Capitolo 13
Era dal giorno della sua partenza che voleva cercarlo, da quando Alessia le aveva consigliato di scrivergli. Si era ritrovata più di una volta a fissare lo schermo del suo cellulare oppure a vedere i suoi post sui social. I giusti presupposti c'erano ma quella chiamata non riusciva a farla partire. Ma poi cosa le avrebbe dovuto dire? Che ha quasi 24 anni e ancora non sa cosa vuole dalla vita? Lui l'avrebbe aiutata, ci avrebbe scommesso la testa ma lei era troppo orgogliosa e provava imbarazzo a parlarne con lui che era arrivato così in alto con le sue sole forze. Ora lui era lì, davanti a lei, con più ricci in testa e più ribelli che mai, gli occhiali da sole Ray-Ban ed un sorriso raggiante da far sciogliere al primo istante. Perché era lui vero? D'accordo, aveva qualche ora di sonno da recuperare ma ci mancavano solo le allucinazioni a farla impazzire completamente. Era chiaro che i suoi genitori l'avrebbero rinchiusa in un centro di recupero di sanità mentale prima o poi.
-Ma una spuntatina a questi capelli?- gli chiese la ragazza immersa in quel loro abbraccio.
-A me piacciono così!- replicò lui afferrando una mano della ragazza delicatamente per poi farla passare in mezzo a quella massa di ricci ribelli. Quel gesto prese la ragazza alla sprovvista che inizialmente stava per prendere le distanze, ma poi lo lasciò fare, mentre un brivido iniziò ad attraversarla dentro.
-Insomma dovrei tagliarli? Senti come sono morbidi? Io e i miei capelli abbiamo fatto un patto di non belligeranza.-
-Tu non rompi le palle a loro e loro non le rompono a te. Sì me lo hai detto già un'altra volta. Prima il bacio è più probabile che io lo abbia ai tuoi capelli che alla tua guancia.-
Lei lo stava abbracciando davvero, non poteva essere solo un sogno. Una gioia la meritava e già era stato un colpo basso rivedere Lorenzo dopo quasi 4 anni.
-Ti è dispiaciuto? C'è chi pagherebbe oro pur di avere la minima opportunità di toccarli.-
Ermal osservava ogni minima reazione della ragazza che trovava buffa e dolce in ogni suo movimento.
-Cosa ridi? Ora ti anche pavoneggi?- chiedeva contrariata la ragazza. Eppure non riusciva a placare quella risata contagiosa e l'aveva afferrata per poterla abbracciare ancora.
-Non penso di averti raccontato qualche bugia.-
-Ma ti sembro un pagliaccio?-
Questa volta nemmeno lei era riuscita a mantenere un comportamento serio e si era lasciata trasportare.
-Va bene basta ridere!- esclamò l'albanese dichiarando la sua resa.
-Non sei per niente spiritoso. Cosa ci fai da queste parti?-
Alla fine lo immaginava, o comunque poteva arrivarci per intuito. Lo stesso motivo che aveva portato Andrea ad anticipare il suo arrivo.
-Vige mi ha parlato dell'evento musicale organizzato da tuo padre, Fabrizio mi ha accennato qualcosa e ho pensato di venire ad assistere anche io.-
Ecco per l'appunto!
-Credevo fossi già a Bari.-
-Effettivamente il piano iniziale era partire domani stesso però, vista l'occasione, ho pensato di ritardare la mia partenza di un giorno e passare a salutarti, augurarti buone feste e cose così.-
-Oh carino da parte tua!- esclamò contenta Martina con un sorriso stampato sul volto. Quanto le erano mancati questi momenti. Le tornavano alla mente le giornate passate insieme a Milano con Andrea, Marco.
-Andrea dov'è?- chiese sperando di trovarli insieme.
-Lui è a casa tua. Tuo padre è venuto a prenderci in stazione e ci ha portati a casa vostra per lasciare le valigie. Ho conosciuto tua madre, le ho chiesto di te e mi ha risposto dicendomi che ti avrei trovata qui. Dopodiché mi ha dato un passaggio prima di recarsi al lavoro.-
-Cioè si sono organizzati per bene. Gli ultimi due giorni, mia madre soprattutto, assumeva degli atteggiamenti troppo sospetti e la trovavo sempre a confabulare con mio padre. Guarda caso smettevano sempre quando ero presente anche io. Ecco spiegato tutto. Giusto perché mio padre aveva mille commissioni da fare.-
-Ed è così, aveva davvero delle commissioni da fare. Magari ha ingigantito un po' come scusa però doveva restare pur sempre una sorpresa e anche se non ti piace essere l'ultima a sapere le cose, devi imparare a fartene una ragione.-
-Non cambierò il mio carattere tanto facilmente.-
Sapeva essere molto testarda ma lui lo era anche di più di lei e prevedeva scontri non indifferenti. In quel momento udirono dei passi provenire dall'ingresso e farsi sempre più vicini.
