77- Salvami da me
P.O.V.
Nicolas
L'espressione sul suo viso è la mia sconfitta. La morte ancora una volta ci ha raggiunti prendendosi parte della nostra anima.
Trascinando il suo nero e lungo velo sul terreno ci abbandona nella conseguenze della sua mietitura, e ci toglie il fiato portandoci alle lacrime, fino a che non sono disposte a cadere.
Il funerale è finito da delle ore ma l'espressione vuota sul volto di Celine non abbandona la mia mente, facendomi rendere conto di come sono apparso subito dopo l'addio terreno di mia sorella, anche se era diverso.
Ero un bambino piccolo e non ancora sceso a patti con tutto questo dolore, giunto anni dopo a tormentarmi nel rimorso, senza riuscire ad abbandonarmi mai.
Mi alzo in piedi e prima di impazzire afferro le chiavi della macchina. La raggiungo e metto in moto percorrendo la sola strada che può portarmi alla salvezza.
La paura di non poter riavere indietro la mia amica macchia con lacrime salate il mio viso, il pensiero di non essere più insieme alla mia complice si unisce alla consapevolezza di non essere riuscito a salvare nemmeno mia sorella, e arrivo a distruggermi con la mia sola mente, nel pensiero di ciò che è stato e ciò che sarà, di quello che non posso impedire di essere, da qui ad un'inevitabile per sempre.
Quando raggiungo la sua casa il silenzio intorno evidenzia i miei soli passi persino mentre salgo quei gradini che mi separano da lei.
Un attimo dopo senza fiato sono di fronte alla sua porta, terrorizzato nell'animo come non mi sentivo da tempo, impaurito da me stesso e da quello che provo.
Busso lenti colpi, quanto basta per richiamarla, e quando la porta si apre mostrandomi il suo viso il fiato se ne va del tutto ed il respiro torna dentro il mio corpo, riportandomi alla vita.
<Nicolas, che cosa ...?>
Domanda la mia fata, ma io non le offro modo di esprimersi. Annullo la distanza che ci divide e incornicio il suo volto con le mie mani mentre la bacio, affondo, pieno di passione, scacciando i brutti pensieri che mi affollano la mente.
<Ti prego salvami ... salvami da me stesso, Fairy>, sussurro sulle sue labbra riprendendo fiato da quel contatto, ed esitante Lorelan solleva le mani prima di far congiungere le nostre labbra, attirandomi a sé.
Precipito in questo bacio. Mi perdo, mi privo del respiro.
Chiudo la porta in modo da appoggiarci Lorelan di schiena e quindi anche le mie mani mentre con la lingua arrivo più a fondo, giocando con la sua in un ballo che accende nuovamente le mie sinapsi ridandomi forza, quanto basta per continuare a vivere.
<Che cosa è successo?> Chiede con il respiro ansante non appena volta la testa per farlo, permettendomi di lasciarle una lenta scia di baci lungo tutto il collo.
<Un mio amico è morto per mano di William, Fairy, ed io non posso fare niente per aiutare la sua donna, da sempre mia amica, così come non ho potuto fare niente per mia sorella ... così come non posso fare niente per te. Mi dispiace per ogni parola che ho detto, non volevo litigare, non volevo farti soffrire mai>, sussurro sulla sua pelle scendendo con le mani per stringerla contro il mio corpo, e sul mio petto sento il suo cuore battere, le sue mani poi, tra i miei capelli, tornare a cercarmi sollevandomi il viso così da lasciarvi un altro bacio.
La mente si perde e si lascia confondere da quel contatto tanto idealizzato, venendo quindi governata da una passione che in presenza di Fairy non conosce confini.
Sfioro con le mani lentamente la pelle di lei al di sotto della sua maglia.
Lorelan geme, stringendo con forza gli occhi mentre la bacio.
<Forse non dovremmo ...>, sussurro ma lei non mi ascolta, torna a premere le nostre labbra ed io mi abbandono, senza più alcun timore se non quello di non essere alla sua altezza. La solita imprescindibile paura che mi tiene stretto da che l'ho conosciuta.
La sua maglia scompare, trascinata in alto dalle mie mani e le nostre labbra non si distanziano troppo se non il tempo di ricambiarci i reciproci gesti.
Tramortisco la mia passione rallentandola con la dolcezza, e presto attenzione a ogni singola reazione del corpo di lei, intrappolandola nella memoria.
Il gancetto del reggiseno è la prima cosa di cui mi occupo, facendolo sfuggire dal suo obbligo ed il suo seno si rivela nella propria nudità come era accaduto anche quella sera all'interno del locale.
La mia bocca scende, libera adesso di muoversi come più le piace, o come piace a lei essendo a caccia di ogni suo responso.
Gusto il suo sapore, a contatto con le mie labbra.
