Capitolo 3

Era passata una settimana e per Martina era giunto il momento di affrontare il suo primo giorno da studentessa universitaria. Da quel pomeriggio, il secondo incontro, era fissato per quella mattina e oltre alla band di Ermal, questa volta, sarebbe stata presente anche la band di Fabrizio. Negli ultimi giorni, Martina aveva sentito di tanto in tanto, giusto il tempo di un fugace saluto Emiliano e Marco dopo aver inviato loro la richiesta sui vari social. Stesso discorso per Dino e Roberto. Non aveva saputo più nulla, invece, di Ermal e di certo non avrebbe chiesto il numero ad Andrea, non sarebbe stato da lei. Dopo aver preso la tracolla e scollegato il telefono in carica, indossò il cardigan e uscì con il Vige, che l'avrebbe accompagnata in università, in macchina.

-Fabrizio tra dieci minuti sono lì da te. Sto accompagnando Martina alla Sapienza, oggi inizia. Voi siete già tutti lì?- diceva Andrea parlando a telefono con il Moro.
Martina ne approfitto' per salutare tutti, oggi avrebbe finito le lezioni alle 16:30 e, probabilmente, una volta tornata a casa, sarebbero già andati tutti via. Le sarebbe piaciuto tornare in tempo per salutarli ma li avrebbe visti in un'altra occasione. Marco sarebbe rimasto da loro per due settimane e sapere di poter passare del tempo insieme la rendeva felice. Una volta arrivata, Andrea decise di accostare in un parcheggio lì vicino la struttura.

-Appena finito, chiamami e vengo con Marco a prenderti.-

-Ma no tranquillo torneró a piedi, in trenta minuti sarò a casa.-

-Sì lo so che la distanza è poca. È solo che non mi piace molto farti tornare a casa da sola.-

-Tra poco dovrebbe arrivare Simona. Inizia anche lei oggi a Giurisprudenza e le chiedo se le va di tornare insieme. Appena so qualcosa ti faccio sapere.- disse salutando Andrea e scendendo dalla macchina. Simona era una loro vicina di casa e si conoscevano fin dai tempi dell'asilo.

Era un po' in ansia ma non lo voleva dar a vedere anche se Andrea lo aveva notato subito ma sapevano che sarebbe passata subito, o meglio, lui ne era sicuro, lei ci sperava. Prese dalla tasca della tracolla il foglio con l'orario delle lezioni quando le si avvicinò una ragazza dai capelli corti, scuri e ricci.

-Scusami se ti disturbo, sto cercando l'aula dove si svolgerà la lezione di Analisi 1. Sai dove si trova?-

-Devo andare anche io lì a fare Analisi, sei iscritta al primo anno di Matematica anche tu?- chiese lei sperando sperando di aver appena incontrato una collega di studi.

-Il mio nome è Alessia! No sono iscritta al primo anno di fisica.-

-Piacere, io sono Martina!- disse ricambiando la stretta di mano della ragazza e insieme andarono alla ricerca dell'aula. Non male! Alla fine anche con gli studenti di fisica avrebbe avuto delle lezioni in comune.
Forse l'ansia sarebbe passata anche prima del previsto. Era ora di pranzo e da Fabrizio si provava, ininterrottamente, da tre ore. Era decisamente arrivato il momento di staccare la spina. Per Libero era arrivato il momento di tornare alla scuola elementare e Anita all'asilo. Avrebbero avuto casa tranquilla e libera, da qualsiasi distrazione, fino alle due del pomeriggio, quando, i bambini sarebbero tornati a casa insieme a Giada.

-Ragazzi devo dire che sono sempre più orgoglioso di questa collaborazione. Si migliora sempre di più.- esclamò soddisfatto Dino poggiando con cura il basso.

