Capitolo 1

Quando aprì gli occhi, Martina vide una piccola crepa in un angolo del soffitto della stanza. Il giorno prima un ragno aveva ricamato una tela, cercando di nascondere quella crepa ma Martina aveva il terrore dei ragni ed era decisamente arrivato il momento di far fuori quell'essere. Viveva da quasi tre mesi con i suoi zii. Dopo la fine del liceo aveva deciso di prendersi un periodo sabbatico, per pensare se continuare gli studi in Università, oppure fermarsi e dedicarsi ad altro. Poi aveva deciso di intraprendere gli studi alla Sapienza di Roma così, i suoi genitori, in accordo con sua zia, avevano deciso di farla trasferire lì, con loro, anziché cercare un appartamento in affitto e, a lei, andava più che bene. Aveva vissuto con i suoi genitori a Firenze fino a quel momento poi, a fine giugno, aveva raggiunto, con loro, Roma. Purtroppo sua madre aveva ottenuto solo due settimane di ferie. Avevano passato quelle due settimane tutti insieme al mare in Sicilia alternando giorni passati in spiaggia ad altri passati organizzando escursioni lungo il territorio.

Sentiva il respiro pesante di suo cugino Andrea che dormiva nel letto accanto al suo. Andrea non era il tipo di ragazzo che russava tutte le notti e quelle poche volte che capitava era sempre dopo aver passato una lunga giornata impegnativa. Viveva a Milano e suonava come chitarrista nella band di un cantante molto famoso di cui, attualmente, Martina non ricordava il nome. Lui le parlava spesso dei suoi amici, le mandava foto ma, puntualmente, lei dopo un po' resettava tutto. Diciamo che al momento nemmeno le interessava ricordare quel nome, lei ascoltava cantanti come Celine Dion, Mika, Shawn Mendes, Katy Perry, Madonna e non era solita ascoltare cantanti italiani, a parte Fabrizio Moro, che tra l'altro viveva vicino casa sua e, dal giorno del suo trasloco, andava spesso lì per stare con i suoi figli Libero e Anita. Alcune volte le capitava di vedere Giada tornare tardi da lavoro, tanto da non poter stare con i suoi figli e Fabrizio era spesso fuori casa per giorni. Così Fabrizio aveva chiesto ad Andrea se era possibile per la ragazza occuparsi dei suoi figli, in caso di necessità, e a Martina non poteva non farle piacere. Riuscivano a restituirle il sorriso con poco perfino in un giorno nero e cupo, ormai arido e privo di vitalità. Guardò l'orario e la sveglia appoggiata sul suo comodino segnare soltanto le sette e mezza. Cercava di riprendere sonno ma niente da fare e a quel punto era meglio alzarsi e andare a vedere la tv piuttosto che restare dentro il letto a fissare il soffitto a vuoto. Raggiunse senza fare troppo rumore la cucina e vide suo zio intento a bere la sua solita tazza di latte e caffè accompagnata dalla lettura del giornale. Tutte le mattine scendeva all'edicola per comprarlo oppure andava nel bar lì vicino per leggere "Il Quotidiano del Lazio" o "La Gazzetta dello Sport".

-Buongiorno cara, sei già sveglia?- le chiese suo zio continuando la sua lettura mattutina.

-Buongiorno a te zio! Diciamo che non ho più tanto sonno e ho preferito alzarmi prima.- rispose dirigendosi nella credenza per prendere i cereali e il latte.

Non era il tipo di ragazza che dormiva molto, infatti, alle nove e mezzo massimo era già al piano di sotto a fare colazione. Dormiva al massimo sei ore e, prima o poi, sarebbe crollata di punto in bianco, ne era più che certa.

-Stanotte non hai dormito nel tuo letto è successo qualcosa?- continuò l'uomo guardando sua nipote gustarsi il suo latte con i cereali.
E alla ragazza per poco non le venne un colpo tanto da dover interrompere la colazione. Non era la prima volta che dormiva in stanza con Andrea. Aveva sempre trovato in lui un porto sicuro soprattutto nelle notti insonne e tempestose, dove i tuoni e lampi le impedivano di riposare. E a lei bastava entrare nella sua stanza e stringersi a lui per calmarsi subito.