La sua pelle liscia è il paradiso in terra, la sua nudità uno dei sette peccati capitali di cui vorrei macchiarmi ma senza dubbio la perdizione è dentro lei, nel suo cuore elegante di donna, nel suo corpo del quale voglio arrivare a far parte.
La mano scorre di sua iniziativa sotto il bottone dei jeans di lei finendo al loro interno, al di sotto della stoffa appartenente alla biancheria e quindi sempre più giù, verso il centro del suo piacere.
Mi scoppia la testa ed il cuore mi esplode, le labbra non abbandonano il contatto con la sua nuda pelle e tutto questo duplica nella sua portata non appena il desiderio sale, incoraggiando il suo a fare lo stesso.
Siamo in piedi contro questa porta, pelle contro pelle mentre le mie dita viaggiano sicure all'interno del suo umido corpo, anelando ottenere la pace che cercano da ormai troppo tempo.
Compio piccoli cerchi con il palmo andando più a fondo, entro appena con il dito medio quando d'un tratto le mani di lei mi spingono di colpo via, facendomi arretrare e perdere quel piccolo contatto, ferendomi con la loro forza ... se solo non vedessi il suo volto solcato dalle lacrime.
Il mio corpo teso dall'eccitazione si pente della sua brama ed io supplico qualsiasi entità superiore che mi osserva dalle nuvole di non essere stato troppo brusco con lei, ferendola nuovamente nel peggior modo possibile.
<Io lo odio>, sussurra tra i singhiozzi, chinando il capo e intrecciando le braccia al petto, celandomi così il suo seno nudo, vittima dell'audacia.
<Chi odi? Me?> Domando e prego, sperando che non sia così, ed è Lorelan a permettermi di farlo non appena muove il capo nella direzione di un no, tornando quindi a fissarmi.
<Possiamo fare l'amore Nic, ma ti prego non così>, mormora, indicando se stessa, me e questa porta.
La osservo senza capire, e non mi esento dal domandare.
<Perché?>
<Avrai pena ...>
<No, mai>
<Mi vedrai come un cucciolo ferito>
<Se sei realmente ferita voglio guarirti>
<Ti vergogneresti di quello che ho fatto ...>
<Lorelan, ti prego, parlami. Niente potrebbe farmi vergognare di te>, ma capisco che lo pensi, perché sono stato io per primo a farglielo credere. Con quell'assurda scenata di gelosia affatto pertinente al lavoro che svolge, affatto nostra da risultare patetica.
<Non posso, non ce la faccio>
Accorro verso lei, accarezzando il suo viso con timore.
<Lorelan ... per favore>
La supplico mentre i suoi occhi si allontanano da me perdendosi nel vuoto.
<William mi ha violentata. Una notte, in piedi contro la parete, a casa dei miei genitori. Loro erano obbligati ad assistere. Subito dopo lui li ha uccisi. Era la mia prima volta>, geme ed i miei occhi si spalancano.
Nel cuore di questo pomeriggio intrappolato dietro le tende della stanza la sua confessione è un sussurro in grado di ferire. Il mondo, da quale parte, si sgretola nei suoi piccoli frammenti, appesantito da questo carico di dolore e dalla verità di un'orrore subito.
Lorelan mi ha confessato la causa di tutta la sua sofferenza, e adesso appare ferita e confusa da questo. Le sue mani corrono ad asciugarsi gli occhi pieni di pianto, mentre procede nel parlare.
<Ho paura degli uomini perché ho paura di lui, ma non di te, Nicolas, mai. E lo odio, con tutto il mio cuore perché, anche se è distante, è in grado di ferirci lo stesso! Non ci consente di amarci come vorremmo, ed io lo vorrei tanto ... ma non posso, non posso Nicolas, non posso così>
Non può farlo così.
Non può farlo con questo pesante macigno sulle spalle. E lo capisco.
Sotto i miei occhi le sue mani tremano, e le lacrime tornano a scorrere impetuose, indifferenti della sofferenza che provocano.
Si è portata dentro questo orrore ... per tutto questo tempo?
La sua nudità adesso mi macchia di colpevolezza. Il suo seno spoglio mi provoca sofferenza nonostante fosse stata lei stessa a concedermelo, e capisco che erano queste emozioni che tanto desiderava evitare. Ma non aveva messo di conto che tra noi c'è molto altro, e che adesso rimane solo una cosa da fare.
Stappare i tappi dei miei pennarelli, ed iniziare a colorare.
Tendo la mano afferrandole il braccio intrecciato a coprirsi il seno e la trascino fino a me, facendola precipitare nell'accoglienza delle mie braccia che la ospitano, nuda e tremante, senza più segreti da mantenere.
<Credi davvero che lui possa impedircelo?> Sussurro contro il suo orecchio respirando il suo profumo.