Anche se erano arrivati a fine Settembre e mancavano quasi cinque mesi all'inizio del Festival, restava da preparare il video ufficiale e registrare la canzone nello studio di registrazione. Nel frattempo si sarebbero fermati per un mese. Fabrizio sarebbe rimasto a Roma con Giada e i bambini, Ermal sarebbe sceso a Bari dalla sua famiglia, insieme a Silvia, così come il resto del gruppo. Marco sarebbe rimasto ospite per due settimane da Andrea Vigentini e poi sarebbero ripartiti insieme per Milano. Ermal, in tutto ciò, rimase immerso nei suoi pensieri, per buona parte del tempo, ad eccezione di quando si trattava di provare. Non era da lui un comportamento simile, qualcosa non andava e, di questo, Marco ne era più che convinto. Non c'era nemmeno il bisogno di avere una dimostrazione. Era il suo migliore amico, il confidente e la sua roccia nel momento del bisogno. Chi meglio di lui riusciva a capirlo?

-Ermal va tutto bene?- gli chiese Marco avvicinandosi e mettendogli una mano su una spalla.

-Sì Marco è solo stress! Quando saro' finalmente a Bari ne approfitterò per riposare.- rispose Ermal cercando invano di rassicurarlo. Ma Marco non era stupido e sapeva che non lo aveva convinto affatto. Un giorno, con calma, avrebbero parlato e gli avrebbe spiegato tutto.

-Io tornerò con Andrea, a Milano, tra due settimane. Se dovessi decidere di tornare prima da Bari potremmo anche organizzare una giornata insieme e invitare anche Martina.-

-Ci devo pensare Marco. In caso vi farò sapere. Oggi lei è in università?-

-Sì e dovrebbe finire le lezioni per le 16:30. Oggi avrebbe avuto, in mattinata, tre ore di Analisi 1 dalle 10:30 fino alle 13:30 e poi, nel pomeriggio, due ore di Geometria dalle 14:30 fino alle 16:30.-

Non la invidiavano per niente, aveva degli orari da spavento. Le aspettavano lezioni di esercitazione, o tutoraggio che dir si voglia, di preparazione all'esame scritto di Gennaio e alcuni di questi erano previsti per le 16:30-18:30.

-Tu non l'hai più sentita?-

-No, è stata una settimana talmente movimentata che non ho trovato il momento adatto. Non avendo il suo numero di telefono l'ho cercata su Instagram ma poi non le ho mandato più alcun messaggio.- rivelò il riccio al suo amico Montanari.

In realtà uno dei motivi per cui non l'aveva cercata era dovuto al modo in cui si erano salutati l'ultima volta dopo quella passeggiata. A lui piaceva fare le cose nel modo giusto e preferiva prima parlarle dal vivo. Ma lui come poteva sapere una cosa del genere dopo averla conosciuta a distanza di poche ore? Era a dir poco impossibile!

-Potevi chiedere ad Andrea, oppure a me. L'altro giorno lei mi ha domandato di te. Perché non la vai a prendere in università al termine delle lezioni? Poco fa ha scritto ad Andrea che non tornerà da sola a piedi e che lo aspetterà nel parcheggio sul retro della Sapienza. Le farà piacere rivederti e, sono sicuro che farà bene anche a te. Ermal tu non me la dai a bere! Ti conosco fin troppo bene e so perché non l'hai cercata in questi giorni, anche solo per augurarle buona fortuna. Lei mi ha raccontato quello che è successo quando siete usciti insieme a passeggiare. Le dispiace molto per quello che è successo ma tu non potevi saperlo. Il riaffiorare dei ricordi, dopo tanto tempo, legati a quell'evento l'ha destabilizzata. Quando eri venuto, con me, a salutarla, in camera di Anita, le aveva fatto tanto piacere. Lei credeva che non lo avresti fatto per non sembrare troppo invadente. Ti sei preoccupato senza un motivo. Tu oggi prendi le chiavi della macchina e la vai a prendere.-

-Ci tenevo molto a salutarla prima di scendere a Bari.-

-Bene oggi ne avrai l'occasione.- affermò Marco scatenando un piccolo sorriso da parte del riccio.