-Abbiamo visto un film ma sono crollata prima della fine e invece di riportarmi in camera mi ha lasciata dormire nel letto vuoto accanto al suo.- mentì la ragazza.
Non voleva far preoccupare inutilmente i suoi zii per colpa di quattro insignificanti temporali. Prima o poi avrebbe imparato a conviverci ma finché ci sarebbe stato Andrea, sarebbe andato tutto bene e per il verso giusto.

-Va bene l'importante è che non sia successo nulla. Io devo correre in ufficio ma tra poco dovrebbe tornare zia ed io, invece, sarò di ritorno per le quattro del pomeriggio. Per il pagamento della tassa di iscrizione, all'università, non ti preoccupare. Me ne sono occupato io ieri e non ti dovrebbero fare storie. Tuo padre mi ha mandato i soldi e ho provveduto a fare il versamento ma in caso dovesse mancare qualcosa potrei dare eventualmente una revisione rapida sul sito della banca anche se manca ancora una settimana all'inizio dei corsi. A dopo Martina!- la salutò l'uomo in giacca e cravatta e una volta presa la sua borsa da lavoro raggiunse la porta d'uscita.

-Grazie zio, buona giornata!-
Suo zio Walter lavorava in una banca vicino il Colosseo e distava, da casa, 20 minuti di macchina e anche se era un pochino distante non si lamentava, amava il suo lavoro ed era l'unica cosa importante. Sua zia Angela era infermiera, come sua sorella Maria, nonché sua madre, al policlinico Gemelli e spesso le toccava fare le notti lì, come quel giorno. Fino a dieci anni fa, vivevano a Milano ma poi la banca dove suo zio lavorava era stata costretta a chiudere e lui aveva ottenuto il trasferimento a Roma, dove avevano un'altra casa, che suo zio aveva ereditato, dal suo defunto padre. Quando era arrivato per lei il momento di scegliere la facoltà universitaria, medicina e le sanitarie erano state le prime ad essere escluse. Scegliere di fare facoltà del genere significava avere delle responsabilità precise ed era un mestiere che non le calzava affatto, soprattutto nel suo caso che scappava davanti alla più piccola e misera goccia di sangue. E anche se le due donne speravano di vederla, un giorno, laureata in medicina, per la ragazza era un no categorico. Suo padre Roberto era un insegnante di canto e pianoforte, il che spiegava la passione di suo cugino per la musica. Aveva una scuola privata e insegnava a bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni. Anche lei era molto brava a suonare il pianoforte, ma non avrebbe mai scelto di intraprendere gli studi al Conservatorio per poter diventare una musicista professionista. Alla fine aveva deciso di intraprendere una strada non meno tortuosa e si era iscritta alla facoltà di Matematica alla Sapienza e, per l'ennesima volta, aveva scelto di andare controcorrente. Non sarebbe stato un percorso facile, ne era del tutto consapevole, ma ce l'avrebbe messa tutta. Nel frattempo aveva finito di lavare le posate e le tazzine da caffè ed era salita al piano di sopra per lavarsi. Prima di entrare in bagno passò davanti la camera di Andrea e lo vide ancora nel mondo dei sogni e decise di evitare di andare lì e svegliarlo perché non era il caso. Il giorno prima aveva affrontato cinque ore di viaggio e doveva recuperare le energie. Sarebbe rimasto da loro qualche settimana e poi sarebbe, di nuovo, tornato a Milano. Entrò nella doccia e si lasciò trasportare dal getto d'acqua tiepida, che aveva un effetto calmante su di lei. Si diede una veloce insaponata e una volta risciacquata, e asciugata, uscì dal bagno. Andrea si era appena alzato e stava aspettando il suo turno seduto sul letto. Suonava la sua chitarra, la sua migliore amica e confidente dall'età di 10 anni. A lui bastava suonare note, quasi in maniera random, per mandare via i cattivi pensieri. Magari fosse tutto così semplice, magari bastassero poche note musicali per mandar via tutto il male del mondo.