-Forse è arrivato anche Andrea!-
Potrebbe essere! Magari si era finalmente deciso a raggiungerli. Lo avrebbero scoperto presto, i passi erano sempre più vicini.
-Martina non trovo le...scusate ho interrotto qualcosa?-
Andrea nei suoi sogni! Ci mancava giusto Lorenzo ad interrompere con il suo tempismo perfetto. Ermal aveva assunto una reazione sospetta e dubbiosa al tempo stesso.
-Lorenzo ti serve qualcosa?-
-Ho lasciato qui la mia tracolla con gli spartiti di domani e sono tornato per recuperarla. Pensavo fossi già tornata a casa.-
-Stavamo per andare. Alice tornerà nel pomeriggio per riprovare la sua canzone. Restare qui tutta la giornata è inutile.-
Sapeva dove voleva andare a parare ma non glie l'avrebbe data vinta. Alice aveva la precedenza davanti alle loro divergenze personali.
-Nel pomeriggio verrà direttamente mio padre. Oggi sono arrivati Ermal e Andrea e vorrei restare con loro. Sicuramente lo conosci Lorenzo ma, per correttezza, faccio le presentazioni. Ermal, ti presento Lorenzo, il nuovo assistente di mio padre, Lorenzo ti presento Ermal.-
-Piacere mio!- rispose il ragazzo ricambiando la stretta di mano di Ermal.
-Spero ti piaccia la nostra Firenze. Ci vedremo direttamente domani sera.-
-Bella come poche Lorenzo, piacere di conoscerti.-
Martina annuì in risposta mentre osservò il ragazzo prendere la sua borsa e uscire dalla stessa porta che lo aveva visto entrare.
-Lorenzo? Quel Lorenzo?- chiese lui sorpreso.
-Lunga storia. Non me lo aspettavo tanto quanto te. Ti prometto che una volta tornati a casa ti racconterò tutto.- disse la ragazza prendendo la sua mano per guidarlo verso una veloce esplorazione della scuola. Le procurò una strana sensazione quel suo gesto. Lo aveva fatto istintivamente ma era la prima volta che prendeva la sua mano, dato che le altre poche volte era sempre stato lui. Si era bloccata e con i suoi occhi cercava di imprimere quell' immagine nella sua mente. Ermal, capendo la sua reazione, la tranquillizzò e riprese il passo convincendola a seguirlo.
-Per la sala prove dobbiamo girare a destra quindi?- chiese lui indicando un corridoio nelle loro vicinanze.
-Sì te la mostro subito!-
Le veniva da ridere al solo pensiero di una passeggiata, per le strade di Firenze, con quel freddo. Fortunatamente ci pensò Andrea a farsi trovare con la macchina davanti la scuola.
-Cugino sei la mia salvezza!- esclamò la ragazza felice di rivederlo e, soprattutto, di risparmiarsi il viaggio di ritorno.
-Esagerata! Ammettilo che non volevi tornare a piedi da sola con me.- rispose il riccio cercando scherzosamente di infastidirla.
-Ma non è vero! Inizio a sentire freddo e mi urta. Cambiando discorso, Andrea oggi portiamo Ermal in giro per Firenze.-
-Si può fare! Ermal cosa ne pensi?-
-Veramente io sarei occupato.- rispose il riccio guadagnandosi un'occhiata omicida da parte della ragazza.
-Vuoi scherzare? Dico, vieni a Firenze senza motivi di lavoro o altro e non la visiti?- chiese la ragazza rivolgendo a lui tutte le sue attenzioni.
-Mi eravate mancati voi due insieme mentre vi attaccate come cane e gatto.-
-Andrea non metterci il carico da novanta per favore.-
ma tutto sommato aveva ragione dato che aveva avvertito questa mancanza anche lei.
