Capitolo 16

Le vacanze di Natale passarono in fretta tra i pranzi in famiglia, regali scartati, karaoke in compagnia. Martina non aveva mai visto questi momenti con noia. Fino a poco prima di iniziare l'università vedeva Andrea e i suoi zii, al massimo, tre volte l'anno. Erano sempre loro sei e anche se le piacevano le famiglie numerose non le dispiaceva quel clima più ristretto, intimo, ma sempre pieno di calore. Il giorno di Natale, in tarda mattinata, Maria e Angela erano andate a messa invece Walter e Roberto ne avevano approfittato per fare una passeggiata nella piazza principale. Andrea era rimasto a casa e Martina aveva deciso di restare con lui per fargli compagnia.

-Potremmo uscire dopo pranzo, che ne pensi?- propose Andrea mentre guardavano la tv insieme.

-Per me va bene! Solo vorrei chiederti un favore, dovrei andare al cimitero da Valeria, anche se per una veloce visita. Non riesco ad andare da sola, non ce la faccio. Verresti con me?-

-Certo, andremo quando vorrai.-

-So che stanno organizzando una manifestazione in occasione del primo anniversario. Non so che fare, ci sono giorni in cui sembra sia accaduto ieri, dove nemmeno riesco a guardare una nostra foto senza che mi venga da piangere a dirotto. Per altri ancora sembra sia passata una vita. So che la vita continua però mi sento in colpa subito dopo. Se solo l'avessi fermata, se solo mi fossi imposta di più, a quest' ora sarebbe a casa sua a festeggiare questi giorni con la sua famiglia, nel pomeriggio saremmo uscite in piazza per una cioccolata calda, le avrei parlatoo di Ermal, Marco, Alessia e gli altri. Mi manca così tanto!-

Andrea prese il fazzoletto dalla tasca e asciugò qualche lacrima che prese a bagnarle le guance.

-Non vivere ancorata al passato, lei non lo vorrebbe. Valeria ti vorrebbe felice, non devi fartene una colpa perché non è colpa tua. Non ti sto dicendo che devi dimenticare ma devi cercare di andare avanti e conviverci. Tieni impressi nella tua memoria i vostri ricordi più belli.-

-Io non ce la faccio!- rispose alzandosi dal divano e iniziando a camminare avanti e indietro per tutta la sala.-

Aveva bisogno di tempo, non chiedeva altro al momento. Le aveva comprato un mazzo di rose bianche e dopo pranzo Andrea l'aveva accompagnata al cimitero come la ragazza aveva chiesto. L'aveva vista avvicinarsi verso la lapide con passo lento e tremolante come una bambina che ha paura di avvicinarsi ad un cane che abbaia e si era chinata per appoggiare il mazzo di fiori. Era rimasta in silenzio, senza proferir parola.
Un giorno sarebbe riuscita a parlare e a dire anche la cosa più stupida.
Un giorno sarebbe tornata a sorridere davanti ai loro ricordi più belli. Ma quel giorno non era ancora arrivato.
Aveva chiamato a telefono Fabrizio per salutare lui, i bambini e Giada che erano impegnati a scartare i regali sotto l'albero, aveva cercato anche Alessia e Marco per un veloce saluto.

-Io sto ancora aspettando che torni a trovarmi qui a Milano.- le aveva detto Marco prima di chiudere la telefonata.

-Ti prometto che verrò non appena potrò.-

Inoltre aveva promesso ad Anita che sarebbe tornata a trovarli a Roma insieme ad Ermal. Doveva cominciare a dire meno volte la frase: "Ti prometto che...". Aveva telefonato anche ad Ermal ma aveva la segreteria telefonica. Forse era con la famiglia ed era giusto non disturbare. Magari lo avrebbe richiamato più tardi. Poco dopo vide Andrea guardare le storie instagram dei suoi fratelli e decise di avvicinarsi per sbirciare e vedendola le fece segno di sedersi affianco a lui.

