Capitolo 33

La sera della finale Martina si sedette insieme a Marco ai divanetti circolari negli spalti, riservati ai partecipanti in gara.

-Marco guarda qui!- esclamò la ragazza mostrando lo schermo del telefono al suo amico.
Vide che, direttamente dal backstage era stata fatta partire una diretta con un Fabrizio ansioso e sfuggevole ed un Ermal, rompiscatole fino al midollo, sempre pronto a prendere affettuosamente in giro il suo caro amico. Erano stati inquadrati anche Vige e lo Sceriffo, mentre venivano microfonati dagli addetti al settore. Andrea le spiegò il loro ruolo nella performance, avrebbero fatto il coro da dietro lo stage. Lo vedeva tranquillo, rilassato, era lei ad essere in ansia per tutti loro.

-Ermal, delle volte, sa essere davvero assillante. Al posto di Fabrizio l'avrei già riempito di calci. Avete parlato poco dopo il vostro confronto di giorni fa.-

-Diciamo che abbiamo alternato momenti di silenzio ad altri momenti in cui abbiamo parlato, anche se non molto.-

-Vedrai che tutto si aggiusterà. Avete entrambi bisogno di tempo.-
Marco sperò di trovarli seduti, uno di fianco all'altro, ma così non fu. Martina preferì sedersi ai lati del divanetto, accanto ad Andrea. Lei guardava di tanto in tanto Ermal, lui guardava furtivamente lei, e finiva lì.

La parte più tragica della serata fu il momento delle votazioni. Erano stati molto bravi, la loro performance si era rivelata una delle migliori e si aspettava di conseguenza di vederli alti in classifica.

-Ma è proprio necessario guardare, per i prossimi minuti, le performance degli ospiti?- chiese Martina ormai troppo ansiosa di conoscere i risultati.

-Hanno bisogno di tempo per raccogliere tutti i voti del televoto. E poi sono abbastanza veloci quindi avremo a breve la classifica.- rispose Fabrizio seduto accanto a lei. Martina non sembrò del tutto soddisfatta ma decise comunque di farsela andare bene come risposta.

-Vorrei ricordarti che le giurie vi hanno messo al diciassettesimo posto, diciottesimi...boh stiamo lì.-

-E io vorrei ricordarti che resta ancora il televoto e che la situazione può essere ribaltata a nostro favore.- rispose poco dopo Ermal cercando di intromettersi nel discorso.
-Sembravi più ansiosa durante la finale del festival e invece mi sbagliavo. Eppure lì, i tempi di attesa furono più lunghi.-

-Mah, sarà che avevo Marco che riusciva a distrarmi con le sue chiacchiere.- rispose lei facendo sorridere il riccio ascoltandola.

Alla fine riuscirono ad ottenere il quinto posto in classifica. Tutti erano contenti e soddisfatti del risultato e questo era l'importante. Fabrizio non vedeva l'ora di tornare a Roma per condividere l'esperienza vissuta con la sua famiglia e i suoi due figli.

-Me lo sentivo che avrebbe vinto Netta.- disse Martina cercando di stuzzicare Ermal, al termine della serata finale.

-Non sono affatto d'accordo con questa scelta!- esclamò lui visibilmente irritato. Aveva aspettato di essere arrivato dentro la sua stanza d'albergo. Ci teneva ad evitare occhi ed orecchie indiscreti.

-Tutto sommato sembrava una canzone abbastanza orecchiabile.-

-E le mie orecchie chiedevano pietà...-

-Dai dillo che volevi vincere tu!- disse Marco, mentre fumava sul balcone della stanza, facendo ridere tutti.
-La cantante di Cipro non era male.-

Ermal ricordava benissimo Marco cercare di cogliere il momento propizio per usarlo come rampa di lancio per arrivare a scattare una foto con lei. Lo cercava sempre nei momenti in cui si trovava a scambiare qualche parola con lei, insieme al cantante scelto a rappresentare l'Albania, la sua terra. Tutto sommato la trovò una bella esperienza.

-A proposito, tu quando tornerai a trovarci a casa?- chiese Fabrizio mentre preparava le valigie per il ritorno.

