73- Il matrimonio

P.O.V.
Megan

Il grande giorno è arrivato, e per l'occasione siamo vestiti a festa, nei nostri completi migliori.

Preoccupazione e tristezza però non vengono a mancare mentre fisso il riflesso dell'uomo che amo attraverso questo specchio all'interno dell'armadio, mentre si abbottona i polsini della camicia con in viso non i segni della colluttazione ma le sue emotive conseguenze.

Ian non sarà presente. Ormai entrambi lo conosciamo abbastanza bene da sapere che non ci sarà, nonostante l'importanza di un giorno come questo. Non si farà vedere per un po', ottenendo il suo bisogno di tempo, quindi mi domando se anche Caleb sia a conoscenza del motel all'interno del quale vive, dal momento che mi ha comunicato di volergli al più presto parlare.
Forse anche lui aveva avuto un confronto con suo padre, e così scoperto della sua nuova vita, o forse intendeva solo tornare a rivolgerglisi non appena deciderà nuovamente di venire, per sistemare le cose o bandirci per sempre dalle sue giornate.
Si era creato un nuovo quotidiano, e questo stava a significare che poteva non volere nessuno al suo interno, in grado di ferirlo.

Sono stata una sciocca, non avremmo dovuto mentire ma avevo creduto di fare la scelta migliore per il nostro rapporto.

Mi sono rivelata una codarda, e senza dubbio un'ipocrita: temevo che Ian ci allontanasse, che si distanziasse da noi come è stato ma se solo avessi capito realmente quanto forte è il nostro legame, mio e di Caleb, sarei arrivata ad affrontare a spada tratta ogni problema. Solo che non lo avevo ancora considerato tanto reale.
Da quel giorno al mulino molte cose sono cambiate, il mio cuore batte sempre più velocemente del solito quando lo vede ed il respiro esita a voler scappare. Mi sono accorta di amarlo ancora più profondamente di quanto avessi creduto, e la cosa mi ha stupito e destabilizzato per la sua portata.

Sentirsi ricambiata poi è stato un piacere senza uguali. Caleb mi ama e sembra volermi dire, in quei momenti in cui ci fissiamo negli occhi e la tristezza lo abbandona, dopo averlo circondato nei lunghi momenti nei quali veniva immerso nella solitudine, che andrà tutto bene, si, sembra promettermelo, ed io potrei davvero crederlo, dare certezze al suo sorriso, perché so che la sua tenacia ed il mio spirito battagliero possono portarci lontano.
Noi due insieme siamo più che due persone disposte a farsi del male, Ian deve capirlo, l'amore ci ha cambiato mostrandoci per i pazzi passionali che siamo, ed io adoro questa nuova realtà, che mi tramortisce e mi fa sorridere per la sua impetuosa irriverenza e bonaria aggressività.

Deve solo capire questo. Non sono una donna masochista, amo almeno quanto vengo amata, ed al momento, nonostante queste ricadute nel dolore, sono felice, perché io e Caleb ci siamo perdonati i reciproci sbagli, abbiamo annullato la distanza, ed ogni persona intorno a noi che se ne è accorta sembra essere felice per nostro conto.
Persino mia madre, che da ore non fa che lanciarmi sguardi ammiccanti passando in corridoio.

<Allora ragazzi siete pronti?> Domanda la diretta interessata affacciandosi sulla scena.
Caleb volta il viso continuando ad abbottonarsi i polsini che a quanto pare sembrano essere un'inferno per la loro piccola dimensione.

<Quasi, presto arriviamo>

<Faccio strada allora, appena siete pronti vedete di raggiungermi. La cerimonia non inizierà in ritardo, almeno che il fidanzato non sia scappato via>

<Tom ama Meredith da pazzi, mamma, e questo lo sai>, le ricordo con un sorriso mentre finisco di agganciarmi gli orecchi e mi avvicino a Caleb per prestare servizio alla sua difficoltà.

<Chi lo sa, il matrimonio rende gli uomini folli. Me lo confermi, Caleb?>

<Non ho nessuna moglie chiusa in soffitta, signora, quindi può stare tranquilla per sua figlia>, beffeggia, ma a mia madre sono sempre piaciuti gli scherzi quindi sta al gioco.

