Capitolo 19

Le sembrava una visione talmente surreale che per un attimo pensava stesse sognando davvero. Nella sua testa era convinta che avrebbe passato l'intera serata a passeggiare per tutta la piazza e ad osservare le altre persone lì intorno travestite, avrebbe conosciuto gli amici di Alessia, giocato con la piccola Anita a lanciarsi i coriandoli tra di loro e scelto poi l'abito migliore.

"Pulce, guarda che bella la ragazza travestita da Colombina!"
Parlò chinandosi all'altezza della bambina mentre con un dito indicava il soggetto in questione. Alcuni costumi erano talmente corti e provocanti che preferiva non guardarli ma fortunatamente la gran parte erano molto graziosi.

"A me piace di più il tuo vestito! Secondo me sei la più bella stasera. È da quando siamo arrivate che si girano per guardare te."

Non aveva dubbi a riguardo. Era grande quanto l'intera piazza, bellissimo, ma pur sempre grande. Alla fine iniziava a trovarsi a suo agio con quel vestito addosso e probabilmente una volta arrivata a casa non avrebbe avuto il coraggio di toglierlo talmente le stava piacendo. Avevano raggiunto una panchina vuota, distante dalla grande nuvola di gente, la stessa dove era rimasta seduta mentre Anita si era alzata per andare incontro ad Ermal. Osservò la scena con tenerezza.

-Dici che si aspettava di vedermi qui?- chiese alla bambina tenendola in braccio. Anita, in tutta risposta, con la manina fece segno di avvicinarsi con l'orecchio. Era pur sempre un segreto che dovevano condividere soltanto loro due.

-Un minuto fa era molto triste, si stava annoiando e diceva che sentiva la tua mancanza.-

-Ah sì?- chiese con finta sorpresa, in fondo lo sapeva, o meglio sperava fosse così anche per lei. Non la vedeva da due miseri giorni, eppure gli sembravano settimane.

-Ma non dirle che te l'ho detto, inizia a diventare tutta rossa.-

-Me ne ricorderò!-
Martina li guardava confabulare tra loro così decise di raggiungerli. Alzò con le mani un po' la gonna e andò loro incontro.

-Vi sembra il momento di parlare e ridere alle mie spalle? Questo è un attacco alla mia sensibilità.- parlò con le braccia conserte e con aria contrariata.

-Marti lo zio ha mantenuto la promessa visto?- disse la bimba mentre Ermal la aiutava a scendere a terra.
-Lo devo dire ad Alessia!-
Raggiunse così la ragazza a pochi metri lontana da loro. Stava scattando qualche foto con i suoi compagni di corso e brindavano tutti insieme con dei drink.

-Di quale promessa stava parlando?- chiese Ermal facendosi sempre più vicino alla ragazza mascherata davanti a lui.

-Che saresti tornato a Roma. Non ti vedeva da qualche mese.-

-È per questo motivo che sono qui.- le rispose lui cercando di stuzzicarla per vedere la sua reazione. La vide voltare la testa verso destra, come se cercasse di ignorarlo.

-Per quanti giorni ti fermerai?- chiese lei guardando il giovane, davanti a sé, con la schiena al muro, all'inizio del vicolo, e cercando di passare inosservato. Se avessero raggiunto il centro della piazza, probabilmente, lo avrebbero riconosciuto, e raggiunto, in un nanosecondo.

-Per una settimana! Non avevo impegni in programma e ho pensato di raggiungervi. Parlando con Vige e mi disse che questa settimana saresti stata a casa da sola.-

-Sì i nostri genitori sono in crociera e torneranno la prossima settimana.-

-E infatti mi ha consigliato di non prenotare l'hotel e di stare da te direttamente. Spero per te non sia un problema.-

-Ma no assolutamente, sarei venuta a recuperarti direttamente nella tua camera d'albergo. Questo completo total black ti dona.- disse lei sistemandogli il colletto della camicia gesto che, nell'ultimo periodo, le piaceva molto fare.