-Sono tutti a casa di sua sorella Sabina.- iniziò indicando una giovane donna dai capelli biondi. –Loro sono suo fratello, sua madre e il marito di sua sorella.-

-Immagino che la bambina in braccio ad Ermal sia la figlia di Sabina.-

-Immagini bene! Per tua informazione ho deciso che non ti dirò i loro nomi perché, a tempo debito, sono sicuro che sarà Ermal stesso a fare le presentazioni.-

Martina lo guardò con un sorriso accennato mentre, nella sua testa, iniziò ad immaginare quel momento. Ma poi sembrò cambiare espressione, diventando quasi triste. Era come guardare un miraggio, un qualcosa di impossibile, o quasi. Dipendeva tutto da lei e dalla scelta che avrebbe preso.

-Andrea non è così semplice! Non riesco a lasciarmi andare, è più forte di me. Una parte di me cerca il suo sorriso, i suoi abbracci, i suoi baci dolci. Vorrebbe raggiungerlo fino in capo al mondo pur di passare il resto della vita accanto a lui. L'altra parte di me ha paura che le cose vadano male. Magari tra concerti in tutta Italia ci vedremo poco e finiremo per non andare più d'accordo. E se dovesse accadere io non so come potrei prenderla.-

Lei non aveva mai sopportato i litigi. Era sempre a favore della pace e del giusto compromesso. Per quanto riguarda il suo lato permaloso, beh lì c'era ancora da lavorare.

-In fondo tu sai già cosa vuoi.-

E aveva ragione, lei lo sapeva ma non riusciva ad accettarlo. La paura era l'emozione predominante. Con la partenza di Andrea per il concerto di Capodanno con Ermal e il resto della band, Martina ne aveva approfittato per restare sola e pensare in tranquillità. A volte si ritrovava appoggiata con una spalla al muro vicino la finestra e si fermava a pensare. Nella sua testa c'erano mille pensieri che la affollavano. La paura condizionava le sue scelte e le impediva di pensare con lucidità. Pensava di prendersi un mese di tempo per decidere, anche se Ermal le aveva consigliato di fare le cose con calma. Era pur sempre la solita ragazza testarda e le sarebbe bastato poco per capire cosa era giusto fare. In più continuava ad aiutare suo padre con le lezioni a scuola. L'avrebbe aiutata a non pensare troppo ad Ermal e poteva continuare a valutare l'ipotesi di iniziare gli studi al Conservatorio. Avrebbe preso due piccioni con una fava.

-Sto pensando di iniziare gli studi al Conservatorio. Ho tempo fino a Settembre per decidere. So che forse questa è la mia strada e voglio seguire Ermal e Fabrizio nei loro concerti, nei loro impegni e suonare sempre. E non serve lavorare dentro una casa discografica per poterli seguire. So che avrei dovuto valutare questa strada tempo fa e so che anche se ho 23 anni continuo ad avere la testa dura e a sbagliare di continuo. Ti prego papà, dimmi che mi lascerai vivere questa nuova avventura.-

-Come posso impedirtelo figlia mia, se questa potrebbe essere la volta buona per mettere la testa a posto ben venga. Però se deciderai di iniziare il Conservatorio, voglio che tu vada al Santa Cecilia di Roma.-

Lo avrebbe accontentato, era tra le migliori accademie musicali e avrebbe raggiunto la giusta preparazione. Roberto e Maria appoggiarono la sua scelta, sarebbe tornata a Roma dai suoi zii, avrebbe continuato a prendersi cura dei piccoli Mobrici e sarebbe tornata a Firenze tutte le volte che le sarebbe stato possibile. Era ormai passata quasi il mese di gennaio, gli zii erano tornati a Roma, Andrea era tornato a Milano ed anche Ermal. Si sentivano di tanto in tanto, parlavano del più e del meno, ma aveva sempre molto da fare, impegni da rispettare e non voleva rallentare il suo lavoro. In quei giorni, Marco era alla sede della loro casa discografica per gli ultimi preparativi prima della partenza per Sanremo.

-Sto iniziando a perdere la pazienza. Abbiamo ricevuto richieste da varie radio e giornali che vorrebbero intervistare Ermal durante i giorni della gara. E bisogna stabilire giorno ed ora precisi.-

-Ecco in questo potrei provare ad alleggerirti il lavoro proponendomi come tua assistente.-

In un primo momento sembrava lo stesse prendendo in giro ma era troppo seria per essere uno stupido pesce d'aprile fatto in largo anticipo.