Il fremito sulla sua pelle viene provocato dal tono basso della mia voce, il pianto, per un piccolo istante, si arresta. <Nessuno mi vieterà di amarti, Lorelan, mettitelo in testa>
<Ma ...>
<Nessun "ma". Dubito di quello che provo?>
<No ...>
<Allora quello che temi è solo un nostro contatto. Quando ho superato la soglia di questa stanza ero ferito e confuso, ho agito troppo in fretta, e mi dispiace, non avrei dovuto. Perché l'unica cosa che ci serve Lorelan è andare con calma, abbiamo già avuto ... qualcosa ... e niente ci vieta di riaverlo>
<Non voglio andare con calma>
<Lorelan ...>
<Non voglio, Nic!> Sussurra con insistenza, scostandosi dal mio petto per fissarmi in viso, mentre una sua mano si posa sulla mia nuca dolcemente accarezzandomi la pelle. <Dimostrami che quello che dici è vero. Voglio solo essere una ragazza normale, con desideri normali, una vita normale>
Resto fermo dentro i suoi occhi sentendo le sue parole avere effetto sul mio cuore.
<Lo farò, ma dobbiamo prenderci il nostro tempo>
<No, non dobbiamo> Prima che possa fermarle le sue mani afferrano l'orlo della mia maglia facendola passare oltre la testa, per poi gettarla lontano e lasciarmi a torso nudo, seduto di fronte a lei.
<Fairy!>
<Se rimandi la prossima volta sarà peggio, avrò ancora più paura di quello che potrebbe accadere. Dimostrami che non devo, fammi capire quello che già so ... mostrami l'uomo che sei>, sussurra facendo camminare le dita dal collo fino agli addominali in una traversata lenta, tenera, involontariamente sensuale ma quanto basta per portarla ad abbassare gli occhi, riuscendo a sfuggirmi. <Quando sei entrato avevi voglia di fare l'amore. Questi discorsi assurdi l'hanno fatta andare via?>
<Non se ne andrà mai, Fairy, è impossibile non volerti>
<E allora cosa aspetti?> Presa dal coraggio torna a sollevare gli occhi blu cobalto nei miei, modificando la posizione di tutti i miei organi interni, facendoli stringere in un'unica morsa.
<Volevo che fosse diverso>
<Vuoi sempre la perfezione tu>, nota spingendosi verso un mezzo sorriso che mi mostra nuovamente la sua arrogante bontà.
<Si, con te la voglio, voglio fare tutto al meglio>
<Mi sembra di averti già detto che non voglio la favola. Anche il nostro amore è romantico, se pure non risulta ai canoni di perfezione dei romanzi ... non trovi?>
Sorrido riflettendo su quanto questa donna sia capace di farmi cambiare umore. Ero una tempesta quando sono entrato in questa stanza.
Quel residuo di dolore che mi ha condotto qui ancora è rimasto, ma sembra essere stato zittito e posto in un angolo, tramortito dal pensiero di avere ancora l'ideale di una salvezza in grado di estinguerlo.
Non sono riuscito a salvare mia sorella. Celine sta precipitando ma io forse posso impedirlo, posso salvarla, così come posso salvare Lorelan. Ed è così bella la speranza da stregarmi, intrappolandomi sotto la sua gonna di gitana.
Tutto questo ... grazie a lei.
<Si, è molto bello>
Lorelan si avvicina a me e dolcemente si sistema cavalcioni sul mio corpo, per quanto la veda, solo per un piccolo istante, dubitare di quest'intimo contatto. Con le mani mi accarezza la testa, scivolando con le dita tra i capelli, cullandomi. <Non pretendo petali di fiori sul letto ma voglio che sia indimenticabile. La mia prima volta con l'uomo che amo deve esserlo, per questo Nic non puoi sottrarti>
<Sono io quell'uomo?>
<Proprio tu>
Mi ama. Non me lo aveva mai detto prima. Ed anche se la frase non è uscita passando da un manuale alle sue labbra va bene così perché questo genere di dichiarazione è solo nostra.
Solo noi possiamo trovarci in una situazione del genere, nudi dalla vita in su, seduti l'una sull'altro al di sopra dello squallido pavimento in moquette di un motel da poche stelle, parlando d'un tratto con finta leggerezza di discorsi simili mentre ci desideriamo.
Solo noi possiamo tutto questo questo ed è così bello che sia solo nostro, ma sento di dover riprendere il controllo della situazione, togliere la provocazione ed il divertimento per riaverla con me.
Sfioro una ciocca dei suoi capelli lisci, lasciati liberi, e la ripongo dietro al suo orecchio solo al fine di accarezzarle, con il dorso della mano, il viso e fissarla negli occhi.
<Vuoi fare l'amore?>Mormoro continuando ad accarezzarla.
Tenendo gli occhi nei miei la mia fata mi risponde con certezza.