-Sicuramente dovrò tornare per sistemare i vari documenti da consegnare al Conservatorio per l'iscrizione al primo anno accademico, anche se non so precisamente il giorno.-

-Bene allora quando verrai a Roma passeremo una bella giornata insieme. Anita non vede l'ora di riabbracciarti.-

-Anch'io io Fabrizio, non immagini quanto.-

Erano tornati a casa, erano tornati alla vita reale di sempre, dopo aver lasciato quel posto paradisiaco che era Lisbona e Martina era partita lasciando in quella città un pezzo del suo cuore. Partì promettendo a se stessa che un giorno sarebbe tornata di nuovo lì. Prendeva il volo del ritorno senza più certezze nella sua vita e soprattutto sulla sua storia con Ermal. Erano crollate una dopo l'altra come castelli di sabbia e non sapeva più da che parte iniziare a sistemare i cocci. Decise di tornare a Firenze dai suoi genitori ed Ermal la raggiunse il giorno stesso del memorial di Valeria, insieme a Marco.

-Martina, tesoro stai tranquilla e vedrai che andrà tutto bene.- le disse sua madre mostrandole tutto il suo supporto.

-Ho paura mamma! Tutti gli occhi saranno incollati su di me e so già che non riuscirò a sostenere il peso di tutti i loro sguardi.- rispose la ragazza passeggiando avanti e indietro per il salotto di casa sua.

-Non ci pesare! Dimenticati di tutte le persone che saranno lì. Stai sempre vicino a Bianca e suo marito. Vedrai che la loro presenza e parlare con loro sarà per te motivo di distrazione.-

Ermal le propose, mesi prima, di restare con lui in disparte ma non poteva ignorare la richiesta di Bianca di starle accanto. Dopotutto lo stava facendo per lei e per Valeria, non per se stessa.

-Tua madre mi ha detto che anche il tuo Ermal sarà qui oggi?- le chiese Bianca con un filo di voce ad un passo dal suo orecchio.

-Sì è insieme a mia madre, e ad un suo amico. Poco fa mi sono girata verso le ultime file nascoste e credo di averli intravisti di sfuggita. Ha gli occhiali da sole ed un foulard al collo, per passare inosservato il più possibile.- rispose la giovane con una debole e tenera risata.

-Lo ringrazio per la sua presenza e sarà un piacere, per me e mio marito, poterlo salutare di persona a fine manifestazione.-

Fu una manifestazione molto commovente e sentita. Aperta dagli alunni della scuola di Roberto che cantarono qualche canzone, tra cui Non mi avete fatto niente, interpretata dalla piccola Alice come solista. Il tema della canzone era più che adatto all'occasione. Venne trasmesso, a seguire, un video dedicato a Valeria, un mix foto e video con amici a familiari, realizzato da Lorenzo, in cui Martina notò spezzoni del video che Valeria le aveva realizzato. Lorenzo aveva fatto un ottimo lavoro, andava riconosciuto, ed era riuscito ad inserire gli spezzoni del suo video nel punto giusto. L'evento si concluse con un discorso, breve ma intenso, da parte del sindaco e dalla lettura di lettere scritte da parte dei suoi genitori e dei suoi compagni di classe. Lorenzo propose anche a lei di buttare giù qualche parola ma lei rifiutò. Voleva evitare di mettersi ulteriormente in mostra, per cui le andava bene così.

-Martina!- la chiamò Lorenzo da lontano, portandola a voltarsi verso di lui.

-Lorenzo dimmi.- rispose la ragazza esportandolo a continuare.

-Ecco vedi, con gli altri ragazzi ci stiamo organizzando per andare tutti insieme al cimitero e poi a fare un aperitivo in un bar qui vicino. Perché non ti unisci a noi?-

-Grazie per l'invito Lorenzo ma non credo accetterò. In altre occasioni avrei accettato sicuramente ma adesso non sono dell'umore adatto. Sono un po' stanca e tornerò a casa per riposare.-

-Qualcosa non va?-

-No, cioè sì! È stata una manifestazione piena di emozioni e inoltre la mia presenza in prima fila ha attirato troppe attenzioni indesiderate. Sono stata forte, ho cercato di non guardarmi intorno, e in parte mi ha aiutata.- rispose la giovane Vigentini con sincerità. Non voleva essere compatita ma preferiva dire la verità al posto di una scusa poco credibile.

-Che ti importa delle altre persone? Ignorale!-

-Più facile a dirsi che a farsi.-

-È più facile di quanto credi invece! Oggi sei il centro del mondo, domani non lo sei più. Le persone sono così! Non dare loro l'opportunità di criticarti.-

Lorenzo aveva ragione, come aveva ragione anche sua madre. Magari stava alimentando un fuoco inutilmente e c'era ben poco da preoccuparsi.

-Comunque volevo farti i miei complimenti per il video che hai realizzato. Hai fatto un ottimo lavoro e mi è piaciuto davvero molto.- disse lei con estrema sincerità al giovane davanti a lei.