-Non potrai aiutarmi in tutto, neanche con tutta l'esperienza di questo mondo.-

-Ti propongo un periodo di prova durante questo periodo sanremese. Se non dovessi riuscire sarò la prima a gettare la spugna.-

Marco decise di accettare questo periodo di prova, prese il computer e le mostrò tutte le richieste d'interviste ricevute.

-Visto che sono quindici richieste, puoi programmare tre interviste al giorno. La gara inizierà alle otto e mezza, massimo nove di sera e dovranno mangiare almeno un'ora e mezza prima della loro esibizione. Concedi massimo un'ora ad intervista, una verrà fatta la mattina e le altre due nel pomeriggio. In questo modo gli lasciamo libero l'ultimo giorno.-

-Sì è come stavo pensando anche io! Devo dire che è andato bene come primo giorno ma non illuderti perché questa è la parte più semplice.- disse Marco raccogliendo i fogli sparsi sul piano di lavoro per poi rimetterli dentro dei fascicoli.

-Non vedo l'ora di scoprire dove troverò la fregatura.-

-Fortunatamente al resto ho pensato già a tutto però dovrai mantenerti comunque a disposizione.-

-Agli ordini! Bene se qui non serve altro, io quello che dovevo ottenere l'ho ottenuto e ora posso andare a prendere il treno per Roma.-

Ad aspettarla alla stazione di Roma Termini c'era Alessia che non vedeva l'ora di abbracciare dopo un mese e di metterla al corrente sugli ultimi avvenimenti. Con sua grande sorpresa, una volta scesa dal treno, affianco alla sua amica vide una bambina con uno zainetto piccolo e rosa sulle spalle. La piccola Anita, non appena vide Martina la chiamò da lontano e le andò incontro insieme ad Alessia. La giovane di casa Vigentini lasciò il trolley e afferrò la piccola per prenderla in braccio.

-Finalmente sei tornata!- esclamò contenta e con entusiasmo la bimba.

-Ciao Pulce!- rispose la ragazza toccandole i capelli. Una volta messa giù Anita, Alessia anche si avvicinò per abbracciarla. Da quanto tempo aspettavano quel momento? Tantissimo tempo! Sembravano passati anni.

-Oggi sei andata tu a prenderla all'asilo immagino.-

-Sì, so che Giada è a lavoro e mi ha chiesto di passare a prendere Anita al posto suo. Però devo dire che il lavoro da baby-sitter non fa per me e ti cedo subito il posto.-

-Vuoi dire che non ti piace stare con noi?- chiese con un espressione dispiaciuta la piccola Mobrici mentre salivano in macchina.

-Ma certo che le piace però ci teneva a mettere in mostra il suo lavoro dei sogni come futura cavia al CERN di Ginevra. Pulce lì vanno tutti i cervelloni come lei. invece io resterò qui con te, altrimenti chi giocherà con me a Just Dance?- parlò Martina facendo esultare maggiormente Anita.
–A proposito, ma dove è Fabrizio?- chiese in seguito a Giada. Erano arrivate a casa da tempo e anche Giada era finalmente tornata da lavoro.

-A Milano da Ermal. Devono provare un' ultima volta prima partire. Tornerà domani in tarda mattinata.-

Effettivamente mancavano poco o più di dieci giorni e sicuramente Fab sarebbe rimasto da Ermal per qualche giorno. Giada diceva che era a Milano già da due giorni e sarebbe tornato per restare in totale relax fino al giorno della partenza.

-Anita se vuoi la mamma ti dà il telefono e lo chiamate per sapere come va!- continuò Giada indicando il telefono che si trovava appoggiato sopra al tavolo in cucina. La bambina lo afferrò immediatamente.

