Capitolo 18

"La canzone vincitrice è interpretata...da Ermal Meta e Fabrizio Moro."

Le parole di Baglioni continuavano a risuonarle in testa. Avevano chiuso il televoto e a breve avrebbero rilasciato la classifica. Cominciarono annunciando l'ultimo classificato fino ad arrivare al quarto.

-Marco, siamo sul podio!- esclamò Martina non vedendo scritto né il nome di Fabrizio e né quello di Ermal. Loro avrebbero accettato il risultato, il loro obiettivo era diffondere un messaggio importante e lo avevano ottenuto.

-La vittoria è un bonus, è un qualcosa in più.- le disse Ermal prima della chiusura del televoto. Concordava con lui, anche se in parte, perché è vero che il messaggio andava diffuso e che non dovevano vincere a tutti i costi ma, secondo lei, quella vittoria sarebbe stata più che meritata.

-Marco questa attesa sta diventando insopportabile.-

-Siamo quasi alla fine dai.- rispose lui mentre continuavano a seguire la diretta. I voti erano pronti, Baglioni aveva già la busta tra le mani, il leoncino c'era, mancava solamente un vincitore. A breve ci sarebbe stato l'annuncio tanto atteso, era solo questione di pochi secondi, eppure a lei sembravano un'infinità. Marco cercò di tenerla calma e poco irrequieta per quanto possibile.

"La canzone vincitrice è interpretata...da Ermal Meta e Fabrizio Moro"

Rimase in silenzio per un po', sentiva di trovarsi in una realtà ovattata, quasi come dentro ad una campana di vetro. Aveva sentito bene?
Si guardava intorno e vedeva altre persone esultare e battere le mani con entusiasmo.

"...da Ermal Meta e Fabrizio Moro"

No, si stava illudendo, non aveva sentito davvero i loro nomi. Sai che palo svegliarsi da questo sogno e non vederli esultare più.

-Marco io devo prenotare una visita dall'otorino.- disse lei ancora scossa mentre lui la abbracciò improvvisamente.

-Ma quale visita che hai sentito benissimo. Hanno vinto!-

Voleva raggiungerli, voleva abbracciarli forte. Dentro di sé stava accumulando una forte adrenalina tanto da sembrare una pentola a pressione in procinto di esplodere. Sentì il suo cellulare vibrare, forse Andrea li stava cercando per raggiungerli. Aveva deciso di sedersi in mezzo al pubblico insieme al fratello di Ermal e a sua madre.

"Andiamo all'Eurovision se sei dei nostri! Mi starai accanto?"

Sentì il battito del suo cuore accelerato, quasi in grado di far uscire fuori il cuore dal petto. Continuò a leggere il messaggio a ripetizione, fino quasi a consumarlo. Li avrebbe supportati senza ombra di dubbio ma lo avrebbe fatto a prescindere, anche se lui non gli avesse chiesto di andare a Lisbona con loro.

"Mi starai accanto?"

Ovvio che domande! Come se fosse possibile per loro stare troppo lontani. Si cercano come calamite ultimamente. Le altre volte stavano insieme per un giorno, massimo due, e rendeva la loro separazione prima o poi accettabile; questa volta avevano passato insieme una settimana intera e non voleva assolutamente pensare al momento dei saluti.

"Sai che vi seguirò sempre!"

Erano ormai le tre quando Marco lo chiamò a telefono per raggiungerlo e Andrea era tornato in hotel. Non si poteva assistere alla conferenza e avrebbero dovuto aspettare a lungo. Ermal e Fabrizio ne avrebbero avuto ancora per molto e  consigliarono di andare a dormire anche a Marco e Martina e si sarebbero rivisti l'indomani direttamente. E così accadde!
Li aveva abbracciati entrambi e vedeva Fabrizio, in modo particolare, in uno stato del tutto confusionale. Solo poche ore dopo riuscì a metabolizzare bene gli eventi accaduti. Ermal invece non vedeva l'ora di raccontarle della conferenza, della torta preparata da Knam per loro, della nuova copertina di Tv Sorrisi e Canzoni. Ma lo reclamavano da ogni parte e riuscì a malapena a presentarle sua madre e suo fratello.

-E io che non vedevo l'ora di passare un po' di tempo con te...- parlò il riccio mettendo su il broncio.