<Si>
Sospiro arrestando per un tratto la mano affinché scenda lentamente dalla guancia lungo il suo collo, in una carezza docile.
<Ci riesci sempre così bene ... ti avevo chiesto di salvarmi, Lorelan, e tu non smetti mai di farlo>
<E' per questo che funzioniamo, non credi? Entrambi siamo feriti ma sappiamo come curarci>
<Credi questo?> Domando in un mezzo sorriso, mentre lei chiude per un'istante gli occhi, vittima del mio tocco.
<Lo so>
Avvicino la bocca al suo collo, continuando a scendere con la mano lungo il solco dei suoi seni mentre lascio un lento bacio sulla sua pelle. <Puoi avere ragione>, mormoro roco per poi calare sempre di più con la bocca sulla perfezione rappresentata dal suo corpo.
Giungo fino a un capezzolo che intrappolo nella mia bocca bagnandolo con la lingua, guadagnandomi un suo sussulto. Poi sfioro con una mano la sua schiena, procedo con attenzione ma non limitando la passione che provo.
Stiamo per congiungerci in uno solo, e non mi sembra vero.
Fairy ... sta tremando tra le mie braccia ma stavolta per un motivo diverso dalla paura, spero che sia diverso, perché il cuore è tornato alla follia della sua corsa.
<Va tutto bene?> Non resisto di chiederle, e lo sbuffo del suo caldo alito mi accarezza la spalla.
<Adesso ti prendi gioco di me>
<Non saremo noi altrimenti>, noto, prima di issarmi in piedi portandola con me.
Le sue gambe sono corse a intrecciarmisi intorno, ed io resto per alcuni istanti fermo in questa posa.
Spero che non noti la nube scura corsa dinanzi al mio viso non appena ripenso a quello che William ha fatto ... a come si è preso il suo corpo, proprio così, in piedi, in una violenza che non lasciava scelta.
La sua prima volta ...
Questo mi lascia intendere che Lorelan non abbia avuto nessun carnale romanticismo se non ciò che le ho offerto solo io, e l'illuminazione data da questa presa di coscienza mi fa tremare nel profondo. Ho una grande responsabilità che affiancata al desiderio di farla mia mi porta alla follia in meno di un secondo.
La amo, ed ho paura di ferirla ancora più di quanto già non sia.
Quando è stata l'ultima volta che ho provato un sentimento simile? L'ultima notte in cui ho fatto scendere in campo il cuore? Se solo lo ammettessi, a lei come a me stesso, verrei preso in giro dalla sua lingua sagace, eppure è vero che prima di lei non ho sperimentato niente di simile, e se solo ne fosse a conoscenza potrebbe giustificare il tremore delle mie mani non appena la poso sul letto fissandola con tutto l'amore che sono in grado di trasmetterle.
La tenacia non l'ha abbandonata, ma scorgo un velo di preoccupazione anche nei suoi occhi.
Desidero mandarlo via, e per riuscirci so bene cosa fare: amarla, con tutto me stesso, verso uno stadio che forse, per il momento, ho solo idealizzato e mai raggiunto. E lo posso fare, probabilmente senza ulteriore difficoltà perché la rivelazione offertami dal suo cuore mi ha portato ad amarla ancora più a fondo.
Potrebbe non rendersene conto, ma dopo stasera se ne accorgerà senz'altro, perché sono disposto a tutto, a tutto, per riuscire a curare entrambi. E se farlo significa amarla, corpo e anima, allora accolgo tale fortuita esigenza!
Quando la osservo dall'alto, stesa sul letto e con le braccia abbandonate al fianco della testa, il seno teso puntato nella mia direzione, le costole sporgenti, gli occhi lucidi di tristezza e desiderio, i capelli confusi contro queste coperte ... la voce mi viene a mancare, il fiato si intrappola da qualche parte nel mio petto sperando solo di tornare un giorno, ragionando al contempo però sull'impossibilità di questa richiesta non appena vedo l'anello che le ho tatuato impresso sulla sua epidermide, in un segno indelebile.
Poso un ginocchio tra l'apertura delle sue gambe e mi chino verso di lei mentre queste pareti sottili di muri intorno trasudano il rumore delle stanze affianco, in un crescendo di suoni che non ci distanzia dal nostro idillio, semplici rumori quotidiani, il fischio del bollitore, lo spostamento di una sedia, mentre fiancheggiati dalla realtà noi ci troviamo in paradiso, persi nei reciproci occhi.
Sollevo una mano che fortunatamente ha smesso di tremare, arrivando indenne al tocco offerto delle sue labbra. Passo i polpastrelli su quel morbido richiamo per poi scendere, lentamente, più giù ripercorrendo il tragitto permesso alle labbra poco prima.
Delicatamente sfioro un suo seno prima di circondarlo con una mano e Lorelan non allontana i nostri occhi gemendo sommessamente per un'azione simile, donandomi la visione di tutto il suo ardore.