-Secondo te dà troppo nell'occhio?- chiese guardandosi per un attimo intorno.

-Nah niente di che!-

-In compenso stanno tutti guardando te e questa cosa non mi piace.- disse lui prendendola per i fianchi e attirandola verso di lui.

-Sei geloso Meta?-
chiese lei mentre gli si avvicinava sempre più.

-Non immagini quanto...- rispose diretto, quasi con possesso e tenendo la presa salda sui fianchi della giovane. La vide muovere le sue braccia per poi allacciarle dietro al collo.

-Sei adorabile quando fai il ragazzo geloso!-
Martina si avvicinò al suo viso lasciandogli un bacio sulle labbra e sospirando successivamente nell' incavo del suo collo.

-Non è divertente, ti potrei fare una lunga lista di potenziali persone pronte a mettermi bastoni fra le ruote.-

-Che secondo me puoi riassumere in un unico nome: Lorenzo.- gli rispose con aria divertita tra un bacio e l'altro.

-Perspicace hai l'occhio di una lince!-
La situazione stava sfuggendo di mano e probabilmente prima o poi non sarebbero stati in grado di fermarsi.

-Ma non ha senso esserlo a mio parere.-

-Perchè non ti ha ancora vista vestita in questo modo.-

-Non credo ne avrà mai l'occasione. E comunque preferivo tornare ai nostri baci infuocati, non so come la vedi tu a riguardo...- disse tamburellando con le dita lungo le braccia di lui. Alla fine piaceva anche a lui la chimica che si creava ogni volta tra loro. Perchè non assecondarla?

-Hai davvero in programma di limonare per le prossime ore?-

-Non male come opzione ammettilo.-

-No infatti ma non qui davanti a troppi occhi curiosi.- disse lui continuando a guardarsi intorno e facendole fare una giravolta per far notare la folla anche alla giovane. La ragazza sembrò pensarci su, mostrandosi pensierosa. Dopotutto avrebbero passato i prossimi sette giorni insieme e avrebbero recuperato il tempo perso. Cosa sono poche ore in confronto?

-Giusto! Questo vuol dire che dovremo contenerci e rimandare a quando saremo soli.-

-È un sacrificio che non merito di compiere.- parlò lui abbracciandola da dietro le spalle e lasciandole una scia di baci sulla guancia fino ad arrivare al collo della ragazza, provocandole una scarica di brividi di piacere.
-Però mi piacciono questi feedback positivi da parte tua. Posso aggiungerli nella lista riguardante i tuoi punti deboli. Mi spiace dirtelo ma non credo riuscirai a resistere.-

-Sai benissimo che non è così! Se mi metto in testa una cosa la porto a termine con successo.-

-Oltretutto ancora non mi dici nulla del tuo vestito.- disse lui osservandola con fascinazione dalla testa ai piedi.

-Ti piace? Sto ancora cercando di capire chi possa avermelo regalato.-

-La taglia è perfetta e ti resta benissimo addosso! Oltretutto è un abito che conosco molto bene sai? Mia madre guardava spesso i film della principessa Sissi, interpretata da Romy Schneider. Il negozio che ha noleggiato i costumi per questa sera, lo scorso anno ha organizzato a Milano una mostra di tutti gli abiti indossati dagli attori nel set. Così li ho contattati, ho chiesto loro una riproduzione di questo abito, e te l'ho fatta recapitare. Per concludere, ora conosci il mittente.-

Era felice, emozionata e non riusciva a descrivere a parole quel momento. Non sapeva nemmeno quali parole usare per ringraziarlo, le più adatte, perchè qualsiasi parola le sembrava troppo riduttiva.