<Meglio così, altrimenti sappi che me ne sarei occupata da sola. Ci vediamo lì!>

<A dopo mamma>, la saluto, e occorrono solo due minuti a lei per raggiungere la porta e a me per avvicinarmi a Caleb e tendere le mani.

<Vuoi che ti aiuti?>

<Mi toglieresti un peso>

Constato la difficoltà di queste chiusure venendo a capo di una sola di esse dopo infiniti minuti. Con perizia mi dedico anche all'altra e per tutto il tempo non dico una sola parola. Gli occhi di Caleb dall'alto mi studiano preoccupati del mio mutismo, e dovrebbero veramente farlo perché sento lo stomaco attorcigliato come se fosse stretto da mani con unghie affilate e pungenti, che lo tengono in trappola.

<Megan, guardami>, eseguo l'ordine ed ecco che scopro i suoi bellissimi occhi smeraldo. <Ti ho promesso che aggiusteremo questa situazione insieme, e lo faremo, ma non oggi. Ian non verrà, lo sappiamo bene, quindi quello che ti chiedo, solo per questa giornata, è di non essere triste. Hai organizzato tutto per questo matrimonio, hai persino cucito l'abito della sposa. Devi essere felice, per loro e per noi, perché questo dolore che ti porti addosso si riflette anche nel tuo sguardo ed oggi non devi permettergli di vincere. Hai tu la vittoria, hai capito? Solo tu. Solo noi. Sorridimi>

Lo faccio, eseguo quell'ordine in grado di smuovermi il cuore.

<Lo vedi? Sei incredibilmente più bella>

<Del vestito non dici niente?> Questo leggero e svolazzante, corto fino al ginocchio, abito rosso legato intorno al mio corpo solo tramite il collo.

<Ti sta una favola, è il tuo colore>

<Anche tu stai piuttosto bene>

<Non ti si vedono nemmeno le ginocchia storte>, beffeggia dopo un poco dandomi un'ulteriore occhiata.
Spalanco gli occhi furiosa.

<Adesso ti faccio del male>

<E' tutto nella tua testa, ogni tuo difetto, non te ne rendi ancora conto?>

Mi faccio più vicina di un respiro a lui, cercando la mia panacea da ogni male. <Si dice che gli occhi dell'amore confondano la vista degli innamorati>

<Sul serio? Eppure tutti gli spasimanti che hai avuto intorno mi suggeriscono che non mi sono messo con una ragazza brutta. Vuoi dirmi che diventi una principessa capricciosa solo dopo che hai stregato tutti noi con il tuo bellissimo cuore?>

<E' proprio quello che voglio dirti, e anche che forse pure io mi sono messa con un uomo ricco di difetti>

<Si eh?>

<Ma mi vanno bene tutti, perché anche io ho gli occhi a forma di cuore, non lo vedi?>

<Non ancora, no. E' solo la tua bocca a forma di cuore>

<Davvero?>

<Si, ho imparato a conoscerla>, e come a volerlo constatare, posa la sua bocca sulla mia in un gentile bacio che prende il posto della verbale seduzione, ma quel contatto fa tornare un ricordo di dolore, ed entrambi ci allontaniamo lenti.

Abbasso gli occhi a terra, colpita da quel contraccolpo.
<Hai detto niente tristezza oggi, vero?>

<Lo confermo>

Sollevo di nuovo lo sguardo per tornare a lui, smuovendo la mia supplica. <Allora ti prego restami vicino, solo così potrò dimenticare, anche solo per un giorno>

<Lo farò Megan, te lo prometto>

E stavolta quando le nostre bocche entrano nuovamente in contatto lo fanno per sigillare il nostro nuovo accordo, e nessun sentimento negativo sopraggiunge. Imparano ad amarsi e perdersi nel loro mondo, e tornati in esso, insieme, ci ritroviamo.

<Ci sai fare, lo sai?>

<Sono un grande baciatore>

<Non intendevo questo, stronzo>

<Sei tornata a chiamarmi stronzo>

<A volte lo meriti>

<Tu invece rimarrai sempre la mia capricciosa>

<Mi piace esserlo>

<"Capricciosa"? Si è una cosa che ti sta bene>

Scuoto il capo, mostrando la mia negazione. <No. Tua>

Resta immobile nel mio sguardo, e contro il mio petto sento il suo cuore battere più forte.