Per la pausa pranzo Martina era andata a mangiare al McDonald's, lì nei dintorni, con Alessia. Stavano facendo la fila per le ordinazioni e sentiva il suo telefono vibrare. Aveva tolto la suoneria prima dell'inizio della lezione e aveva dimenticato di metterla di nuovo. Era Andrea Ra.

-La settimana scorsa eri da Fabrizio mentre io ero in vacanza e oggi che ci sono anche io non vieni? Mi stai evitando?- chiese il ragazzo con tono scherzoso da far ridere la ragazza soltanto ascoltando la sua voce.

-Ciao anche a te Andrea, è sempre un piacere sentirti! Non è colpa mia, ma dell'Università, oggi è il primo giorno di lezione.-

-Che sfortuna!-

-Molto confortante da parte tua!- esclamò con tono ironico. Non era Andrea se non la stuzzicava un po' al giorno.

-Ti hanno già spennata? Già mi immagino il professore che vi assegna esercizi da svolgere per domani.-

-Per oggi niente esercizi fortunatamente, ma da domani manderanno qualcosa tramite e-mail sicuramente.-

-Potresti mandare tutto a Fabrizio, lui è un genio.-

-Non sarebbe male come idea. Ti ricordo che tempo fa ha aiutato Libero con i compiti per le vacanze.-

-Ricordo bene! A fare le divisioni in colonna a due cifre e ogni tanto si intravedeva Anita venire e dire frasi del tipo: "Ma ancora a fare i compiti? Non vi annoiate?". Quella bambina è fantastica.-

-Sempre pensato! E comunque sto ancora aspettando che si faccia vivo tuo figlio.-

-Avevate qualcosa in programma da fare? Non mi aveva accennato nulla.-

-Saremmo dovuti andare al pub per una serata evento. In tutta risposta mi aveva risposto dicendo:" boh non saprei, avevo intenzione di suonare un po'."
Mi ha appena piantato in asso per mettere la batteria al primo posto. Molto male!- rispose lei sentendo ridere lui in risposta. Prima o poi lo avrebbe strozzato con le sue mani.

-Dai gli dirò di scriverti e uscite la prossima volta. Ora ti saluto, sto andando a pranzo da Alessandro. Fatti sentire ogni tanto. Buono studio!-

-Ci proverò, studio permettendo. Ciao Andrea!-

Una volta ordinato, raggiunsero un tavolo vuoto. Avevano solo venti minuti di tempo per mangiare e tornare subito in aula. Sarebbe tornata a casa a pezzi, ne era più che convinta.

-Hai preso casa con delle coinquiline vicino la facoltà?- chiese Alessia a Martina per cercare di conoscersi meglio.

-Non proprio. I miei zii e mio cugino abitano a dieci minuti di macchina da qui e durante le lezioni e le sessioni vivo insieme a loro. Tu invece?-

-Io ho preso casa vicino Piazza di Spagna. La proprietaria è amica di famiglia e mi ha fatto, fortunatamente, un buon prezzo. Divido la casa con altre due ragazze. Abbiamo frequentato la stessa classe al liceo ad Arezzo, io vengo da lì, e visto che abbiamo scelto Roma, abbiamo deciso di prendere casa insieme. Fanno entrambe Lingue.-

-Capisco! Quindi prendete tutte le mattine la metro immagino.-

-Sì! Non è molto lungo il viaggio, quindi penso che non ci dispiacerà prendere la metro tutti i giorni.-

-No infatti! Però se vorrai, qualche volta potrei passare io a prenderti e arriveremo ancora prima e potrai prepararti con più calma.-

-Ti ringrazio Martina, sei veramente molto gentile.- rispose grata la ragazza mentre raggiungevano la Sapienza per le lezioni del pomeriggio. Intanto appena dopo pranzo, Dino, Emiliano e Roberto raggiunsero la stazione dei treni.
Il loro treno sarebbe partito per le 15 e avrebbero dovuto accelerare il passo e sbrigarsi ma, fortunatamente, Dino aveva chiamato al telefono di Andrea Vigentini verso le 15:30 dicendo che il treno aveva fatto ritardo e che erano riusciti ad arrivare in tempo. In quel momento, Andrea, era a casa sua con Ermal, Fabrizio e Marco che era, al piano di sopra, a disfare la sua valigia. E tra un documentario in tv ed una veloce chiacchierata erano arrivate le 16:30. Ermal aspettava un segnale, da parte della ragazza, per andare a prenderla. Sembrava un adolescente alle prese con la prima fidanzatina. Come poteva quella ragazzina farle un simile effetto? E per di più lui stava con Silvia, e continuava ad esserle fedele nonostante i loro continui battibecchi negli ultimi sei mesi.