-Sei sveglia da molto?- gli chiese il ragazzo poggiando a terra la chitarra.

-Non molto, un'ora al massimo.- gli rispose lei legando i capelli in una coda alta.
-Tra poco andrò a fare la spesa, oppure resteremo a digiuno per pranzo. Ti va di accompagnarmi?-

-Mia madre torna per ora di pranzo?-

-Prima di andare via, tuo padre mi ha detto che sarebbe tornata. Non saprei che dirti.-

Male che andava avrebbe cucinato pasta al sugo sul momento, con un po' di carne. Non aveva problemi a cucinare per loro due, anche perché probabilmente sua zia, una volta arrivata, sarebbe andata a riposare senza mangiare. Ma da quando gli uomini si fanno mille problemi con poco? Nel frattempo Andrea aveva chiamato sua madre e, come sua cugina ben immaginava, la donna avrebbe saltato il pranzo per la troppa stanchezza. Improvvisamente suono' di nuovo il telefono e Andrea dovette rispondere. Martina non riusciva a capire bene la discussione al 100% ma poi ci pensò subito lui a riferirle tutto.

-Cambio di programma! Passiamo a mangiare una pizza veloce e dopo andiamo da Fabrizio Moro per iniziare a provare una nuova canzone e tu ne potresti approfittare per passare un po' di tempo con Anita. Libero passerà il pomeriggio a casa di un suo amico di scuola.-

Così il tempo di finire di prepararsi e raggiunsero il supermercato. Martina comprò tutto l'occorrente e una volta sistemata la spesa in casa mangiarono la pizza, che Andrea ordinò, mentre la ragazza era a fare la fila alla cassa. Quando Andrea sapeva di avere un impegno iniziava a muoversi alla velocità della luce ed era impossibile per sua cugina stare al passo. Prima di raggiungere Andrea decise di incartare un po' di pizza rimasta per sua zia. L'avrebbe mangiata una volta riposato e così uscì. Chiuse a chiave la porta, inserì l'allarme e salì in macchina. Posò le chiavi sul cruscotto, insieme al telecomando dell'allarme e partirono.

-Non sarebbe meglio andare a piedi? La casa di Fabrizio è a pochi passi da qui- chiese curiosamente la ragazza e in effetti non aveva tutti i torti.

-Sì questo è vero ma prima di andare da Fabrizio dobbiamo passare al negozio di strumenti in centro e ritirare la sua nuova chitarra e, visto che lui non può, ci sto passando io.-

-Ah ecco, allora un senso ci sta. Anche se tu non fai mai cose senza un senso logico, a parte quando suoni la tua chitarra.-

-Ma questo non è vero! Tu lo dici soltanto perché non hai mai suonato seriamente una chitarra in vita tua.-

-E mai lo farò! E quindi Fabrizio Moro sta scrivendo una nuova canzone.-

Se c'era una cosa che le riusciva bene era deviare il discorso nel preciso instante in cui qualcuno stava per lanciarle una frecciatina.

-Non la sta scrivendo proprio lui ma in collaborazione con Andrea Febo ed Ermal Meta e la porterà, a Febbraio, a Sanremo per il nuovo festival cantandola insieme ad Ermal. Ecco perché fino al giorno del festival ci vedremo spesso da lui. Però so che ha intenzione di ricominciare a scrivere nuove canzoni per il nuovo album.-

Finalmente il lampo di genio.
Ecco quale era il suo nome, Ermal Meta. Bingo!
Non conosceva molte sue canzoni, a parte forse "Vietato Morire" perché aveva seguito bene il festival dello scorso anno e "Ragazza Paradiso" perché le sue amiche fan la cantavano a squarciagola come se non ci fosse un domani. Le capitava spesso di ascoltarle alla radio mentre era in macchina. Andrea aveva tutti i suoi album quindi almeno una volta ogni tanto le capitava di sentirlo. Probabilmente aveva ascoltato, per caso, altre sue canzoni anche senza saperlo e ne era più che certa. Quel giorno la vita a Roma scorreva particolarmente a rilento, code di traffico un po' ovunque per le zone del Foro Romano e del Colosseo. Le macchine procedevano a passo lumaca e Andrea stava per perdere la pazienza.

