Capitolo 26
-Non hai aperto bocca dal mio arrivo. Cosa è successo?-
Ermal era seduto, sul divano, accanto a Martina, e guardava la televisione in tranquillità. Martina non lo aveva lasciato per un momento e continuava a restare accoccolata con la testa sul petto del riccio. Poteva sentire con chiarezza i battiti regolari del suo cuore. Al momento non le andava di creare altri drammi e preferiva restare in silenzio ad ascoltare il cuore che batteva come le bacchette sul rullante di una batteria. Preferiva godere di quel clima per riflettere sulle parole giuste da dire ad Ermal, per giustificare il suo silenzio.
-Allora non mi dici nulla?-
-È già tanto vederti qui e che tu non abbia cambiato idea.- rispose lei evitando di incrociare il suo sguardo.
-Perché sarei dovuto tornare a Milano?-
-Dopo la telefonata dell'altra sera mi aspettavo di tutto.-
-È accaduto nulla di irreparabile! Io già avevo dimenticato tutto la mattina seguente.- disse lui prendendo una mano di lei e intrecciando teneramente le dita. Voleva tranquillizzarla, metterla a suo agio e giocherellava con le loro mani per distrarla e farla sorridere.
-Non è così semplice Ermal! A me ha fatto molto male discutere in quel modo con te. Mi sono sentita morire e sono rimasta in questo stato fino al momento in cui ti ho visto entrare e ti ho potuto finalmente abbracciare.-
Martina si staccò da lui, alzandosi dal divano, e iniziò a passeggiare avanti e indietro per la stanza. Aveva paura di dire qualcosa di sbagliato, capace di peggiorare la situazione. Che senso aveva rimandare una discussione che ci sarebbe stata prima o poi?
-Perché pensi che a me non abbia fatto male? Tu non sai quanto mi sia costato fingere di sorridere durante la diretta del programma. Tu non sai quanto mi sia costato fingere e mettere piede in quello studio dopo la nostra telefonata. Volevo stare solo, vedere nessuno, e non potevo.- disse lui mettendosi sulla difensiva.
-Non ho detto questo, me lo sentivo che stessi mascherando il tuo reale umore. Tu sai controllare le tue emozioni, gioia o rabbia che sia. Io non ci riesco! Ci ho provato tante volte e non ho mai concluso qualcosa di buono. Quando provo rabbia verso qualcuno, tanto da volergli urlare in faccia, pur cercando di ignorare questa persona e far trasparire il meno possibile, finisco per farle capire tutto quasi inconsapevolmente.-
-Lo so, sto imparando a conoscerti.-
-Se mi avessero comunicato in largo anticipo la data dell'esame te l'avrei detta subito non credi? Ma tu eri molto impegnato e non potevo chiamarti su due piedi. Purtoppo non l'ho decisa io e non si può fare altrimenti. Non posso chiederti di fare su e giù per l'Italia in giornata solo starmi vicino. Verrà qualcun'altro con me o posso andare benissimo da sola.-
-Lo so ma se ti ho detto che verrò con te è perché so che posso farlo.-
-Vedremo! Non voglio sviare il problema di fondo ma quello che sto cercando di dirti è che non vorrei si ripetesse un episodio del genere, visti i nostri modi di reagire. Ma so già che cominceranno a venire a galla altri problemi e prima o poi si spezzerà la corda.-
Magari la situazione sarebbe migliorata e ora si stava preoccupando per nulla.
Magari ne stava facendo un dramma e stava ingigantendo le cose di più del previsto.
Però non poteva non pensarci, le veniva spontaneo. Sapeva che in fondo lui capiva la sua reazione, anche se lei poteva cercare di gestirla meglio di così, e lui l'avrebbe aiutata ad affrontarla con serenità le prossime volte. Martina non voleva gettare tutto per colpa di un malinteso ma al tempo stesso aveva molta paura.
-Marti la vita non è sempre tutta rose e fiori come vorremmo. È fatta di attimi in discesa e altrettanti in salita. Sapevamo che non sarebbe stato semplice ma ci siamo promessi che avremmo superato tutto, insieme, e da allora io ho continuato a mantenere la promessa. Dopo ogni discussione faremo la pace a modo nostro e ci perderemo per poi ritrovarci sempre lì, dove si è stati bene.- rispose Ermal vedendola con una mano appoggiata sul tavolo della sala. L'aveva avvicinata lentamente a sé e lei lo aveva abbracciato. Lo stringeva forte mentre qualche lacrima bagnava il suo viso. Lui le accarezzava la testa, toccando i suoi lunghi capelli neri delicatamente. Martina piangeva per colpa di una strana situazione che le restava difficile da gestire. Si sentiva schiacciata, bloccata in un piccolo spazio opprimente.
-Lo spero tanto Ermal!- disse lei quasi sussurrando.