-Che ne dite di vedere una serie tv. Ieri ho rinnovato NowTv e potremmo guardare qualcosa mentre aspettiamo che torni Martina.- chiese Marco prendendo il suo portatile.

-Potremmo collegarlo al televisore, hai i cavi? Altrimenti prendo i miei.- rispose Andrea avvicinandosi alle prese del televisore e Marco gli procurò, nel mentre, tutto l'occorrente in un batter d'occhio.
-Trono di Spade? Che ne dite?-

Bingo! Ermal sapeva che il suo amico avrebbe fatto una proposta simile. Marco gli stava dando il pretesto per raggiungerla. Preferiva leggere ed immaginare una scena a modo suo. Guardando due episodi avrebbe avuto persino il tempo di gustare l'ultimo gelato di stagione o di andare al parco lì nei dintorni dell'Università.

Anche Fabrizio non era il tipo da serie tv. Quando era a casa sua con i bambini, e non in giro, guardava soltanto cartoni animati e non gli dispiaceva sorbirsi Masha e Orso, Power Ranger, Winx e altro del genere e, a volte, li preferiva di gran lunga al dover guardare un film in completa solitudine.

-Fratello tu che ne pensi?- chiese Fabrizio guardando il riccio alzarsi improvvisamente dal divano affianco a lui.

-Penso che prenderò la macchina di Andrea e andrò alla Sapienza a prendere Martina. Non vi dispiace se vi lascio godere della visione senza di me vero?-

-No tranquillo Ermal! Le chiavi sono lì, sopra il tavolo in cucina, puoi prenderle senza problemi. Avviso Martina almeno non ti fa aspettare tanto tempo.-

-No Andrea non la disturbare. A volte l'effetto sorpresa riscuote sempre più successo. A più tardi ragazzi!- disse Ermal dirigendosi all'uscita giocherellando con le chiavi della macchina tra le mani.
Niente traffico, le macchine scorrevano abbastanza veloce e ne era sollevato, anche se, non poteva dire lo stesso dei parcheggi tutti pieni. Ne avrebbe trovato uno più lontano, anche se pensava di trovarlo vicino proprio per dare la possibilità a Martina di lasciare lo zaino in macchina, senza portare troppo peso sulle spalle. Ma poi dopo aver guidato lungo il perimetro, nei dintorni della Sapienza, notò qualche posto liberarsi. Erano le 16:40 e questo significava che era già uscita. Doveva trovare il modo di farsi vedere da lei senza dare troppo nell'occhio. Mise gli occhiali da sole, si sistemò la giacchetta blu elettrico. Un colore con cui era a dir poco impossibile passare inosservati, se così si può dire, anche se faceva la sua grande figura. Iniziò ad avvicinarsi sempre più verso l'entrata quando la vide scendere le scale in compagnia di un'altra ragazza che immaginò dover essere una sua collega di studi. Si accostò al muro ed iniziò ad osservare i suoi movimenti. La trovò rilassata e rideva con aria spensierata. La prima giornata non sembra essere stata tanto pesante fortunatamente, il che significava che avrebbe avuto abbastanza energia per camminare, se non fosse per quella tracolla Eastpack verde chiaro che portava sulla spalla destra. In quel momento la vide salutare la sua amica e scendere verso di lui anche se sapeva che stava seguendo quella direzione per pura casualità e non perché l'avesse riconosciuto. Le diede modo di avvicinarsi ancora di più finché non la raggiunse alle sue spalle e la prese alla sprovvista chiamandola.

