Capitolo 20

-Ermal è ora di alzarsi!-

Erano quasi le nove della mattina ed Ermal ancora non si decideva a voler aprire gli occhi. La sera prima lui era rimasto nella stanza di lei a suonare la chitarra mentre Martina stava lavando i piatti con le cuffiette alle orecchie. Era una delle sue tante abitudini fare le pulizie di casa con la musica. Le teneva compagnia e le dava la giusta carica a finire tutto in fretta. Martina lo chiamò per essere raggiunta in sala ma quando salì poco dopo, non vedendolo arrivare, lo trovò addormentato sul suo letto. Si era avvicinata con passo lento per evitare di svegliarlo e lo mise sotto le coperte per evitare che prendesse freddo. Dormivano insieme nello stesso letto che, essendo di una piazza e mezza, riusciva a contenerli entrambi. Solo la prima notte lui decise di dormire in camera di Andrea

-Sei sicuro di voler dormire nel letto di Andrea? Nel mio letto staremo comodi lo stesso, è abbastanza grande. Non è la prima volta che condividiamo lo stesso letto, non mi sento a disagio o altro.-

-Tranquilla ci vediamo direttamente domani mattina.- le rispose il riccio lasciandole un bacio sulle fronte prima di andare a dormire. Successivamente, nel cuore della notte, la ragazza si svegliò trovandolo accanto a sé e da quel momento capì di non volerlo in altro posto se non lì al suo fianco. Si accoccolò al suo petto e si addormentò di nuovo, consapevole che il giorno dopo l'aspettava un dolce risveglio.

-Ma dai resta qui a dormire con me!- rispose lui mugugnando in segno di protesta mentre l' afferrò per i fianchi e la tirò verso di sé.

-È tardi Ermal, non possiamo restare dentro il letto fino a tardi!- esclamò lei cercando di divincolarsi dalla presa del ragazzo.

-Ti lascio vincere solo perché non sono abbastanza sveglio per avere la meglio su di te.-

-Addirittura? Vedo che sei abituato a comandare parecchio ma con me non lo farai.-

-Staremo a vedere.-

Dopo aver sistemato i letti e per tutta la casa decisero di uscire a fare una breve passeggiata per poi fermarsi in un ristorante fuori il centro. Il cantante andava spesso a mangiare lì, era poco affollato, prenotava il suo solito tavolo appartato, lontano da occhi indiscreti e in compenso si mangiava molto bene. Si poteva quasi definire un cliente della casa, andava addirittura nelle cucine a salutare i proprietari e i collaboratori come se fossero suoi amici.

-Lorenzo non lo hai più sentito?- chiese Ermal mentre tagliava la sua fettina.

-Mi sfugge cosa c'entri Lorenzo in questo momento.- rispose lei con qualche punto interrogativo di troppo in testa.

-Nulla è per pura curiosità! Visto che i tuoi sono in crociera, lui è rimasto a sostituire tuo padre oppure no?-

-Papà ha deciso di chiudere direttamente. Un po' di riposo farà bene a tutti.-

Passarono dei secondi di silenzio, dove ognuno tornò a pensare al proprio piatto da finire. Martina prese la mano di lui e la strinse lentamente e con dolcezza al tempo stesso.

-Ermal non pensare a lui come un problema tra noi perché ti assicuro che non ne hai motivo. Dal giorno del saggio dei ragazzi io l'ho sentito direttamente il giorno della vostra vittoria a Sanremo. Mi ha scritto per complimentarsi della vostra performance.-

-Ti ha scritto solo per quello?- chiese lui mostrando dubbi a riguardo.

-Sì Ermal, che tu ci creda o no mi ha solo detto questo. Non ti fidi di me adesso?-

-Che sciocchezze, certo che mi fido di te, ma non mi fido di lui.-

-L'importante è che ti fidi di me, come io mi fido di te.-

-Io ho visto come ti guarda, avete chiarito le vostre divergenze ma penso abbia fatto tutto per cercare di avvicinarsi gradualmente a te.-

-Cosa che non credo possibile! Dovrebbe cercarmi di continuo e non lo fa. Quando abbiamo parlato, lui mi ha detto:"Ho capito ciò che ho perso e sarebbe egoista da parte mia chiederti di riprovarci soprattutto dopo aver visto come guardi Ermal."
Avrei potuto dargli una seconda possibilità e invece ho scelto te.- rispose lei lasciandogli un bacio a fior di labbra. Lui prese la sua mano e le lasciò dei baci sul dorso e lei delle carezze al viso. Era agitato e capiva il suo stato d'animo vista la loro relazione a distanza.