-Come mai hai anticipato il tuo rientro a Firenze?- chiese il Vige volgendo il suo sguardo verso di lei.
-Niente di che, le lezioni sono finite prima del previsto e ne ho approfittato. Oh papà!- esclamò la ragazza rispondendo a telefono. Martina ne approfittò per avvisare suo padre della lezione pomeridiana della piccola Alice.
-Stamattina era molto agitata e ho preferito rimandare.-
-Tranquilla Martina, me ne occuperò io oggi. Della sorpresa di stamattina cosa ne pensi?- chiese suo padre ancora a telefono. Passarono secondi in cui lo sguardo della giovane vagava da Ermal a Vigentini in maniera random.
-Ermal?- parlò lei portando il cantante a voltarsi, sentendosi chiamato in causa. La ragazza gli fece segno di star tranquillo e che era tutto apposto.
-Ha apprezzato molto la tua scuola-
-Ma certo che parlo di lui! Andrea lo vediamo praticamente quasi sempre!-
-Papà sembri una fan di quelle con l'ormone impazzito. Ci vediamo stasera!- esclamò congedandosi e chiudendo la telefonata.
Una volta finito di pranzare, Martina ne approfittò per lavare i piatti, mentre Ermal e Vige raggiunsero la sala e presero a suonare le chitarre.
-Martina vieni a suonare insieme a noi.- parlò il Meta attirando le attenzioni della ragazza.
-Ci sono quasi!.- rispose la ragazza asciugando le ultime cose nel tempo più rapido possibile.
-Allora in questo periodo che hai fatto di interessante?- chiese il riccio una volta arrivata la giovane.
-Niente di che, sto quasi tutti i giorni ad aiutare papà con lo spettacolo e ci tengo a rendermi utile.-
-Perchè ti vedo strana?-
-Che intendi?-
-I tuoi occhi sembrano spenti e il sole che ti rendeva splendente sembra aver lasciato spazio alle nuvole e alla pioggia.-
-State cercando di estorcermi qualche informazione?-
-Probabile!- rispose Andrea pizzicando le corde della chitarra e suonando accordi random.
Prima o poi avrebbe dovuto affrontare il discorso con qualcuno. Parlare l'avrebbe aiutata a stare meglio e a liberarsi di quel grande macigno che la opprimeva.
-D'accordo, ho deciso di interrompere i miei studi. Non voglio più saperne. Sono stata molto male e non voglio più soffrire.-
Passarono secondi di silenzio in cui Martina prese ad osservare l'espressione stravolta di Andrea.
Se l'è cercata! Non l'ho di certo obbligato io.
-Cosa hai detto? Ma io mi aspettavo una risposta idiota del tipo:"Le lezioni mi stanno annoiando e le sto snobbando". Perché non hai chiesto aiuto?-
-Non cominciare con la paternale, preferivo sbrigarmela a modo mio. Non ho bisogno di cure, ho solo bisogno di non essere stressata e di trovare qualcosa di mio gradimento.
-Giusto ma ti avremmo aiutata. E vale anche per Ermal!- rispose Andrea seguito dal ricciolino che prese ad annuire in risposta.
-Puoi farlo anche ora. Non te lo sto vietando. E poi ora sto bene, mi sono tenuta occupata nel modo giusto.-
-Questa è la cosa più importante. Ma se dovessi avere bisogno in futuro, per cortesia chiedi aiuto.- parlò il cantante. Era rimasto seduto sul divano ad ascoltare e a guardare la scena con attenzione.
-Lo farò però adesso usciamo. Abbiamo una città da visitare ed una pizza da ordinare per la cena.-
-Tuo padre dice che domani avrà bisogno di noi per sistemare le sedie, portare gli strumenti e quant'altro.-
-Bene e noi lo aiuteremo.- rispose la ragazza avviandosi tutti insieme verso il centro.
Firenze è universalmente conosciuta come una delle culle dell'arte e dell'architettura, nonché rinomata come una delle più belle città del mondo. Quel pomeriggio i tre amici si spostarono in macchina e a piedi e visitarono numerosi monumenti e musei tra cui il Duomo, Santa Maria Novella, Ponte Vecchio, Piazza della Signoria.
-Grandi artisti in ambito letterario e scientifico hanno lasciato un' impronta indelebile del loro operato.-
-Ecco che comincia a fare la guida turistica.- prese a parlare Andrea cercando di infastidire la ragazza con tono scherzoso. Martina, al contrario, aveva tutte le intenzioni di ignorarlo e avrebbe continuato su quella strada.