-Il più bel regalo mai ricevuto! Mi sono sentita davvero una principessa per una serata e questo è solo grazie a te. Quando ho aperto la scatola una parte di me ha sperato potessi essere tu ma la mia mente razionale non aveva intenzione di illudersi troppo. Ci sarei rimasta male nello scoprire un mittente diverso da te e così ho preferito pensare ad un'idea avuta da Andrea. Ogni volta che saremo lontani e sentirò la tua mancanza mi basterà guardarlo per sentirti subito vicino.-

Avevano detto di trattenersi, è vero, ma come poteva farlo dopo quello che si erano detti poco prima? La stava ancora abbracciando alle spalle quando lei si voltò e gli gettò le braccia al collo. Una lacrima di felicità rigò la sua guancia ma, nonostante la maschera, non passò inosservata al cantante che le tolse la maschera per asciugarle gli occhi con i pollici delle mani, le lasciò delle carezze dolci lungo le guance, fronte contro fronte, finchè lei non prese il suo viso tra le mani e lo baciò. Voleva che il riccio cercasse di capire le emozioni che stava provando in quel momento. Le venne in mente il loro primo bacio, a casa di lei, e lo ricordava vivo nella sua mente come se fossero passate solo poche ore. Fu un bacio dolce, la stessa dolcezza che stavano assaporando anche in quel preciso istante.

E ho guardato dentro un'emozione
E ci ho visto dentro tanto amore
Che ho capito perché non si comanda il cuore
E va bene così senza parole

Eppure in questo nuovo e lungo bacio percepì qualcosa di diverso, di più forte e travolgente. Probabilmente qualche mese prima non avrebbe assistito a momenti così intensi nemmeno nei suoi sogni più belli.

-Uh sta tornando Anita insieme ad Alessia- concluse staccandosi lentamente da lei facendo segno alla bambina di andare verso di lui e la bambina non se lo fece ripetere due volte mentre la ragazza ne approfittò per indossare di nuovo la maschera. Avrebbero ripreso il loro discorso più tardi e questa volta davvero.

-Ermal è sempre bello vederti!- lo salutò Alessia una volta salutati i suoi amici.

-Ciao Alessia, bel costume!- rispose il cantante ricambiando il saluto della ragazza vestita da pirata.

-Ti ringrazio! Ho guardato Sanremo, ti faccio i miei complimenti, qui non si fa altro che parlare della vostra vittoria. Poco fa alcune vostre fan hanno riconosciuto Anita e si sono avvicinate. Le hanno chiesto di salutarvi e una di loro le ha dato un bracciale da consegnare a Fabrizio.-

-Grazie mille! Sì a volte capita di ricevere regali da parte loro. Sono sicuro che Fabrizio apprezzerà.-

Anita si avvicinò a Martina, per chiederle di aprire una nuova busta di coriandoli e la ragazza la accontentò. Era il ritratto della felicità, di come il mondo si rialza con il sorriso di un bambino.

-Fantastico sono ufficialmente ricoperta da coriandoli. Sto sentendo la mancanza del mio vestito completamente bianco.-

-Lo si può sempre lavare.- rispose il riccio prendendosi gioco di lei.

-Grazie genio lo sapevo già di mio!-
Ma in fondo anche se faceva finta di arrabbiarsi a lei piaceva essere al centro delle sue attenzioni e questo lui lo aveva capito fin troppo bene. Anita si avvicinò di nuovo alla panchina e si sedette con il riccio che decise di seguirla.

-Che ne dici di fare una foto e di mandarla al tuo papà?- chiese il cantante prendendo il telefono dalla tasca pronto ad impostare la fotocamera.

-Va bene!- rispose la bambina avvicinandosi di più a lui in modo da comparire nella foto.

Alessia prese a togliere i residui di coriandoli che avevano addosso lei e Martina.
-Gli hai chiesto se è stato lui a comprare il vestito?-

-Sì è stato lui...un momento, tu cosa ne sai?-

-Ti guarda abbastanza rapito. Perché non vai a fare le foto insieme a loro?-

-Non mi piaccio molto come esco di solito nelle foto.-

-Penso che a loro interessi ben poco. Sorridono, con qualche faccia buffa, ma si divertono e tanto basta.-

-Io pensavo mi sarei annoiata a morte questa sera, e invece lui è qui, pur sapendo che qualcuno può averlo riconosciuto.- disse Martina mentre Alessia le fece segno, con la sua testa, di voltarsi nella direzione Ermal e notare il gruppo di ragazze vicino a lui e Anita per salutare, dopo averlo riconosciuto.