-Io sono qui da due ore e ancora non mi dai un bacio come si deve. Non ci siamo!- disse lui provocandole un leggero imbarazzo. Un imbarazzo che ad Ermal era sempre piaciuto di lei, la rendeva unica e speciale. La vedeva indecisa se fare o meno un passo verso di lui. Ma aveva imparato che bastava fare un passo verso di lei per spingerla a farne un altro altrettanto. E così fece! Nel momento in cui lui si avvicinò a lei, circondandole la vita con un braccio, lei mise le mani sulle sue spalle ed eliminò quella distanza, tra loro, facendo scontrare le loro labbra. Non era la prima volta che si scambiavano un bacio, eppure questa volta aveva un sapore particolare, inimitabile. Un bacio che sapeva di timore di perdersi.
-Adesso va bene?- chiese lei allontanando momentaneamente le sue labbra da quelle del cantante che era quasi sul punto di proporre il bis.
-Potrei ritenermi soddisfatto al 50%.- rispose lui continuando a tenere una presa salda sui fianchi della ragazza.
-Così poco?-
-Perché puoi fare di meglio!- affermò con convinzione avvicinandosi di nuovo alle labbra della ragazza, che lo fermò prontamente per andare a preparare il pranzo.
-Ma dai, mangiamo fuori.-
-Potremmo andare stasera o domani, ma adesso voglio preparare qualcosa io. Mia madre è a lavoro, mio padre è impegnato in non so cosa e nel pomeriggio andrà subito a scuola. Meglio approfittarne. Magari, se vorrai, andremo da lui più tardi.-
-Si può fare!- rispose lui addentando una fetta di pane mentre la osservava cucinare seduto sul tavolo come un bambino.
-Quell'espressione non mi piace.-
-Quale espressione?-
-La tipica espressione da acquolina in bocca. Insomma io non sono Cappuccetto Rosso e tu non sei il lupo.-
Il cantante scoppiò a ridere, reclinando la testa all'indietro. Ci leggeva una contraddizione nei sottotitoli, dopotutto era seguito da migliaia di lupi.
-Io sono il capobranco, lo hai già dimenticato?- disse lui facendo finta di morderle il collo affamato. La stava provocando in tutti i modi, partendo dagli sguardi furtivi, ed accattivanti, fino ad arrivare al continuo sfiorarsi a tavola, mentre mangiavano. La stava divorando con lo sguardo.
Grande, ottima mossa!
Avevano terminato di pranzare, Martina aveva sparecchiato la tavola, e lavati successivamente i piatti, mentre si divertiva a guardare Ermal giocare con le bolle di sapone.
-Ti diverti con poco!- gli disse lei
-Sì lo ammetto!-
Lo guardava mentre saliva in macchina e mettere in moto. Ermal aveva proposto di raggiungere la scuola di musica in macchina e rimandare la passeggiata, da soli, per dopo cena. Martina pensò subito che probabilmente avrebbero incontrato Lorenzo. Lei avrebbe fatto finta di nulla e lo avrebbe salutato normalmente. Sperava di poter pensare la stessa cosa anche di Ermal ma lo vedeva già sul sentiero di guerra pronto a marcare il territorio.
-Ci sarà anche Lorenzo?-
Puntuale al secondo, per citarlo. Le faceva piacere quella piccola gelosia da parte sua, lui la riempiva di attenzioni, ma doveva iniziare a lasciar correre e pensare che Lorenzo non avrebbe creato problemi.
-Credo di sì ma immagino a te interessi poco intrattenere una conversazione con lui.-
-Immagini bene!-
Martina non aveva dubbi, ci avrebbe scommesso tutto. Suo padre stava ultimando la lezione individuale con la piccola Alice. Dalla recita di Natale la bimba era migliorata molto, forse aveva ricevuto la giusta dose di autostima, credere maggiormente nelle sue potenzialità. La bambina dava i meriti a Martina e al suo papà ma la giovane non era convinta del tutto. Gran parte del lavoro lo aveva fatto lei stessa. Ricordava quando non riusciva ad intonare nel modo giusto e piangeva, presa dallo sconforto. Chiedeva aiuto a lei per non deludere Roberto. Ci teneva a fare un'ottima impressione davanti al suo insegnante e Martina la capiva.
"Il maestro Roberto ha sempre tanta pazienza con me, mi fa notare sempre dove sbaglio ma spesso commetto gli stessi errori e non voglio deluderlo."
Un pomeriggio Martina la portò a prendere il primo gelato di stagione dopo la lezione pomeridiana. Stava imparando una nuova canzone e la vedeva un po' giù di morale.