<Si, anche questo ti sta bene>

<Andiamo?>

<Fammi strada>

Eseguo prendendo la sua mano che non abbandono per tutto il tempo del tragitto percorso a piedi. Le persone lungo la via, nostri conoscenti, ci guardano, costatando la novità, ma non ci importa, perché ormai abbiamo imparato a nostre spese quanto costa tenere per propria una bugia, e adesso non abbiamo più voglia di mentire. Desideriamo solo provare amore, e per oggi è questo il sentimento che ci doniamo.



La cerimonia all'aperto è un'evento quanto mai imprevedibile, ma per fortuna la buona sorte ci ha privilegiati offrendoci una perfetta giornata soleggiata dal clima mite, con ancora i cespugli in fiore a fare da capitelli e ornamenti a questa sacrale chiesa costruita sui mattoni della nostra unione, e i ciliegi ancora provvisti di foglie totalmente immobili e ferme, come in un dipinto.

Tra la folla di invitati, seduti su sedie da cerimonia e in piedi a fianco all'orchestra, febbricitanti d'emozione, nell'esatta metà del tutto trovo mia madre intenta negli ultimi ritocchi e precisazioni finali.

La mano di Caleb non ha abbandonato la mia e tenendo fermo quel caposaldo ruoto il viso alla ricerca dei nostri amici. Individuo solo Joseph e Nicole in piedi fiancheggiandosi, vicino a un salice, e riesco a cogliere l'esatto momento in cui lui si china a baciarla.
Spalanco la bocca a quella vista e attiro l'attenzione di Caleb, che si rivolge alla scena in prima visione con un sorriso.

<A quanto pare siamo sempre insieme nello scoprire i nuovi amori di Nicole>, commenta, facendo riferimento a quella volta di molti anni prima nella quale siamo entrati da soli all'interno del Brunett per avere solo un po' di pace e avevamo trovato Nicole a cavalcioni su Nicolas. Poco dopo entrambi erano caduti dalla sedia. Un aneddoto che non mi stanco mai di raccontare, e a quanto pare lui di ricordare, anche se in quest'occasione i nostri volti si sono entrambi dispiegati in una dolce espressione di pienezza. Era da molto che forse entrambi volevamo vedere una scena simile, ed eccola arrivare.

<Ne sapevi nulla?>

<Hai appena scoperto quale coppia è riuscita a tenere il segreto del loro fidanzamento meglio della sottoscritta. Rullo di tamburi per il vincitore!>

<Non posso credere che non ci hanno detto niente>

<A quanto pare tutti noi pensiamo che dire agli amici di essere fidanzati comporti un'aggravamento di tempo da passare in comune, per non sentirsi dire di essere egoisti nel stare solo con il proprio partner>

<Non posso disdire un'accusa simile, abbiamo fatto lo stesso>, commento saggiamente, ma subito dopo non riesco a non farmi sfuggire un: <che sciocchi>, che lo fa divertire e lo spinge ad allontanarmi da quella vista per lasciare i due piccioncini soli per ancora del tempo.

Voltandoci quasi ci scontriamo con Nicolas che, mani nelle tasche, sembra voler procedere verso la sua postazione prefissata. Al nostro fianco, comunque.

<Nicolas! Va tutto bene?>

<Ragazzi ... voi come state?>

<Bene, non preoccuparti, sembri avere la faccia strana>, commenta Caleb al mio fianco, fissando con più attenzione il suo viso.

<Forse è la colpa> Entrambi lo guardiamo senza capire, e lui non ci nega di sentire il continuo. <Sono stato io a dire a Ian di voi. E' successo un casino, abbiamo litigato, ed io gli ho urlato di venirvi a cercare, per scoprire che cosa nascondevate. Mi dispiace moltissimo>

Ricevo quella freccia scagliata proprio verso il centro del petto, e la sua punta deve aver trapassato anche quello di Caleb, nonostante non lo dia a vedere, perché ho sentito come un sussulto, per un solo attimo, scuoterlo, e la sorpresa sopraggiungere insieme alla fiducia mal risposta.

<Non ti preoccupare, Nicolas. Non siamo in vena di litigi, era una cosa che prima o poi sarebbe dovuta succedere, e credo che sia io che Megan sappiamo che cosa può venire involontariamente detto quando si è feriti>, ci difende Caleb, ed io sono grata del suo intervento perché al momento mi mancano le parole.

