Capitolo 21
Ermal era tornato su a Milano ormai da quasi un mese e Martina, dopo il rientro dei suoi zii a Roma, era tornata a Firenze per aiutare suo padre, per qualche giorno con i corsi alla scuola. Anche il rapporto con Lorenzo era migliorato, adesso riuscivano a ridere e scherzare come se nulla fosse. Quando arrivò alla stazione di Firenze, dato che i suoi genitori furono impegnati per la maggior parte della giornata, chiamò Lorenzo e gli chiese di farsi trovare in stazione al momento del suo arrivo.
-Come la nostra professoressa di Italiano e la sua poca memoria di ferro. Anche se programmava le interrogazioni riuscivamo ad abbindolarla e a farle credere il contrario pur di non essere chiamati alla lavagna.- disse Lorenzo mentre riordinava i documenti nello studio di Roberto, con l'aiuto della ragazza.
-Avevate davvero un'insegnante così idiota?- chiese la giovane ridendo.
-Assolutamente sì! Bei tempi, un vero spasso! Con poche responsabilità sulle spalle, zero pensieri e tanta voglia di divertirsi.-
Il giorno in cui sarebbero andati tutti a Milano a vedere la casa di Andrea era stato fissato per il sabato di quel fine settimana di metà marzo. Lei sarebbe arrivata due giorni prima per aiutare Andrea, come promesso a sua zia, e per passare qualche giorno in più insieme ad Ermal prima della sua partenza per Lisbona. Le aveva detto che bisognava andare lì, tempo prima, per girare la cartolina che avrebbero mandato in onda prima della loro esibizione. Le aveva proposto di andare con loro ma aveva promesso già a suo padre che sarebbe rimasta a sua disposizione e in più l'avrebbe preparata al meglio per l'esame di ammissione quindi doveva approfittarne.
-Io ne ho abbastanza di tutti questi documenti. Ti andrebbe una cioccolata calda?- propose lui mettendo i documenti già riordinati dentro un cassetto e tutti catalogati.
-Ma sì dai, non dico mai no ad una cioccolata in compagnia.- avrebbero continuato domani con gli altri documenti. Era un lavoro che richiedeva molta calma e una mente fresca di prima mattina non può che giovare.
-Come vanno le cose con Ermal Meta?- chiese il ragazzo passandole le bustine di zucchero.
-Bene...abbiamo stretto un ottimo rapporto, siamo molto legati.- rispose lei mantenendosi sul vago. Non era stato ufficializzato nulla proprio perché avevano scelto di fare tutto con calma e le loro famiglie avrebbero saputo a tempo debito. Anche Fabrizio era dello stesso avviso ormai a conoscenza della loro relazione. Erano palesi i loro comportamenti, i loro sguardi, anche se assumevano degli atteggiamenti composti in pubblico, per non destare troppi sospetti, non ci voleva chissà quale genio.
-Guarda che puoi stare tranquilla con me. Non aprirò bocca, puoi starne certa ma non so se sai che sono uscite alcune vostre foto insieme.-
In quel momento Martina per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Avevano passato il Carnevale insieme, poi erano andati a Rainbow, insomma c'era da aspettarselo. I paparazzi spuntano fuori quando meno te lo aspetti.
-Davvero? Dove?-
-Un po' per tutti i social ma Instagram è tempestata di post con le stesse due foto pubblicate da centinaia e centinaia di utenti. Immagino tu sappia dove potrebbero avervi visti insieme.-
-A piazza Navona durante la festa di Carnevale e poi al Rainbow Magicland qualche giorno dopo.-
-Hai indovinato!- confermò lui passandole il suo telefono per mostrarle le due foto. Nella foto scattata al parco divertimenti era di spalle quindi si vedeva ben poco. Quella scattata alla festa di Carnevale era a distanza più ravvicinata ma fortunatamente era ben mascherata e, a parte Alessia, non conosceva nessuno quindi difficilmente l'avrebbero riconosciuta.
-Ma questa gente conosce la parola privacy?- chiese lei scatenando una risata da parte del ragazzo accanto a lei.
-Quando si tratta di persone famose ho i miei dubbi.-
-Non so se a loro è chiaro ma sono libera di stare con chi voglio, quando e anche dove mi pare.-
-Ovviamente! Ecco diciamo che loro si limitano a fare il loro lavoro a prescindere dal fatto che lo condividiamo o meno.-
Non sapeva se avvertire Ermal, prima o al suo arrivo a Milano, o lasciare correre direttamente. Non le importava di far condurre a lei le tracce, voleva evitare di mettere i suoi genitori in mezzo a questa storia. Loro erano una famiglia normale come tante e non volevano finire in ogni angolo del web a causa di alcuni paparazzi ficcanaso che avrebbero sicuramente iniziato a cercare notizie su di lei.
