Prova d'ingresso :
Traccia 1 "Un uomo convince un altro uomo dell'esistenza dell'amore"
"E se tu stessi affogando nel fondo del mare, ti darei i miei polmoni affinché tu possa respirare..."
(Brother- Kodaline)
Visto di spalle sembrava un cavaliere.
Un valoroso e invidiabile guerriero pronto per la battaglia. Un prode nato per la guerra.
Un qualcuno pronto a combattere per la sua patria, per la sua dignità e per il suo onore.
Le sue spalle larghe e la sua forma scolpita davano l'idea di un uomo indistruttibile; di un essere senza fine.
Helias dava l'impressione di essere unico e irripetibile, dava la sensazione di essere saggio e profondo.
Quei dannati occhi blu sembravano contenere gli oceani più profondi; e quei capelli bruni racchiudere il colore dei tronchi in estate.
Lui era il David di Michelangelo.
Un dio dell'antico Olimpo, un cupido senza ali.
Eppure, sfortunatamente, non era affatto così, ovvero, il suo "Io interiore", l'anima racchiusa dentro di lui non era realmente cosi. Questo perché Helias non credeva nella potenza disarmante dell'amore, e se lui non credeva, allora tutto il resto era inconfutabilmente vano.
🔹🔹
Mi arrestai sul margine della spiaggia spostando gli occhi verso l'orizzonte, fin dove i miei occhi potevano arrivare.
- Helias ti pare giusto irritarti così?-
Lui si fermò di fianco a me alzando gli occhi verso il mare dinnanzi a noi.
- Si Stefan...-
Abbassò lo sguardo a terra con l'intenzione di nascondere gli occhi pieni di rancore dalla mia vista.
- Solo disgrazie! Non porta altro che disgrazie!-
Il suo tono velenoso e incombente; in continua lotta contro se stesso e ogni cosa che aveva a che fare con l'amore.
- Non esiste...-
Scrutai attentamente l'espressione afflitta del mio amico. La foga e l'angoscia di una vita andata storta.
Osservando come le sue forti dita tendevano a chiudersi in pugni serrati quando si obbligava a non piangere, poiché tal cosa era considerata vergognosa per lui.
-Helias non hai il diritto di criticare la natura dell'amore solo perché non sei mai stato amato come avresti voluto-
Lui voltò lo sguardo verso di me, fissandomi con occhi minacciosi e spenti.
- stai insinuando che è colpa mia Stefan?! Il fatto che mia madre mi abbia abbandonato a cinque anni nonostante dicesse di amarmi?? Che mio padre abbia fatto altrettanto nonostante mi avesse promesso di non lasciarmi? Che Dio!...che sia ancora colpa mia dopo avergli persino perdonati ? - le sue grandi mani erano attorno alle mie spalle in una morsa furiosa e frustrata. Era unico persino nella sua rabbia. Bello persino nella sua sofferenza.
- Stef! Ho dato tutto me stesso per venticinque anni! Ho amato senza ricevere nulla in cambio! Quindi dimmi Stef! Che senso ha? Amare che senso ha?!-
Socchiusi gli occhi in due fessure, inclinando leggermente il capo di lato.
- Dimmelo tu...?-
Helias strabuzzò gli occhi guardandomi scioccato, per poi spintonarmi in preda a un moto di rabbia.
- Stef lo stai facendo apposta?! Sei il mio migliore amico e non voglio farti male! -
Barcollai, rischiando quasi di cadere di sedere sulla sabbia.
- Se come dici tu l'amore non esiste...allora dove pensi sia fondata la nostra amicizia? - Cercai di mantenere la calma a causa del suo stato fragile e sofferente.
- L' amicizia non ha nulla a che fare con l'amore Stefan, dovresti saperlo -
Raccolsi un sassolino dalla sabbia lucente, solo per scagliarlo il più lontano possibile.
- Allora non dovrei nemmeno essere qui con te...se devo vedere le cose sotto il tuo punto di vista-
Helias mi guardò perplesso, confuso come allora, quando da ragazzini giocavamo a fare i grandi, a imitare il mondo banale e ordinario degli adulti. Un mondo che spesso ci aveva lasciati confusi e perplessi.
- Che vuoi dire Stefan? -
Sospirai chiudendo gli occhi per qualche secondo.
- Heli... se l'amicizia non ha nulla a che fare con l'amore allora spiegami dove nasce il mio bisogno di "volerti bene"-
Lui alzò gli occhi al cielo, distogliendo lo sguardo da me.
- Ste..non centra nulla- borbottò Helias, come la pentola di fagioli che era sempre stato solito essere sin da bambino.