-Questa volta sono riuscito a trovare un po' di tempo da passare insieme ma quanto tempo dovremmo aspettare prima di rivederci di nuovo?-

-In qualche modo faremo! Pensiamo a viverci questi giorni a disposizione. Magari ora sei venuto tu e la prossima volta verrò io, quando sarai libero dagli impegni. Anzi quando abbiamo visto Silvia a Sanremo è stata molto gentile e mi ha invitata a visitare la sede radiofonica dove lavora a Milano. Dice che vai spesso lì ultimamente quindi, quando verrò ovviamente, potremmo andare insieme.-

-Ti ha detto questo Silvia?- chiese lui sorpreso davanti alle affermazioni della ragazza.

-Sì, io stavo parlando con tua madre, lei si è avvicinata, ci siamo presentate e abbiamo parlato, anche se per poco.-
Ermal la ascoltava con attenzione, pesando ogni singola parola. La giovane notò questa reazione e si preoccupò ulteriormente interrompendo il suo racconto.

-Ermal va tutto bene? Sei strano, perché stai reagendo in questa maniera? Mi aspettavo una reazione sorpresa in positivo visto che le cose tra voi si sono risolte pacificamente.-

-Sì...scusa non mi aspettavo questa proposta da Silvia. Lei sa di noi, sono stato io a dirglielo, per questo mi hai colto impreparato.-

-Perché ho come l'impressione che tu non mi stia dicendo tutto? Sembri preoccupato!-

-No tranquilla, te l'ho detto, non mi aspettavo questo invito da Silvia.- rispose lui lasciandole un bacio sulla guancia per poi alzarsi da tavola e andare fuori a fumare. Erano tornati a casa da tempo ed erano seduti sul pianoforte a suonare. Martina si era finalmente decisa ad iniziare gli studi al conservatorio e da lì a due mesi avrebbe dovuto sostenere l'esame di ammissione. Aveva deciso di esibirsi portando davanti alla commissione un componimento di Schubert, tra i suoi compositori preferiti in assoluto. All' inizio stava provando da sola, pezzo per pezzo, finché Ermal decise di sedersi accanto a lei per darle la giusta strada da seguire. La prima volta la suonò da solo, interamente dall'inizio alla fine, mentre la ragazza lo osservava in ogni suo movimento. Poi la suoneria di un telefono interruppe la concentrazione della ragazza che decise di vedere chi fosse. Vide sullo schermo una videochiamata di gruppo insieme ad Andrea e suo zio Walter in attesa di approvazione. Accettò la chiamata a raggiunse il giardino per guardare meglio mentre Ermal decise di rimanere sulla terrazza ad osservarla. Martina stava pensando di farlo avvicinare ma decise di aspettare, non voleva mettergli fretta, magari voleva fare un passo la volta senza pressione. Doveva lasciargli i suoi spazi e ogni cosa sarebbe accaduta da sé. Lo schermo era diviso in tre riquadri: nel riquadro in alto a sinistra c'era Andrea a casa sua, in quello in alto a destra c'erano i genitori di e i suoi zii e poi, in basso si vedeva lei.

-Stanno diventando più tecnologici di me, è inquietante!- parlò la ragazza con suo cugino mentre vedeva sua madre e sua zia cercare di prendere posto per essere inquadrate dalla telecamera. Anche Andrea trovava buffo vederli così indaffarati nel capire come tenere il telefono nel modo giusto e si era portato una mano in fronte.

-Ragazzi va tutto bene lì?- chiese sua zia Angela avvicinandosi leggermente alla telecamera.

-Sì zia! Qui la tua casa è sempre in ordine. Come procede la vostra vacanza?- disse la ragazza sentendo un "brava" in risposta da parte della donna dall'altra parte dello schermo.

-Bene Marti! Ieri siamo stati in Grecia e poco fa siamo arrivati a Cipro. Resteremo due giorni, così prima di andare ad esplorare ne abbiamo approfittato per chiamarvi.- rispose suo padre. Andrea invece inquadrò degli scatoloni davanti a lui.

-Io ho una notizia da darvi.- disse Andrea attirando le attenzioni su di sé. Martina invece ne approfittò per raggiungere Ermal sulla terrazza e mettersi di fianco a lui. Il riccio vedendola arrivare la guardò confuso e le vide mimare un "mi mancavi" in risposta e sorrise riservandole un bacio sulla spalla. Dopodiché decise di sporgersi ma non troppo per sbirciare il suo amico dall'altra parte.
-Ho appena finito di riarredare casa! Che ne dite di venire qui a Milano per vederla? Così ne approfitterò anche per presentarvi una persona molto importante!-
Martina aveva capito che si era deciso finalmente a presentare Azzurra a tutti gli effetti come la sua fidanzata.