-Faccio la videochiamata così vedono che c'è Martina con noi.-

E così fecero! Anche se all'inizio non voleva essere inquadrata. Anita aveva mostrato a suo padre ed Ermal, dall'altra parte dello schermo, sua madre, suo fratello e Alessia. Quest'ultima decise di alzarsi di scatto e spingere Martina verso il divano, dove erano tutti seduti. A quel punto capì che era giunto il momento di dichiarare la resa.

-Aò papà, oggi Martina se vergogna un po'?- chiese Moro a sua figlia, con aria divertita mentre dietro una testa di ricci ribelli cercava di trattenere le risate.

-Forse non si aspettava di trovare lo zio Ermal lì con te.- ipotizzava la piccola mentre una serie di campanelli di allarme si accendevano nella testa del riccio. Il colpo di grazia, come si dice.

-D'accordo, questa conversazione si sta rivelando più compromettente del previsto.-

***

Lunedì 5 febbraio 2018

La partenza era prevista per le 6:05 da Roma Termini e dieci minuti prima erano già pronti in stazione. Fabrizio aveva anche chiesto allo Sceriffo di accompagnarlo. L'arrivo nella Città dei Fiori era previsto per le 12:49 dopo sette ore quasi di viaggio. Ermal sarebbe partito da Milano insieme a Marco per le 9 e sarebbero arrivati nello stesso preciso momento pur affrontando la metà delle ore in treno. In quei giorni, la città era più movimentata che mai. A cominciare dalle strade bloccate per il red carpet previsto per la prima serata, dove tutti i big avrebbero sfilato in passerella, fino ad arrivare agli hotel tutti pieni e riservati soprattutto ai cantanti in gara e ai loro collaboratori, oltre ovviamente ai tutti i vari giornalisti, speaker radiofonici e i tecnici che lavoravano dietro quel palco così importante. Il loro hotel si trovava a 700 m dall'Ariston e decisero di andare subito lì per lasciare i bagagli nelle loro rispettive stanze. Il treno di Ermal e Marco sarebbe arrivato con venti minuti di ritardo quindi si sarebbero incontrati direttamente nella hall dell'hotel. La prima intervista per Ermal e Fabrizio era prevista tra meno di tre ore.
-Andrea, sono arrivati Ermal e Marco? Marco mi aveva chiesto di stampare il promemoria di tutti gli impegni della settimana.-

-Sì la stanza di Marco è 25b al secondo piano mentre la 23b è quella prenotata da Ermal. Non me lo hai chiesto ma te la dico lo stesso.-

Era quasi arrivata davanti la stanza di Marco quando vide Ermal uscire dalla sua stanza. Smise di camminare di colpo e rimase a guardarlo con lo sguardo incatenato sugli occhi di lui. Lo vedeva procedere lentamente nella sua direzione, portandola a retrocedere fino arrivare con le spalle al muro, in trappola.

-E tu cosa ci fai da queste parti?- chiese il cantante parandosi davanti a lei. Aveva appoggiato il palmo della mano al muro proprio all'altezza del volto della ragazza che girò il volto verso destra per non guardarlo negli occhi.

-Veramente stavo raggiungendo Marco. Poi qualcuno ha deciso di bloccarmi il passaggio...-

Ermal non rispose e si limitò a cercare il suo sguardo mentre la vedeva muoversi di continuo per impedirglielo.

-Ora hai anche paura di guardarmi negli occhi?-

Se c'era una cosa di cui era fermamente convinto era che non glie l'avrebbe data vinta tanto facilmente.

-No sai, i tuoi occhi sono micidiali già a chilometri di lontananza figuriamoci a distanza così ravvicinata. Sono talmente profondi da perdermi ogni volta.-

-Io invece volevo vedere gli occhi emozionati di cui parlava Anita nella videochiamata di giorni fa. Sono occhi che ho già visto quella sera, mentre eravamo io e te nella tua camera. E so già come andrà a finire.-

-Ah sì e come andrà a finire? Sentiamo!-

-Con noi due che ci baciamo.- rivelò lui con aria soddisfatta mentre Martina ripercorreva nella sua testa i momenti più belli di quei giorni passati insieme: lo scambio dei regali, loro due mentre suonavano al pianoforte, il bacio. Le loro labbra erano sempre più vicine, lui teneva le mani intorno alla vita di lei e la mano della giovane accarezzava il suo volto, toccava quei ricci e li sistemava con movimenti delicati. Al solo ricordo le venne da sorridere ma non era quello il momento adatto per parlarne.