Malinconicamente poi abbandono la morbidezza della sua pelle, scendendo lungo le sue costole e soffermandomi quindi sul tatuaggio in una carezza lenta, circolare, a rinnovo di una promessa.
Fairy mi guarda in attesa adorazione lasciandomi proseguire mentre le sue mani, disperse all'altezza dei fianchi e a metà della schiena, mi sfiorano nella carezza migliore che potessi chiedere, distraendomi per pochi attimi.
Precipito sulla sua bocca poco dopo non contenendo più la passione, decidendo di far sfociare un simile bisogno verso la parte di lei che al momento mi è più amica e che risponde con sorprendente ardore. Lorelan mi tiene testa, la sua lingua segue la mia facendomi impazzire, e poi richiedere una specie di controllo che sento perso da tempo, più o meno da quando ci siamo fissati in strada ed i nostri destini si sono uniti, intrecciandosi come i fili di un prezioso tappeto, rivelandoci la futura bellezza di una simile creazione.
Afferro dolcemente il suo mento, comandando per pochi istanti la sua bocca a seguirmi come desidero, finché non diviene troppo.
Le mani di Lorelan mi reclamano con forza, posandosi a palmo aperto sulla schiena ed io sono costretto ad ubbidire con piacere ai loro comandi.
Allungo il corpo su quello di lei, intrecciando le nostre gambe.
I nostri bacini si sovrastano solo per metà ma sfregiandosi tra di loro, nel procinto del bacio, ci trasportano in un mondo lontano facendo emettere a entrambi un profondo sospiro.
Potrei stare ore di giorni su di lei senza stancarmi mai.
Ma adesso voglio di più.
Per cui scendo con una fila di baci fino alla nascita dei suoi neri leggings, stretti intorno alle sue gambe.
Non avevo notato cosa indossasse entrando, ma adesso capisco quanto persino "la regina delle nevi", mia dolce fata, possa essere una ragazza qualunque dietro le mura domestiche, senza quei suoi abiti perfetti a valorizzarle le forme scoprendone altre, e d'un tratto mi accorgo di voler vivere anche quella sua realtà.
Chissà se me lo concederà, un giorno, terminato quest'incubo.
Con entrambe le mani faccio scorrere le calzature lungo le sue gambe, scoprendo un banale e bianco intimo di cotone in grado però di stordirmi per la sua purezza.
Lorelan ... non hai idea di quanto io ti desideri.
I pantaloni vengono lanciati da qualche parte della stanza, quel punto indefinito alle mie spalle, e lentamente vengono seguiti dai suoi slip, lasciandola nuda e completamente esposta.
<Se qualcosa non ti piace dimmelo ed io mi fermo>, sussurro contro la sua pelle, richiamando i suoi occhi ai miei.
Annuisce senza fiato ed io le poso una carezza sul fianco, intenerito dalla sua paura.
Non ho più pensieri quando scendo verso il centro di lei, posando la bocca sull'incavo delle gambe prima di arrivare al Monte di Venere, e quindi più giù, assaporando già la sua essenza di donna.
Entrambe le mani circondando, intrappolandole, le sue gambe, fino a posarsi sui fianchi in una presa leggera, e la mia lingua si presta al suo servizio in un legame che mi era mancato.
Ti amo.
Lorelan ... ti amo.
Lo penso e lo so per certo quando arrivo ancora più a fondo dentro di lei con la lingua, capendo di avere ottenuto il consenso di usare anche le dita.
Ti amo ... come non ho amato mai.
<Ahh!> Dalle sue labbra proviene questa provocazione di suono avvertendomi della presa delle sue mani sulla mia testa, l'attimo dopo, quando disperata tenta di far fronte ai miei attacchi senza ricevere possibili soluzioni.
Ti amo, più della mia vuota e insensata esistenza. Ti amo come la cosa più cara. Come la mia parte migliore.
Ti amo, Fairy, ti amo.
<Nicolas ...>, geme, chiudendo gli occhi mentre la sua testa cade all'indietro ed io allontano la bocca solo perché venga sostituita dalle mie dita, dal medio che colpisce ancora più a fondo, cercando quel microscopico fascio di nervi capaci di farla fremere.
Scatta con la mano indietro, afferrandosi alle sbarre del letto, e serra con forza gli occhi d'un tratto facendomi capire di averlo trovato.
Insisto con più decisione stavolta, attento che la mia passione possa non ferirla, ed ecco che vedo il suo corpo tremare.
Deve riconoscere i sintomi perché spalanca gli occhi, spiazzata da un tale evento.
