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C'erano cinque giudici implacabili seduti sulla panca  di legno di faggio

Rita e Gepo erano un unico grumo di  dolore:gli anni trascorsi assieme affrontando avversità privazioni e soprusi li avevano saldati assieme in modo indissolubile cosi' che ormai non si capiva piu' dove finiva Rita,con le sue mani umide,gonfie e ritorte,che continuavano insensibilmente nelle mani di Gepo, gonfie umide e contorte quelle mani, e se l 'uno iniziava una frase, poteva succedere che fosse l altro a terminarla,perciò si alzarono assieme dalla panca di legno di faggio,anche se intontiti dal dolore volevano far sentire,il rifiuto,la ripulsa per l accaduto e parlarono rivolti a Natalia:

"signora maestra" disse Rita quasi vergognandosi,"crede sia possibile parlare di gratitudine in un momento come questo?"

"possiamo farlo"? chiese timidamente Gepo "è strano signora maestra,ma per tanto tanto tempo lei sia a scuola che..poco fa vicino al pozzo,lei ha sempre tenuta accesa la speranza di Giacomino,era una fiammella quella speranza ed io vedevo come si contorceva nel vento dell esistenza cercando di rimanere accesa...

Gepo perse il filo ,Rita continuo' per lui:

"Giacomino sperava e lottava anche nel mio ventre quando le emorragie di un utero troppo vecchio e sfibrato non riuscivano a nutrirlo a sufficienza,lottava a scuola,quando era abbandonato da tutti tranne che da lei,si ribellava contro una malattia del cuore che noi non potevamo curare"  

"abbiamo alleviato il suo dolore"soggiunse Gepo,"abbiamo sostenuto le sue speranze,ed e' morto cosi' sperando,grazie a lei".

Sedettero tutti e due sulla panca di legno di faggio,rattrappiti dalla pena,mentre le loro mani gonfie rosse e contorte trovarono la strada per allacciarsi ancora

Natalia parve schiacciata da quell'invettiva,poi si alzo' in piedi:

"non ho parole di conforto per voi,non ne esistono in questi casi,ma io vi dico che Giacomino aveva una forza speciale.era avido di vita perciò e' maggiormente ingiusto quello che gli e' successo,quello che ha sofferto:quello che lui ha sofferto e' contrario alla giustizia"!

Spartaco l abbraccio' perchè Natalia piangeva,poi sedettero nel doppio banco della difesa. 

Poi dalla panca di legno di faggio si alzò il quinto giudice, un uomo grande e grosso, si poggiava ora su un piede ora sull'altro, portava una tuta color cachi, esitò poi alla fine cominciò a parlare:

-" sono uno speleologo"- specificò con una specie di orgoglio " vengo dal Friuli e vi giuro su Dio che anche così grosso come sono io ho percorso cunicoli e grotte e tutti gli anfratti di quelle terre, sgusciavo scorticandomi e salvavo vite, mi duole, aver assistito impotente a una così immane tragedia, ma in fede mia non c'era niente da fare per portare in salvo quel bambino". 

Il sesto giudice era ombra incerta, il geologo , aggiunse poche parole: 

-"avrei voluto"- disse con modi di circostanza " avere il tempo di scavare una galleria parallela al cunicolo che imprigionava Giacomino". Sedette colmo di vergogna. 

Sulla panca di legno di faggio rimase un solo implacabile giudice. 


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