-Sbaglio oppure qui c'è qualcuno che ha già fretta di tornare a casa?- disse in attesa di vederla voltarsi di spalle.

-Ermal cosa ci fai qui?- chiese la ragazza con contentezza e stupore al tempo stesso.

-Non te lo hanno detto che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda?-

-Molte volte, ma mi piace fare spesso la cattiva ragazza.- disse avvicinandosi pian piano a lui.

-Tu una cattiva ragazza? Non ti crederebbe nemmeno il gatto del mio vicino!- disse provocando una risata da parte della ragazza.
Le andò incontro e la abbracciò teneramente. Non la vedeva da 7 miseri giorni eppure gli sembravano anni.

-In ogni caso sono contenta di rivederti. Pensavo che saresti tornato a Milano nel pomeriggio dopo le prove.- rispose la giovane ricambiando l'abbraccio del cantante.

-Sono partiti soltanto Dino, Roberto ed Emiliano dopo pranzo. Io passerò qui la notte e domani partirò per Bari.-

-Di già?- chiese la ragazza con un aria quasi triste e delusa.

-Non vedo la mia famiglia da tanto e starò lì per, più o meno, un mese. Però se ti può far piacere, Marco sta pensando di organizzare, al mio ritorno, una giornata tutti insieme.- disse cercando di farle tornare il sorriso. Era sempre più convinto del fatto che quella ragazzina non poteva farle un effetto simile.

-Approvo moltissimo quest'idea! Adoro Marco e le sue idee geniali.-

-Anche io ho le mie idee geniali ogni tanto.-

-Tu preferisci giocare a fare il poeta nelle tue canzoni.-

-Non so se prenderla come una presa in giro oppure come un complimento.-

Ma Martina sapeva che la sua era ironia come solo lui sapeva fare.
In quella settimana aveva visto in internet qualche sua intervista. Era in grado di lasciarti senza parole con una singola frase, breve ma ad effetto rapido. Ermal poggiò la tracolla con i libri in macchina e la chiuse di nuovo.

-La mia, infatti, non era una critica. Allora dove mi porti oggi?- rispose la ragazza con un fugace occhiolino.

-Stavo pensando di prendere un gelato e di fare una breve passeggiata per il parco.-

-Sei consapevole del fatto che verrai sommerso da migliaia di fan vero?-

-Sarebbe egoista da parte mia se decidessi di non concedere loro nemmeno il tempo di scattare una foto. Diciamo che cercherò di non fermarmi troppo spesso.-

-Va bene questo si può fare.- dissero entrando in una gelateria nei pressi del parcheggio in cui si trovavano. Era stata scelta dalla ragazza proprio perché era situata in un posto appartato ed era sempre poco affollata. Inoltre la proprietaria era un'amica di sua zia così lei ne avrebbe approfittato per salutarla e il cantante avrebbe evitato di essere assalito ancor prima del previsto. Così dopo una veloce foto con la proprietaria, assaggiarono il miglior gusto offerto dalla casa. Il gelato ormai era preso e restava da raggiungere il parco. Fortunatamente non era molto lontano da lì, forse cinque minuti a piedi di distanza. Martina fece strada ad Ermal che vide panchine lungo tutto il perimetro del parco con altalene, scivoli e altre piccole giostrine varie un po' ovunque. Al centro c'era una grande fontana e ragazzi distesi sull'erba a leggere o semplicemente seduti in gruppo a parlare. Alcune sue fan lo riconobbero subito e lui si mostrò subito disponibile per scambiare qualche parola e fare una foto. Martina preferiva ammirare quella scena da osservatore esterno, dopotutto quello era il suo momento. Rideva per la sua giacca blu elettrico che trovava stupenda, ben rifinita e sembrava quasi cucita appositamente per essere indossata da lui, rendendolo molto attraente.

-Prometto che questa sarà l'ultima foto!- esclamò alzando la mano destra verso l' alto e portando la sinistra sul cuore.