Vorrei scoprire che cosa è successo tra di loro per portarli ad un litigio, ma forse sono cose che non mi riguardano.

<Ma certo>, affermo solamente, ricevendo la sorpresa di Nicolas.

<Fate sul serio? Mi perdonate?> Domanda confuso, ed ora sono io a prendere la parola.

<Ti vogliamo bene, Nic. Quindi si, certo che ti perdoniamo>

Farlo mi alleggerisce ancora più il cuore, mentre fisso la sua espressione sorpresa ed i suoi occhi appena più lucidi.

<Vi ringrazio tanto>

<Sai dove sono gli altri?> Chiede per cambiare argomento e alleggerire l'atmosfera Caleb.

<Gli altri?> Nicolas si fa confuso.

<Si, Celine e Kevin>

<Oh! Ma certo, loro ... arriveranno dopo>

Il suo viso mi fa corrugare involontariamente la fronte, e spingere a chiedere: <Nicolas, sai qualcosa che noi non sappiamo?>

<No, perché me lo chiedete?>

<Perché sei strano>, parla per mio conto l'uomo che mi tiene la mano.

<Presto capirete, ve lo assicuro. Solo date loro del tempo>

<D'accordo, niente di grave spero>

<No, niente di grave, lo vedrete tra poco>, mi confessa ed io mi tranquillizzo visibilmente.

<D'accordo allora ... direi che non ci rimane che prendere posto, la cerimonia inizierà a breve>

<Andiamo>

Nicolas fa strada raggiungendo i posti assegnati e presto vediamo anche il resto degli invitati imitarci ristabilendo un principio di ordine, e tra questi vi sono anche Nicole e Joseph che con calma, dalla loro postazione contro l'albero, ci raggiungono occupando due delle quattro sedie rimaste vuote.

Come immaginavo Nicole si accomoda accanto a me, incastrandomi nel mezzo tra lei e Caleb, per cui ho tutte le possibilità, accorse in mio vantaggio, per sussurrarle la mia frase maliziosa e cattiva, che subito dopo la fa arrossire.

<Ti escono le piume dalla bocca, faina>

Imbarazzata sfugge al mio sguardo, ma dopo ha il coraggio di chiedermi un: <come?>

<Ho visto che vi baciavate, Nicole, avanti non negare>

<Stiamo insieme>

<L'ho immaginato. E siete felici?> Domando, adesso più dolce. La mia amica mi torna a sorridere.

<Molto felici>

<Bene>

Uno dei ragazzini dalla bianca toga avente il compito di fiancheggiare il parroco suona una specie di campanello, e cala il silenzio tra di noi.
Persino il tornado che è mia madre decide di smettere di girare su se stessa e prendere posto, senza però terminare con tono sommesso di impartire consigli agli addetti.

La musica della marcia nuziale mi obbliga a voltarmi in direzione della fine delle sedie, anche se è troppo presto, lo so, la sposa si fa attendere ma all'altare in legno esterno c'è già Tom nel suo fantastico smoking, e sembra essere vittima di una bellissima emozione che mi strega più di qualsiasi altra.
Adoro rimanere ferma a fissare il viso dello sposo ad ogni cerimonia, persino mentre la sposa procede lungo la navata.
Non presto mai attenzione all'abito di lei quanto agli occhi lucidi di lui mentre attende il suo arrivo. Mi commuove scorgere tanto amore in un solo unico sguardo, e Caleb deve averlo notato.

<La sposa sta quasi per arrivare>

<Voglio vedere il suo viso quando la vede>

<Perché?> Mi domanda, e sento che nel farlo la sua bocca si è arricciata in un sorriso.

<Perché sono innamorata dell'amore, signor Caleb Dowson>, commento, voltandomi verso di lui per precipitare nel suo interno. Anche i suoi occhi hanno una bella espressione, bellissima quando rimane immobile in questo stato su di me, direi tanto bella da innamorarsene perdutamente se già non lo fossi, persa, in questo amore che non conosce confini, nella passione di quest'uomo che mi ama con ogni fibra del suo corpo e che mi proteggerebbe sempre. <Mi piace la sua espressione, signor Dowson>

<E' quella di un'uomo innamorato del proprio amore, signorina Megan Hill>

<Sul serio?>

<Sul serio>

<Siamo troppo smielati oggi, non trovi?>

<Forse abbiamo solo bisogno di esserlo. Sentire come sarebbe vivere la nostra storia senza alcun problema a gravarci sulle spalle, rendendoci soli, unicamente con lei>

<Forse, potrei essere d'accordo>

Il suo verde smeraldo risplende magnificamente con questa luce, e il taglio dei suoi occhi non fa che valorizzarlo.