-Dovevamo già essere arrivati da Fabrizio. Non è normale essere in ritardo al primo incontro con il gruppo.- ripeteva sbuffando ad intervalli di 5 minuti.
Ormai anche lei aveva imparato quella frase a memoria, sembrava quasi un pappagallo con gli sbalzi d'umore. Ma fortunatamente dopo altri 10 minuti di attesa erano finalmente arrivati a destinazione.

-Non scendi?- le chiese Andrea vedendola ancora con la cinta inserita.

-Aspetto 5 minuti qui e poi entro da Anita.-

-Va bene ma non tardare troppo.- disse uscendo dalla macchina con in mano la sua chitarra e quella di Fabrizio. Lui sapeva benissimo perché stava tardando a scendere, sapeva come Martina iniziava a sentirsi a disagio davanti a persone che non conosceva e con cui non aveva, di conseguenza, molta confidenza. La ragazza vide in lontananza Fabrizio avvicinarsi ad Andrea e prendere le chitarre e sentì Fabrizio chiedere di lei e, in risposta, sentì Andrea dire parole come "macchina", "dopo scende", "forse".
Che genio proprio!
Martina era sicura che Fabrizio sarebbe salito per convincerla a scendere tranquillamente senza timore. E infatti già lo vedeva mentre usciva dal grande garage dove facevano le prove per andare da lei.

-L'uccellino mi ha detto che qui qualcuno non vuole scendere!- cinguettò Fabrizio aprendo la portiera della macchina.

-Immagino! E comunque ho detto che sarei scesa tra 5 minuti, il tempo di prepararmi psicologicamente e non che me la sarei data a gambe alla prima occasione. -

-A parte che se vuoi puoi restare tutto il tempo al piano di sopra con Anita ma se dovessi decidere di scendere potresti ascoltare la nuova canzone che porteremo al Festival.-

-Sì l'idea mi entusiasma parecchio, diciamo che ci penserò.- concluse Martina scendendo dalla macchina.
Aveva appena aperto la porta quando aveva notato da lontano una bambina scendere le scale di corsa per raggiungerla.

-Martina!!- la chiamò da lontano la piccola Anita esultando. La piccola Mobrici corse ad abbracciarla e Martina ricambiò prendendola in braccio come la bambina voleva. Indossava un paio di calzini antiscivolo e ciò significava che stava giocando a Just Dance, regalo della band di Fabrizio in occasione del suo quarto compleanno. Martina era più che consapevole del fatto che avrebbero sudato come pazze. Aveva appena finito di ballare Roar di Katy Perry. Quella bambina le avrebbe dato grandi soddisfazioni.

-Adesso ho un nuovo gioco con tutte le canzoni di High School Musical dove puoi ballare e cantare come nel film.-

Questa fissa di Anita per High School Musical le stava sfuggendo di mano da quel dì delle vacanze di Natale. Martina era arrivata a Roma, con i suoi genitori, da poco e aveva deciso di mettere il dvd del primo film di High School Musical per rilassarsi. La bambina rimase talmente rapita da voler vedere gli altri due film rimasti e, nel giro di pochi mesi, le comprarono astuccio, quaderni, dvd e gioco per la Wii.

-Ma che cosa carina! Però canti tu perché hai la musica nel sangue, a differenza mia, che sono stonata come una cornacchia.-

-Non è vero! L'altro giorno cantavi con le cuffie alle orecchie mentre sistemavi il letto di Libero ed eri bravissima. Dai proviamo a fare una canzone insieme?-

Martina rimase senza parole, aveva una bella lingua lunga la piccolina. Ma per quanto la bambina possa aver ragione a riguardo, si sa che i bambini hanno spesso il giudizio offuscato quando si tratta di esprimere la loro opinione su una persona a cui vogliono bene.