-E fotografato con te, aggiungerei...eppure a lui non interessa, ha deciso di mettere voi due insieme al primo posto.-

-Io non voglio che metta me davanti alla carriera ma che metta entrambi sullo stesso piano. Quando il discorso uscirà gliene parlerò.-
Nel frattempo decisero di unirsi per scattare qualche altra foto tutti e quattro insieme, in ricordo di quella serata trascorsa, finché Anita non cominciò a mostrare i primi segni di stanchezza.
-Pulce ora torniamo a casa a dormire dai!- disse vedendola mentre appoggiava la sua testa sulla spalla di Ermal.

-Ma io voglio restare qui insieme a voi.-
A loro sarebbe piaciuto accontentarla ma era quasi arrivata la mezzanotte ed era troppo tardi per una bambina della sua età. Così Alessia decise di giocarci su e trovarle una scusa per convincerla. Sì sedette sulla panchina anche lei ed iniziò a parlarle, mentre prendeva il telefono dalla borsa per farle vedere l'orario.

-Ascolta, qui la festa sta per finire e ho promesso a tua madre che ti avremmo riportata a casa non troppo tardi, ora ci sta anche Ermal quindi sono sicura che chiuderà un occhio. Quando si potrà organizzeremo di nuovo una giornata da passare tutti insieme.-

-È vero! Io mi tratterrò a Roma per i prossimi giorni, quindi se andrai subito a dormire un giorno di questi staremo tutto il tempo insieme che ne pensi?- disse Ermal intromettendosi nel discorso in soccorso ad Alessia.

-Anche Martina e Alessia possono stare con noi?-

-Se loro vorranno certo che sì!-

-Io purtroppo non posso perché verranno i miei genitori a trovarmi, e resteranno per qualche giorno, però Martina verrà sicuramente.-
Anita sembrò pensarci su per un po', in fondo si stava divertendo, peccato che le cose belle siano destinate a finire subito. Però Alessia ed Ermal le avevano appena promesso un'altra giornata insieme non appena possibile, così decise di accettare e scese dalla panchina. Alessia salutò tutti e tre e tornò dai suoi amici. Martina capì immediatamente che stava tornando dagli altri per lasciare lei ed Ermal soli e gliene fu grata. Il cantante aveva parcheggiato la macchina un po' lontano dalla piazza così dovettero fare un tratto di strada a piedi e a loro non dispiaceva. Anita dopo aver camminato i primi minuti mano nella mano con entrambi iniziò a sentirsi stanca ed Ermal la fece salire sulle sue spalle. Martina decise di sbarazzarsi definitivamente della maschera e si avvicinò al riccio per fare lo stesso. Lui si fermò un attimo per semplificarle il compito e dopo averla ringraziata ripresero a camminare.

-Comunque stavo pensando che Anita si sia meritata proprio un bel premio.-

-E perché?- chiese la bambina sorpresa davanti alle parole del cantante.

-Perchè mi hai chiesto di aiutare Martina a fare amicizia con tutti i miei amici. Ci sono riuscito anche grazie a te.-

-Però adesso che è amica di tutti con me non ci sta quasi mai.-

-Qui ammetto le mie colpe, sta sempre insieme a me, però quando andrò in giro per il tour estivo la lascierò stare con te.-

-Sempre?-

-Su questo ne potremmo discutere eh. Ogni tanto mi piacerebbe passare del tempo con lei. Nel frattempo ti dico quale sarà il tuo premio. Visto che starò qui a Roma fino a lunedì, sabato ti portiamo al Rainbow insieme a Libero.-
Anita esultò felice davanti a quel premio. Ora poteva andare a dormire anche subito e svegliarsi direttamente sabato pronta per andare al parco divertimenti. Martina stava pensando di passare a casa di Alessia per recuperare le sue cose ma poi quest' ultima disse che gliele avrebbe riportate lei stessa il giorno dopo. Così raggiunsero casa di Fabrizio e Giada senza perdere altro tempo. Una volta arrivati, scesero dalla macchina ed Ermal prese Anita, ormai addormentata sul sedile dietro, la prese in braccio per portarla nel suo letto e Giada lo accompagnò nella sua cameretta. Mentre lui scese sotto di nuovo, lei le tolse il vestito e la mise sotto le coperte.