-Il nostro è un amore fraterno Helias... e tu lo sai bene, tu sai che ti amo come un fratello minore...Come pensi che avrei fatto la metà delle cose che ho fatto se non ti avessi voluto davvero bene?-
Lo guardai di nuovo, aspettando una replica dalla sua figura esitante.
- Scemenze...stai solo dicendo scemenze-.
La sua fredda risposta fu abbastanza da lacerarmi in tanti frammenti.
Avanzai adirato verso le acque del mare, inzuppando prima le scarpe e presto anche i pantaloni.
- Che cosa stai facendo adesso?-
Helias mi stava guardando di sottecchi, con un'aria alquanto esasperata. Quella stessa espressione esasperata che usavano indossare i genitori davanti ai figli capricciosi.
Mi immersi sott'acqua con il solo scopo di sparire dalla superficie; con lo scopo di trovare sollievo nel mio infelice morire.
Chiusi gli occhi lasciandomi andare, lasciandomi affogare soavemente.
- Bastardo! Cosa credi di star facendo!?-
La grande mano di Helias mi afferrò per il bavero della felpa, strappandomi dalle grinfie del mare.
Era in collera.
Il suo volto era spaventato e furioso; abbastanza da farmi sorridere.
- Perché vuoi salvarmi ora?-
Helias si morse il labbro inferiore con indignazione, cercando di non colpirmi.
- Stef pensi che suicidandoti mi aiuterà a cambiare idea?-
Il suo viso era a un centimetro dal mio.
- No... Voglio solo sparire per non essere riuscito a farti vedere il lato migliore delle cose- risposi gentilmente.
- Non è morendo che mi aiuti! Ho bisogno anche di te Stef! Ho disperatamente bisogno di sentirmi voluto... Almeno da qualcuno-
Ascoltai le sue ragioni in silenzio, ridendo dentro di me su come gli era impossibile ammettere di voler soltanto essere amato.
- Helias, non vedo perché ti dovrebbe importare se scelgo di andarmene, non sei forse tu quello che mi ha lasciato morire in ospedale? Non sei forse tu ad avermi rigettato? Non sei forse stato tu a dire che meritavo di morire ?-
Helias fremette, spalancando i suoi occhi celesti alle mie parole.
Guardandomi come se fossi diventato pazzo, come se qualcosa di alieno si fosse impossessato di me.
- Stef! Che cazzo stai dicendo! Non sei in ospedale! Tu sei qui davanti a me coglione! Non stai morendo! Sei vivo scemo!-
Aprii le braccia stringendolo in un lungo abbraccio, indifferente al fatto di essere inzuppato d'acqua e di stare bagnando anche lui. Sorrisi nuovamente.
- Helias svegliati... Amico apri i tuoi occhi-
_____
New Orleans 9.00 am ( Presente)
Helias si svegliò di soprassalto: la stessa reazione che avrebbe avuto chiunque dopo un incubo.
Un brutto sogno dove il suo migliore amico stava cercando di suicidarsi.
Compose frettolosamente il numero di Stefan sulla rubrica solo per poi sentirsi chiudere il telefono in faccia.
Confuso e impaziente ricompose il numero sul telefono, e stavolta ci fu una breve pausa. E poi una voce isterica.
- Perché stai chiamando?! Non hai detto di non voler avere a che fare con Stefan?? Lasciaci stare! Non l'hai già distrutto abbastanza?! Per favore non chiamare mai più!-
La linea cadde di nuovo.
La ragazza al telefono era Selena Drew, la sorella minore del suo amico.
E fu solo allora che ogni cosa gli piombò addosso come una montagna.
- Helias!!!-
Selena si catapultò in casa sua con il viso intriso di grosse lacrime.
- cosa vuoi! -
Helias era talmente freddo e indifferente, tanto da riuscire a spaccare il ghiaccio stesso.
Insensibile e distaccato al dolore di Selena per suo fratello Stefan.
- Stefan sta morendo! Ma chiede di te! Vuole vedere te! Per favore abbi pietà! Dopotutto si è fatto investire per salvarti!-
Helias si voltò verso di lei scocciato.
- È colpa sua, non gli ho chiesto di prendere quel camion al mio posto! Non gli ho chiesto di salvarmi e se lui l'ha fatto ora ne pagherà le conseguenze!- infierì lui con pesante veemenza. La donna scioccata e disperata dal dolce Helias con cui era cresciuta, si aprì in un pianto amaro e straziante.
- ma l'ha fatto per te...-
- no Selena...l'ha fatto solo per sentirsi giusto davanti alla società-
Era passato un mese intero dall'ultima volta che aveva visto il corpo di Stefan sull'asfalto.
Un intero mese in cui aveva spudoratamente rifiutato di andarlo a trovare. Non riusciva ancora a credere a cosa avesse combinato.
A cosa avesse fatto a Stefan dopo tutto quello che lui aveva fatto per lui.