-Mi dispiace infrangere i tuoi sogni mio caro ma questa volta non andrà così. Effettivamente ho bisogno di parlarti ma lo faremo quando ne avremo l'occasione. Parleremo da soli, indisturbati e in tranquillità ma fino a quel momento dovrai aspettare e avere pazienza.-

-Peccato che io non sopporti le lunghe attese.-

-Vedrai che se sarai fortunato non dovrai aspettare tanto.- disse lei stuzzicandolo sistemandogli il colletto della camicia.

-Vai a raccontarlo a qualcun altro. Ci scommetto la testa che arriveremo a sabato.-

Proprio nel momento in cui lui stava per risponderle, dalla 25b uscì Marco con un ipad tra le mani.

-Ragazzi che state facendo?- chiese vedendoli vicini in quel preciso istante.

-Niente di che, ero venuta per portarti il promemoria di tutti gli appuntamenti, come mi avevi chiesto, e nell'attesa Ermal mi stava spiegando i motivi del vostro ritardo.-

Eppure gli erano sembrati troppo vicini per parlare soltanto di orari dei treni.

-Ermal sbrighiamoci, tra poco hai l'intervista con Radio Italia insieme a Fabrizio.-

<<Io devo farvi una domanda che vi faranno altri milioni di speaker o giornalisti, quindi preparatevi. Ecco volevo sapere quando è nata questa amicizia, quando si è consolidata e quando avete deciso di dare il via a questa vostra collaborazione.>> chiese iniziando subito l'intervistatore rivolgendosi ad Ermal e Fabrizio seduti su due sgabelli vicini.

<<Per iniziare, c'era già una stima reciproca da parte di entrambi già da molto tempo. Poi ci siamo conosciuti durante il Festival di Sanremo dell'anno scorso e poi quest'estate abbiamo deciso di scrivere questo brano insieme per raccontare la nostra visione su un certo tipo di argomento.>> a rispondere per primo fu Fabrizio davanti al consenso del suo amico affianco a lui che rispose subito dopo.

<<L'idea è stata di Fabrizio e mi ha contattato per dare forma alle idee che aveva, insieme. Poi l'idea non era quella di andare a Sanremo, poi siamo stati chiamati da Baglioni e abbiamo deciso di presentarci insieme con questo brano.>>

Martina e Marco erano seduti ai divanetti vicino l'ingresso e ascoltavano in silenzio le domande che venivano poste. Prima di raggiungere lo stand di Radio Italia, Marco le aveva elencato una lista di regole da osservare. Come se non si sentisse abbastanza osservata di suo da tutte quelle telecamere e cameraman vari. Marco vedendola agitata le avevo risposto dicendole che prima o poi si sarebbe abituata ma lei continuava a dubitare a tal proposito.

-Se deciderai di continuare questo lavoro ricorda ciò che ti dirò perché è molto importante. Noi abbiamo il compito di seguire il loro percorso. Non è nostro compito interagire con giornalisti, tecnici e altri. Non dobbiamo stare vicini alle telecamere perché non dobbiamo essere assolutamente ripresi.-

Sulla fatto della telecamera non sarebbe stato tranquillo al 100% ma di più dato che voleva apparire meno volte possibile, il che vuol dire quasi mai.

<<È vero che avete ricevuto molti messaggi dai vostri fan che erano seriamente preoccupati a partecipare ai vostri concerti. >>

<<Assolutamente sì! Sia a me che a Fabrizio è capitata la stessa cosa e ci sono arrivati diversi messaggi. Mi ricordo che in occasione del primo maggio, dell'anno scorso, un sacco di persone mi hanno scritto dicendo: "Vorrei venire ma ho troppa paura di quello che potrebbe succedere perché non sappiamo le misure di sicurezza che sono state prese." >>

-Se l'intervista sta diventando pesante possiamo uscire e aspettare fuori.- propose Marco vedendo la ragazza assumere un'espressione cupa.