-Recupereremo quando si potrà!-

Erano andati a pranzo tutti insieme e nel pomeriggio sarebbero ripartiti. Fabrizio aveva aperto una bottiglia di champagne e ne aveva versato un po' nel bicchiere di ogni invitato. Stavano per brindare, mancava solo Ermal che si era allontanato per chissà quale motivo. Martina era seduta vicino la madre del cantante e stavano scambiando qualche parolina quando la donna le chiese di andare a chiamare suo figlio fuori dal locale.

-Sicuramente sarà uscito per fumare- parlò la giovane mentre continuava a raggiungere l'uscita e, con sua grande sorpresa, lo trovò insieme a Silvia a chiacchierare seduti ai tavolinetti. Non sapeva se uscire e interromperli oppure rientrare e fare finta di niente.

-Tranquillo ero passata per fare a te e Fabrizio le mie congratulazioni per la vittoria. Finalmente ci sei riuscito, hai raggiunto uno dei tuoi più grandi traguardi e sono felice per te.-

-Nonostante tutto, anche tu hai sempre creduto in me e, come la mia famiglia, mi hai incoraggiato ad inseguire i sogni.-

Decise di tornare al tavolo e cercare Andrea. Stava pensando di mandare ad Ermal un messaggio invece di uscire fuori e interromperli. Le era sembrata un po' idiota come idea ma non voleva andare lì e fare il terzo incomodo dato che stavano parlando di cose loro ed era giusto così; però poteva fare in modo di proporre a Silvia di unirsi nei festeggiamenti.

-Andrea fuori ci sono Ermal e Silvia e non me la sento di uscire a chiamarli. Potresti andare tu e magari invitate anche lei ad entrare.-

-Va bene vado subito!- rispose il ragazzo uscendo dal locale con passo svelto.

-Hai trovato Ermal fuori?- chiese la donna vedendola tornare senza suo figlio.

-Diciamo di sì però ci sta Silvia e non vorrei disturbare. Quando avranno finito ci raggiungeranno.- rispose la ragazza afferrando velocemente il suo telefono. Alla fine ci pensò Andrea ad invitarla ad unirsi a loro, proprio come gli aveva suggerito Martina prima di raggiungerli e lei accettò, anche se sarebbe rimasta per poco. La madre di Ermal prese il telefono dalla borsa e decise di mostrare alla giovane alcune foto di famiglia: le vacanze al mare, i Natali trascorsi insieme, i suoi figli, la nipotina travestita da Cenerentola a Carnevale.

-È davvero una bellissima bambina! E poi siete una famiglia molto unita, ogni foto parla da sé.-

-Su questo non posso darti torto, spero di aver fatto del mio meglio come madre ma vedere i propri figli così uniti e presenti l'uno nella vita dell'altro è la gioia più grande.-

Silvia vedendo la donna si avvicinò per salutarla e si presentò a Martina. Si sentì a disagio in quel preciso istante. La vecchia fiamma di Ermal era lì, davanti a lei, e pensò inevitabilmente all'ultima conversazione avuta con Ermal a Firenze.

"Ti senti in colpa verso Silvia?"

Effettivamente era così, impossibile negarlo. Dal loro primo incontro erano accadute così tante cose e quasi tutte nello stesso periodo da non aver avuto il tempo di realizzare il tutto. Si erano avvicinati poco a poco, a cominciare dal giorno in cui lui andò a prenderla in università con il suo chiodo blu elettrico, poi lei decise di andare a Milano per aiutarlo a superare la rottura con Silvia, il sogno di Ermal, lo scambio dei regali a Natale e i loro baci sempre più intensi.

-Andrea mi parlò di te tempo fa, disse che stavi per cominciare l'università. Come ti stai trovando?- chiese la donna iniziando una conversazione tra loro.