-Andrea, in questi giorni, ci organizzeremo per venire da te a Milano. Marti in base a quando decideremo di andare, tu vai prima, così lo aiuti con i preparativi.- disse sua zia ormai vicini a troncare la videochiamata. Ascoltando quelle parole Ermal cercò la sua mano per stringerla forte e la ragazza ricambiò la stretta.

-Non ci sono problemi, resto in attesa di aggiornamenti.- disse salutando tutti per poi chiudere la videochiamata.

-Potrei aver inserito tua zia nella lista delle mie persone preferite.- disse lui cercando le labbra della ragazza.

-Non avevo dubbi a riguardo mio caro.- rispose lei impedendo al riccio di baciarla, inizialmente, finchè lui non le prese il mento con una mano e avvicinò le labbra alle sue dando inizio ad una serie di baci infuocati, dove quei brevi momenti di pausa erano motivo per cercarsi di nuovo e rincorrersi.

-Stavo pensando che anche un'altra persona ti ha invitato ad andare a trovarla.- disse lui mentre la osservava preparare la cena.

-Ah sì?- chiese lei cercando di capire chi fosse.

-Mia madre- rispose lui facendole segno di raggiungerlo e di sedersi sulle sue gambe. Martina decise così di accontentarlo con un'espressione spaesata e sorpresa.

-Che c'è? Non ti piacerebbe venire a Bari a conoscere la mia famiglia?-

-Certo! Soltanto che non mi aspettavo così subito un invito da parte di tua madre.-

-Me lo ha proposto quando stavamo per ripartire da Sanremo. Ti ha trovata molto dolce, gentile, mi ha detto che le ha fatto piacere parlare con te e quindi ti aspetta, quando vorrai, per portarti in giro per la città.-

-Sì mi ha fatto vedere le foto della figlia di tua sorella, poi altre con te, Rinald e Sabina insieme e le osservava come se mi stesse mostrando il suo gioiello più grande.- parlava mentre sistemava qualche riccio fuori posto.
-Torno ai fornelli oppure mangeremo qualcosa di poco commestibile.-

Era anche un modo per evitare di uscire sempre fuori a mangiare e a lei cucinare piaceva molto. Ma con Ermal nei paraggi perdeva la cognizione del tempo e la concentrazione troppo facilmente. Lo guardava aggirarsi per casa, vedere la tv, suonare la chitarra, leggere un libro, tutti gesti di vita quotidiana che lasciavano riflettere. Magari prima o poi sarebbero andati a vivere insieme, quando sarebbe stato possibile e se le cose tra loro sarebbero andate per il meglio. Passare dal vederlo una volta al mese a tutti i giorni. Magari poi avrebbe fatto un tour che lo avrebbe tenuto lontano da casa per un po' ma lei avrebbe aspettato il suo ritorno. Perché è questo che fanno le coppie! Si cercano e si aspettano nell'attesa di ritrovarsi. Non sapeva ancora spiegarsi bene tutte quelle emozioni. Non aveva mai provate di simili e con Ermal sentiva cose forti, inspiegabili, indescrivibili mai vissute nemmeno con Lorenzo. Sentiva lo stomaco in subbuglio e un fuoco ardente ma non era solo attrazione fisica perché prima o poi è destinata ad affievolirsi sempre di più. Nel loro caso più tempo passavano lontani e più si cercavano per colmare la mancanza di uno nella vita dell'altro perché si sentivano incompleti. Era forse questa la precisa descrizione dell'amore?

Quel sentimento tanto forte la spaventava, voleva essere felice per la prima volta in vita sua e non voleva soffrire di nuovo.

-Ti vedo molto pensierosa, a cosa pensi?- chiese lui abbracciandola da dietro le spalle. Dopo cena aveva lavato i piatti ed aveva raggiunto la finestra in sala per osservare il panorama.

-Nulla in particolare, sono agitata per l'esame del Conservatorio.-

-Vedrai che andrà tutto bene! Per il momento pensa a prepararti e a dare il meglio di te.-

-Sì forse mi sto preoccupando troppo inutilmente. Ho solo bisogno di più esercizio.-

-Dai ora andiamo a dormire che domani ci aspettano per andare a Rainbow- terminò lui mettendole una mano intorno alle spalle di lei e raggiunsero la camera da letto. La mattina dopo, alle nove, erano già tutti pronti per partire. Giada sarebbe rimasta a lavoro fino a tardo pomeriggio quindi Fabrizio sarebbe andato insieme ai bambini.