-Grazie per avermi avvisata Lorenzo! Se dovessi trovare altro tienimi sempre informata.- disse grata chiedendole successivamente quel piccolo favore.
-Sì lo farò! Se posso permettermi di darti un consiglio, non allarmarti troppo inutilmente. Finché non vi colgono sul fatto mentre vi baciate, o altro, non avranno prove schiaccianti per "incriminarvi" quindi puoi tornare a respirare. Io ti ho riconosciuta e ti ho avvertita ma non hai motivo di essere preoccupata. Sul web girano tante foto di pessimo gusto ma la gente non ci pensa più di tanto visto che ognuno di loro ha una propria vita a cui pensare.-
La ragazza sembrò tranquillizzarsi ma voleva comunque parlarne con Ermal, una volta arrivata da lui a Milano. E così fece! La mattina del giovedì partì verso le dieci di mattina, per essere a Milano verso ora di pranzo. Ci pensò Andrea ad aspettarla in stazione e, una volta caricata la valigia nel portabagagli, raggiunsero casa sua.
-Cugina, Ermal e Marco ci raggiungeranno a casa appena potranno.- disse lui durante il viaggio in macchina.
-Qualcosa non va?-
-No tranquilla, andavano sbrigate le ultime pratiche burocratiche con la casa discografica prima della sua partenza per Lisbona proprio perché siamo arrivati agli sgoccioli. In questi giorni sembrava un po' inquieto, sono sicuro che la tua presenza lo aiuterà a distrarsi.-
-Per via delle foto sui social che sono uscite?-
-Più o meno sì, teme un po' la tua reazione a riguardo. Gli ho detto di stare calmo, che sei comunque una persona ragionevole...-
-Resterò tranquilla finché non metteranno i miei genitori di mezzo.-
-Non ne vedo il motivo...dove sarebbe il vantaggio in tutto ciò?-
-In teoria da nessuna parte ma non ho intenzione di abbassare la guardia.- disse lei lasciando la valigia all'entrata appena arrivati. Era la prima della famiglia a vedere il nuovo arredamento della casa e aveva cambiato molte cose dall'ultima sua visita.
-Mi piace molto Andrea! Trovo questi nuovi mobili davvero stupendi. Come mai questa voglia di rinnovare tutto?- chiese la ragazza accomodandosi sul divano insieme a lui.
-Io e Azzurra abbiamo deciso di venire a vivere insieme qui e l' abbiamo arredata a nostro gusto.- confessò lui prendendo un profondo respiro.
-Meraviglioso! Avete iniziato a pensare in grande allora.- rispose lei emozionata e abbracciando suo cugino contenta davanti quella notizia ricevuta.
-Sì sono molto agitato, a dir la verità. Sabato verranno i nostri genitori e anche la sua famiglia.-
-Bene sono contenta per voi. E dove è Azzurra adesso? Ridendo e scherzando non la vedo dal lontano novembre.-
-Ora è a lavoro ma dovrebbe tornare a momenti. Anche lei non vede l'ora di riabbracciarti!-
Dopo venti minuti la videro entrare dalla porta principale con le buste della spesa in mano. Martina le andò incontro per aiutarla, la strinse in un abbraccio e la aiutò a sistemare la spesa. Data l'ora ormai tarda iniziarono a mangiare e, le due ragazze, ne approfittarono per raccontarsi le ultime novità.
-Abbiamo invitato anche Ermal, sabato a pranzo, per ovvi motivi. A parte che ci sarà anche Marco ma essendo il tuo ragazzo merita di esserci.- disse Azzurra prima di essere interrotta dallo squillo di un citofono.
-Sono arrivati!- esclamò Andrea dopo essersi affacciato alla finestra e aver visto i suoi due amici entrare dal cancello. Andò subito ad aprire la porta e diede loro modo di entrare. Il primo ad entrare fu Marco che andò incontro a Martina sollevandola da terra.
-Marco mi stai soffocando!- esclamò lei contenta di vederlo ma cercando di allentare la sua presa.
-E io che mi stavo mostrando così tanto espansivo e in vena di fare festa per il tuo arrivo.-
-Puoi continuare a fare feste senza arrivare a soffocarmi.-
-Mi hai preso per un cane?- chiese lui togliendosi la giacca per lasciarla sull'appendiabiti.