-Al momento mi sto dedicando alla musica. Mio padre ha una scuola di canto e pianoforte e a volte seguo loro in qualche evento. Per il resto seguirò le orme di famiglia e a settembre inizierò il Conservatorio a Roma.-

-Sono delle esperienze fantastiche che meritano di essere vissute a 360 gradi almeno una volta nella vita. Per un po' anche io li seguivo da qualche parte ma il mio sogno è stato da sempre lavorare alla radio.-

-SÌ immaginavo che fossi qui a Sanremo per lavoro. L'importante è fare sempre qualcosa per il quale si è portati.-

-Sono d'accordo con te. Ogni tanto Ermal viene a trovarci, potresti venire con lui e ti facciamo vedere da vicino la nostra sede a Milano.-

-Ti ringrazio, qualche volta verrò!-
Aveva accettato seduta stante. In primis perché erano tutte esperienze da provare e inoltre non si aspettava da Silvia un invito simile. L'aveva sorpresa e non poco. E poi aveva detto che Ermal passava ogni tanto a trovarli; forse era vero che stavano tornando ad avere un buon rapporto amichevole.

-Bene allora vi aspetto!- rispose congedandosi e andò via dopo aver salutato tutti, i vincitori compresi.

Erano trascorsi tre giorni dalla sera della vittoria. Andrea era tornato a Milano con Marco ed Ermal mentre Martina decise di tornare a Roma con Fabrizio e lo Sceriffo. Ermal le aveva proposto di passare qualche giorno insieme ma aveva promesso già ad Alessia di accompagnarla alla festa di Carnevale a Piazza Navona.

-Ah giusto la festa di Carnevale...-

Le era dispiaciuto vederlo assumere uno sguardo triste e malinconico ma avrebbero recuperato e sarebbe andata da lui per qualche giorno.
Lì nei pressi della piazza c'era un negozio che noleggiava abiti di Carnevale proprio per l' occasione e avevano un sarto che cuciva e confezionava vestiti per chi aveva intenzione di comprarlo. Decisero di portare anche Anita, con loro alla festa, visto che non avevano in programma di restare fuori fino a tardi. Libero invece aveva deciso di passare la giornata di Carnevale con i suoi compagni di scuola. Nel pomeriggio Martina e Alessia si prepararono a casa di quest'ultima che si trovava vicino piazza Navona. Anita sarebbe arrivata direttamente in serata, Giada l'avrebbe fatta addormentare per evitare di farla arrivare stanca alla sera e infatti suonarono alla porta quasi ad ora di cena. Anita era vestita da coccinella con tanto di ali rosse e pois neri dietro la schiena. Alessia decise di travestirsi da donna pirata con vestito corto nero e oro, maschera e un immancabile cappello sulla testa, sempre dei medesimi colori. Erano pronte tranne Martina che si era sistemata i capelli, truccata ma le mancava il vestito. Era andata con Alessia ad affittarne uno ma al momento della prenotazione risultava già preso un vestito a nome suo. Qualcuno lo aveva scelto e pagato per lei e il proprietario del negozio glielo avrebbe fatto recapitare. Aveva chiesto di sapere il nome di questa persona ma le era stato negato dal momento che si trattava di un regalo.

-È mai possibile che debbano tardare a portare il tuo vestito? Tra due ore dobbiamo uscire!- disse Alessia guardando continuamente l'orologio.

-Ah non guardare me! Sono già fin troppo nervosa di mio. Mancano due ore alla festa, il vestito ancora non è arrivato, non so come sia fatto, se mi piacerà o meno e soprattutto chi me lo abbia fatto.-
Venti minuti dopo qualcuno suonò al citofono e finalmente portarono il vestito dentro una grande scatola chiusa con tanto di fiocco argento.
-Alessia aprilo, già ho troppa ansia addosso!-

-Martina non essere così melodrammatica. È un vestito, non una bomba che sta per esplodere.-

L'abito andava provato, quindi comunque doveva tornare in camera. Non aveva molto altro tempo da perdere.

-Va bene, datemi questa scatola e tornerò una volta che sarò riuscita a indossarlo. Spero di riuscirci facilmente. In caso di aiuto vi chiamerò.-

Nella sua testa sperava di trovare un vestito non ingombrante o sarebbe stato problematico muoversi tutta la sera, la scatola era enorme, e in più sperava di trovare un biglietto all' interno da parte del mittente. Alzato il coperchio della scatola, trovò al suo interno un abito bianco con parti brillantinate un po' ovunque.

-Ma non devo vestirmi da sposa. Roba da pazzi!-
Era un vestito stupendo, impossibile affermare il contrario. Fin da bambina sognava di indossarne uno simile. C'era addirittura una seconda scatolina al suo interno con dentro un paio di guanti ed una maschera argentata.