-Sì Marco per favore!-

Raggiunsero un bar lì vicino e nell'attesa presero insieme una cioccolata calda. La guardava con la testa fra le nuvole mentre mescolava lo zucchero con un cucchiaino.

-Prima che tu me lo chieda, sono stata da lei a Natale mi sembrava tutto così irreale. Vorrei solo svegliarmi da questo incubo e trovarla vicino a me. So che stanno organizzando qualcosa nel giorno dell'anniversario ma non me la sento. Mi sentirei osservata da tutti e non voglio assolutamente.-

-Potresti comunque andare e mischiarti tra le altre persone in modo da non attirare l'attenzione su di te.-

-E quando dovrò avvicinarmi alla sua famiglia non ci saranno centinaia di persone appollaiate come avvoltoi?-

-Potresti salutarli velocemente e andare via subito dopo. Oppure potresti chiedere a qualcuno di accompagnarti se non te la senti di andare da sola. O più semplicemente, non hai mai pensato di chiedere ai genitori se puoi stare con loro?-

-Onestamente no, ma perché non me la sento io, non per altro. Non faccio parte della famiglia ed è giusto che resti in disparte. Inoltre non vedo i suoi genitori dal giorno dei suoi funerali quindi mi sentirei in difficoltà nel farlo adesso.-

-Non voglio criticarti, perché capisco il tuo malessere ma io credo dovresti andare da loro. Sono sicuro che anche a loro farebbe piacere di rivederti dopo quasi un anno. Se non vuoi farlo da sola ti accompagniamo noi ma devi farlo.-

-Ci penserò!-

<<Io personalmente sono un suo fan di lunga data. Ma che cazzo ti ridi?>>

<<Ogni volta dice così per farmi sentire vecchio.>>

<<Ehh è un dato di fatto! Sono un tuo fan da lungo tempo, se poi per te questo lungo tempo è misurabile in anni e in vecchiaia, mi dispiace. Comunque hai due rughe.>> parlava Ermal scherzando con Fabrizio e prendendosi gioco del suo amico affettuosamente

Arrivati al momento della prima serata i big stavano per sfilare sul red carpet ed entrare all'Ariston. Ermal e Fabrizio si sarebbero esibiti verso metà serata e dopo essersi riscaldato decise di cercare Fabrizio.

-Assurdo è praticamente sparito.- parlò Ermal cercando di capire dove fosse.

-Ermal non può essere andato lontano, vedrai che arriverà.- rispose Marco aiutandolo nella ricerca.

Finchè non udirono la voce di Fabrizio provenire dal corridoio opposto. Lo trovarono in una stanza a gridare contro il muro nel tentativo di esorcizzare la tensione accumulata.

-NON MI AVETE FATTO NIENTE!- continuava Fabrizio.

-Dai Fabbrì non fare così, tra poco tocca a noi.- rispose Ermal cercando di trattenersi dalle risate.

-No scusa spiegami come fai a ridere mentre c'è chi sta morendo di ansia? Sembriamo un branco di pazzi.- chiese la ragazza guardandolo perplessa. E lo vide ridere in risposta mentre raggiungeva con Fabrizio il corridoio che portava all'ingresso laterale destro del palco. Sapeva che sarebbe piaciuta la canzone, non aveva dubbi a riguardo, eppure era stata invasa da una strana sensazione. Cercò di non pensarci e pensare ad altro soprattutto quando vide Ermal e Fabrizio uscire dal palco e raggiungerli. Li vedeva felici, tranquilli. Fabrizio ne approfittò per chiamare i bambini ed Ermal la abbracciò forte, fino a sollevarla da terra dopo aver abbracciato anche Marco. Forse si stava preoccupando per nulla e il primo giorno era andato. Una volta tornati in hotel, rimasero nella hall fino a tardi a parlare e a commentare quella serata, sembrava andare tutto per il verso giusto. Martina stava per andare a dormire, era stanca e stava per crollare. Il suo telefono iniziò a squillare e rispose a Marco che dall'altra parte del telefono sembrava più che agitato.

-Abbiamo un grande problema fra i piedi.-

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top