-Fabbrì senza andare con due macchine, lascia la tua nel garage e andiamo con la mia.- propose al suo collega facendo accomodare i bambini e i loro zainetti sui sedili dietro. Anche Martina si sedette dietro, fece sedere Fabrizio davanti al lato passeggero e partirono. Una volta arrivati a destinazione parcheggiarono e raggiunsero l'entrata. Mostrati i biglietti presi online varcarono i cancelli verso le prime giostre seguendo la mappa. Alcune fan li riconobbero immediatamente e dopo averli salutati e fatto qualche foto continuarono la loro esplorazione.

-Martina fa la guida turistica. Le diamo la mappa e ci porta in giro lei.- disse Ermal prendendosi gioco di lei.

-Benissimo allora è proprio sicuro che ci perderemo!- esclamò la ragazza guardando lo spazio immenso intorno a sè.

-Andiamo al castello delle Winx!- esultò la bambina guardando la struttura davanti a sè uguale al cartone animato in tv.

-Ma che noia Anita, a me non va di andare lì adesso.- rispose suo fratello contrariato.

-Va bene andiamo prima alle giostre acquatiche, poi alle montagne russe e dopo accontentiamo Anita.- parlò Fabrizio mettendo i suoi bambini finalmente d'accordo.

Martina guardando l'altezza delle montagne russe era convinta del fatto che avrebbe urlato parecchio. Non soffriva molto di vertigini ma nemmeno sarebbe riuscita a salire su quella roba lì come se nulla fosse.

-Perchè non proviamo la torre? Pare sia alta 80 metri.- chiese Ermal guardando la giostra in movimento mentre lanciava nel vuoto i passeggeri. Martina assunse un'espressione pietrificata in volto.

-Te lo puoi scordare, ci vai da solo lì sopra!- esclemò immediatamente la ragazza ed il riccio rise divertito davanti a quella scena a dir poco comica.

-Ma come? E io che te lo stavo proponendo proprio per non salire lì da solo.-

-O per farmi morire di paura.-

-Non potrei mai essere così sadico tesoro.-

Tesoro
L'aveva chiamata davvero in quel modo? Era rimasta imbambolata per un attimo a fissarlo mentre nella sua testa il suo cervello cercava di macchinare e a dar spazio ai migliori film mentali di sempre.

-Non guardarmi con questi occhioni perchè potrei accidentalmente non rispondere delle mie azioni.- ed era assolutamente fuori discussione! Meglio non assecondare le sue follie al momento. Ma non aveva fatto i conti con la casa stregata...

-D'accordo ho cambiato idea, preferisco la torre di 80 metri.- disse la ragazza arrivati all'ingresso. C'era poca gente in fila e questo stava a significare che sarebbero entrati subito, senza nemmeno avere il tempo di prepararsi psicologicamente.

-Tocca a noi ormai. Finiremo presto vedrai. Vuoi stare avanti a me?- chiese lui guardandola un po' spaesata. Odiava moltissimo i film dell'orrore e lui lo sapeva. Quando andò da lui a Milano, insieme a Fabrizio, lui le propose di vedere un film insieme e lei scartò, alla velocità della luce, i film horror. Così la fece passare avanti e le mise una mano per ogni spalla e la guidava. Mentre aspettavano il loro turno, Martina sentì un tonfo assordante e saltò in aria facendo ridere i bambini.

-Eh Martì dove vai con questa paura?- chiese Fabrizio un po' divertito e un po' con uno sguardo comprensivo ma la ragazza nemmeno lo stava ascoltando e cercò di non pensare a nulla fino all'arrivo del loro turno. Arrivato il momento di entrare la ragazza si chiuse le orecchie con le mani, avrebbe chiuso anche gli occhi ma doveva guardare dove mettere i piedi, per evitare di inciampare. Vedeva streghe, cadaveri, ragnatele, scheletri piombarle davanti da ogni parte e pronti ad intralciare il suo cammino. Ad un tratto sentì qualcuno stringerla da dietro e si voltò per guardare. Sperava non fosse qualche altro scheletro o vampiro o avrebbe urlato come una pazza in preda alla paura.

-Allora vuoi salire sulla torre con me mentre Fabrizio va con i bambini al castello delle fatine?- le chiese Ermal ad un centimetro di distanza dal suo orecchio.

-Andiamo dove vuoi basta che usciamo da qui.- le rispose ridendo. Vederlo vicino a lei l'aveva resa meno rigida e l'aveva distratta dal guardarsi troppo intorno. Alla fine era solo una stupida giostra, le sarebbe passata subito.

ma adesso tu mi puoi proteggere
dentro ad un abbraccio



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