei chiesto spiegazioni anche a lui.-
Martina era curiosa e preoccupata al tempo stesso. Venne assalita dalla tentazione di chiamare Ermal, o Marco in alternativa, ma ci pensò suo cugino a trattenerla e a placare il suo carattere istintivo.
- Perchè piuttosto non vieni qui a Milano prima di tornare a Roma? Non credo tu abbia tutta questa voglia di arrivare presto a casa dai miei genitori.- propose Andrea felice all'idea di un'altra giornata insieme ma facendo ridere la cugina allo stesso tempo ascoltandolo parlare.

Anche Martina non la trovava una cattiva idea tutto sommato. Dopotutto, molto probabilmente, tra esami e lezioni vari, non li avrebbe rivisti prima delle feste di Natale e in più ne avrebbe approfittato per indagare su questo appuntamento annullato. Così decise di accettare e di modificare i luoghi di partenza sui biglietti. Decisero di non farne parola con Ermal e di fargli una sorpresa presentandosi a casa sua. Dopo aver salutato suo cugino, cercò la chat di Ermal e notò l'ultimo accesso risalente alle 19 di sera. Decise di non contattarlo e di rimandare al giorno dopo, quando si sarebbero finalmente visti. La mattina della partenza, dopo aver salutato i suoi genitori, raggiunse la stazione e salì sul treno diretto a Milano Centrale. Andrea le assicurò che alle 11 lo avrebbe trovato lì ad aspettarla, al momento del suo arrivo, e fu di parola.

-Lascio le valigie a casa tua e poi andrò da Ermal. Ti va di accompagnarmi?-

-Verrei volentieri ma ho un appuntamento dal dentista tra venti minuti. Il solito controllo annuale, nulla di allarmante.-

-D'accordo! E Marco invece?-

-Ieri mi aveva scritto un messaggio su WhatsApp dicendomi che sarebbe andato a correre.-

-Vorrà dire che lo saluterò più tardi, nel frattempo, vado da Ermal. A dopo!-

-Se non dovessi trovarlo potresti tornare a casa mia ad aspettarlo. Ti lascio le chiavi all'interno della cassetta della posta.-

-Va bene, grazie Andrea.-
Dopo aver salutato suo cugino si avviò per raggiungere la sua destinazione. Osservava bambini giocare per i vicoli secondari, o dentro i propri giardini, i gatti miagolare e macchine sfrecciare sulla strada principale. Dal momento che non aveva notizie di Ermal dal giorno prima provò a chiamarlo ma risultò spento o non raggiungibile. Poi pensò di avere un mazzo di chiavi di riserva quindi, in caso di mancata risposta al citofono, avrebbe potuto usarle, ed entrare. Aveva tante cose da raccontargli e, soprattutto, aveva una voglia matta di stringerlo fra le sue braccia. Pensava a questo con un sorriso stampato sulle labbra e prese ad affrettare il passo. Una volta arrivata a destinazione suonò il citofono e rimase in attesa finché non vide Marco uscire dalla porta d'ingresso ancora in tenuta da corsa.

-Sorpresa!- esclamò euforica la ragazza mentre entrò in casa e chiuse il cancello alle sue spalle.

-E tu cosa ci fai da queste parti?- chiese curioso e sorpreso Marco andando incontro alla ragazza per abbracciarla.

-Non vi vedevo da un po' e così ho pensato di fare un salto prima di tornare a Roma.- rispose ricambiando l'abbraccio del suo caro amico.
-Ermal dov'è? Non vedo l'ora di vederlo.-

-L'ho lasciato a fare colazione in cucina e sto tornando a casa per una doccia veloce. Ci vediamo più tardi!-

Martina decise di entrare in casa senza far tanto rumore e chiuse la porta. Il rumore della porta non passò inosservato al cantante che raggiunse l'ingresso pensando di trovare ancora Marco. Di certo non si sarebbe mai aspettato di trovare lei. Era una ragazza sempre piena di sorprese e con un sorriso raggiante la raggiunse velocemente per prenderla in braccio e stringerla forte. Anche Martina ricambiò la forte stretta e posò le sue labbra su quelle di lui travolgendolo in un bacio da togliere il fiato e senza precedenti. Ma per Ermal era lei, con la sua bellezza, la sua spontaneità e il suo sorriso a togliergli il respiro.