-Dicevo, tra questi artisti ricordiamo: Petrarca, Boccaccio, Brunelleschi, Giotto, Botticelli, Leonardo da Vinci, Lorenzo de' Medici, Cimabue e Dante Alighieri. Vabbè getto la spugna, sai più cose tu di me e Andrea messi insieme. Probabilmente ora mi dirai anche che Lorenzo de' Medici ha cantato Ragazza Paradiso a Clarice mentre osservavano la cupola con il cannocchiale di Galileo Galilei.
-Questo è un po' improbabile ma complimenti per l'immaginazione lo stesso.- rispose Ermal divertito da quel racconto.
-Cimabue fai una cosa e ne sbagli due.-
-Ti prego Ermal continua ad ignorarlo. Oggi ha deciso che vuole friggersi il cervello da solo. Piuttosto genio, perché non prenotiamo online i biglietti per la Galleria degli Uffizi così ci risparmiamo la fila?-
-Posso dare uno sguardo. Aspetta, il sito mi dice che chiude alle 18:50, ovvero tra 10 minuti. Ci conviene rimandare alla prossima volta, domani avremo da fare e poi Ermal partirà per Bari.- disse Vige mentre scorreva la home del sito ufficiale del museo.
Decisero di passare in pizzeria, ritirare le pizze ordinate e tornarono a casa per la cena.
-Marti, ma Lorenzo da quando è l'assistente dello zio?-
-Da Settembre precisamente, quando io mi sono trasferita a Roma e non ho aiutato papà con i ragazzi. E quando sono arrivata qui me lo sono ritrovato davanti. Abbiamo un po' di divergenze su cui discutere ma devo aiutare i ragazzi e non mi va di risolvere i nostri problemi. Quando volevo farlo, lui non era mai disponibile e cercava scuse per rimandare. Ora toccherà a lui aspettare.-
Le serate in famiglia erano quelle che Ermal preferiva. Quando decise di intraprendere la sua carriera da solista si trasferì a Milano mentre tutta la sua famiglia rimase a Bari. È stato difficile separarsi da loro ma stava inseguendo il suo sogno più grande al tempo stesso. E la sua famiglia l'ha sempre sostenuto ed incitato a non mollare. Non vedeva sua madre, i suoi fratelli e sua nipote da mesi, ma ora mancava poco e avrebbero trascorso le feste tutti insieme.
Doveva ancora dare a Martina il suo regalo. Non sapeva quando e cercava il momento perfetto. Pensava di darglielo prima dello spettacolo, magari le avrebbe portato fortuna.
-Mamma dove sta Andrea?- aveva chiesto Martina mentre aiutava sua madre a lavare i piatti, asciugarli e mettere tutto al proprio posto.
-Credo sia crollato nel suo letto già da un po'- rispose la donna mentre finiva di sistemare i piatti nella credenza.
-Ma si era offerto di aiutarmi con Melodia di Giugno-
-Veramente lo hai quasi obbligato.- si intromise il riccio nella conversazione
-È la stessa cosa.-
-Non avevo dubbi a riguardo Ermal. Mia figlia bullizza il povero Andrea da sempre ormai.-
-Mamma mi stai quasi dipingendo come un mostro.-
-Oh no tesoro, ci divertiamo soltanto a prenderti in giro.-
-Che famiglia di suonati.-
-Vedi che figlia adorabile che ho Ermal? Io vado a dormire, buonanotte ragazzi- si congedò così la donna avviandosi verso la sua camera da letto.
-Un fiorellino davvero. Buonanotte!-
-Tu zitto!- esclamò la ragazza fulminandolo con lo sguardo.
-Peccato perché ero ben disposto ad aiutarti al posto di Vige. Ma se devo stare zitto poi non posso aiutarti.- parlò Ermal avvicinandosi alla ragazza con fare dispettoso per cercare di farle il solletico.
-E non cominciamo con questo giro di parole. Dai abbiamo tanto lavoro da fare...Oh no il solletico non lo sopporto.- disse lei cominciando a correre per casa cercando invano di sfuggire dalle grinfie del ragazzo. La ragazza si ritrovò allungata sul divano con il volto del ricciolino a pochi centimetri dal suo.