In risposta il mio corpo si tende dal desiderio, irrigidendosi contro il suo fianco senza però muoversi, mentre osservo con piacere un simile spettacolo: la sua mano che si intreccia con più forza tra i miei capelli, le sue gambe spalancate, i piedi arricciati contro le mie spalle, le sue gote rosse, le sue labbra gonfie, il suo seno teso, il ritmo del suo respiro ... Lorelan sta godendo di noi, ed io glielo lascio fare. Esplode sulle mie dita pronunciando una frase senza senso, o almeno per le mie orecchie, otturate dal bisogno.
Quando torna a me i suoi occhi sono caldi, bollenti, più dell'incandescente lava, e mi richiamano a sé, facendomi accostare la bocca alla sua.
Ti amo Fairy ... più di me stesso, più di chiunque altro.
E tu ami me. Improvvisamente siamo completi.
Le sue dita veloci corrono ai bottoni del mio jeans mentre il bacio cresce di intensità, tanto da farmi uscire di senno, perdendomi per sempre.
Mi allontano solo per posare due dita al di sotto del suo viso, così da farle alzare lo sguardo incastrandolo nel mio.
Chiedo tacitamente l'ultimo consenso per quella piccola soglia ... e lei mi risponde lasciandomi un bacio molto più lento ma incredibilmente più intenso l'istante prima che le sue mani sbottonino i miei pantaloni, facendosi largo al di sotto.
Gemo disperatamente contro la sua bocca una supplica che non ha parole.
Lorelan mi accontenta, Fairy ... mi spinge verso l'orlo della pazzia mentre mi accarezza.
Vinto da quel contatto poso una mano sulla sua guancia, avvicinandola a me.
Nel frattempo si procura di calare pantaloni e boxer.
L'aiuto nell'operazione finché non siamo entrambi nudi, ed i suoi occhi corrono tra di noi.
Studia il mio corpo facendo passare sulla mia pelle dita ed occhi, ardendomi nel calore di una febbre senza che nemmeno se ne accorga.
Chiudendo dolcemente il pugno intorno al mio sesso fa scorrere le dita in una risalita e discesa lenta, ed io come un disperato arrivo a gemere sulla sua bocca in una sorda protesta.
La ricambio, baciandola con passione, carezzando un suo seno, tentando di stare al passo con il piacere che mi provoca e che improvvisamente inizia a farsi troppo.
Arresto la sua mano e la pelle al di sotto pulsa febbricitante in un segno di protesta che non le sfugge, ma non possiamo andare avanti, la strada per la follia era spianata, e poi non lo voglio.
Meritiamo di più in questo pomeriggio offuscato dall'arredamento della stanza, meritiamo tutto.
<Aspetta, solo un attimo>, sussurro in un respiro tanto simile a un gemito, recuperando la concentrazione persa. Poi mi chino a raccogliere il portafoglio dalla tasca retro dei jeans.
Lorelan studia il tutto con occhi attenti, mi guarda mentre afferro la confezione del preservativo e la apro con i denti, arrossendo appena all'ultima azione.
Non vorrei davvero usarlo, ma ho troppo rispetto per lei per temere una gravidanza indesiderata.
Un figlio ... insieme.
La mia mente corre veloce, analizzando in un fulmine il benessere dato da quell'idea ma è folle e non posso rivelarglielo, per cui mi limito ad indossare la protezione sotto il suo sguardo non più lo stesso vigile ma comunque attento, dolcemente imbarazzato quando torno a lei.
<Sei bellissima>, sussurro in un respiro contro il suo viso, adorante della visione che mi offre, e lei non risponde ma lo fanno i suoi occhi, e tanto mi basta. <Pronta?>, domando quindi, e lentamente annuisce.
Posa entrambe le mani sulle mie spalle con delicatezza, cercando un'appiglio, mentre con la mano destra continuo ad accarezzarle le costole, il tatuaggio dell'anello, e con il braccio sinistro piegato contro il materasso sostengo il mio peso, così da non schiacciarla.
Le sue ginocchia piegate favoriscono la mossa successiva.
Con un solo lento movimento il mio corpo prende posto dentro di lei, facendoci chiudere a entrambi gli occhi.
Dio ... è così bello.
È perfetta, in ogni sua parte, in ogni suo piccolo gesto.
<Dio ...>, geme affondando le dita nella mia pelle mentre io rimango immobile, aspettando che si abitui a questa sensazione di essere uniti.
<Tutto bene?>
<Mai andata meglio!> Mi beffeggia facendomi sorridere sinceramente contro il suo viso, ma vedo che sta soffrendo per cui rimango fermo, aspettandola.
La fisso con amore analizzando il linguaggio dei suoi occhi, in un'ulteriore rassicurazione per poter proseguire.
<Ti piace?>
<È strano ma ... perfetto>
<Si, è perfetto>, sospiro posando la mia fronte sulla sua per regolarizzare il respiro.
Di sua iniziativa dal basso mi bacia, ed io mi perdo dentro questo ulteriore contatto.