<Ti stai perdendo l'espressioni dello sposo>

<Sto osservando quelle del mio ragazzo>

<Che stai mettendo in imbarazzo>

<Ti imbarazzi?> Chiedo piacevolmente stupita, ed ecco che tra di noi si affaccia Jospeh.

<Io si, quindi vedete di piantarla>

Entrambi scoppiamo a ridere, e Caleb decide di rivolgersi proprio a lui. <Perché? Sei pure tu un uomo innamorato, no?>

<Piantala>

Ridiamo ancora brevemente quando gli occhi intorno a noi corrono all'indietro facendoci percepire il sopraggiungere della sposa, ed eccomi che spio di sottecchi Tom, intrappolando il ricordo della sua emozione come una bellissima polaroid da tenere stretta al cuore.

Con la coda dell'occhio vedo anche il vestito della sposa prima del suo ingresso nel mio campo visivo, a pochi passi dall'altare. Mi commuovo dall'emozione e la musica cessa.
I due restano fermi a fissarsi in viso con un sorriso ed ecco che la cerimonia procede nel proprio rituale.

Dalle nostre postazione ci sbilanciamo allungando il collo per cogliere l'attimo in cui i due si scambiano l'anello, e sovra elevandomi noto sul pancale di lei il mazzo di orchidee bianche che mi aveva richiesto, senza però trovare quello di calle. Mi faccio confusa ma l'attimo dopo mi immagino lo tenga per il ricevimento quindi torno con l'attenzione ai loro fantastici anelli, avvicinandosi sempre più al momento terminale del rito.

La mano di Caleb torna a cercarmi sfiorandomi una coscia lentamente, da sopra il vestito flebile che intrappola il suo calore e me lo trasmette direttamente sulla pelle, cosa che sembra sapere, perché mi risponde con un sorriso. Pongo fine alla sua piacevole distrazione intrappolando la sua mano nella mia e iniziando a giocare con le sue dita, con il palmo tanto più grande del mio, che ecco! mi fa ricordare del mio difetto a lui comunicato di avere le mani incredibilmente simili a quelle di una bambina. Gli eventi di oggi sembrano richiamare costantemente la giornata nella quale gli ho elencato i miei difetti, fino al sopraggiungere della sera, in cui il cantiere di Ian era stato bruciato.

Semplice coincidenza? Il ricordo di quell'amico caro viene rinchiuso in un angolo della mente, nel suo passato quanto nel suo presente, mettendo momentaneamente da parte la sofferenza che comporta mentre ragiono sul fatto che questa similitudine è tanto adeguata quanto lo è la semplice, ultimale, affermazione del paragone di queste due giornate: entrambe forse sono state un'idillio, ovvero un momento di pausa.
Da quella data affissa sul calendario della memoria era iniziato il tutto e non aveva avuto fine.
Stiamo vivendo una bellissima parentesi, e desidero godermela a pieno.

Tra le mie congetture Caleb solleva la mia mano fino a portarsela alle labbra e mordicchiare una o due le mie dita impreziosite dallo smalto a cui mi sono concessa di cedere. Poi mi lascia andare, mio malgrado perché mi divertiva, proprio nel momento in cui la cerimonia sembra finire, con il bacio tra lo sposo e la sposa.

Grida di esclamazione e fischi provocatori di approvazione si sollevano dal raduno degli invitati, sollecitando l'ilarità dei festeggiati, che si manifesta sulle loro labbra non appena quelle si staccano dal più che meritato bacio, poi ognuno di noi vede Meredith recuperare il microfono per poter prendere parola.
Quasi ci aspettiamo che le sue buone maniere la possano spingere a mandarci a quel paese gentilmente per le provocazioni ricevute, ma oggi più che mai appare radiosa, e a quanto pare incline a renderci partecipi di molto altro.