-Di cosa parlavate?- chiese Giada una volta tornata in sala dagli altri.

-Dicevo a Martina che poteva scegliere un vestito ancora più enorme di questo visto che ci siamo. Però mi stava dicendo che si tratta di un regalo che qualcuno ha scelto al posto suo e cose che già sai sicuramente perché voi ragazze vi dite tutto, come sempre.- rispose il romano con aria scherzosa.

-Fabrizio sei su un terreno minato, sappilo. Ermal sono due giorni che siete tornati da Sanremo e ancora è così euforico. Sta dando il meglio di sé, quindi ti prego, agisci al posto mio e fai qualcosa.-

-Stavamo pensando di portare i bambini a Rainbow ma credo serva più a lui che a loro.-

-Magari! Purtroppo comincio ad avere una certa età e la mia schiena non sopporterebbe neanche due minuti sulle montagne russe. Mi ritroverò sulle montagne svizzere.-

-Fabbrì sei pessimo a fare battute!- esclamò il compare battendo una mano sulla fronte.
Martina era fin troppo poco sconvolta, era abituata a sentire i discorsi di Fab in piena euforia e spesso tirava fuori il suo lato pagliaccio per far ridere i bambini.

-Se ti può consolare anche io, all'inizio, la prendevo come te.- rispose la giovane di casa Vigentini entrando nel discorso per raccontare un aneddoto passato. -Quando siamo partiti per venire a Milano, Fabrizio è arrivato sotto casa con la macchina verso le 4 ed io ero già sul divano del soggiorno ad aspettarlo.
Io avevo già sceso valigia e tracolla la sera prima per non perdere tempo e per non svegliare i miei zii. Lui cosa fa? Alle 4 di notte suona il clacson come un pazzo. Immagina la mia faccia mentre lo raggiungo in macchina, gli dò il buongiorno con molta calma, e lui risponde: "Buonanotte Martì! La gente a quest'ora dorme". Avrò passato un quarto d'ora della mia vita con una mano in faccia.
Sempre più sconvolta. Giada ormai lo ignora direttamente.- disse al termine del suo racconto. Voleva scoppiare a ridere ma doveva trattenersi per non svegliare i bambini al piano di sopra.

-Ah io sono allibita sempre e pensa che lo sopporto ormai da dieci anni. Non è cambiato di una virgola e a volte penso di avere tre figli a cui badare, non due.-

-Grazie per le tue parole, sono colpito!-

-Prego Fabrì! Come quando hai fatto credere a Libero, aveva quattro anni, che le montagne russe si chiamano così perché russano davvero.-

Rimasero nel soggiorno a parlare del più e del meno finchè Ermal e Martina non decisero di salutare e togliere il disturbo data l'ora ormai tarda. E dopo averla aiutata a sistemare il vestito in macchina tornarono a casa Vigentini. Una volta arrivati, Ermal salì la valigia ma non andarono subito a dormire, lei soprattutto, era troppo elettrizzata per prendere sonno subito. Aveva seguito il riccio sul divano e si sedette sulle sue gambe mentre lui le spostava, di tanto in tanto, qualche ciocca di capelli fuori posto, dietro l'orecchio.

-Insomma questo vestito non lo vuoi togliere proprio eh?- chiese lui divertito mente la guardava sistemarsi la gonna.

-Tra un po'...-

Prima o poi sarebbero andati a dormire aspettando il nuovo giorno, avrebbe rimesso l'abito dentro la scatola dal fiocco argento ma il momento non era ancora arrivato.

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