-Un cagnolino molto affettuoso.- disse abbracciandolo di nuovo. Quanto le era mancato Marco con la sua affettuosità e i suoi discorsi idioti. -Ma Ermal? È tornato a casa sua?- chiese lei non vedendolo entrare mentre una voce proveniente dall'esterno rispose subito
-Sono qui fuori!-
Martina avanzò lentamente verso la porta d'ingresso, si sporse e lo vide intento a finire la sigaretta.
-Riuscirò mai a non vederti fumare una sigaretta?-
-Fammi pensare...No!- rispose lui facendo finta di rifletterci mentre la portava a retrocedere fino ad essere completamente in trappola, con le spalle al muro. Si avvicinò pericolosamente al suo viso finché le sue labbra non furono su quelle di lei che ricambiarono il suo bacio con trasporto. Le erano mancate le sue labbra, sentirne il loro sapore, dal giorno della sua partenza quando si salutarono prima di separarsi.
-Tutto bene il viaggio tesoro?- chiese mentre le lasciava un altro bacio sul collo. Il collo era la sua parte del corpo più sensibile, il suo punto debole e lui lo aveva capito benissimo per tutte le volte che le aveva procurato dei brividi.
-Sì e non è stato affatto stancante! Tre ore passano velocemente.-
-Bene allora tra poco andiamo a casa mia, ti sistemi la valigia, ti riposi un po' e poi potremmo uscire.- propose lui abbracciandola.
-Sì mi piacerebbe molto!-
La casa di Ermal, invece, era proprio come la ricordava dall'ultima volta e nulla era stato cambiato di posto. Guardava il divano, le poltrocine, il tavolino che l'ultima volta era pieno di fogli con canzoni scritte e spartiti. Martina iniziò a salire le scale a chiocciola di legno e con il passamano in ferro battuto che portava al piano di sopra. Aprì la porta della stanza da letto di Ermal e rimase appoggiata con le spalle alla porta ad osservare.
-Ricordo ancora quando sei venuta qui e mi hai buttato il secchio d'acqua gelata addosso.- disse lui restando poco distante da lei ma non di molto.
-Beh se non altro ti ha rinfrescato le idee.-
-E dopo ho avuto la febbre per due giorni. Vieni! Io stavo giusto andando a preparare il caffè in cucina.- rispose il riccio facendole strada.
-Ma non ne prendi un po' troppi al giorno?-
Arrivava a prendere tra i tre e i quattro caffè giornalieri. Era proprio un folle e tutto per non dormire qualche ora in più.
-Dopo il concerto al Forum e una volta finito l'Eurovision sarò libero e potrò riposare di più ma ora non è possibile.-
Scesero al piano di sotto e presero il caffè insieme.
- Stamattina stavi suonando per mandare via la noia?- chiese lei notando degli spartiti sul pianoforte.
-Ho suonato qualcosa ieri sera tra cui la sinfonia di Schubert che porterai all'esame. Ne approfitteremo per suonarla di nuovo a quattro mani.-
C'erano anche dei fogli con scritte e bozze un po' random. Erano delle bozze delle canzoni contenute nel suo ultimo disco ed Ermal prese i fogli e li diede alla ragazza, felice e al settimo cielo. Adorava ogni singola canzone del nuovo album riuscendo a descrivere un qualsiasi tipo di emozione e a leggerti dentro.
-Ermal mi abbracceresti?- gli chiese abbassando lo sguardo. Il cantante non rispose, prese Martina per i fianchi tirandola verso di sè, dopodiché la esaudì la sua richiesta appoggiando il mento sopra la sua testa e mettendole le braccia attorno alle spalle; Martina invece posò il suo viso sul petto del cantante e gli cinse la vita con le sue braccia. Restarono stretti in quell'abbraccio per chissà quanto tempo, l'una tra le braccia dell'altro. Entrambi ne avevano bisogno e non si sarebbero staccati tanto facilmente.
-C'è qualcosa che vorresti dirmi?- chiese lei vedendolo particolarmente silenzioso.
-Effettivamente sì...ma sicuramente già lo avrai saputo da altri. Pochi giorni fa sono uscite delle nostre foto sul web e ho temuto molto la tua reazione.- rispose lui introducendo il discorso. Si era staccato da lei e l'aveva invitata a sedersi sulla poltroncina, accanto a lui.