<Gentili ospiti, sono una donna spostata, ma fermi tutti perché non è finita qui. Sono anche una donna che riserva grandi sorprese e ciascuno di voi, vedendo invitato, sapeva bene che gliene aspettava una. Credo che sia arrivato il momento di mostrarvela, prima di piangere dall'emozione, quindi ecco a voi ... maestro>, richiama l'organista che, per la sorpresa di tutti, riprende a suonare la marcia nuziale.

Non ho nessuno sposo da osservare nell'esecuzione della melodia e assolutamente nessuna sposa da dover immaginare! Per cui come tutti gli altri sono costretta a voltarmi e rimanere in attesa del sopraggiungere di quella nuova coppia.

Passano lunghi, eterni minuti.

Dal portale fiorito che ha accolto precedentemente l'arrivo di Meredith a braccetto con il padre cade a terra il petalo di un fiore ed ecco, forse è quello il fischio di inizio, perché al di sotto del suono della musica riesco a sentire perfettamente il rumore di tacchi che avanzano, procedendo lentamente fino alla postazione designata, per poi rendersi visibili.
I miei occhi risalgono da terra partendo da loro, fiancheggiati da eleganti scarpe lucide e nere di uomo, arrivando sempre più su lungo gli abiti, fino ad giungere ai loro volti che adesso ... non sono più un segreto per nessuno.

Spalanco la bocca e da quella di Nicole esce un grido soffocato, gli occhi mi si riempiono di lacrime mentre vedo ... Celine e Kevin vestiti in abiti da cerimonia, a braccetto, fianco a fianco a percorrere la navata.

Lancio uno sguardo a Caleb che sembra sorpreso quanto me, stupito e felice da quella svolta così come Nicole e Jospeh, escludendo Nicolas ... che fissa tutti quanti noi con un sorriso alquanto enigmatico.

<Era questa la sorpresa? Tu lo sapevi?> Chiedo a questo demone che si stringe nelle spalle e adesso, sotto gli occhi di tutti noi, fa trasudare dagli occhi anche la sua emozione.

<Mi ha chiesto di disegnarle l'abito ...>

<Ma, ma quando?> Domanda Nicole. <E come?>

<A quanto pare Kevin l'aveva portata in un museo uno dei giorni in cui era rientrato a casa, ed ha deciso di farle questa piccola sorpresa. Le ha regalato un bloc notes per continuare a disegnare, e subito dopo l'ha chiesta in sposa>

<All'interno del museo?> Continua a chiedere Nicole mentre io ascolto tutto vittima dell'emozione.

<Proprio così ...>

<Romantico>, commenta Caleb, <proprio da Kevin>

Ma nessuno di noi può replicare perché cadiamo tutti vittime del mutismo quando i nostri amici camminano al nostro fianco in direzione dei loro sogni, osservandoci nella loro traversata forse per studiare il modo ridicolo con cui sono riusciti a farci piangere.

<Va tutto bene?> Si fa precauzione di sapere Caleb non appena quei due sono passati, asciugandomi le lacrime sotto gli occhi.

<Sono due stronzi>, commento e lui scoppia a ridere, avendo capito a cosa mi riferisco.

<Si, ma sono due stronzi felici, non trovi?>

Si, felici da morire.

Insieme, al fianco, raggiungono l'altare con Tom e Meredith ancora in piedi di lato che con uno solo sguardo sembrano congratularsi con loro, ed io sollevo gli occhi al cielo quando noto nelle mani di Celine le mie stupidissime calle.

Ma certo! Certo, sono i suoi fiori preferiti! Quanto sono stata stupida.

Era stato tutto pensato a tavolino ed io non mi ero resa conto di niente, ma vedendo l'intero quadro della situazione con il senno di poi posso ricavare i segnali.

L'impertinente sorriso di Celine la notte della sfida tra me e Caleb a casa di Freddie.

Celine si intercambia a Nicole servendosi da bere, mentre alle sue spalle i cinque ragazzi se ne stanno in piedi vicino all'entrata a parlottare.

<Anche tu sei arrabbiata perché non sono stata più presente?>, le chiedo per spirito di conoscenza e lei sorride.

<Tutt'altro, non sono mai stata più felice>

Sollevo le sopracciglia, stupita nel costatarlo.
<Per caso hai accettato qualche tipo di ago oltre quelli del tuo lavoro da qualche sconosciuto? A cosa si deve questa dose di allegria?>

Divertita stringe tra i denti la plastica del contenitore semipieno, nella sua bellezza eterea di dama bianca, capelli dorati e sguardo sincero che per anni ha fatto girare tanti sguardi.