Istintivamente mi muovo un poco dentro il suo corpo anelando al sollievo e la vista mi si offusca dal piacere tratto, la mente si fa confusa fin quando la voce di lei non torna a riempire l'aria.
<Nic,aspetta, ti prego>
Mi blocco all'istante e d'improvviso attento fisso la celata sofferenza sotto la maschera del suo viso.
La bocca è arricciata in una pronuncia di sofferenza, e d'un tratto capisco la nostra soluzione.
Attendo quale attimo, il tempo della sua bocca di distendersi. Stringendo il suo corpo a me poi, e senza perdere il nostro contatto, mi stendo portandola a cavalcioni sul mio corpo, e a Lorelan si spezza il fiato.
Mi fissa senza capire, posando entrambe le mani sul mio torace.
<Scegli tu il ritmo, guidaci>
Prendi la tua forza di donna Lorelan, ama il nostro amore come solo tu sai fare.
Lentamente inizia a muoversi, arrestandosi presa vittima di sofferti ricordi all'inizio, uccidendomi mentre la fisso dal basso riviverli, ma poi il nostro contatto prende il proprio sincrono.
Cavalcandomi Lorelan si china e mi bacia, spedendomi in un'altro mondo senza possibilità di ritorno. Si innamora del nostro amore e a me serve così poco per toccare la vetta del cielo, ma mai prima che possa farlo lei. Mai senza di lei.
Ma capisco che per entrambi il tempo si è dimezzato a causa di questo più profondo contatto. Il suo corpo torna a fremere nell'istante esatto del mio facendo scorrere la corrente tra di noi.
Avanti Fairy, insieme.
Catturo le sue labbra intrappolandomela contro il petto, e proprio in quel momento l'estasi raggiunge entrambi alla velocità di un fulmine, facendoci tremare per l'impatto.
La stringo a me mentre il mio respiro rotto le accarezza la guancia e il suo gemito sfiora la mia.
La stringo e non la lascio andare.
Non la lascio andare mai.
<Nicolas ... ti amo>
La sua voce sussurrata è la mia più grande vittoria.
Sono riuscito a guarirla dal suo incubo, il nostro amore ci è riuscito, e non esisteva medicina migliore per farlo.
<Hai fame? Vuoi qualcosa da mangiare?> Domando alla mia fata, stesa nuda al mio fianco.
Protesta leggermente, rannicchiandosi ancora di più contro di me facendomi sorridere.
<Si, principe azzurro, lo vorrei molto>
<Sono diventato il principe azzurro?>
<Dovevi per forza, visto la delicatezza con cui mi hai trattata, non pensi?>
Potrebbe essere la sua solita provocazione ma io non cedo al litigio e la ricambio con la passione.
<Era solo amore, Lorelan. Il nostro>
Sorride ma prova a nascondermelo, rifugiandosi nei cuscini.
<Ricordi la signora Polly, al piano di sotto? Quella donna fa sempre delle fantastiche crêpes a me e alle ragazze. Magari con il tuo fascino riesci a rubargliene qualcuna>
<Parto per la missione allora!> Commento sollevandomi a sedere per poi sbilanciarmi ad afferrare il resto dei miei vestiti proprio al disotto del letto, percependo al contempo i suoi movimenti tra le lenzuola quando si volta per osservarmi.
Divertito faccio correre gli occhi dietro di me e la trovo in un'espressione furba e immobile nel fissarmi.
Rido brevemente scuotendo il capo da una parte all'altra in maniera lenta per quella provocazione nemmeno troppo celata.
Vorrebbe le crêpes ma anche che tornassi dentro il letto.
Mi stupisce la sua reattività, la passione che prova nonostante quello che ha subito.
Deve amarmi molto, penso volteggiando in quota nel mio iconico cielo, rispondendo dello stesso amore non appena torno con gli occhi nei suoi.
Poso le mani sul materasso sbilanciando il corpo fino a lei e rimanendo con gli occhi dentro i suoi.
<Se continui a fissarmi così non riesco ad andare via>, le confesso facendola sorridere. Un pensiero però le offusca il viso ed io lo scorgo prima che possa domandarlo.
<Arrogante... posso farti una domanda personale?>
<Che cosa vuoi sapere Fairy?>
<Cosa è capitato a tua sorella?>
Annuisco lentamente, accomodandomi a sedere al suo fianco, forse per guadagnare un po' di tempo.