-Mi sei mancato tantissimo!- esclamò lei tra un bacio e l'altro.

-E tu a me!- rispose lui sorridendole a due centimetri dal viso. Martina lo stava fissando intensamente negli occhi quando lo prese per mano e lo guidò verso le scale che portavano alle stanze del piano superiore. In quel momento le parole le sembravano superflue e le emozioni avrebbero parlato al loro posto perché il suo cuore dal battito forte aveva tanto da dire.

Terminata la sua visita dal dentista Andrea tornò a casa, dal momento che l'ora di pranzo era ormai vicina. Difatti trovò Azzurra intenta a sistemare la spesa nella dispensa e a mettere l'acqua sul fuoco per preparare la pasta.

-E quelle valigie?- chiese la ragazza mentre lo guardava salire, con le valigie in mano, le scale per raggiungere il piano superiore.

-Sono di Martina. Ora è da Ermal.- rispose lui svogliatamente dopo aver sceso gli ultimi gradini. Vide Azzurra sorridere in risposta.

-Anche noi eravamo così, ricordi? Non fare quella faccia.- proseguì lei davanti le espressioni facciali del suo fidanzato. Doveva ancora abituarsi al fatto che sua cugina non fosse più una bambina e soprattutto che fosse fidanzata con uno dei suoi più cari amici.

-Cosi appiccicosi?-

-Che ogni scusa era buona per poterci incontrare e passare del tempo insieme.-

-Eri tu che non riuscivi a stare senza di me.-

-Scherzi vero? Il bello è che almeno le mie scuse erano più originali e credibili. Vogliamo parlare di quella volta in cui mi hai chiamato per invitarmi a casa tua a cena con la scusa della pasta in più da cucinare o si sarebbe rovinata?- disse lei facendolo ridere a crepapelle davanti a quel ricordo divertente.

-Ma era vero! Avevo quel pacco di pasta da giorni. Gli alimenti hanno pur sempre scadenza.-

-Qualcosa mi dice che hai scelto la data di scadenza più vicina di proposito.-

-Chissà! Alla fine ne valse la pena, passammo una bella serata.-

-Lo ammetto, una delle migliori. Ora invece mi prenderei volentieri una settimana di ferie per andare a riposare la mente da qualche parte, e senza di te soprattutto.-

-Ma come? Già ti sei stancata di me tesoro?- chiese Andrea fingendo tristezza nel suo volto.

-Sì stai diventando stressante.- gli rispose lei stando al gioco prima di tornare entrambi a ridere davanti a quella scena poco credibile.

Erano quasi le due del pomeriggio quando Ermal si alzò dal letto per raggiungere il bagno e fare una doccia veloce. Sì allontanò lentamente cercando di non svegliare Martina che dormiva. Lui rimase a guardarla per tutto il tempo e osservava ogni suo lineamento. Dormiva tranquilla ma non poteva dire la stessa cosa anche per lui dal momento che era tutto tranne che tranquillo. La sua tranquillità era sospesa su un filo da giorni a causa dei suoi sensi di colpa. Sapeva che lei avrebbe chiesto il motivo di quel cambio di programma. Ma lui cosa le avrebbe dovuto rispondere? Avrebbe potuto inventare una scusa, un'altra, e lasciarla tornare serena a Roma senza preoccupazioni, oppure essere onesto e andare incontro ai rischi. Avrebbero potuto parlare e chiarire senza complicazioni, o magari l'avrebbe vista uscire dalla porta di casa e sbatterla come una furia.
Cosa doveva fare? Non lo sapeva. L'unica cosa che sapeva con certezza? Aveva tanta paura di perderla.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top