"Ali su con il morale, vedrai che la prossima lezione andrà meglio. Mio padre ti dice spesso dove sbagli perché vuole tu che diventi una bravissima cantante e pianista. Sono sicura che non lo deluderai e il tempo darà i suoi frutti. Sai anche Ermal ha dovuto studiare tanto per diventare un cantante famoso. Se ci è riuscito lui, ci riuscirai anche tu vedrai!"
"Lui è davvero fantastico, io non sarò mai come lui."
"Magari non diventerai come lui ma quasi, va bene?"
Martina in fondo era sincera e pensava tutte le cose dette dalla prima all'ultima parola. Aveva talento da vendere ma aveva anche i suoi tempi. Dopotutto chi va piano, va sano e va lontano. La bambina andò incontro ai due, per salutarli. Da Natale aveva preso confidenza anche con Ermal e lo salutava senza un minimo di imbarazzo.
"Si vede lontano un miglio che è lui il tuo ragazzo, non serve la tua conferma."
Eppure era la seconda volta che vedeva Ermal dal vivo. Una volta lo vide via Skype, mentre lui e Martina stavano decidendo come organizzare le loro giornate libere a Sanremo. Da quando avevano iniziato a passare del tempo insieme, Alice aveva imparato a tirare fuori il carattere e una faccia furba niente male. Del gruppo di allievi era la più piccola, nonostante i suoi otto anni, ed era la più coccolata. Uno scricciolino alto un metro ed un fungo che non potevi non riempire di baci. Martina vide Ermal e Roberto avvicinarsi per salutarsi. Le faceva piacere assistere a quella scena. Suo padre e il suo ragazzo seduti a parlare di musica, concerti e spartiti. Poco dopo arrivò anche Lorenzo direttamente dalla stanza accanto. La giovane avvertì uno strano clima di tensione nel preciso istante in cui vide Ermal e Lorenzo stringersi di mano.
-Martina tutto bene?- chiese suo padre vedendo le sue espressioni facciali mentre osservava la scena. Ovviamente non poteva capire il perché di quel saluto formale, e leggermente distaccato, non essendo a conoscenza di tutti i retroscena.
-Sì papà stavo riflettendo.- rispose lei riservandogli una carezza sulla spalla per tranquillizzarlo.
-Avrei proprio bisogno di un tuo consiglio Ermal...- disse Roberto invitando Ermal ad avvicinarsi alla sua scrivania in ufficio e le fu impossibile non notare lo sguardo di Lorenzo su di lei ma preferì far finta di non aver visto.
In occasione dell'evento organizzato per commemorare Valeria, suo padre decise di far esibire alcuni suoi alunni e, con Lorenzo membro dello staff, fu un gioco da ragazzi farsi aggiungere in scaletta. Roberto propose ad Ermal di consigliarlo nella scelta dei brani. Martina non era ancora al corrente degli impegni di Ermal previsti per quel giorno ma le sarebbe piaciuto averlo accanto. Magari sarebbe rimasto in disparte, attento a non mostrarsi troppo, e a lei sarebbe andata bene perché era certa di averlo lì, pronto a trasmetterle la serenità di cui aveva bisogno.
Avevano affrontato l'argomento, o meglio lui le aveva chiesto di poter essere presente, senza però portarlo a termine. Lei cercava di non mettergli troppi pensieri per la testa e troppi impegni fra i piedi. Sapeva che lui l'avrebbe supportata in qualsiasi circostanza, con o senza il suo consenso. Dopotutto si erano promessi di affrontare gli ostacoli della vita insieme. E sapeva anche di poter contare su Andrea, Marco e Fabrizio. Una parola di conforto o di incoraggiamento era più che sufficiente, per lei che non chiedeva molto dalla vita. Lui le aveva detto che, una volta tornati da Lisbona, sicuramente non avrebbe avuto molti impegni e che avrebbe fatto il possibile per esserci.
Roberto, invece, aveva scoperto di avere molti gusti in comune con Ermal. Nella scelta dei brani si erano ritrovati, più di una volta, a proporre la stessa canzone e nello stesso momento.
-Se prima gli stavi simpatico adesso ti adora proprio!- parlò la ragazza mentre ultimavano gli ultimi dettagli e suo padre rise ascoltandola.
-Un punto a mio favore!- rispose lui mostrandole uno dei suoi sorrisi più smaglianti di sempre.
-Sommato a quelli accumulati in precedenza... Qualsiasi padre vorrebbe la propria figlia felice accanto alla persona giusta per lei.- continuò suo padre, appoggiando le parole di sua figlia. Secondo Martina non ne aveva bisogno di accumulare punti in suo favore. Suo padre aveva già visto abbastanza a Natale e a casa di Andrea per poter affermare di averlo trovato un ragazzo eccezionale. Ora aveva la prova certa a favore delle sue idee.