-Davvero? Mi fa molto piacere sapere questo.-

-Anche ai genitori di Valeria è piaciuto molto. Ma sai che sono onesta e che non ho problemi a dirti quando fai qualcosa di sbagliato.-

-Lo so, per questo dico che apprezzo.- rispose lui porgendole tra le mani una chiavetta USB.

-E questa?- chiese la ragazza incuriosita.

-È la mia chiavetta USB. Troverai al suo interno una cartella con il video ed altro materiale simileche ho usato nella creazione del progetto. Potresti dare un'occhiata volendo.-

Martina rimase sorpresa davanti al suo gesto, che giudicò immediatamente inaspettato, visti i loro ultimi precedenti.
Lo abbracciò di scatto, dopo aver preso la chiavetta tra le mani. Un gesto istintivo che in quel momento ritenne opportuno compiere.

-Grazie Lorenzo.- disse grata sentendo il ragazzo ricambiare l'abbraccio e, dopo aver accennato un lieve sorriso, la salutò.
Martina pensò a come la vita le riservasse continue sorprese tanto da non riuscire a dare una spiegazione. Raggiunse la sua famiglia, Ermal, Marco e tornò a casa.

-Marco, ti prometto che nel pomeriggio, dopo aver riposato, ti porterò in giro per la città.-

-Sei sicura di stare bene?- chiesero i due amici seriamente preoccupati.

-Ho dormito molto poco stanotte. Ma vedrai che una volta recuperata qualche ora di sonno starò sicuramente meglio.- rispose lei appoggiando la testa sulle spalle di Ermal. Si addormentò lungo il viaggio di ritorno, quasi senza accorgersene. Non appena si sporse contro le spalle di Ermal, il riccio la strinse a sé e lei trovo un porto sicuro e lontano dai suoi tormenti. Si svegliò passata l'ora di pranzo,  forse erano quasi le tre del pomeriggio, sul divano di casa sua. Sua madre oggi avrebbe avuto il turno pomeridiano in ospedale e suo padre lo avrebbe trovato, come sempre, con i suoi alunni.
Eppure c'era silenzio, forse anche troppo! Decise di alzarsi, per darsi una veloce rinfrescata, e di andare alla ricerca di Ermal e Marco. Non potevano di certo essere usciti senza dirle nulla. Guardò dentro ogni stanza e le trovò vuote dalla prima all'ultima. Stava pensando di chiamarli a telefono quando sentì la voce di Marco provenire dal giardino mentre proponeva ad Ermal idee per il tour estivo, la scaletta di esecuzione dei brani e cose simili.

-Vi servono altre idee?- chiese la ragazza con aria divertita.

-Le idee sono sempre ben accette!- esclamò Ermal, sorridente come un sole raggiante, invitandola a raggiungerli e a sedersi lì con loro. Li accontentò e si sedette nel mezzo.

-Come stai?- chiese Ermal dandole baci sulle labbra. Non era preoccupato, come lo era qualche ora prima, ma nemmeno tanto tranquillo ed easy.

-Bene perché?- chiese lei a sua volta.

-Questa mattina ci hai fatto preoccupare eccome!- esclamò Marco intromettendosi nel discorso.

-Ma vi avevo detto che questa notte avevo dormito solo tre ore.-

-Non puoi dormire così poco se il tuo fisico non è abituato a determinati ritmi.-

-È stato un evento occasionale, Marco! Semplicemente ero molto in ansia per questa mattina, arrivederci e tanti saluti al bisogno di dormire.-

-Hai dormito altre tre ore adesso.-

-Infatti sto molto meglio. Quindi basta essere preoccupati e usciamo tutti e tre per una passeggiata!- propose la giovane carica di energie. Fecero un giro per il centro, mangiarono gustosi gelati, scattarono milioni di foto, visitarono gli Uffizi, Santa Maria del Fiore

-E soprattutto non puoi vantarti di essere stato a Firenze se non hai visitato la casa di Dante Alighieri e il palazzo dei Medici.- aggiunse con una punta di orgoglio nei confronti della propria città natale, anche se lei era orgogliosa del patrimonio culturale italiano in generale.

-Ti propongo un accordo, ovvero: guardare una parte dei monumenti, musei in questo pomeriggio ed il resto quando torneremo in occasione del tour estivo.-

-Mi sembra perfetto!- accettò Martina stringendo la mano al buon Montanari in segno di accordo stipulato. Magari quel giorno avrebbero dimenticato il loro accordo, e trascorso la giornata diversamente, tutto poteva essere, e a loro sarebbe andato bene lo stesso. Dopotutto il futuro riserva sempre tante sorprese.