-E quale canzone vorresti cantare?-

-Quella che Troy canta insieme a Gabriella prima di vincere la partita di basket.- disse la bambina correndo ad inserire il disco nella console Wii. Quella bambina con tutta quell'energia naturale in sé avrebbe mandato addirittura in fallimento la fabbrica di batterie Duracell. Lei neanche dopo tre caffè sarebbe riuscita a raggiungere quel livello di energia.

-Breaking Free?-

- Si hai indovinato!- esclamò esultando Anita saltando sul posto con le braccia in aria ed in una frazione di secondo afferrò la mano destra di Martina e iniziò a spingere fino ad arrivare quasi vicino la console.

-D'accordo mi arrendo! Canteremo questa canzone, però dobbiamo cercare di non attirare l'attenzione del tuo papà e dei suoi amici che sono sotto a suonare. Potrebbero distrarsi e non riuscirebbero a lavorare-

-Va bene Martina farò la brava. Anche se volevo far sentire a papà e allo zio come eri brava a cantare come loro. Però dobbiamo muoverci come Gabriella.-

-Magari la prossima volta piccola, adesso hanno molto da fare. Dai su, adesso ci posizioniamo bene davanti la console e cominciamo. Sì balleremo proprio come lei.-

Anche se pure nel ballo si sentiva una vera frana. Ma era decisamente fuori discussione farsi sentire da Fabrizio e gli altri, probabilmente avrebbe stonato, ad un certo punto, e avrebbe fatto una pessima figura. E poi chi era questo zio di cui parlava Anita? Da quale uovo di Pasqua lo aveva tirato fuori? Non sapeva che Fabri potesse avere un altro fratello musicista come lui. Di sicuro non suonava nella sua band perché li conosceva bene. Tutto ciò era davvero molto strano, perché non aveva mai sentito parlare di lui?
Forse si trovava a Roma di passaggio?

Nel frattempo le prove al piano di sotto procedevano a gonfie vele e tra una nota e l'altra avevano optato per due minuti di pausa. Alcuni cercarono di scaricare la tensione fumando una sigaretta altri iniziarono a fare foto e dirette Instagram in maniera random, tranne Fabrizio ed Ermal, che erano impegnati ad ultimare le ultime righe della canzone fino a quando, un rumore strano, provenire dal piano di sopra, attirò la loro attenzione.

"You know the world can see us.
In a way that's different than who we are.
Creating space between us.
'Til we're separate hearts"

-Non mi hai detto che Giada sapesse cantare.- affermò stupito ascoltando attentamente quella voce.

-Veramente Giada oggi è a lavoro, dovrebbe tornare per ora di cena.- rispose il suo amico grattandosi la fronte

-E allora chi ci sta al piano di sopra?-

-Anita con la cugina de Vigentini. Si prende cura, spesso, dei bambini, soprattutto di Anita, quando io o Giada abbiamo impegni vari. Probabilmente la piccola avrà inserito il gioco con le canzoni di High School Musical che le ho comprato la scorsa settimana. La voce potrebbe essere il giochetto in esecuzione.-

-O magari la ragazza. Saliamo a vedere dai!- disse Ermal afferrandolo per un braccio.

-Salire? Ma sei impazzito?-

-Dai Bizio sono curioso!-

-Oh e va bene! Ma scenderemo subito senza farci notare da loro.-

-Affare fatto!- esclamò il Meta girando il suo amico di spalle e spingendolo verso le scale che portavano al piano superiore.

"But your faith it gives me strength.
Strength to believe.
We're breaking free! We're soarin, flying.
There's not a star in heaven that we can't reach.
If we'll trying.
Yeah, we're breaking free. Oh oh oh"

-E tu volevi davvero perderti tutto questo?- chiese a bassa voce Ermal sorridendo al suo amico. Non capitava tutti i giorni poter sentire la propria figlia cantare. Anche se diceva poche parole e con un inglese masticato, inventando le parole, restava comunque uno spettacolo epico. Anche se in quel momento Ermal era troppo preso a guardare la ragazza dai lunghi capelli neri e dal sorriso contagioso.

-Siamo stati fortunati. Sono arrivate a metà canzone.- rispose prendendo il telefono per cercare di riprenderle ma venne subito bloccato.