<Era molto malata>
<E perché ti senti responsabile? Non hai nessun controllo sulla malattia>
<Non era quello che credeva lei>, sussurro mentre le sorrido dolcemente, ridestando alla mente quei ricordi che per molto tempo avevano soffocato il mio animo. <Mia sorella sosteneva che le parole potessero guarire. In famiglia non avevamo molti soldi, e neanche troppo tempo da dedicare l'uno all'altro. Quello che possedevo veniva rivolto a lei, ed ero un bambino piccolo ... ho creduto che l'infanzia mi fosse stata strappata via. I nostri genitori non erano presenti per cui quella parole guaritrici mia sorella le chiedeva solo a me. Mi sentivo privato del mio tempo, tanto da arrivare egoisticamente a riprendermelo>
La voce mi viene a mancare nonostante il mio tono le permetta di uscire solo nelle vesti di sussurro, e sono costretto ad allontanare gli occhi dalla donna presente in questo letto per nascondermi in un intimo privato a cui, fino ad adesso, sono stato il solo ad avere accesso.
<Così ho abbandonato mia sorella nel momento in cui aveva più bisogno del mio aiuto.
A quell'età ero molto scettico, nonostante fossi più giovane, non credevo ai miti, né alle leggende, ma lei si, lei credeva in ogni cosa, credeva in me, ed io l'ho tradita>
Il viso di lei torna a galla dagli abissi della memoria, fissandomi apertamente con la sua espressione dolce, in attesa del mio arrivo.
<Non avevamo soldi, ma l'amore ... quello era gratuito, e mia sorella non mi chiedeva altro. Forse non sperava nemmeno di guarire. Era più piccola ma niente affatto stupida. Mi piace credere che mi abbia perdonato per la solitudine a cui l'ho costretta ma non posso esserne sicuro, ed ora convivo con la colpa di non essere riuscito a volerle bene come meritava. Nessuno avrebbe dovuto subire un abbandono simile, specialmente lei>
Un sospiro dissolve il sorriso di quell'eterea visione, tramutandolo in un'espressione incolmabile di tristezza ... ma una mano scaccia via la scena mandandola in dissolvenza. La mano di Lorelan che posta sulla mia mi accarezza in una lenta dolcezza.
<Sono certa che sapesse quanto la amavi. Da quello che mi hai detto il suo cuore doveva essere stato molto grande. Sicuramente conosceva il perdono, e sono certa che non ti abbia mai incolpato.
Non hai niente di cui vergognarti, eri solo un bambino. Adesso sei un uomo e hai tanto amore, tanto che non basterebbe una vita intera per viverlo appieno>
Sorrido alle sue parole e lentamente mi chino fino a lei.
La bacio dolcemente sulle labbra stazionandovi sopra quanto basta per rubare parte del suo respiro e tornare alla vita.
<Grazie>, le dico, e contro le mie labbra le sue si incurvano in un sorriso. Di riflesso le mie lo imitano. <Vado a prendere le crêpes adesso>
Annuisce, distanziandosi e lasciandomi la consapevolezza dell'immane sforzo a cui sono costretto per riuscire ad allontanarmi.
Afferro la maglia e la indosso rimanendo a fissarla dentro il letto, poi mi avvicino alla porta e mi appresto all'uscita di scena con un piccolo sorriso che le lascio sul ciglio, in modo che la raggiunga quando io non potrò essere presente a farle compagnia nell'attesa.
Chiudo la porta dinanzi al mio viso lentamente e poi mi volto in direzione delle scale da percorrere per raggiungere la cucina a piano terra, ma una piccola presenza seduta sul primo gradino di queste, e volta nella mia direzione, arresta i miei piani, obbligandomi a prestarle attenzione.
<Sei uno di quegli uomini?> Mi chiede Braiany in un'espressione immutabile.
<Quegli uomini?> Rispondo in un'interrogativo, senza riuscire a capire.
<Le farai del male?>
E a un tratto tutto è più chiaro. La stilettata di queste sue richieste mi colpisce affondo, venendo dettate dalla sua infantile conoscenza.
<No>
<Ne farai alle altre ragazze? A me?>
<No, mai!>
Braiany analizza la mia risposta, rimanendo ferma con la schiena ancora piegata per riuscire a rivolgermisi.
Sosto sotto il suo giudizio, tremando per la maturità assunta dal suo sguardo.
<Allora va bene>, mi dice, zittendosi al termine di questa frase e cogliendomi impreparato.
"Va bene" ... Si.
<Va bene>, le rispondo, e per alcuni minuti rimaniamo entrambi immobili.
Aspetto il suo consenso che arriva non appena questa si alza, sollevandosi nel suo vestito azzurro chiaro in modo da consentirmi di accedere alle scale.
Lo faccio sotto il suo sguardo, e mentre scendo i gradini di questo posto prego che nessun altro gliene arrivi a fare.
La sua anima intatta non è stata ancora macchiata dalla realtà, come è successo sfortunatamente ai suoi occhi.
Scendo, e prego che rimanga così. Che l'orrore dell'uomo non raggiunga le sue vesti. Che possa continuare a vivere di un lenitivo amore, in grado di farla sentire bambina, ancora per un po'.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top