<A Kevin, chi altri?>

<Che cosa ti ha fatto?>

<Una promessa, e una richiesta>

<Mi parlerai di una delle due?>

<Direi che è troppo presto, lasciami vivere nel mio idillio>

<E va bene, felice ragazza, torna sulla tua nuvola di marzapane>

Sorrido, rimettendomi inesorabilmente a piangere come una maledetta fontana, ricordandomi anche di averla vista quella sera stessa parlare appartata con Nicolas, e la frase di lui non appena io e Caleb avevamo rivelato loro che stavamo insieme.

<Però, ce ne sono di sorprese questa sera>, commenta Nicolas passandosi una mano contro il collo, divertito.

Per non parlare di quella "serata di prova" che aveva visto il ricongiungimento tra me e Caleb in quel vecchio mulino, il momento in cui sedute a tavola Celine e Meredith si confrontavano sui reciproci pasti di prova, in attesa anche dell'arrivo di Kevin. Dio c'erano stati tanti, tantissimi messaggi, ed io non ne avevo colto nessuno! Sono una amica tanto terribile? O forse è quella pestifera di Celine ad aver desiderato tanto farci una sorpresa?

Risentita di non aver potuto organizzare effettivamente per loro assolutamente niente di questo matrimonio lancio un'occhiata minacciosa ai due sposini rimanendo con le braccia intrecciate, e dall'altare, sfidandomi con uno sguardo, Celine mi dedica un'occhiolino nella sua insana tranquillità ed io sbuffo divertita ed esausta di quella donna assolutamente snervante! 

Ed anche incredibilmente romantica.

<Carissimi, siete qui convenuti davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità perché la vostra decisione di unirvi in Matrimonio sia fortificata dal sigillo del Signore e il vostro amore, arricchito della sua benedizione, sia rafforzato nella reciproca e perpetua fedeltà e nel compimento degli altri doveri del Matrimonio.
Vi chiedo pertanto di esprimere davanti alla Chiesa le vostre intenzioni.
Celine e Kevin, siete venuti a celebrare il Matrimonio senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione?>

Li avrei costretti io in un futuro non molto prossimo.

<Si>, affermano insieme con decisione, e al mio fianco Nicole sbuffa di impazienza, vittima come me di questa piacevole tortura alla quale non siamo state rese partecipi. Gli uomini al nostro fianco invece sorridono nella loro pace.
Sorridono! Due di loro sono fidanzati, e uno si frequenta con una ragazza.

Non dovrebbero avere paura gli uomini del matrimonio?

Eppure Kevin sembra nato per stare dentro quello smoking, è perfetto, così come lei, all'interno dell'abito disegnato dalle abili mani di Nicolas e sicuramente cucito da una delle vecchie donne del paese con una maestria che invidio e ammiro, al tempo stesso.
Le spalle e la schiena sono coperte dal pizzo, una fila di bottoni inizia a metà della sua colonna vertebrale e prosegue concludendosi al di sopra della curvatura delle natiche, enfatizzandole così la vita sottile e la pelle diafana, mentre so per certo, dall'occhiata veloce effettuata nella camminata, che sul davanti porti uno scollo a cuore.
Nicolas si è davvero sbizzarrito, ma la sua penna ha fatto miracoli, questo abito è perfetto per lei, e le mie calle, strette tra le sue mani, sono quel palliativo che mi ha concesso per non urlare del tutto dalla frustrazione.

<Siete disposti, seguendo la via del Matrimonio, ad amarvi e a onorarvi l'un l'altro per tutta la vita?>

<Si>

<Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?>

A questa ennesima domanda del prete i volti dei due festeggiati all'altare si voltano reciprocamente l'uno verso l'alto, facendoci scorgere la loro emozione.

<Eh no eh! Basta questo è troppo!> Esordisce Nicole facendomi scoppiare a ridere, non appena da voce al pensiero avuto al seguito della tenerezza di una domanda simile. Conosciamo bene tutti quanti il loro desiderio di avere dei figli.
Nicole prova anche ad andarsene ma Jospeh la trattiene.

<Ma dove credi di scappare?>

<Li hai sentiti?> Lo interroga la mia amica in lacrime, facendolo sorridere.