-Hai intenzione di partire domani e tornare a Milano?- chiese Martina una volta tornati a casa per ora di cena.

-Resterei volentieri per più giorni ma al momento mi è impossibile.- rispose Ermal con un velo di tristezza.
-Stavo dimenticando di dirti qualcosa di molto importante. Sono stato da Silvia e insomma non l'ho trovata nelle migliori condizioni. Però sono sicuro che le cose andranno per il meglio. Siamo buoni amici, insomma credo siano miglioramenti.-

-Pure prima eravate in buoni rapporti amichevoli  eppure mi pare ti abbia baciato.- commentò Martina senza troppi peli sulla lingua.

-È proprio necessario rivangare il passato?-

-No però me l'hai servita tu stesso sul vassoio d'argento.-

Voleva solo che quella situazione si risolvesse al più presto ed era determinata nel raggiungimento del suo obiettivo. Qualcuno ne sarebbe uscito scottato, lo aveva messo in conto, ma non trovava altre alternative. Non sapeva cosa aspettarsi e, di conseguenza, doveva essere pronta ad affrontare qualsiasi ostacolo.

-Perché, invece di pensare a Silvia, piuttosto non pensi a stare da me per un po' di tempo?-

-Ora meglio di no! Mio padre sta organizzando il saggio di fine anno con i suoi alunni e ci sarà verso i primi giorni di giugno, non ricordo il giorno preciso. Quindi verrò probabilmente le due settimane precedenti all'inizi del tuo tour.-

-Spero ci sarai alla prima data. Ho bisogno di saperti vicino.- parlò Ermal stringendo la mano destra della ragazza tra le sue, una sorta di appiglio a cui aggrapparsi.

-Certo che ci sarò. Avevi dubbi?- chiese lei lasciando carezze sul suo viso con la mano rimasta libera.
-E poi Alessia mi ha promesso che verrà qui da me per qualche giorno. Quindi vedrò come organizzarmi.-

-Immagino quando vedrà Lorenzo e penserà di essere finita dentro un film horror e avrà tutto il mio appoggio se deciderà di darsela a gambe.-

-Ma sei davvero crudele!- esclamò lei sorpresa. Era piegata in due dalle risate e non riusciva a smettere di ridere.

-Ho detto solo ciò che penso.-

-Cos'altro pensi?-

-Che vorrei poter non lasciare la tua mano.-

Pensò inevitabilmente di non aver udito parole più belle in vita sua. Eppure lui le diceva tante parole belle. Sapeva essere molto romantico e questo le piaceva, anzi si scioglieva in un istante davanti a tanta dolcezza.

-Non lasciarla.-

-Potrei incollarla alla mia con la colla a presa rapida.-

-Forse questo meglio di no.- rispose lei ridendo divertita davanti a quelle parole.

Martina sapeva che quel cantante, dai capelli ricci in testa, stava diventando troppo importante per lei. Non riusciva ad immaginare la sua vita senza di lui e la sua sola mancanza le faceva mancare il fiato.

L'amore è il tasto di un interruttore
Una risposta che non ha parole
È solo un tratto di strada passato
Che tu hai capito ma non ti ho spiegato
È la tua mano nella mia
Dopo un giorno di lotta interiore
La sensazione di averti vicino
Quando il silenzio fa troppo rumore
L'amore è un passo verso di te

Fra cinque o sei anni si sarebbe laureata, avrebbe affiancato suo padre a tutti gli effetti. Forse sarebbe diventata madre e le restava difficile immaginare, per i suoi figli, un padre diverso da Ermal. Aveva sperimentato in prima persona, sulla sua pelle, la loro distanza. Riuscivano a sentirsi per telefono, lei chiamava lui o viceversa, ma gli impegni erano immancabili e spesso impediva loro di cercarsi, anche soltanto per un breve saluto. Le prime distanze furono le più difficili perché le identificò come ostacoli insuperabili, la rottura della sua relazione con Ermal, e le temeva. Anche quattro mesi di tour non sarebbero trascorsi velocemente, forse non sarebbero arrivati a trascorrere quattro interi mesi senza vedersi, ma più della metà dei giorni purtroppo sì. Lui le promise che sarebbero andati a New York una volta finito il tour, perché prima sarebbe stato affatto fattibile. Ma a lei la vacanza interessava relativamente. Le bastava avere lui accanto sempre, la sua luce alla fine di un tunnel.

L'amore è
Un vuoto aperto se l'aria è finita
L'amore è
Il grande senso di tutta la vita un po' come te
Un po' come te

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