-Fantastico non c'è nessun biglietto! In compenso chiunque sia stato è convinto del fatto che io stia per sposarmi. Andiamo bene!-

Martina era chiusa dentro quella camera già da dieci minuti mentre in sala attendevano di vederla.

-Mamma, forse ha bisogno di aiuto?- chiese la bambina seduta sul divano annoiata.

-Va detto che avrebbe chiamato lei in caso di aiuto. Forse sta per uscire.- le rispose sua madre sistemandole il vestito per non stropicciarlo tutto. Quando riuscì a chiudere il vestito uscì alzando la gonna.

-Martina sei bellissima!- esclamò entusiasta la bambina andandole incontro.

-Siamo assolutamente d'accordo con Anita. È un abito che non ti aspettavi, forse sarà ingombrante ma avrai tanti occhi addosso.- parlò Giada notando la reazione disorientata della ragazza.

-Io vorrei capire chi è il mittente.-

-Non c'era nessun biglietto dentro?- chiese Alessia in risposta alle parole della sua amica.

-Nessuno! Però chi ha scelto questo vestito conosce i miei gusti anche se non è il vestito che immaginavo di mettere stasera. Conosce il mio numero di scarpe, o qualcuno glielo avrà detto ma poco cambia. Io stavo pensando ad Andrea perché se fossero state mia madre o mia zia me lo avrebbero detto subito.-

-Ad ogni modo ora andiamo a Piazza Navona, ci divertiamo, e domani potrai chiedere con calma ad Andrea e ringraziarlo se dovesse rivelarsi lui il famoso mittente.- disse Alessia indossando la maschera e ad uscire seguita da Anita. Giada si era proposta di portarle in macchina ma le ragazze decisero comunque di andare a piedi e arrivare lì sul posto in meno di cinque minuti. Erano due giorni che non sentiva Ermal. Si erano scambiati qualche messaggio veloce ma aveva delle interviste per il lancio del disco da fare e le rispondeva ad intervalli di due massimo tre ore. Così decise di chiamarlo l'indomani per raccontargli la serata e fargli vedere qualche foto. Iniziò a guardarsi intorno e vide molte coppie vicino la fontana. Vedeva come due innamorati si guardavano negli occhi e quanto riuscivano a comunicare senza il bisogno di parlare e inevitabilmente pensava ad Ermal. Le sarebbe piaciuto passarla insieme a lui quella serata, anche soltanto per cinque minuti, per dirgli che sentiva già la sua mancanza e per stringerlo in un abbraccio.

Quello che potremmo fare io e te
Senza pensare a niente
Senza pensare sempre
Quello che potremmo fare io e te
Non si può neanche immaginare

Ci teneva molto alla sua vita privata e a non apparire in pubblico al di fuori di concerti, instore ed altri eventi. Forse lì lo avrebbero riconosciuto subito, lo avrebbero visto vicino a lei e avrebbero fatto domande. O magari stava davvero iniziando a pensare troppo. Alessia si era allontanata per salutare alcuni amici e Anita le era rimasta vicino tutto il tempo a giocare e lanciarle i coriandoli.
Avevano iniziato a passeggiare per la piazza e Anita le teneva la mano di tanto in tanto.

-Ti manca lo zio Ermal vero?- chiese la bambina mentre la vedeva assumere un' espressione triste in volto.

-Un po', ma ha promesso che verrà a trovarci qui non appena potrà.-

-Allora vedrai che verrà presto.- rispose la bambina abbracciandola.

-Ma lo merito anche io un abbraccio?-

-Zio!- esclamò Anita esultando. Lo aveva riconosciuto, nonostante indossasse anche lui una maschera. Quei capelli e quel sorriso erano unici ed inconfondibili. Così gli andò incontro correndo e lui la prese in braccio.

Seduti sul divano
Parlar del più e del meno
Io e te
Io e te
Come nelle favole

Non erano una coppia come tante e lo sapeva. Avrebbero organizzato per vedersi all'ultimo, si sarebbero ritrovati a suonare l'uno il citofono dell'altro senza preavviso, sarebbero andati in ristoranti e bar appartati per non essere riconosciuti, avrebbero visto un film in casa per restare soli e indisturbati, avrebbero raccontato episodi particolari delle loro giornate e a loro andava bene.

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