-Non mi sembra di averti dato alcun ultimatum.- rispose la giovane osservandolo ridere. Quei ricci ribelli stavano iniziando a spettinarsi e ad andare dove volevano. Eppure, nonostante tutto, non riusciva a perdere il suo fascino. Ovviamente affermare che una persona fosse attraente non implicava automaticamente di provare qualcosa per lui perché, per Martina, i sentimenti, quelli che ti travolgono l'anima sbocciano con il tempo, mentre la bellezza fisica di una persona era oggettiva. Era come affermare di trovare Sam Claflin brutto e poco attraente. Come poteva dire una cosa del genere? Le avrebbero riso in faccia e avrebbe, come minimo, iniziato a maledirsi da sola per tutta la vita. La stessa cosa valeva per lui.

-E quindi in questi giorni hai visto interviste su di me, interessante!-

Avevano trovato una panchina vuota appartata affianco ad una piccola fontana da cui sgorgava lentamente l'acqua ed erano lì seduti a parlare tranquillamente.

-E cosa ti fa credere che io abbia cercato volutamente tue interviste su internet?-

-Anche con tanto di riproduzione casuale su You Tube, magari la prima intervista potrebbe esserti capitata per caso sotto tiro, però le altre le hai cercate tu.-

E Martina che era sempre riuscita a rispondere a tono, per la prima volta, non sapeva come ribattere e tutto questo aveva fatto ridere di gusto il cantante. Non le dava fastidio, anzi, avere un degno avversario, una persona in grado di tenerle testa la intrigava e la stimolava costantemente a cercare un modo per avere la meglio su di lui.

-Hai ascoltato anche qualche canzone?-

-In realtà no, però potremmo ascoltare qualcosa più tardi.-

-Questa mi sembra un'ottima soluzione!- disse il riccio avvicinandosi senza dar nell'occhio alla fontana e schizzare l'acqua contro la ragazza, che si alzò di scatto.

-Sei impazzito?- disse lei, determinata a ricambiare il favore ma le braccia forti di Ermal la imprigionarono e le impedirono di muoversi o di divincolarsi dalla presa, dal momento in cui lui prese a stringerla più a sé.

-Di questo passo morirò per mano tua prima del tempo, sto soffocando Ermal!-

-Se farai la brava potrei decidere di liberarti.-

-Ma così non vale però. Anche io meritavo la mia vendetta.-

-Sì ma non bagnerai i miei vestiti nuovi.-

-Anche i miei erano nuovi se vogliamo dire proprio tutta la verità. Quindi sappi che dovrai trovare il modo di farti perdonare, perché sarei capace di farti partire senza salutarci!- esordì con aria soddisfatta ed autoritaria.

-Non ti farò vincere tanto facilmente!-

-E tu non riuscirai mai a corrompermi. Con me questi giochetti non funzionano.-

-Ma possibile che tu debba sempre far casino? La batteria di Emiliano, in confronto, suona la ninna nanna.-

-Se non altro è sicuro che non avrai problemi a prendere sonno. Potresti chiedere alla tua fidanzata di suonarla tutte le sere.-

-Ecco, qui qualcuno è geloso allora.- rispose cominciando lentamente ad allentare la presa.

-Tu credi? Povero illuso.-

-Ammettilo che, un pochino lo sei. Oppure che ti abbia dato fastidio il fatto che io non ti abbia parlato di lei.-

-Non sono gelosa e tu non sei tenuto a darmi spiegazioni.- concluse lei liberata del tutto dalla presa di lui e, anche se costava ammetterlo, già sentiva la mancanza di quel contatto o di quel momento divertente improvvisamente spezzato dall'ennesimo cellulare che suonava. Marco aveva chiamato Ermal per avvisarli che avrebbero mangiato insieme da Andrea. Martina aveva approfittato del momento di pausa, in cui Ermal era distratto al telefono, per rendergli pan per focaccia. Aveva raggiunto la sua vendetta davanti ad un Ermal rimasto a bocca aperta e che non avrebbe tardato molto a fare la sua prossima mossa. Nel frattempo erano già le 19 ed era giunto il momento di tornare a casa.

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