- Quanti anni hai ?-
Helias alzò lo sguardo verso il bambino sorridente davanti a lui.
- sette- rispose impassibile.
Era stato abbandonato dai suoi genitori e mandato in un lurido e spoglio orfanotrofio.
- Come ti chiami?-
Helias lo esaminò con una certa curiosità, chiedendosi per quale strano motivo quel
bambino gli stesse sorridendo. E perché proprio con uno sporco orfano come lui sul ciglio della strada?
- Helias North...-
- piacere Helias...io sono Stefan Drew-
era troppo meravigliato dall'audacia di quel bambino da non riuscire a proferire parola.
- Vuoi venire con me Helias?-
Stefan allungò improvvisamente la mano verso di lui.
Helias fissò ancora una volta gli occhi verdi di quel bambino e la sua mano protesa.
E poi...esitante, la strinse nella sua, lasciandosi sollevare e condurre.
Helias si vestì in tutta furia, catapultandosi in strada verso la sua macchina parcheggiata vicino al marciapiede.
- Cosa ti piace dell'amore?-
Stefan sorrise.
Gli occhi gli brillavano di una luce vera e pura.
- Tutto..-
- perché?-
Stefan alzò lo sguardo verso le stelle.
- L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non si inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa...-
Helias inclinò la testa guardando il suo amico con occhi nuovi.
- Helias per cosa credi vivano le persone? Senza amore non siamo nulla...-
- Non è vero...cosa mi dici degli assassini? Loro sono indifferenti ad ogni cosa-
Stefan posò lo sguardo lontano.
- Prova a rimuovere l'amore dal mondo intero, cosa rimarrebbe di noi? Quale odiose macchine per uccidere diverremo?-
Helias non rispose.
- poiché ogni cosa buona nasce dall'amore, la bontà, la pace, la carità, la pietà e persino l'amicizia non sono che rami provenienti da un unico albero -.
Helias si fece strada tra i lunghi infiniti corridoi dell'ospedale, spingendo tra la folla di persone in fila davanti alla portineria delle informazioni.
-Ste...se l'amore è come dici tu perché soffriamo a causa di essa?- chiese Helias portando le sue dita sulla tastiera del pianoforte. Stefan scese dal davanzale venendosi a sedere di fianco all'amico.
I signori Drew l'avevano accolto come secondo figlio maschio per amor del giovane Stefan, tanto che Helias era presto diventato col tempo un importante componente della famiglia.
- Mmm...Eppure questo non fa comunque cessare in noi il bisogno di volerne ancora...Non credi?-
Le sue dita slittarono sopra le note, diffondendo una dolce melodia, mentre intento ragionava sulla domanda sotto gli occhi attenti dell'amico.
Helias si recò nella stanza dove era ricoverato il suo migliore amico, sotto gli sguardi pieni d'odio dei parenti di Stefan.
E quello che vide fu spietatamente atroce...
Stefan era sotto i macchinari in una condizione spaventosa.
Le gambe gli erano state amputate e ogni centimetro di pelle era stato bendato.
I suoi vivi occhi verdi erano chiusi e le braccia inermi.
Le lacrime scesero come torrenti in delirio.
Stavolta senza controllo.
Senza la sua ottusa approvazione.
- Stef...qual'è la forma più estrema a cui può arrivare l'amore?-
Stefan rise, mentre intento continuava a tingere il pennello di rosso.
- Perché tutte queste domande? Stai forse cambiando idea? Signor "Non credo in nulla"?-
Helias sbuffò apertamente ignorando il commento di Stefan.
- sono solo curioso...- si difese lui.
- Sacrificarsi...secondo me...è dare la vita per qualcuno..-
-Davvero...?-
Helias si sedette affondando il viso sul torace di Stefan. Lasciando che ogni dolore racchiuso trovasse la via d'uscita.
- Si Helias... Quel tipo di amore non muore mai...-
Una mano toccò i suoi capelli accarezzandoli dolcemente.
- Mi ha chiesto di chiederti se adesso ci credi...- chiese Selena, immergendo le dita nei suoi capelli bruni.
- Si ci credo, gli credo Selena- disse Helias ,
la voce rotta e strozzata dal pianto.
Selena riprese a piangere abbracciandolo con tutta se stessa.
- Sarebbe stato felice... Voleva sentirtelo dire-
Se soltanto avesse potuto tornare indietro e cancellare tutta la sua ostinata arroganza...
Helias avrebbe voluto ringraziarlo per ogni cosa.
Per averlo scelto.
Per averlo salvato.
Ma al di sopra di tutto..per averlo amato.
Amato come un padre ama suo figlio.
Ti credo Fratello, Ora ci credo.
"...perché quel tipo di amore non muore mai....".
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