-Come mai?-
-Magari l'avresti presa male o chissà cosa. Non sapevo se contattarti o aspettare il tuo arrivo e parlarne di persona. Onde evitare malintesi ho preferito aspettare oggi.-
-Tranquillo hai fatto ciò che ritenevi più opportuno. Non mi sono arrabbiata proprio perché sapevo che ne avremmo parlato dal vivo. Io stavo a Firenze quando l'ho saputo, avevamo finito di lavorare, io e Lorenzo, e parlando è saltato fuori il discorso e me le ha mostrate. Fortunatamente hanno catturato ben poco di me perché ad una foto sono mascherata e all'altra sono di spalle, i principali obiettivi eravate tu e Fabrizio. All'inizio mi sono alterata ma contro i fotografi, non contro di te, perché non conoscono la parola privacy e tu sei libero di stare con chi vuoi. È stato Lorenzo a dirmi di mantenere la calma perché era nulla di irreparabile e che la gente dà poco peso a inutili gossip.-
Ermal la ascoltava con attenzione mente teneva le loro mani unite. Per una volta si trovava particolarmente d'accordo con il ragazzo, ma solo per questa volta.
-Martina...-
-Devi stare tranquillo, vedrai che cadranno nel dimenticatoio quelle foto, pensa a rilassarti.-
-Martina!- la chiamò di nuovo più deciso della prima volta.
-Dimmi-
-Ho seriamente avuto paura di perderti.-
In altre circostanze, davanti ad una frase simile avrebbe avvampato per la sorpresa e invece lo stava guardando con tenerezza.
-Se fosse accaduto in altre occasioni e per altri motivi non mi sarebbe interessato ma sapere di essere stato io ad averti esposta tanto mi fa stare male. Non voglio tu venga messa in mezzo in scandali, gossip o altro perché non me lo perdonerei.-
-Non ci pensare ora!- gli disse cercando di confortarlo e calmarlo. Il cantante la abbracciò per rendersi conto che lei era lì davvero, non era un'allucinazione. Lui che tra i due era sempre stato il più forte, quello dal sangue freddo ora era il più fragile e il più spaventato. Lui che fingeva di stare bene per non preoccuparla ed era sempre pronto a spronarla a dare il massimo mostrando ottimismo.
-Resto qui con te! Non vado da nessuna parte! Ermal io...-
Stava per dirgli che lo amava, ora lo sapeva, ne era certa. Era follemente innamorata di lui, in tutti i suoi pregi e difetti e lo sarebbe stata per sempre ma decise di fermarsi, forse non era ancora arrivato il momento.
-Ti amo anche io!-
Aveva sentito bene oppure stava sognando? Quelle parole pronunciate da lui avevano il suono più dolce del mondo e si sentiva fortunata ad averlo accanto. Gli occhi di lui erano così profondi da perdersi lì dentro all'istante. Quegli occhi umidi ed emozionati le stavano parlando, facendole capire che lui aspettava da tanto di dire quelle due famose e magiche parole. Prese il suo volto tra le mani e lo baciò intensamente mentre lui le accarezzava dolcemente i fianchi fino a scendere verso le cosce.
-Aspetta!- parlò iniziando ad allontanarsi da lei mentre quest'ultima lo guardava confusa. Perché la stava respingendo?
-Non devi sentirti costretta se ancora non ti senti del tutto pronta. Anche io desidero da tanto questo momento ma sono pronto ad aspettare e a rispettare i tuoi tempi.-
-Non mi sento costretta perché lo vogliamo entrambi! Ermal lasciamoci andare.- rispose lei tornando ad assaporare quelle labbra e lui glielo concesse assecondando i suoi movimenti. La prese in braccio, sollevandola da terra, e salirono al piano di sopra, facendo attenzione alle scale a chiocciola. Raggiunta la camera la guardò negli occhi un'ultima volta per capire se le sue intenzioni fossero cambiate o meno ma così non fu. La adagiò sul letto senza smettere di baciarla mentre lei prese a sbottonare la sua camicia, bottone dopo bottone finché non la gettò a terra e lui fece la stessa cosa con la sua maglia che le sfilò con cura dopo averle sciolto i capelli liberandola della coda. Le procurava una serie di brividi mentre continuava a toccare la sua pelle e decise di rilassarla sentendola rigida sotto di sé. Le lasciò una serie di baci sul collo fino a scendere e la sentì sospirare mentre sentiva le mani di lei sui lati del viso fino ad arrivare ai capelli. Indumento dopo indumento finirono tutti sul pavimento, dopo un breve periodo di imbarazzo da parte di lei. La sentì tremare e lo portò a tornare a baciare le sue labbra per distrarla e poco dopo la sentì meno agitata e rigida nei movimenti. In quel momento c'erano solo loro, con le loro paure, le loro debolezze e la loro voglia di amarsi e scoprirsi. Tutto il resto poteva aspettare.
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