-Bizio ma che fai? Ci scopriranno così.-

-Tu devi sempre rovinare tutti i miei piani vero?- chiese il moro provocando una risata da parte del suo amico che venne subito interrotta per evitare di essere scoperti.
-Non male la ragazza, non me l' aspettavo! Sono sorpreso!-

-Bizio potrebbe essere tua figlia, non cominciare.-

-Amico parlavo della voce sua. La conosco da quando è nata Anita e la considero quasi una sorella minore. Ma non lasciarti ingannare dalle apparenze, ha un bel caratterino e sa come farsi rispettare.-

-Bene mi fa piacere!!- esclamò Ermal sempre più colpito da quella nuova presenza in casa Mobrici.

-Si ma adesso si scende al piano di sotto ricciolì! Ti ricordo che abbiamo una canzone da finire!-

-Aspettiamo almeno il finale dai! La canzone aspetterà, non scappa da nessuna parte.- rispose rimanendo appoggiato al muro con le braccia conserte.

-E giusto perché si doveva tornare subito di sotto.-

-Tra l'altro vanno pure a tempo con i passi. Imitano bene la ragazza del gioco.- disse notando i loro movimenti intorno alla Sala e il loro modo di volteggiare leggiadre.

"More than hope, more than faith. This is true, this is fate and together we see it comin'. More than you more than me. Not a want, but a need."

-Anita tra poco devi fare la giravolta del ritornello finale. Dammi la mano, inizia ad avvolgerti fino a stringerti a me e poi inizia a ruotare veloce per liberarti. Pronta? Vai!- e così la bambina fece come richiesto da Martina.

-Siamo state bravissime!- esclamò contenta ed euforica la bambina a fine canzone, tanto da far ridere la ragazza vicino a lei nel vederla.

-Sei tu che sei stata una bravissima ballerina!-

-E tu hai una bellissima voce! Ti voglio bene Martina!- esclamò la piccola facendole quel dolce complimento, che fece sciogliere Martina portandola ad abbracciare, istintivamente, la bambina.

-Anche io piccola!- rispose la ragazza regalandole un tenero bacio sulla testa. Ermal e Fabrizio rimasero ad osservare quella dolce scena ma era arrivato il momento di scendere. La pausa era durata anche troppo. Gli altri erano già pronti per riprendere le prove.

-Dove eravate finiti? Vi davamo per dispersi.- Chiese Montanari ridendo con Vigentini.

-Ve siete persi il piccolo spettacolo al piano di sopra che ha attirato la nostra attenzione, o meglio quella di Ermal.- rispose Fabrizio riprendendo la sua chitarra e si accomodò sullo sgabello.

-Sì certo, tanto tu mi hai seguito a ruota appena hai visto tua figlia ballare e canticchiare.-

-Amico, come puoi ben notare, Anita ha la musica che le scorre nelle vene.-

-Stesso discorso per la ragazza che stava con lei.-

-Martina...- parlò Andrea Vigentini rivolgendosi a Fabrizio.

-Esatto! Non te vedo sorpreso proprio per niente.-

-In realtà lo sapevo, o meglio, le piace cantare quando è da sola ma appena sente passi smette subito e alza il volume, per depistare, e far intendere che la voce è quella del cd. Lei pensa di stonare, semplicemente perché è fuori allenamento, a differenza mia o di suo padre, che insegna canto, e non ha intenzione di fare brutta figura. Ovviamente non ci prova a cantare canzoni con tonalità alte proprio per questo. Vi ricordate quando vi avevo parlato di quella cugina che, da Firenze, si stava trasferendo da me per l'università? Ecco parlavo di lei! A parte Fabrizio, purtroppo non ho mai avuto modo di farla conoscere a voi altri. In teoria, tra poco dovrebbe scendere così ve la presento.- terminò di parlare trovando tutti quanti curiosi all'idea di conoscerla.
-Ma ci metterà del tempo prima di scendere, non lo fa per cattiveria, è soltanto parecchio timida e questo potrebbe portarla, all'inizio, ad isolarsi. Ermal ha avuto una grande fortuna, l'ha beccata addirittura mentre cantava. E non è nemmeno una tua fan perché conosce ben poco di te e dei tuoi dischi ma sa che sei una persona importante come Fabrizio e vuole cercare di non dare una cattiva impressione di sé. Ogni tanto veniva qui a Roma per passare le vacanze natalizie, a parte due anni fa che siamo stati noi, da lei, a Firenze. Ed è durante i periodi di vacanza che ha conosciuto Fabrizio, la band, Giada, e i bambini.-