<Si che li ho sentiti>

<I nostri amici stanno per sposarsi e avere dei figli! Non ero pronta per tutto questo!>

<Non credi avessero dovuto essere pronti solo loro?>

<No!> Esordisce ancora, e a quel punto anche Joseph scoppia a ridere, prendendo la testa di lei sottobraccio per stringersela al petto.

Quando torniamo a Celine e Kevin quei due sono pronti a fornire la loro risposta.

<Si>

Caleb si volta verso di me e sembra divertito dal mio viso falsamente arrabbiato e dalle mie lacrime, dalle braccia ancora intrecciate al petto e dal piede ballierino che, avendo incrociato anche le gambe, pende nel più completo vuoto, agitando la stoffa del mio vestito rosso.
Sembro una bambina ma non me ne importa, alla fine sono loro i grandi a sposarsi, e se lo meritano proprio.

<Va tutto bene?> Mi interroga esitante.

<Ma si che va bene, certo che va bene>, commento in uno sbuffo, facendolo ancora più sorridere, poi si rivolge a Nicolas, complimentandosi.

<Il vestito è un capolavoro>

<Ogni cosa che esce dalla mia penna lo è>

<Quale modestia>

<Ma ti ringrazio>

Caleb sorride e anche io, mentre nel frattempo il parroco prosegue nel recitare la formula scritta.

<Se è vostra intenzione di unirvi in Matrimonio, datevi la mano destra ed esprimete davanti a Dio e alla sua Chiesa il vostro consenso>

Eseguono un tale ordine rivolgendosi con il corpo l'uno all'altra, portando in viso un sorriso altamente invidiabile.
Con consumata esperienza il prete torna a rivolgersi al suo libro, riprendo le fila di questo suo interminabile discorso.

Con Meredith sembrava essere stato tutto più facile, veloce e indolore, mentre invece qui soffro e amo in un modo folle. Come potrei non farlo?

<Kevin, vuoi accogliere Celine come tua sposa, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?>

<Si>

<Celine, vuoi accogliere Kevin come tuo sposo, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita?>

Gli occhi di lei, limpidi e sicuri, sono visibili nonostante questa distanza, così come il suo tono di voce fiero, non appena pronuncia quell'ultima piccola parola.

<Si>

<Il Signore onnipotente e misericordioso confermi il consenso che avete manifestato davanti alla Chiesa e vi ricolmi della sua benedizione.
L'uomo non osi separare ciò che Dio unisce.>

<Amen>

Dal fondo nel grande giardino arredato a festa corre la piccola Wendy, con un vestito da paggetto che fa onore ai suoi boccoli da bambolina, ed io mi copro la bocca per intrappolare il sussulto di sorpresa che mi corre in gola.
Si può essere più emotivi di così?

La piccola porge gli anelli ed il parroco avanza la sua benedizione.

<Il Signore benedica questi anelli che vi donate scambievolmente in segno di amore e di fedeltà>

<Amen>

<Ascolta, Signore, la nostra preghiera. Tu, che hai voluto l'uomo e la donna uniti per la vita e la crescita del genere umano, conserva e proteggi sempre con il tuo aiuto il vincolo che tu stesso hai istituito.
Per Cristo nostro Signore>

<Amen>, rispondo al coro, nonostante non sia cristiana, nonostante tutto.

Celine e Kevin, scambiatisi gli anelli, rimangono fermi a fissarsi con amore per un tempo infinitamente lungo che ci fa perdere nei loro occhi.

<Puoi baciare la sposa adesso, ragazzo>, commenta il prete, facendo scaturire un sorriso sul viso del neo sposo.

<Oh, ci può scommettere che la bacio. Vieni qui, Morisot>

Ascoltando il suo reclamo lei obbedisce alla sua chiamata e si fa più vicina di un palmo. Lui posa la sua mano sulla sua nuca e si china per baciarla, in un modo ... niente affatto casto per gli occhi del povero prete, ma incredibilmente dolce, pieno di passione, bellissimo e stracolmo di tutti noi, della nostra ricchezza, della magica polvere che riempie come oro il nostro povero South Side, la nostra amicizia, la nostra forza, la grinta che abbiamo solo quando stiamo insieme e ci amiamo così, in maniera totale, perfetta, unica. Solo nostra.

"L'uomo non osi separare ciò che Dio unisce".

Amen.

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