Era attraversata da un turbine di emozioni: divertimento, gioia e confusione al tempo stesso. Una parte di lei voleva alzarsi e fare finta di nulla, un' altra parte di lei, quella meno razionale e più istintiva era pronta a dargli un bacio senza pensare alle conseguenze e alla reazione da parte di lui. E poi pensava:
Da quando ho tutta questa voglia di baciarlo?
Si sentiva strana, era felice di passare del tempo con lui ma era triste al tempo stesso poiché pensava già al momento della sua partenza. Lo avrebbe visto quando sarebbero andati a Sanremo tutti insieme con Fabrizio, Marco e Andrea. Non era pronta a passare un altro mese senza vedersi. Lei aveva la sua vita, lui i suoi impegni, il tempo poi sarebbe volato, lei avrebbe cercato di non pensarci troppo.
"Lo sai anche tu di provare qualcosa, anche se non vuoi accettarlo. La vostra differenza di età ti frena e il suo lavoro ti porta a pensare che porterà problemi nella vostra storia. Ma resti ferma ad aspettare un miracolo che puoi fare solo tu parlandone con lui."
Alessia glielo ripeteva di continuo e lei per non soffrire si rifiutava di darle ascolto.
"Alessia non sono pronta a soffrire di nuovo."
-Ci vedremo di nuovo dai. Non fare questa faccia!- le parlò lui notando il suo cambio di umore. Era passata dal ridere, quando lui la prese in braccio, alla tristezza ed apatia.
-Lo so!- rispose lei spostando una ciocca di ricci ribelli da davanti il viso.
-Tra meno di due mesi andremo insieme a Sanremo per il festival. E poi non ci pensare già ora. Pensa a divertirti quindi tre secondi e riprendo a farti i dispetti.- disse lui pronto a tornare sul sentiero di guerra.
-Aspetta, prima dovrei darti una cosa. Anche perché ho paura di dimenticarlo domani quindi preferisco farlo ora che siamo soli.-
La ragazza si alzò dal divano e raggiunse la sua stanza per poi tornare con una busta regalo tra le mani.
-Sorpresa, Buon Natale anche se con quattro giorni di anticipo.-
Ermal prese la busta tra le mani e la aprì. Guardò con occhi rapiti il bracciale con le ali e la chitarra e lo indossò al polso aiutato dalla ragazza che chiuse bene il gancetto.
-Comunque dove l'ho comprato mi hanno detto che se preferisci i laccetti di cuoio più resistenti te li possono sostituire senza problema.-
-No è bellissimo così, grazie!- la ringraziò lui abbracciandola e stringendola a sé felice.
-Avrei anche io il mio regalo ma te lo darò domani sera. Porta fortuna!- continuò lui facendo sorridere divertita la ragazza.
-D'Accordo aspetterò. Ermal ricordi quando abbiamo parlato di Silvia a casa tua a Milano e mi hai raccontato di aver sognato me perché ero come un pezzo importante per il raggiungimento della felicità?-
-Sì ricordo benissimo!- parlò lui annuendo in risposta.
-Hai provato a dare una spiegazione a questo sogno? Perché proprio io?-
-Ho qualche intuizione ma prima devo verificare se ho avuto quella giusta, se può essere fattibile da realizzare e non sarà molto facile questa volta.-
-Ma io potrei aiutarti!-
-Immagina un ragazzo che vorrebbe dire la sua o parlare ad una ragazza ma lo frena la paura di lei, oppure il fatto che lei possa dargli il palo. Allora ci va cauto, prima indaga bene e poi sceglie se rischiare o meno. Capisci? Appena potrò ne parleremo. Ma devo prima trovare la risposta che cerco.- concluse lui facendole una carezza sulla guancia destra.
-Dai andiamo a dormire, così domani ci alziamo e ti dò una mano a preparare i vari brani. Buonanotte Martina!-
Ermal si alzò dal divano, si voltò verso la ragazza, le lasciò un bacio sulla fronte e poi raggiunse silenziosamente la sua stanza, lasciando la ragazza immersa in mille pensieri.
Il primo pensiero della ragazza fu prendere il suo telefono e mandare un audio alla sua amica Alessia. Le aveva raccontato dell'arrivo di Ermal, del pomeriggio passato con Andrea, la serata da soli, il momento del regalo...
-Penso voglia tornare da Silvia. Come posso aiutarlo? Alessia cosa devo fare?-
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