Ermal in fondo la capiva perché anche lui era così nei primi mesi della sua carriera con cantanti più esperti di lui, come Antonello Venditti, oppure Fiorella Mannoia, che considerava tra i grandi della musica italiana e verso cui lui provava ammirazione e grande rispetto. Ma come poteva, un essere così puro, arrivare a pensare cose del genere? Ermal in quel momento si sentì impotente e incapace di rispondere.

Intanto al piano di sopra, Anita e Martina avevano appena terminato di fare merenda. Dopo aver ballato altre due canzoni, Anita iniziò ad avvertire i primi segni di stanchezza e Martina pensò subito di spegnere tutto e prepararle un piccolo panino con la cioccolata per ricaricare l'energia. E in men che non si dica era già salita al piano di sopra a giocare insieme alle sue bambole. Martina stava sistemando la sua stanza dei giochi quando il suo telefono aveva iniziato a squillare, vedendo che era Andrea che la stava cercando. Prese il telefono e rispose immediatamente.

-Martina noi abbiamo quasi finito. Che ne diresti di scendere insieme ad Anita e conoscere il resto del gruppo?-

-Proprio in questo momento?- chiese quasi in preda al panico anche se sapeva che, prima o poi, sarebbe dovuta scendere per salutare o sarebbe stato scortese da parte sua.

-Se ti va sì, o al massimo tra 10 minuti. Fabrizio dice che, se vuoi, può salire a prendervi lui.- disse quasi cercando di rassicurarla.

-Tranquillo possiamo scendere da sole. Andrea aspetta, qui c'è Anita che vorrebbe parlare con Fabrizio, le passo il telefono. A dopo!- si congedò lasciando il suo telefono tra le mani di Anita che corse velocemente nella sua stanza per parlare con suo padre in gran segreto.
Ma non l'aveva rincorsa anche perché si fidava di lei e di certo non le avrebbe distrutto il telefono. Sapeva che glielo avrebbe restituito subito dopo aver terminato la chiamata. Così decise di ritornare a sistemare la stanza dei giochi nell'attesa di scendere sotto. Fabrizio aveva preso tra le mani il telefono di Andrea e aveva messo il viva voce su consiglio di quest'ultimo.

-Tesoro di papà dimmi tutto!!-esclamò iniziandole a parlare.

-Papà parlo a bassa voce così Martina non sente. Mi sto davvero divertendo con lei oggi papà, lo sai che abbiamo anche cantato? Lei è veramente brava e mi ha promesso che un giorno lo farà sentire anche a te e allo zio. Chiedi allo zio se viene lui a prenderci sopra? Così gli faccio conoscere Martina e diventano amici.-

-Lo zio Ermal?- chiese voltandosi verso il suo amico che, a differenza sua, rimase senza parole. Non pensava di piacere così tanto alla piccola, che già lo considerava parte della loro famiglia.

-Sì sì secondo me lo zio è bravo ad aiutare Martina a fare amicizia perché ha tanta pazienza. Me lo ha detto quando è venuto l'ultima volta e sono sicura che a lui piacerà parlare con lei.-

-Allora tra poco salirà lui. Vi aspetta alla sala.- disse invitando il suo amico ad iniziare a salire sopra come chiesto dalla bambina.

-Quando il capo parla è legge amico!- esclamò Bassi giocherellando con le bacchette della sua batteria. Ermal, ancora una volta, rimase a bocca aperta, alzò le mani in segno di resa, e iniziò a salire le scale per raggiungere la sala.

***

Questa è la prima volta che decido di scrivere una storia su Ermal Meta. Spero di fare un ottimo lavoro e di farvi, un minimo appassionare a questa storia.
Al prossimo capitolo!

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