CAPITOLO 4
Cambiare scuola significa cambiare compagni di classe, professori ed istututo ma non solo. Il passaggio da una scuola ad un'altra è tanto emozionante quanto allo stesso tempo pauroso. Si ha paura di trovarsi in un nuovo ambiente e non riuscire ad ambientarsi e integrarsi con i nuovi compagni di classe e i professori. Ma queste non furono emozioni a me appartenenti. Ero venuta qui a un solo scopo: trovare chi aveva ucciso Skye e non farmi amici, rimanere nell'ombra senza attirare l'attenzione era la mia idea.
Suonò la campanella e un branco di ragazzi iniziò a correre per i corridoi, manco stessero facendo una maratona. Ridicoli. Io camminavo tranquillamente, piano, come se stessi facendo una passeggiata per il parco. Arrivata di fronte alla classe, lessi 4B, sì era la mia classe, inizia a sentire qualcosa allo stomaco, neanche al mio primo giorno di superiori nella mia vecchia scuola sentii queste sensazioni. -Calmati Ali, respira e rilassati- presi un bel respiro ed entrai. Erano già tutti seduti ed iniziarono a fissarmi come se avessi qualcosa sulla faccia, come se non fossi all'altezza, avevamo già capito tutto? No, impossibile ero l'unica a saperlo, neanche alla mia unica amica lo avevo detto. Peccato che non sarà quest'anno con me. Io ho cambiato scuola, lei si è trasferita peggio di così non può andare.
Rimasi sulla soia della porta, non trovavo la forza per muovermi, i miei muscoli erano paralizzati finchè il prof non entrò e con aria scorbutica mi chiese di sedermi. Mi guardai in giro e vidi all'ultimo banco un posto libero vicino a una ragazza. Non era la classica ragazza che ti lasciava indifferente, aveva qualcosa di interessante. Notai subito i suoi capelli rossi, come se fosse possibile non notarli. I suoi capelli erano naturali, di un rosso tendente all' arancione, suddivisi in tanti boccoli. Aveva mechès un po' più chiare del suo colore, che la rendevano ancora più bella. I capelli sono la cornice del volto, e in questo caso perfetti per la sua forma di viso. I suoi capelli erano lunghi fino a metà schiena e liberi, solo una sottile ciocca era raccolta da un piccolo fermaglio nero, che contrastava con il suo colore. In una persona la prima cosa che noto sono di sicuro i capelli e i suoi erano stupendi. Alzó lo sguardo e mi sorrise per poi riabbassarlo sul foglio, nemmeno si presentò e nemmeno ebbi la possibilità di farlo io. Mi avvicina per vedere cosa faceva ma il prof mi interruppe pronunciando il mio nome, stava facendo l'appello.
-Alison Andrews- pronunció per ben due volte.
-Presente!- risposi.
Mi guardó con aria interessata e mi disse -Andrews? Come Skye Andrews?-
Oh no, perché? Sono qui da meno di 10 minuti e già mi chiedono di Skye? Iniziai a preoccuparmi e mi scese una goccia di sudore dalla fronte. Tutti mi stavano fissante.
-Skye ha detto? No, non mi sembra di conoscerla o di avere qualche parentela- non so se mi avrebbe mai creduto, oppure e soprattutto i miei compagni.
Rimase in silenzio a fissarmi per almeno trenta secondi e poi scoppiò a ridere
-Mi scusi, ha ragione, non ha assolutamente niente a che vedere con Skye, lei era una bellissima ragazza, bionda e con gli occhi azzurri, e lei beh, non è così- e tutta la classe iniziò a ridere, vorrei tanto dire la verità per toglierli quel sorrisetto ma non posso.
Gli rivolsi un sorrisetto infastidito, per fortuna capì, ricompose la classe e continuò
-Allora signorina Andrews, parlaci un po' di lei, come mai è arrivata qui al quarto anno? Dica tutto quello che gli sia più opportuno- lo odio.
-Allora, Mi chiamo Alison ho 17 anni, praticavo nuoto nella mia vecchia scuola, ero abbastanza forte (che dico la migliore), ho cambiato scuola perché i miei genitori pensavano fosse migliore per continuare la mia iscrizione e niente, fine- non mi andava di parlare, soprattutto dopo l'uscita del professore.
Senza nemmeno rispondermi o farmi altre domande continuò con l'appello.
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