-Martina stai continuando a tenere aggiornati i genitori di Valeria sui vari sviluppi della giornata?-
-Sì ma in linea generale, non voglio scendere troppo nei dettagli.- rispose la ragazza alla domanda posta da suo padre. Dopotutto era giusto non rivelare tutto e lasciare l'effetto sorpresa. Doveva ancora raccontare ad Ermal del pomeriggio passato da Bianca e doveva ancora vedere i DVD che le aveva dato. Avrebbero potuto vederli insieme, a lei sarebbe piaciuto molto, anzi lo avrebbe trovato fantastico averlo accanto in quel momento così particolare.
-Bene! Se qui abbiamo finito, possiamo tornare a casa per cena e ordino la pizza. Lorenzo vuoi unirti a noi? Sei sempre il benvenuto in casa mia.-
Quell'invito che Roberto aveva esteso anche a Lorenzo significava due cose: Ermal e Martina avrebbero dovuto rimandare la cena e la passeggiata da soli, un'altra volta, e poi ansia su ansia per tutta la serata da parte della giovane.
-Grazie per l'invito Roberto ma avremo i parenti a casa, stasera..-
Martina era convinta fin da subito che Lorenzo avrebbe accettato l'invito di suo padre. Non sapeva dire di no e poi c'era Ermal e qualcosa del suo comportamento non le piaceva poi molto. Però per sua fortuna non aveva accettato e poteva tornare a respirare. Tornati a casa trovarono Maria a sistemare la tavola che, vedendoli entrare, andò loro incontro per salutare Ermal e dargli il benvenuto.
-Tutto bene il viaggio?- chiese la donna accomodandosi in sala in attesa della pizza. Con l'arrivo di Roberto si sedettero a tavola ed iniziarono a mangiare. La cena si svolse nel migliore dei modi ed Ermal raccontò dei preparativi per il concerto a Milano. Poi ci sarebbe stato l'Eurovision.
-Sì sono arrivato in macchina, non mi sentivo molto stanco e avevo fortunatamente recuperato le forze la sera prima.-
-Hai fatto bene! Immagino siano state molto stancanti le ore di volo da Lisbona.-
-Sì molto! Nei giorni precedenti, i vari impegni lì, mi hanno portato via ore di sonno preziose che ho potuto recuperare in seguito. Alla fine però ne è valsa la pena.-
Molte ragazze, sue coetanee e non, facevano di tutto pur di passare il tempo con i propri partner da soli. A volte mangiavano in famiglia ma poi cercavano di fare in fretta e uscire subito. Ermal prima di iniziare il tour aveva intenzione di passare qualche giorno a Bari dalla sua famiglia e Martina sarebbe andata con lui, in attesa di passare del tempo insieme quando sarebbe stato possibile.
-So che hai invitato anche i miei genitori al Forum. È stato carino da parte tua. Non si aspettavano questo gesto da parte tua.- disse lei grata mentre passeggiavano per le strade illuminate fiorentine. Il venticello primaverile soffiava contro la loro pelle. Uno di quei venti per niente gelidi ma calmi e che avvertivi non troppo. Martina era stretta ad Ermal ma non per freddo, dopotutto indossava un cardigan sopra una camicetta a maniche corte ed avvitata. Voleva semplicemente abbracciarlo, la faceva sentire in pace con se stessa. Lui le aveva passato il braccio intorno alla schiena e la vedeva mentre appoggiava la testa sul suo petto con i capelli lunghissimi e lisci che le ricadevano perfettamente sulle spalle.
-Mi sembrava geniale come idea e sapevo che avrebbe fatto loro piacere, oltre che a te ovviamente. È pur sempre la tua famiglia e ci saranno anche i genitori di Andrea. Inoltre è anche il tuo compleanno e già hai rimandato la festa con i tuoi amici per essere lì con me. Potevi decidere di restare qui a festeggiare con la tua famiglia.-
-Non sarebbe stata la stessa cosa senza di te.-
-Giustamente senza di me non si spengono le candeline. Io avrei un' idea migliore, potremmo andare in qualche bel posto io e te, magari un weekend.-
-Dico che mi piacerebbe molto! Che ne pensi di Venezia?-
-Magari potremmo andare anche a Verona. Un' innamorata nella città degli innamorati.- disse Ermal rubandole un bacio a fior di labbra. Sapeva sempre come farle perdere la testa in modo imprevedibile. Un anno fa non avrebbe mai pensato di vedere la propria vita stravolta così, perché lui le aveva davvero cambiato la vita. Le aveva mostrato il loro mondo nelle sue diverse sfumature e come vedere quel loro legame a distanza come una rampa di lancio per dare valore e godere di ogni singolo attimo trascorso insieme. Poi c'erano i giorni nostalgici in cui a lui bastava immaginare il sorriso della sua Martina per allontanare la tristezza.
Io sceglierei te
Che hai dato un nome, un volto e un senso
A questa voglia inspiegabile
Di dirti che tu sei
Indispensabile
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